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pennellotref

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  1. Nell'ultima intervista che ha rilasciato a Detroit, Wester ha escluso nel medio periodo un' Alfa da 150k dollari o euro :D. Imho la specialty sarà la controfigura della Z4.....

    - - - - - - - - - - AGGIUNTA al messaggio già esistente - - - - - - - - - -

    Ma voi escludete che li sotto ci sia il powertrain della 4C Quadrifoglio ? :pen:

  2. Storiella raccontata da Turrini nel suo blog:

    http://blog.quotidiano.net/turrini/2015/01/23/daytona-lultimo-segreto-ferrari/

    [h=3]Daytona, l’ultimo segreto Ferrari[/h] Formula1

    23 gennaio 2015

    Debbo raccontare una storia su Daytona.

    24 ore.

    Edizione del 1967.

    Quella culminata nell'arrivo in parata del Triplete Ferrari.

    Alla vigilia della gara, su una delle 330 P4 c'è da sistemare la carrozzeria.

    Ma i meccanici debbono andare a riposare, perchè poi saranno attesi, appunto, da 24 ore di lavoro.

    Allora Mauro Forghieri dice: va bene, ci penso io con un latro ingegnere, adesso cerco due volontari in area paddock che ci diano una mano.

    Viene intercettato un tizio con camiciona a quadrettoni e fazzolettoni. Lei, mica ci aiuterebbe?

    Felicissimo, risponde il tizio in slang texano.

    E si mette lì per quattro ore. Smartella, lima, sposta.

    Alla fine, quando la macchina è pronta, Forghieri si rivolge all'improvvisato aiutante e gli fa: senta, noi come Ferrari ci vogliamo sdebitare, ecco qua, tenga duecento dollari per il suo contributo.

    Duecento dollari nel 1967 non erano una somma da niente.

    Bene.

    La 24 Ore finisce con le Tre Ferrari (Amon-Bandini/Scarfiotti-Parkes/Pedro Rodriguez-Guichet) in parata.

    Giorno dopo, aeroporto.

    Forghieri e la squadra di Maranello stanno aspettando il volo per il rientro.

    Toh, in zona check in si materializza il tizio che ha dato una mano per la carrozzeria alla vigilia.

    Viene a New York con noi?, chiede Forghieri.

    Magari, risponde lui. Ho il mio aereo privato e debbo tornare in Texas, tra i miei pozzi di petrolio. Ho un patrimonio superiore al miliardo di dollari. Però, dice a un basito Forghieri, io i suoi duecento dollari li ho messi in bacheca, sono i soldi che più ho goduto guadagnandomeli.

    :lol:

  3. http://www.autonews.com/article/20150122/RETAIL01/150129911/fiat-chryslers-7-global-sales-growth-outpaces-biggest-peers

    Fiat Chrysler's 7% global sales growth outpaces biggest peers

    [TABLE=class: box_article, width: 233]

    [TR]

    [TD=width: 233]AR-150129911.jpg&q=80&MaxW=228&cci_ts=20150122161359[/TD]

    [/TR]

    [TR]

    [TD]Fiat Chrysler CEO Sergio Marchionne aims to sell 7 million cars worldwide in 2018.[/TD]

    [/TR]

    [/TABLE]

    January 22, 2015 - 4:09 pm ET

    MILAN (Bloomberg) -- U.S. car buyers’ thirst for Ram trucks and Jeep SUVs sent Fiat Chrysler’s sales up faster than those of the biggest three carmakers last year, an early positive sign for CEO Sergio Marchionne’s ambitious five-year growth plan.

    Fiat Chrysler Automobiles NV said 2014 deliveries rose 7 percent to 4.75 million vehicles. The gain beats No. 1 Toyota Motor Corp.’s 3 percent increase to 10.23 million cars, the 4 percent jump at second-place Volkswagen AG and the 2 percent increase at General Motors Co., the third-biggest carmaker.

    Though still half the size of the big three, last year’s deliveries showed Marchionne’s aim to sell 7 million cars in 2018 is more than just a line on a presentation chart. The U.S. market, which accounts for more than half of Fiat Chrysler’s sales, and the new Jeep Renegade’s performance in China and South America will help determine whether the company posts another increase this year, said Richard Hilgert, an analyst in Chicago at Morningstar Inc.

    “It becomes more difficult” to sustain growth after the 2014 gain, Hilgert said, though an increase in sales volume is still possible. “The company’s year-over-year comparisons will be a high hurdle to clear.”

