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bullurus

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  1. Esatto, puro divertimento e per noi semplice curiosità. Personalmente mi incuriosisce e mi diverte molto la passione di quel meccanico che s'è preso la briga di togliere il tre cilindri dalla smart e sostituirlo col motore di una moto. Dev'essero uno che non dorme la notte per pensare ai motori. Fra l'altro immagino che abbia avuto un gran daffare per adattare la trasmissione di una moto a quella di un'auto. Non oso immaginare cosa può succedere alla dinamica di una Smart alla massima velocità che un simile rimaneggiamento può consentirgli.
  2. Sui 400 metri sì! Basta buttare il suo 3 cilindri e sostituirlo col 180Hp di una moto: la Suzuki GSX-R 1000. Al traguardo dei 400 metri si ha: Smart: 13,29 sec Ferrari: 13,4 sec. http://carscoop.blogspot.com/2006/09/video-smart-fortwo-diablo-vs-ferrari.html
  3. Il banana l'avete tirato fuori voi, non io. Ci siete arrivati da soli: bravi. Poi non dite che sono io che faccio politica. Io intervengo solo per impedire che si dicano cose false e tendenziose sperando che nessuno controbatta. Che Haidi Giuliani sia in Senato per mangiare sulla morte di suo figlio è una cattiveria ignobile e indegna per chiunque sappia cos'è un rapporto madre-figlio, e mi dispiace che nel tranello ci sia cascato più d'uno che ritenevo sveglio. Ma, visto che l'avete messo in scena, torniamo al nano. Ecco, in sintesi fotografica, il risultato del suo polso di ferro e dei nostri 150 miliardi che ha speso per la sicurezza del G8 di Genova: Un fallimento totale. Il mio barbiere, con quindici euri, l'avrebbe controllato meglio. Per quanto riguarda il caso particolare di Carlo Giuliani: quanto più la giustizia tarda a fare il suo corso, tanto più Carlo Giuliani diventa un santo, prescindendo se era educato o maleducato, giudizio che lascio volentieri alle educande. Poi, fra le altre cose, dopo cinque anni siamo ancora qui a chiederci chi erano i black bloc visto che hanno potuto agire indisturbati mettendo scompiglio nelle manifestazioni civili. E com'è potuto succedere che a Genova c'erano più spranghe che manifestanti? Chi ha fornito ai black bloc ed ai coglioni di sinistra che li hanno imitati tutte quelle spranghe? Abbiamo avuto una polizia pagata per controllare il G8 o una polizia pagata per fare altro? Abbiamo avuto una polizia da paese civile o una polizia da repubblica delle banane? S'è voluto controllare il G8 o s'è voluto sollevare un polverone capace di mettere in cattiva luce le sinistre pacifiste andate a Genova per manifestare civilmente? Ax, il democrazia governa chi vince. Non puoi farti venire l'ulcera se ha vinto della gentaglia che non ti piace. Consolati col fatto che tra la gentaglia che ha vinto ci sono meno mafiosi e meno condannati definitivi di quanto sarebbe successo se avesse vinto la fazione che ti sta a cuore, quindi abbiamo più speranza di un'Italia migliore se questo governo riesce a portare fino in fondo il mandato che gli abbiamo affidato. Se invece otterremo un'Italia peggiore faremo una cosa semplice: li manderemo a casa, ma solo se le destre non candideranno più mafiosi e malfattori, altrimenti è capace che rivoteremo ancora questa gentaglia anche se avrà governato male.
  4. Mentre viaggiava tranquillamente a 130 in autostrada gli si è rotta la sospensione anteriore destra, la ruota ha deformato il passaruota che è entrato nell'abitacolo rompendo una gamba del passeggero anteriore. La macchina è uscita fuori strada prendendo varie botte: nessuno dei 327 airbags s'è attivato e nessun pretensionatore delle cinghie di sicurezza s'è pretensionato. In una delle botte s'è staccato lo specchietto retrovisore centrale interno rompendo la testa del conducente il quale ne è uscito anche con lo sterno rotto. Tutto sommato è andata bene: nessun morto. Comunque se si guardano bene le foto dei pezzi della sospensione incriminata si capisce che s'è trattato solo di un difetto di uno dei bracci. C'è una foto che mostra chiaramente una facciata di un punto di rottura: metà è arrugginita. Penso che è li che la sospensione ha avuto il primo cedimento e poi tutto il resto è susseguito in cascata. Se non s'è trattato di un difetto del pezzo originale vuol dire che quella sospensione deve aver preso qualche botta pazzesca in precedenza che ha provocato la fessura che poi s'è arrugginita. Penso di più a questa seconda possibilità perchè spero che tutti i pezzi soggetti a forti sollecitazioni meccaniche siano sottoposti uno per uno ad un controllo di qualità al quale difficilmente potrebbe sfuggire un simile difetto.
