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Claudjos

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  1. Nel 1992 hanno presentato la Fiat Cinquecento, questo progetto risaliva già al 1982 con il nome simpatico di "Topolino", allora perchè non pensare che all'epoca si poteva aggiornare la 126? Cosa ne pensate?
  2. Ciao a tutti!! Considerato che oramai i vari marchi Seat, Volkswagen, Skoda e Audi sembrano una cosa sola.. Ho pensato ad una nuova Seat Leon con un progetto improntato al risparmio!
  3. Urge una delucidazione!! La Talbot "Lotus" di cui parlate, fu la vettura che vinse, nel 1981, il mondiale per marche rally. Si trattava della "Sunbeam" a motore Lotus. La Talbot "Horizon" Turbo fu un progetto di tre anni dopo, esso doveva riportare nei rally, il marchio Talbot. Chiaramente non ho dati precisi ma dialogando in un forum francese di Talbot, ho scoperto che si trattò di un progetto sviluppato a Poissy, su base appunto della "Horizon". Nei programmi c'era ancora una volta la Lotus, la media francese aveva il motore collocato posteriormente ma non ho ancora capito, se disponesse della trazione integrale. Ad ogni modo però, la Peugeot congelò il suo sviluppo per poter partecipare nei rally iridati con il proprio marchio. Nacque così la Peugeot "205" T16.
  4. Questa Panda è frutto della mia passione!! Ovvero i miei lavori che eseguo con l'umile Paint. Credo che la cara Panda avrebbe proprio bisogno di una variante a 3 porte.
  5. Rispetto sotto ogni punto di vista ogni idea espressa. Staremo a vedere cosa di buono saprà fare Delta Voglio però scusarmi assolutamente, per la "fesseria" che ho riportato qui. Effetivamente ho sbagliato completamente valutazione sul fattore vendite della Lancia "Musa". Avete perfettamente ragione.
  6. Con tutto il dovuto e doveroso rispetto, ribadisco che la Lancia Delta 08, non ha le carte in regola per avere successo. Questo è il mio umile parere. Questa nuova Delta non ha una propria personalità e non basta basare tutto sul lusso per avere successo. La vettura non è assolutamente armoniosa e guardandola, si può percepire l'ossessiva e disperata ricerca di uno stile ormai lontano, uno stile messo insieme senza criterio e senza buon gusto. Inutile poi elogiare e risaltare l'immagine Lancia, quando all'interno troviamo "plasticoni" e componentistica Fiat. Qualcuno a citato l'esempio Audi e Volkswagen ed è un esempio vero, con una piccola differenza però. Vero che Vw, negli ultimi anni, ha dovuto ribassare il suo livello qualitativo, per creare un divario con Audi ma comunque la qualità delle vetture di gruppo Vw è assolutamente di grande valore. Se un'Audi utilizza componentistica Vw, utilizza qualità pure. Se una Lancia fa la stessa cosa con Fiat, non avrà mai la qualità della concorrenza. Ad ogni modo, al di là del contenuto qualitativo, la nuova Delta sarà per me l'ennesimo flop di Chivasso. Per quanto concerne la Musa, visto anche il suo insuccesso, la eliminerei in quanto non ha senso, avere un doppione che costa molto di più, senza dare nulla di più. Ho lavorato nel settore e quando ho dovuto preparare per la consegna una Idea nel suo massimo allestimento, mi è sembrato di sedermi sulla Musa!! Molti clienti sono disposti a pagare la qualità ma non semplicemente un logo!
  7. Sono d'accordo. Personalmente avrei creato una Delta molto più compatta e in linea con i canoni attuali, senza andare a ricercatezze troppo avanzate. Forse avrei cercato di rendere la Delta un pò più Delta, nel senso che avrei sviluppato un auto che potesse stare alla vecchia Delta, come la Golf sta a quella vecchia. Di sicuro eliminerei dalla produzione, sia la Thesis che la Musa. Toglierei di produzione anche la gigantesca Phedra e collocherei poi una berlina 3 volumi, derivata dalla newDelta. Infine metterei in cantiere una bella ammiraglia dalla linea classica e molto elegante. Ricercatezze o linee fuori dagli schemi le lascerei ai francesi, perchè sono molto più bravi di noi!! Parlo di Renault sopratutto, parlo di vetture come Twingo (1993) oppure la Megane! Originali ma dal gusto molto piacevole, vetture che sembravano destinate al fiasco ma che invece, hanno venduto molto di più.