    New cars

    The carmaker is aiming to sell more than 5 million cars this year, Marchionne said on Jan. 12 in Detroit. It’s also investing 48 billion euros ($55 billion) in new cars to drive deliveries, and plans to put 20 new vehicles on the market by next year. They include the Jeep Renegade and the Fiat 500X, two small SUVs that will be built in Italy.

    The first Renegades destined for North America are to be shipped this month.

    “We want to send the U.S. as many as we can,” Marchionne said in Detroit. “We have demand.”

    Jeep deliveries rose 41 percent in the U.S. last year, to 692,300 units, while Ram sales rose 28 percent to 469,100 units. Global sales at the Ferrari and Maserati luxury division more than doubled to 40,100 vehicles.

    Fiat Chrysler may return to profit in Europe by 2016 as it cut costs and sells new models, Marchionne said. Now based in London, the automaker moved its listing to the New York Stock Exchange from Milan in October.

    E bravo Serghione !!!!!! :clap

  4. Grande!!! Finalmente lo vedo e pure sulla Trailhawk orange, esattamente come voglio ordinarla io!!!!!

    Peccato si mangi praticamente tutto il bagagliaio. Chissà se senza ruota di scorta il borsone si può mettere sotto il piano ribaltabile.

    Il borsone si può mettere sotto il piano ribaltabile........lo dice dal min. 1:38 ;)

  5. ma infatti si parlava di mesi di ritardo per il lancio...non di 2017

    Se la teoria è giusta. la conseguenza è che è difficile annunciare un prodotto la cui realizzazione non dipende da Fiat: nella suddetta dichiarazione a Los Angeles Maglione ha detto esplicitamente - ovviamente non so se sia vero :mrgreen: -che Mazda non è in grado di assicurare la fornitura del prodotto prima della fine del 2015.......Sarà vero ? Booooohhhhhh :D

  6. O più semplicemente Mazda non ci sta "a farsi togliere l'osso dalla bocca da parte del cane Fiat". ossia può darsi che Fiat non possa annunciare ufficialmente il prodotto se non lo fa prima Mazda. A Los Angeles, a fronte di una domanda specifica da parte di un giornalista - ossia, quando arriva la spider ? - , Maglione ha risposto che l'auto è pronta ma non possono lanciarla sul mercato causa non precisati, da Maglione e tantomeno da Mazda, problemi "produttivi" della medesima riguardanti la Miata :D. Inoltre, Maglione ha "garantito" - :§:mrgreen: - che l'auto uscirà nel 2015.

  7. I costruttori europei svolgono alcune sessioni di test nei paesi del Nord a temperature sotto lo zero. Quando poi si tratta di esportare i veicoli in paesi caldi con clima stagnante come il centro-sud-ovest degli USA (li le correnti non circolano proprio) sorgono i primi problemi. :§

    Le tecnologie sviluppate per la F1 non servono proprio a nulla, son solo una perdita di soldi, tempo e utilità per lo sport stesso. Secondo me.

    Sei proprio sicuro ? :D Imho dai un'occhiata ai regolamenti tecnici della F1 dalla fine degli anni '80 alla fine dei '90 e poi ne riparliamo...E per quanto riguarda la Death Valley manca poco che ci va pure Mahindra che in NA neanche è presente.......

  8. la seconda variante Compact sarà quasi certamente una berlina, speriamo crossover in stile A5 serie3 GC, ma di segmento inferiore...

    Le hatchback fuori dall'europa non è che tirino un granché...

    Domanda: mi pare non esistano berline-coupè di segmento C al momento, vero?

    Mi sembra quasi perfetto come piano...se trasformassero la Speciality in una doppia versione Spider e GTV (come nella migliore tradizione Alfa :) ) sarebbe davvero da sogno!

    avremmo quindi:

    -Giulietta

    -Giulietta berlina-Coupè

    -Giulia

    -Giulia Coupé

    -Compact Suv (Iso x1)

    -Mid-size Suv (Iso X3)

    -Seg.E

    -Gtv

    -Spider

    -4c

    -4c Spider

    Gran ficata imho :D

    E' quello che faranno :D.......Almeno credo :attorno:..........Hai presente Z4 ?

  9. Mi sa di si Stev66... In USA ibride e elettriche sembrano però molto trendy... In Cina ci si aspetta grande sviluppo a meno che non vogliano schiattare tutti per le polveri sottili...India non so che dire, son stato tante volte ma secondo me li meglio l'elefante...