  5. Concordo in pieno. Possono aver sorvolato su qualche sperimentazione sul campo.
  6. Eh, ma scusa! Ma quandomai s'è visto un carroarmato con quattro ruote? L'errore progettuale è tutto la: l'esperienza dice che ai carriarmati si mettono i cingoli, agli aerei le ali, alle macchine le ruote, agli elicotteri le eliche e alle Mercedes Classa A i ruotini laterali di sostegno per farle stare in piedi. Vuoi vedere che hanno messo i braccetti delle sospensioni dell'Arosa sulla Q7? E' ancora in produzione l'Arosa? Mi pare di no. Se fosser vero che l'Arosa è fuori produzione ci metterei la mano sul fuoco che gli sia avanzato qualche fondo di magazzino e invece di buttarlo hanno deciso di piazzarlo sulla Q7. La battaglia per la competitività attraverso le sinergie potrebbe aver tirato un brutto tiro mancino! :twisted: E poi io mi chiedo come cazzo sia umanamente possibile anche solo lontanamente immaginare di usare un carroarmato per andare a 180 in autostrada! Audi può aver preso una stecca, ma, cazzo! Anche la clientela non ha scherzato! Diciamo pure che in questo nuovo fenomeno di costume c'è un concorso di varie colpe. A parte gli scherzi: una cosa gravissima! Fatte le dovute proporzioni, sarebbe come dire che all'Airbus A380 si sono dimenticati di mettere i carrelli di atterraggio!
  7. Non voglio rivangare una storia sulla quale abbiamo già ampiamente discusso. In rete c'è ormai una montagna di materiale, anche convincente, che dice che la verità su questo caso è ancora nascosta. Puoi cercarla e approfondire, se ne hai voglia. Facciamo così: accetteremo la parola fine quando tale parola sarà definitivamente pronunciata, sperabilmente facendo giustizia vera. Qua mi pare importante sottolineare che è vero che Haidi Giuliani ha una faccenda personale da portare avanti, ma ha ammirevilmente scelto di farlo non solo per se stessa e per la memoria di suo figlio, ma per l'intera società.
  8. Il problema è sorto perchè forse sul caso Giuliani non è stata fatta giustizia. Se giustizia fosse stata fatta il caso sarebbe chiuso. Invece è un caso che era stato chiuso male; tanto male che sua madre è riuscita a riportarlo facilmente alla ribalta. Sul proiettile deviato da un calcinaccio ci ha preso per il culo il mondo intero. Poi è scappato fuori che non si sa manco bene chi cazzo ha sparato e perchè ha sparato. Insomma è certo che un ragazzo è morto. Ma sembra che un criminale parecchio farabutto è in libertà.
  9. Ciò non toglie che trovo giusta la battaglia di sua madre sui diritti umani e sui metodi barbari usati dalle forze dell'ordine. No, non dovrebbe affatto vergognarsi! Hanno ammazzato suo figlio. Ha tutto il diritto di chiedere giustizia se ritiene che giustizia non sia stata ancora fatta. Sono d'accordo. Facciamo senatori tutti quelli che hanno subito ingiustizie , siano essi no global o poliziotti. Forse riusciranno a far trionfare la giustizia.
  10. No, non è l'unica a volere quelle cose. C'è tutto il mondo civile che vuole esattamente le stesse cose.
  11. Mica si mette a fare la poliziotta! Vuole poche cose elementari ma di fondamentale importanza: 1) Che la giustizia tiri fuori la verità su suo figlio e su tutti i figli massacrati, uccisi, percossi o torturati. 2) Che chi ha commesso dei crimini venga punito. 3) Che i poliziotti facciano i poliziotti e non le camicie nere o verdi. 4) Che questo paese si civilizzi invece di sottoscrivere dichiarazioni sui diritti umani per poi non metterle in pratica.
