La produzione della A111 è cessata "improvvisamente" alla fine del 1972, apparentemente senza spiegazioni. Quattrotuote di dicembre '72 riporta la notizia all'interno di un breve articolo, ma ne lqaule s iaprla di altro, e nello stesso numero nella pagina introduttiva la listino scrive che l'AUTOBIANCHI ha sospeso la produzione della A111 per dedicarsi a soddisfare le richieste della più piccola A112. In effetti, all'epoca le auto italiane furoreggiavano sul mercato continentale e gli impianti, complici i frequent iscoiperi, facevano assai fatica a soddisfare le richieste. Ma l'esigenza di maggiore spazio per produrre la A112 non è sufficiente a giustificare la sparizione di quest'auto, nata, come si direbbe oggi come "upgrade" della Primula. Essa doveva intercettare una clientela simile a quella che la vecchia Fulvia ma con una disponibilità economica inferiore, seppur di poco (non dimentichiamo che la gestazione della vettura avvene prima dell'acquisto della casa di Chivasso da parte del Lingotto). Una volta acquistata Lancia, per evitare sovrapposizioni, si decise di far morire (come produzione, non consideriamo le code di immatricolazione nel '73) la A111 appena un mese prima dell'arrivo della Beta, che partiva più o meno allo stesso livello della media autobianchi. Ultima cosa da notare sta nel fatto che la somiglianza della A111 con 128 e soprattutto 124 non è casuale. La A111 altro non è che la versione definitiva e marchiata Autobianchi di uno dei tanti prototipi della 124 per ciò che riguarda sia lo styling sia la disposizione meccanica: non va dimenticato che Dante Giacosa, come si legge nel libro di Tedeschini ma anche altrove, sostenne a più riprese la trazione anteriore anche per le vetture medio-grandi, rimanendo inascoltato. Dunque, la fine di quest'auto non è stata forse prematura, ma era nata come vettura "a termine". Breve, per giunta.