    ØØØ io questo schifo per l'Europa non lo capisco

    La cosa curiosa è che nel 2014 le vendite di ibride negli USA sono diminuite rispetto al 2013 mentre c'è stato, a dispetto del prezzo della benzina, un aumento ben maggiore di diesel ed in assoluto il mercato diesel ha una dimensione pari a quello delle ibride. Non ho dati al riguardo a disposizione in questo momento ma ho avuto questa notizia seguendo una trasmissione amerighena di motori :D. Credo che anche in USA cominci a far presa il famigerato marketing Volkswagen, almeno per quanto riguarda il marchio Audi.

  10. Marchionne oggi ha vinto ma non sembra capire il futuro | Linkiesta.it

    14/01/2015 Marchionne oggi ha vinto ma non sembra capire il futuro

    Il rilancio di Melfi sancisce la sconfitta della Fiom. Ma ora Fca deve recuperare sulla tecnologia

    Fabrizio Patti

    marchionne_renzi_detroit.jpg?itok=pFed9xSr

    Matteo Renzi e Sergio Marchionne ad Auburn Hills, Detroit, il 26 settembre 2014

    Se non si vuole essere faziosi, bisogna leggere le mille assunzioni di Fca a Melfi, a cui si aggiungono 350 trasferimenti da altri stabilimenti e almeno altri mille posti nell’indotto, come un verdetto: la vittoria, almeno in questa fase, di Sergio Marchionne e della sua strategia per quel che riguarda l’internazionalizzazione, i processi produttivi e i modelli. Un percorso che ha previsto anche picconate allo status quo, come il trasferimento della sede legale in Olanda e fiscale a Londra, la durezza delle relazioni con il maggiore sindacato dei metalmeccanici, la Fiom, e l’uscita dalla Confindustria. Se Marchionne - e con lui Cisl e Uil e il premier Renzi - oggi si gode una vittoria, non dovrebbe sottovalutare il fermento che sta accompagnando le case concorrenti sul fronte dell’innovazione. Dalla doppia di sfida di Toyota su ibrido e idrogeno a quella di Tesla e soprattutto Gm sulle auto totalmente elettriche, passando per le vetture senza pilota presentate come realtà non certo di un futuro remoto da Mercedes e Ford al Ces di Las Vegas, dove si è notato il basso profilo di Fiat Chrysler. Pensare che siano fughe in avanti troppo costose in rapporto ai risultati potrebbe essere l’errore che Marchionne lascerà ai suoi successori, dopo le dimissioni annunciate per il 2018.

    Le assunzioni

    La cronaca degli ultimi giorni è nota: nello stabilimento di Melfi, dove si procono la Jeep Renegade e la nuova 500X, la Fca non si limiterà ad assorbire le 5mila persone in cassa integrazione, ma porterà altri 1.350 lavoratori, a causa dei forti ordini dei due modelli. Di questi, 350 arriveranno da Pomigliano d’Arco e Cassino, mille saranno nuove assunzioni. Arriveranno con un contratto interinale che dovrebbero però trasformarsi, se le vendite continueranno ad andare bene e una volta che saranno approvati tutti i decreti ministeriali del Jobs Act, nei nuovi contratti a tutele crescenti.

    Trecento operai e tecnici cominceranno subito, dalla prossima settimana, e sono stati assunti tra diplomati con un voto superiore a 85/100, dopo una selezione che è stata mantenuta di basso profilo, se non segreta, apparentemente per non scatenare le raccomandazioni. Come ha riportato la stampa locale, questo significherà un totale di circa duemila posti di lavoro in Basilicata (dove si trova lo stabilimento di Melfi e dove sono attive 16 fabbriche dell’indotto e centinaia di piccole imprese che si occupano di trasporti, mense, pulizie, manutenzioni eccetera) e il riavvio, ha sottolineato Il Mattino, del sito Pcma Magneti Marelli di Poggioreale (Napoli), dove i 660 operai sono in cassa integrazione.

    Ora gli occhi si spostano su Cassino e Mirafiori, stabilimenti legato al successo delle nuove Alfa Romeo previste dal piano industriale. Per la prima, che si pensava potesse chiamarsi Giulia, è questione di mesi, perché la presentazione è prevista il 24 giugno, in concomitanza con l‘apertura del museo del marchio nello storico stabilimento di Arese (Milano). Per la seconda, che sarà un Suv, il lancio sarà invece nel 2016.

    Jeep e Alfa sono i due grandi pilastri del piano industriale 2014-2018: per la prima si prevede un milione di vendite all’anno dal 2014 e due milioni nel 2018, di cui 200mila prodotte in Italia; per la seconda 400mila vendite, di cui almeno 150mila nel Nord America. Oggi Alfa è ferma 75mila auto prodotte all’anno e l’aumento avrebbe benefici esclusivamente per i siti italiani.

