Cito ciò che ho scritto in precedenza per correttezza e chiarezza di giudizio.
Il livello questo era e questo resta, purtroppo. La squadra invece di crescere atleticamente è, almeno apparentemente, calata se non addirittura psicologicamente crollata, in particolare in quegli elementi che, pur non censurabili in sé, ci hanno mostrato PERFETTAMENTE cosa si intendesse dire quando alcuni di noi qui dentro parlavano di esperienza internazionale e di "abitudine ai grandi eventi"(vero ACS? ).
In questi ultimi quattro anni il nostro calcio ha letteralmente buttato nel cesso l'opportunità che la precedente vittoria gli aveva concessa: la certezza che se fatti giocare e maturare bene i nostri "prodotti" calcistici, non avrebbero nulla da invidiare a nessuno.
Invece si è proseguito nel solco di una tradizione ventennale fatta di rarissimi "fuoriclasse", alcuni ottimi operai specializzati ed una maggioranza di gregari dotati di volontà ai limiti della commozione. Solo che, oggi, abbiamo assenza pressoché totale dei primi, penuria dei secondi e grandissima carenza degli ultimi. Il risultato è sotto gli occhi di una intera nazione.
Non gridiamo alla chiusura delle frontiere però, sarebbe miope e sbagliatissimo, IMHO. Ci si dovrebbe decidere ad incentivare seriamente le nostre società, che si sono ampiamente dimostrate incapaci (alcune più di altre)di programmare e dare DAVVERO valore ai vivai.
Inutile avere ottimi settori giovanili se poi i giocatori di valore, troppo spesso, li si manda a marcire in Serie B o, più spesso in LegaPro, dove si abituano a prendere e dare calcioni, piuttosto che giocare a calcio ad alto livello.
Ci vogliono le quote nelle serie minori:
Almeno 10/12 giocatori sotto i 18 anni in rosa ed almeno 4/5 in campo, in LegaPro
Almeno 10/12 giocatori sotto i 20 anni in rosa ed almeno 4/5 in campo in Serie B
tanto per fare degli esempi semplici e veloci, ma io darei dei diktat anche per la Serie A, almeno come under 23 italiani in rosa.
Se quelli bravi, all'estero, giocano titolari o quasi, sin' da giovanissimi, anche in formazioni di primissima fascia, poi è logico che sia più facile che a 22/24 anni siano dei giocatori con già un buonissimo bagaglio di esperienza e di malizia, per non parlare della tranquillità e della consapevolezza, che sui campi da calcio sono importanti quanto le doti tecniche.
Molti di noi (me compreso)ammirano la Spagna. Quella è una formazione fatta di giocatori che giocano sempre, da anni, nelle proprie squadre di club. Torres, Villa, Fabregas, Xavi, Inesta, Piqué, Xabi Alonso, Casillas, Pujol, Sergio Ramos; sono giocatori che giocano da oltre un lustro nelle prime 5 squadre dei rispettivi campionati, fanno le coppe regolarmente, con la fiducia delle società che hanno investito soldi nella loro "formazione" o per acquistarli. Da noi questo non avviene, poche cazzate per favore, siamo da terzo mondo pallonaro in questo.
Noi abbiamo gente come Di Natale che a 30 anni ha giocato 4 partite di Champions e forse una 20ina in UEFA; i giovani promettenti giocano a Bari, Genova, Palermo, Cagliari e Firenze, salvo rarissime eccezioni. Così era anche quattro anni fa. Cosa si è fatto in questi quattro anni per cercare di ridurre il gap? :roll:
Si torna a casa giustamente, perché si è giocato male un mondiale che potevamo onorare TRANQUILLAMENTE sino ai quarti di finale, io ne resto convinto, smentito dai fatti ovviamente; perché Spagna a parte non ho visto squadre che giochino a calcio decentemente, nemmeno la FAVOLOSA ARGENTINA, che voglio vedere alla prima partita con avversario serio.
Questo è un Mondiale in cui in semifinale arriverà una squadra a scelta tra U.S.A., Ghana, Corea del Sud, Giappone, Paraguay o Uruguay...tutti "squadroni".