  12. E chi sarebbe che vuole beatificare i criminali? Semmai c'è qualcuno che vuole fare piena luce su alcuni fatti tutt'altro che chiari e su altri fatti indegni di un paese che si picca d'essere civile.
  13. E allora? Qual'è il punto del contendere? La ragione sta comunque dalla sua parte. Si possono prendere le difese delle forze dell'ordine che fanno le forze dell'ordine. Non si possono prendere le difese di una manica di farabutti, siano essi black bloc che distruggono vetrine o poliziotti che scassano il cranio a dimostranti pacifici.
  14. Vedo che qua nessuno sa perchè Haidi Giuliani si ritrova oggi ad essere senatrice, col serio rischio di trarre conclusioni sbagliate, come normalmente succede quando si parla senza cognizione di causa. Evito di dare la mia interpretazione personale e vi rimando al sito di Amnesty International: http://www.amnestyusa.org/countries/italy/document.do?id=ENGEUR300052006 Traduco e riassumo i punti salienti: 1) I funzionari di polizia implicati nel pestaggio di ragazzi mentre dormivano, molti dei quali stranieri, sono rimasti impuniti. 2) Durante e dopo il G8 di Genova il governo italiano ha dimostrato una totale inadeguatezza ad affrontare la situazione. 3) Mancanza di una istituzione indipendente italiana per i diritti umani. 4) La tortura nel nostro codice penale non è ancora considerata un crimine. Cinque anni dopo l’operazione di polizia durante il G8 di Genova del luglio 2001, le autorità italiane sono ancora inattive nel prendere misure che definiscano chiaramente le responsabilità della polizia. Passi concreti in questa direzione sono urgentemente richiesti in relazione alle serie prove di brutalità avvenute durante il G8 e nel più ampio contesto di frequenti impunità per l’applicazione della legge e per l’eccessivo uso della forza e guardie carcerarie accusate di tortura. Nell’aprile del 2005, quasi quattro anni dopo gli eventi, è iniziato il processo per i funzionari di polizia coinvolti in un raid notturno di polizia in una scuola usata come dormitorio dai dimostranti e come centro del Genoa Social Forum, il gruppo di riferimento per il principale programma di dimostrazioni. Dozzine di persone arrestate durante il raid riportarono ferite, per alcune fu richiesto un ricovero ospedaliero urgente e, in alcuni casi, operazioni chirurgiche. I funzionari sotto processo sono accusati di varie offese, come aggressione e percosse, falsificazione e occultamento di prove, e abuso di potere. Nessuno di loro, comunque, è stato sospeso. L’Italia, che ancora non ha una istituzione indipendente nazionale per i diritti umani, non ha istituito una pubblica commissione di inchiesta indipendente per gli eventi del G8, come richiesto da Amnesty International sulla base della dimensione e della gravità delle prove. L’Italia deve adottare delle misure urgenti per eliminare l’impunità delle forze di polizia. Queste misure includono l’introduzione nel suo codice penale della tortura come crimine, diciotto anni dopo la ratifica della Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura, così mettendo fine a una deplorevole e cruciale mancanza nel suo sistema legale. AMNESTY INTERNATIONAL 21 July 2006 Ecco spiegato perchè Haidi Giuliani è al Senato. Gli auguro ogni successo, affinchè quello che è successo a suo figlio, ad Aldrovandi ed ai ragazzi massacrati a Genova non si ripeta nuovamente in futuro. E' la cosa migliore che una madre può fare per onorare la memoria di suo figlio. Chi pensa che Haidi Giuliani è al Senato per "mangiare" sbaglia. IMHO.
  15. Mah, infatti io sono oramai molto scettico circa la buona fede di certi posts. Non sono uno che si gira i conce Alfa tutti i giorni, ma quelle poche volte che negli ultimi anni ci sono entrato ho visto solo macchine perfette sotto ogni punto di vista. BMW merita certamente la sua fama di qualità, ma francamente io alle auto Alfa Romeo assemblate male ci credo poco. Oramai anche sedendosi in una 147 si ha la sensazione di un'auto assemblata con tutti i sacri crismi. Poi il caso particolare può sempre capitare. In Renault, se me ne fossi stato zitto, mi avrebbero tranquillamente consegnato una macchina nuova di zecca con le portiere ammaccate e con i dadi dei cerchi in lega arrugginiti invece che cromati.