    Tutto questo è scritto sulla carta da maggio, ma, come aveva scritto anche Linkiesta, era un atto di fede: gli otto precedenti piani industriali del gruppo non avevano mai centrato gli obiettivi (a partire dal più noto, Fabbrica Italia) e il successo dei modelli era tutto da verificare. Quello che già allora si vedeva era che le condizioni erano diverse rispetto a prima su più fronti: in primo luogo il fatto che l’acquisizione di Chrysler era effettivamente stata portata avanti e il cambio di passo che si vedeva nel mercato americano, cosa che permetteva di non ritardare ulteriormente il lancio di nuovi modelli.

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    Ora che sono arrivati, i numeri sono positivi. La Jeep Renegade (nel segmento dei Suv medio-piccoli), in vendita dallo scorso settembre, si sta collocando tra le dieci macchine più richieste della sua categoria. Per la 500X, non ancora nei concessionari, si registrano 1.500 prenotazioni. La prima nave che le trasporta è partita dall’Italia diretta negli Usa. Gli altri stabilimenti che la produrranno, in Brasile e in Cina, non serviranno infatti il ricco mercato statunitense. Per Marchionne nel 2014 la Fca ha venduto 4,7 milioni di pezzi e nel 2015 si dovrebbe arrivare a 5 milioni di pezzi. Questo significherebbe, ha detto il ceo di Fca, che si potrebbe arrivare alla fine del 2015, o più probabilmente nel 2016, al pareggio operativo anche in Europa. Nei primi nove mesi dell’anno l’area Emea ha invece visto un Ebit negativo per 141 milioni di euro. Per arrivare alla quota di 6 milioni di vetture, indicato da Marchionne come il target da raggiungere per stare tranquilli nel mercato globale, basterebbe un terzo partner da 1-1,5 milioni di pezzi venduti. Secondo gli esperti del settore automobilistico potrebbe essere una tra le tre case asiatiche Suzuki, Mitsubishi e Mazda.

    La sconfitta della Fiom

    Dopo l’annuncio delle mille assunzioni a Melfi, Sergio Marchionne non ha voluto polemizzare con i sindacati. Forse si aspettava che ci pensasse Matteo Renzi, che per ora, a quanto si sa, si è limitato a un “grazie” via sms al messaggio che gli aveva mandato l’amministratore delegato di Fca. O probabilmente ha lasciato che la risposta arrivasse da chi ne aveva più voglia: Fim (Cisl) e Uilm (Uil), le due rappresentanze dei metalmeccanici che hanno preso in questi anni gli insulti della Fiom e di una parte considerevole della sinistra.

    Il colpo è arrivato ed è stato durissimo. «Dopo i 1.500 nuovi occupati a Melfi, l’impatto occupazionale su Maserati e Sevel è chiaro a tutti e allo stesso Landini, che le scelte fatte dalla sua Fiom-Cgil contro i nostri accordi sindacali in Fiat sono stati un errore clamoroso. Applaudire oggi a Marchionne, è troppo comodo e troppo facile», ha tuonato il segretario nazionale della Fim Cisl Ferdinando Uliano. «In questi anni di forte crisi del settore dell’auto, noi della Fim-Cisl abbiamo difeso occupazione e gli stabilimenti e costruito le condizioni per portare circa 10 miliardi di euro d’investimenti negli stabilimenti italiani, riducendo la cassa integrazione e puntando all’obiettivo del pieno utilizzo di tutti i lavoratori entro il 2018. Se ci fossimo accodati alle scelte della Fiom in Fca, oggi avremmo chiuso sicuramente quattro stabilimenti in Italia con oltre 30.000 lavoratori licenziati, considerando anche l’indotto. In quegli anni l’attacco alla nostra organizzazione è stato imponente e ha coinvolto gran parte del quadro politico del nostro Paese. La nostra scelta è stata semplicemente sindacale: assumerci delle responsabilità, difendere l’occupazione e incassare impegni sugli investimenti. Una scelta che molti altri sindacati hanno fatto in Europa e negli Usa, ma che nel nostro Paese è stata contrastata dalla Fiom e pezzo di politica, nelle aule di tribunale e nei talk show televisivi».

    Le assunzoni di Melfi, aveva detto Landini alla Repubblica, «sono un’ottima notizia, la dimostrazione che con gli investimenti e i nuovi prodotti arriva l’innovazione. Dunque ora «proponiamo alla Fiat e agli altri sindacati di voltare pagina. Non ci discriminate e noi rispetteremo il voto dei lavoratori anche se dovessimo andare in minoranza».