  8. Caro Paolo ti devo dare ragione. Il discorso che fai è perfettamente corretto ma sono molto deluso, dalla gestione del marchio Lancia. Come si può rilanciare uno storico marchio, con creazioni tipo: Musa, Nuova Delta oppure Thesis?!? Innanzitutto un clone perfetto come il caso Idea/Musa, non può che evidenziare il problema e un'esempio fu la Saxo/106 oppure la Samba/104!!! Altro discorso è la linea "sposata" dalla Lancia. Già si sapeva che l'effetto retrò della Thesis, aveva riscosso ben poco successo, successo che è riuscito ad avere la piccola Y, solo per il fatto (forse) di essere una piccola cittadina, che nell'insieme risultò armoniosa. Spiegatemi come si può invece produrre, una media di segmento C come la nuova Delta!! Innanzitutto è una "extralarge" che non trova una sua giusta collocazione e inoltre è vestita davvero di pessimo gusto. Io penso che la Lancia dovrebbe cambiare in fretta la sua "linea" e andare forse sul più classico ma senz'altro più piacevole.
  9. www.forum-auto.com/.../sujet378608-175.htm Qui potete trovare la Talbot "Horizon" Turbo, la vettura che Peugeot "uccise" per far strada alla 205 T16.
  10. Claudjos

    A.R.N.A Disfatta Alfa Romeo.

    Alla fine degli anni settanta, l'Alfa Romeo decide di proporre una vettura di classe medio-inferiore, al fine di inserirsi nel nuovo settore di mercato, sostanzialmente creato dalla Volkswagen Golf, cui il gruppo Fiat ha risposto contrapponendo, anche se in ritardo, i nuovi modelli "Ritmo e "Delta. Vista l'impossibilità di creare un'auto nuova in tempi brevi, la dirigenza decide di creare una joint venture con la Nissan, creando un apposito stabilimento dove verranno assemblate le scocche del modello "Pulsar", fornite dalla Nissan, con le meccaniche derivate dall'"Alfasud". L'accordo che costituisce la Alfa Romeo Nissan Automobili SpA, viene firmato a Tokio, il 9 ottobre 1980. La nuova unità produttiva viene costruita a Pratola Serra (AV) in tempi record, ma servirà ancora meno tempo per capire che questa operazione sarebbe stata ricordata come il più grave disastro industriale e commerciale nella storia dell'Alfa Romeo. Dal punto di vista industriale, non appena si inizia concretamente l'assemblaggio dei prototipi, ci si accorge che le scocche Pulsar dovranno essere modificate per accogliere la meccanica Alfasud, il che comporterà un grave ritardo nella messa in vendita del modello, oltre ad un notevole aumento dei costi di produzione. Dal punto di vista commerciale, è da registrare il prevedibile rifiuto degli "Alfisti" verso una linea di gusto orientale, ormai datata e distante anni luce dalle forme sportiveggianti ed aggressive che, sino ad allora, avevano contraddistinto le vetture del biscione. A salvare un poco la situazione, la decisione presa di fronte ai ritardi del progetto e alla necessità di garantire produzione allo stabilimento di Pomigliano d'Arco, di realizzare una vettura con meccanica e pianale dell'"Alfasud": l'Alfa 33, che uscirà pochi mesi dopo. Claudio
  11. Ciao Paolo! Bellissime foto, possiedo i numeri di Gente Motori dal 1979 al 1986, quelle foto le ricordo molto bene Come hai fatto per trasferirle qui ?!? Bravissimo! Molto bello il profilo storico di questa media Lancia. Vorrei solo puntualizzare un mio pensiero, quando tu parli di auto d'elite o di "personalità" precisa all'interno del gruppo Fiat, vorrei dire una cosa: Nonstante gli sforzi o i presunti sforzi, la Fiat ha per me fatto ben poco nel nome di Vincenzo Lancia e il prodotto non è mai stato all'altezza. Sono gommista e "mezzo" meccanico, grazie a questo "mestiere" ho lavorato presso un centro Fiat e ho constatato che come allora, spesso vince l'apparenza però con il tempo questa viene analizzata per bene. Oggi una Lancia "Musa" sembra al di sopra di ogni dubbio ma se noi prendiamo una Fiat "Idea" in versione Full optional, scopriamo che spendendo molto meno, si ha la stessa alcantara e le stesse finiture! Questo significa che anche oggi come allora, nello specifico la "Delta", per produrre la propria gamma, la Lancia utilizza la stessa componentistica Fiat. Questo è il problema, il problema che sarà sempre presente; la "Delta" che naque nel lontano 1979 aveva un aspetto e un impatto di grande effetto ma in realta tutto nasceva dalla fortunata "Ritmo". Pianale, motori e componentistica era di fatto firmata "Ritmo" ma sulla neonata Lancia vennero utilizzate tecniche che non trovarono sbocco per questioni di costi, all'inizio del 1978. Nel 1980 venne lanciata la nuova "Ritmo" Super che aveva gli stessi contenuti della sorella d'elite.