  16. Lettera di Haidi Giuliani alla madre di Federico Aldrovandi Cara Patrizia, ti chiedo perdono. Tu non mi conosci, ma da una settimana io ti porto nei miei pensieri e nel mio abbraccio. Da quando ho ricevuto i primi messaggi che parlavano di Federico, vivo con questa angoscia in più. Non so se avrai la pazienza e la voglia di leggermi. Quando muore un figlio, qualsiasi figlio in qualsiasi modo, le parole si fanno pesanti come macigni: è faticoso pronunciarle, è faticoso ascoltarle. Spesso ci ballano in testa lasciandoci ogni volta più confuse e spossate...... Quando è stato ucciso il mio, anch'io sono rimasta in silenzio, come te: per cercare di capire che cosa era successo, capire perché e come. Anch'io, come te, non credevo a quanto mi era stato raccontato: perché conoscevo il mio ragazzo, il suo carattere, il suo modo di reagire alle situazioni. Come su Federico, anche su Carlo moribondo qualcuno ha infierito, prendendolo a calci in faccia, spaccandogli la fronte con una pietrata. Come di Federico, anche di Carlo è stato detto che era un drogato, un poco di buono, uno senza lavoro, senza casa nè famiglia, come se esistesse una condanna legittima e automatica alla pena di morte per chi lo fosse davvero. Anche a me è stato impedito per molte, troppe ore, di vedere il suo corpo. Anch'io, come te, non so chi l'ha ucciso. Anch'io, come te, ho aspettato che persone competenti, preposte istituzionalmente a questo compito, restituissero alla sua morte almeno la verità; persone impegnate per legge, così io credevo, ad assolvere il loro compito fino in fondo. Non è stato facile reprimere il dolore, schiacciarlo, nasconderlo per recuperare la lucidità necessaria a rivedere e raccontare migliaia di volte la morte di mio figlio: mi spingevano la disperazione di non poter fare più nulla per lui, la coscienza di tutti gli altri figli e figlie per i quali era necessario e urgente fare qualcosa. Le violenze portate ai manifestanti da parte di interi settori delle forze dell'ordine, nel marzo napoletano e nel luglio genovese del 2001, e l'uccisione di Carlo, avevano mostrato, a mio giudizio, diversi livelli di volontà repressiva: uno internazionale, che si manifesterà dopo l'11 Settembre e il Patriot Act; uno nazionale, dichiarato dal Governo di centrodestra, deciso a "mostrare i muscoli" nei confronti di ogni forma di dissenso; e uno individuale, covato in molti anni di distratta democrazia all'interno di caserme, questure, corpi di Stato, luoghi di detenzione. Il capo della Polizia De Gennaro, nominato dal Governo di centrosinistra, è stato promosso sul campo (quello genovese, probabilmente grazie all'operazione Diaz, come ha già osservato qualcuno) dal Governo di centrodestra e ha confermato i propri indiscussi poteri di uomo al di sopra di ogni sospetto. Mentre le televisioni pubbliche e private continuano a sfornare commoventi telefilm su marescialli integerrimi, eroici commissari ed umili agenti votati alla missione in difesa del Cittadino, ragazzi dei centri sociali, migranti, tossicodipendenti, continuano a raccontare (quando ne hanno il coraggio) di minacce, soprusi, violenze subite; di busti mussoliniani e gagliardetti (abbiamo visto qualcosa di simile anche nella sala di comando dei Carabinieri, a Nassyria); di canzoncine e saluti fascisti. Nessuno intende fare di ogni erba un fascio, naturalmente, ma negare la realtà è pericoloso, pericoloso difendere a priori l'operato delle forze dell'ordine (come a Genova così a Napoli, a Milano, a Torino, a Venaus... ma la lista è più lunga); pericoloso assicurare l'impunità a qualsiasi divisa; voler chiudere gli occhi, le orecchie, la bocca, anche all'opinione pubblica; pericoloso manipolare l'informazione. Per la prima volta, dopo la morte di Federico, abbiamo sentito parlare di mele marce, solo per essere subito rassicurati che erano già state allontanate. Non ho smesso un momento, negli ultimi quattro anni, di richiamare l'attenzione di tutte le persone che incontravo sul problema dell'immunità di agenti che si trovano in ogni situazione "dalla parte del manganello", armati. A lungo andare, chi si rende conto che non sarà mai chiamato a rispondere delle proprie azioni, assume l'atteggiamento arrogante che troppo spesso (e neanche in tutti i casi) abbiamo potuto e dovuto constatare; finisce per sentirsi onnipotente, soprattutto nei confronti di individui isolati, deboli o emarginati. A volte è sufficiente una parola irriverente, un gesto, per scatenare la reazione "punitiva" da parte di agenti che intendono il proprio ruolo in modo così distorto. I manganellatori di Genova mi hanno spesso ricordato il militare che ha ucciso Francesco Lorusso, nel '77 a Bologna. Ad un giornalista che gli chiedeva perché avesse sparato agli studenti: "Te lo posso dire - ha risposto - tanto so che non mi faranno niente: ridevano di noi". Non ho smesso un momento: sono stati quattro anni di raccolta e diffusione di notizie, di interventi, di appelli. Il comitato Verità e Giustizia, insieme al comitato Piazza Carlo Giuliani e all'Arci, hanno raccolto più di diecimila firme in calce a una petizione che chiedeva, oltre ad un'inchiesta parlamentare sui fatti di Genova, di istituire un costante aggiornamento professionale indirizzato ad una formazione non violenta delle forze di polizia. Con le Reti-invisibili (http://www.reti-invisibili.net ) - che faticosamente raccolgono la memoria di tante morti "di piazza", e di stragi, rimaste senza responsabili - è stato recentemente rivolto un appello analogo all'Unione. Quattro anni di lavoro, ma non è bastato: altrimenti, forse, Federico sarebbe ancora vivo. Per questo ti chiedo perdono. La mamma di Carlo Haidi Gaggio Giuliani 15 gennaio 2006 http://www.latarantola.org/modules.php?name=News&file=article&sid=109
  17. Siam tutti ansiosi qui ad aspettare; vogliam saper la fin delle macare. Non c’è un più agitato immaginare di quello acceso dal tuo novellare. Ma presto! L’alba sta per arrivare! Al buio, sai, lavoran le macare; la luce le farà pietrificare se non finisci tosto il raccontare. Un raccontar forbito e assai solare, benché piuttosto teso a spaventare; chè certo spaventar non può il parlare d’una Grecìa pur piena di macare. Dei demoni, le streghe e le macare non può il mistero tetro mai offuscare l’altro mistero d’una terra e un mare d’una beltà che non si può eguagliare.
  18. L'iter in parlamento sarà molto lungo. Si parletrà, si dibatterà e forse si modificherà. La volontà è quella di non danneggiare più di tanto Berlusconi o la RAI, ma è chiaro che entrambi dovranno ricevere una qualche penalizzazione se l'idea è quella di smantellare il duopolio che si è radicato. La volontà è quella di medernizzare il paese e farlo uscire dalle tirannie mediatiche. La CdL avrà ampia possibilità di discutere e alla maggioranza converrà accogliere eventuali proposte sensate, altrimenti la riforma verrebbe smantellata da un eventuale novello Gasparri di un eventuale prossimo governo di centrodestra. Ma chi parla di vendette lo fa per difendere dei privilegi acquisiti fottendosene della concorrenza, dei cittadini e della democrazia. Sarebbe ora di finirla con questa pagliacciata: la liberalizzazione del settore non può essere ulteriormente rimandata.
  19. Giusto per rimarcare l'inversione del ruoli. Quello che non ha fatto la destra lo deve fare la sinistra. Quello che non ha fatto la sinistra lo deve fare la destra. Che ridere!
  20. Portate dalla terra, il vento o il mare si misero la pietra a trasformare; in una notte sola, le macare, al cielo il campanil fecer svettare.
  21. Dato che la mia pesa fra i 15 e i 16 quintali vuol dire che tutto ciò che pesa più di 16 quintali va tassato. Elementare Watson!
  22. Penso che hai pienamente ragione. La crisi c'è per mancanza di razionalizzazione e organizzazione. Poi finchè Alitalia continua ad essere un posto dove piazzare amici, parenti e amici degli amici, magari superpagati, non c'è speranza alcuna che possa rinascere. Forse sarebbe meglio venderla al miglior offerente. Solo un privato potrà ricavarci qualcosa. Fintanto è in mano ai politici sarà solo un pozzo mangiasoldi.
  23. Fate attenzione: il programmino sembra che funzioni male. http://www.corriere.it/Speciali/Economia/2006/irpef/
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