  12. Ciao a tutti :)Ho letto con molto piacere i vostri post e ora vorrei aggiungere un altro "retroscena"! Ho scoperto da poco che la Talbot, aveva messo in cantiere una speciale Talbot "Horizon" turbo!! Il motore, come avenne già con la "Sunbeam", era di costruzione Lotus e il corpo vettura trasformato in 3 porte con la collocazione del motore nella zona centrale. Questa vettura venne messa ideata e costruita a Poissy, la storica "usine" di Simca-Chrysler. Risultato?!? Ancora una volta Peugeot, fece tutto il possibile per ostacolare il marchio Talbot, la vettura infatti venne "uccisa" a favore della "205" T16. Era il 1984. Vorrei tornare alla Peugeot "309" e aggiungo alcune delucidazioni. Il progetto "C28" fu partorito solo ed esclusivamente, dal centro stile Talbot di Poissy. La vettura, che avrebbe dovuto prendere il nome di "Arizzona", non aveva parti in condivisione con la Peugeot ma dal 1983 in poi, durante i continui scontri nello stabilimento e la guerra politica che ne scaturì, Peugeot rimaneggiò il progetto e la vettura prese il corpo vettura dalla "205", in questo modo giro porta e scocca, diventarono derivato della piccola Peugeot. Il programma prevedeva comunque il rilancio di Talbot ma purtroppo PSA, preferì marchiare la nuova media con il logo del leone, dichiarando che la casa di Poissy, non avesse più credibilità, sopratutto dopo le vicende politiche derivanti dai licenziamenti previsti. La vettura avrebbe potuto prendere il nome di "206" ma per evidenti incongruenze, con l'evolversi della gamma Peugeot, prese il nome appunto di "309". A mio modo di vedere, Peugeot si servì di tutto il buono che portò Chrysler e "uccise" il marchio Talbot senza scrupoli. Sono certo che con la nuova "Arizzona", Talbot avrebbe trovato la strada per risalilre la china e se aggiungiamo il rilancio della "Samba", forse Talbot sarebbe ancora nei listini!! Ricordiamo che Peugeot deve tutto ciò che possiede alla "205" e ricordiamo anche, che al momento della fusione dei due marchi, la Talbot aveva volumi di vendita assolutamente superiori. CLAUDIO:-P
  13. http://pagesperso-orange.fr/talbot.fr.st/talbotsamba.html In riferimento al breve profilo Talbot Simca, vorrei mostrare un prototipo Peugeot per rilanciare la piccola "Samba" che divenne poi la conosciuta Citroen "Ax".
  14. Voglio fare tanti complimenti a Paolo Gtc. Il materiale fotografico che hai "esposto" qui, è davvero bello! Complimenti
  15. Ti ringrazio molto Effettivamente non possiedo foto in merito ai modelli citati. Ho solamente una bella fotografia pubblicitaria dell'epoca (1979), dove viene presentato il marchio Talbot. Mio unico problema, è che non so come pubblicarla !!
  16. Un saluto a tutti/e. Io sono un neo-utente di “Autopareri” e sono molto felice di essere entrato, a far parte di questo forum, dedicato all’automobile. Fatta questa doverosa e rispettosa “divagazione” di presentazione, vorrei subito aprire la mia prima “discussione” e fare premessa che nasce da un vostro interessante post, dedicato alla Talbot - Simca - Chrysler. Sono sempre stato affascinato dal glorioso marchio Simca e vorrei illustrare un po’ di storia in merito. Nel fare un po’ di retrospettiva “salto” però, la vicenda del marchio Simca, per arrivare subito ad un marchio che sparì alla fine del 1987, con mio estremo dispiacere. Parlo ovviamente del marchio meno blasonato della Talbot, machio storico che vide la luce negli anni “50, quando il suo fondatore Antonio Lago” diede anche vita a monoposto da gran premio. Saltiamo dunque alla fine degli anni “70, quando il colosso americano Chrysler possedeva i marchi Sunbean e Simca, rispettivamente per il mercato inglese e per quello francese; questi due “nomi” facevano parte della divisione Chrysler Europe, ovvero la divisione europea sulla quale Chrysler investì molto per conquistare tale mercato. Verso la fine del 1979 però questa divisione venne acquistata in blocco da Peugeot, che alcuni anni prima rilevò a Michelin, l’importante marchio Citroen ed è da quel momento, che prese vita la denominazione Psa, ovvero Peugeot società anonima. All’interno del gruppo quindi arrivò anche la Simca e la britannica Sunbean; l’accordo tra Chrysler e Peugeot avvenne in quanto la casa americana, era in preda ad una profonda crisi industriale e mantenere la divisione europea divenne insostenibile. A questo punto Psa aveva tra le mani un marchio da tirare su, un marchio alla quale dare nuova identità e possibilmente un’identità forte ma che allo stesso tempo potesse “incastrarsi” al meglio tra Peugeot e Citroen, con una personalità diversa ma mirata a completare il gruppo. Chrysler e Simca portarono in dote un’eccellente rete di assistenza in Italia e contenuti tecnici d’avanguardia, alcuni esempi sono l’accensione transistorizzata, la connessione elettronica per la diagnosi motore e infine i moderni computer di bordo che oggi, in maniera del tutto più moderna, troviamo in moltissime autovetture. La Peugeot doveva però scrollarsi di dosso l’immagine dell’americana Chrysler e mantenere il nome Simca non era la cosa più indicata, per questo motivo si pensò alla riesumazione del marchio Talbot, marchio che però era praticamente sconosciuto, soprattutto nel nostro paese; in Italia esisteva ormai una fedele fetta di affezionati del “vecchio” marchio ed era appunto apprezzato soprattutto per la sua capillare rete di assistenza. Tutto questo comportò un cambiamento molto difficile e lento, un po’ come fece Omnitel e Vodafone in tempi recenti, il passaggio avvenne gradatamente, cercando quindi di facilitare l’ormai fedele clientela di Chrysler Simca e cercando di non stravolgere tutto un equilibrio commerciale consolidato e in crescita. Questo spiega perché molti esemplari avevano inizialmente doppi loghi ed era facile trovare il nome Talbot sul portellone, il nome Simca sul cofano ed infine il logo Chrysler sulla mascherina!! Verso il 1981 le vetture Talbot “esibivano” il proprio marchio sul frontale ma le diciture erano ancora affiancate dal nome “Simca”, che sparì definitivamente verso il 1982, anno in cui vide la luce la prima “vera” vettura totalmente nata sotto il nuovo logo, ovvero la “Samba” che però altro non era che una Peugeot “104” mascherata e un po’ allungata nel passo. Idea molto apprezzata fu la variante “Cabriolet”. Prima di quest’ultima vettura, la casa francese, diede vita a novità che in realtà erano progetti ex Simca oppure variazioni su vetture già esistenti; un esempio fu la “Solara” ovvero la variante a tre volumi delle gloriose “1307-08-09”, che alcuni mesi prima vennero rinominate “1510”. Altra novità che prese vita dalle “ceneri” del “vecchio” marchio fu la C9, ovvero la grossa “Tagora”, la vettura che ebbe l’ingrato compito di coprire il segmento più alto del gruppo Psa e oltre a mandare in pensione l’ormai datata “2L” doveva anche, in parte, rimpiazzare la grossa “604”. Il risultato fu deludente e le cause evidenti, il progetto prese forma e vita ma era ormai già anonimo e superato, in quanto era già in cantiere da diversi anni e risultò datato, un po’ quello che accadde alla grossa Alfa 6 dell’Alfa Romeo. Altra causa era il “fisco”, la vettura venne presentata con una motorizzazione troppo elevata e in parte, il problema, venne risolto con la versione a gasolio. In questo stesso periodo, con la consociata Matra, venne presentata la “Murena”, vettura a tre posti che sostituì l’anziana “Bagheera”. Anche qui il successo non fu certo “stellare”, però sul mercato interno, la “Murena” rese dura la vita alla “cugina” Renault, che aveva da poco presentato la modernissima “Fuego”. Proprio la rivalità con Renault portò il gruppo Psa all’ingresso in formula uno, la Regie infatti otteneva lusinghieri successi in quella competizione e per dare immagine non solo sportiva al neonato marchio, nel 1981 la Talbot approdò sulle piste. In quegli anni comincio in formula uno l’evolversi del motore turbo, per cui per essere competitivi era necessario un grande investimento e questo portò la Peugeot alle porte della Bmw. Per varare il programma, il gruppo Psa, rilevò il team francese Ligier mantenendo partner e sponsor, il motore Cosworth venne ovviamente escluso dal progetto ma per motorizzare la monoposto non esisteva la struttura tecnica, quindi si cerco un partner che potesse assicurare una fornitura di alto livello. La Bmw stava anch’essa varando il suo programma e mise in cantiere un 4 cilindri turbo, che venne poi alloggiato sulle scocche della Brabham, vincendo anche il titolo piloti con Nelson Piquet. Peugeot davanti al rifiuto dei tedeschi dovette rivolgersi alla Matra, questa scelta però, portò sulle monoposto Talbot il glorioso ma ormai anziano V12 aspirato. L’accordo prevedeva il primo anno con questa fornitura ma nell’anno successivo sarebbe stato disponibile un nuovo V6 turbo, che avrebbe preso vita dimezzando il 12 cilindri, nell’accordo venne pattuito anche il costo di tale operazione. I piloti delle due vetture erano Jacques Laffite e Jean Pierre Jabouille, quest’ultimo arrivò dopo un grave incidente sùbito l’anno prima, al volante proprio di una Renault; Jabouille fece poche corse e venne sostituito da Jean Pierre Jarier. Nello stesso anno la Talbot prese parte anche al campinato del mondo rally, la vettura prescelta fu la “Sunbeam”, una speciale versione chiamata “Lotus” perché disponeva proprio del motore inglese. Se nella stagione rally del 1981 la Talbot vinse il mondiale per marche, nelle piste di formula uno non andò tanto peggiò, infatti la casa francese si piazzò 5° nel mondiale marche mentre con Laffite si giocò il titolo all’ultima corsa, vincendo due gran premi e realizzando buoni piazzamenti. Archiviata la stagione la casa lavorò per preparare al meglio il 1982 e il programma prevedeva l’inizio di campionato, con il vecchio telaio “Js18” per poi esordire con la nuova “Js19” che sarebbe nata appositamente per il nuovo propulsore turbo. Ben presto però avvenne l’imprevisto, la Matra chiese a Peugeot più di quanto pattuito l’anno prima e l’accordo saltò, con i rapporti tra le due case che finì per incrinarsi mentre Guy Ligier, vero patron del team, continuò a infierire con dichiarazione che volevano mettere in secondo piano la Talbot. In poche parole la stagione 1982 fu un disastro completo, il telaio nato per il V6 turbo venne, in fretta e furia, adattato al vecchio V12 ma le prestazioni furono davvero mediocri. Se nel campo sportivo le cose finirono ingloriosamente, a livello commerciale la situazione non era molto rosea, la gamma Talbot infatti non era più molto “fresca” e la gloriosa “Horizon”, che per anni fu modello trainante, dovette cedere il passo alla più recente “Samba”, che nonostante non fosse un progetto nuovo, venne magistralmente lanciata, con un’indovinata campagna pubblicitaria e inizialmente trovò molti estimatori. Purtroppo però il fascino della novità terminò molto presto e per cercar di migliorare la situazione, Talbot lanciò la “Horizon diesel”, tale versione montava il nuovissimo motore 1905cc che Citroen e Peugeot progettarono insieme, il risultato però non fu soddisfacente. Nella crisi navigava tutto il gruppo Psa, tranne il marchio Citroen che con i modelli “Visa” e più tardi “Bx”, mantenevano valori più che buoni, gli altri due marchi soffrirono la fusione, in quanto Peugeot, per potenziare la sua rete, aveva da tempo unificato le concessionarie con il marchio Talbot. I punti vendita si trovarono così a vendere ambedue i marchi ma molti di essi lasciarono la “barca” per cambiare mandato con altre case. Per farla breve la Peugeot trovò salvezza grazie alla gloriosa “205” mentre per Talbot la salvezza si chiamava “C28”, ovvero l’erede dell’anziana “Horizon”. Lo stabilimento di “Poissy”, a partire dal 1983, cominciò a rendere ancor più diffcili le cose ed i continui scioperi, uniti a pesanti problemi politici, portarono a un deterioramento ulteriore del marchio, per questo motivo la nuova media venne dirottata all’interno della gamma Peugeot. Il nome “309” ne fu prova, infatti l’ultimo numero delle classiche tre cifre, indica da sempre la generazione in corso e qui si dovette passare da “5” a “9”, per non creare incongruenze con la berlina “305”. Sulla media vennero velocemente apportate piccolissime modifiche, per rendere la vettura in linea con lo stile Peugeot, il frontale infatti non aveva l’identità della casa e sulla mascherina, nata per alloggiare l’altro logo, venne appostato il marchio del leone. Anche la zona posteriore venne modificata, portando la targa sul paracolpi e inserendo una mascherina in stile “205” tra i due gruppi ottici. Della Talbot rimase solo la meccanica, i motori infatti non erano Peugeot ma a partire dalla 2° serie vennero definitivamente mandati in pensione. Claudio  
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