    Passaggio che la Fim non si fa scappare: «Landini se vuole voltare pagina - è la replica - deve accettare le regole e i contratti, non deve fare il furbo. Fino ad oggi ha rifiutato la nostra proposta che abbiamo fatto poche settimane fa di andare al voto dei rinnovi delle Rappresentanze Sindacali (Rsa) in Fca e Cnhi, perché vuole avere mani libere, non accettare gli impegni previsti dalle regole e dai contratti in vigore negli stabilimenti italiani».

    Lo spot per Renzi

    Oggi a raccogliere i frutti è chi ha mostrato la faccia accanto a Marchionne. Tra questi c’è Matteo Renzi. Che, come ha ricostruito su Linkiesta Francesco Cancellato, ha fatto diverse giravolte, dal primo appoggio del 2011 alle accuse dopo il fallimento di Fabbrica Italia (e durante le primarie contro Bersani), ma che dopo il piano industriale di maggio e dopo la visita del ceo di Fca, assieme a John Elkann, a Palazzo Chigi, ha sciolto le riserve. Fino a fare un elogio totale della produttività di Fca nella visita ad Auburn Hills a settembre. Marchionne, che a sua volta ha lasciato alla storia le dichiarazioni sul “sindaco di una piccola città” (Firenze), ora offre al Jobs Act uno spot che sta avendo risonanza mondiale e può arrivare alle orecchie degli investitori stranieri con più efficacia di mille interviste.

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    Ai mille posti di Melfi si è arrivati con un investimento di un miliardo per uno stabilimento che ora è strutturato secondo i principi di world class manufacturing. E si è arrivati partendo da un’idea per niente scontata: che uno stesso modello potesse essere venduto in tutto il mondo, superando le barriere culturali tra Europa e Stati Uniti, grazie ai risparmi nei consumi garantiti dai motori Fiat rispetto ai vecchio motori Chrysler. Oggi Marchionne rivendica anche il ritardo nello fare uscire nuovi modelli negli anni di crisi più dura. Si poteva fare e volere di più? Sì, spiega un economista che ben conosce il settore auto, Beppe Russo: «dal punto di vista della politica industriale abbiamo perso dei modelli che avremmo potuto tenere in Italia. Penso alla 500L, per la quale è stato costruito uno stabilimento ex novo in Serbia». Rimangono inoltre, aggiunge Marco Cobianchi, giornalista di Panorama autore del libro “American Dream. Così Marchionne ha salvato la Chrysler e ucciso la Fiat” (Chiarelettere), «1.500 persone in cassa integrazione tra Pomigliano e Cassino e a Mirafiori si continua a lavorare per 3 giorni al mese». Sono poi arrivati aiuti esterni, per niente secondari: l’euro a quota 1,20 sul dollaro (e che potrebbe scendere secondo gli analisti fino a 1,10), la ripresa dell’economia statunitense oltre le previoni e un prezzo del petrolio sotto i 50 dollari al barile.

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    Il ritardo sulle nuove tecnologie

    La Fca oggi si è rimessa in piedi, ma sta accumulando ritardo rispetto ai concorrenti sui fronti più caldi della tecnologia. La sua strategia attendistica ha riguardato prima di tutto quello dei nuovi motori: ibrido, elettrico, a idrogeno. Marchionne ha detto più volte con chiarezza di non credere nelle auto elettriche. Fino a pochi giorni fa anche i motori ibridi, ormai a 15 anni dal lancio della Toyota Prius, sembravano fuori dai pensieri di Fca. «Investire oggi sull’ibrido» ha detto all’inizio di dicembre Harald Wester, direttore operativo di Alfa Romeo e Maserati, «significherebbe mettere in conto grandi cifre con il rischio di arrivare in ritardo: meglio guardare più in là, per esempio alle fuel cell, una tecnologia che anche personalmente mi interessa molto».

    Dal salone di Detroit, però, il 12 gennaio Sergio Marchionne in persona ha detto al Sole 24 Ore che la tecnologia ibrida entrerà nelle auto del gruppo a partire da un minivan di prossima introduzione nel mercato Usa. Lo stesso Wester ha aggiunto che il Suv Alfa Romeo atteso per il 2016 e il Levante di Maserati saranno spinti da un motore ibrido e da uno a benzina. Secondo Wester, citato dal quotidiano, le auto ibride sono un passo obbligato nell’attuale scenario di mercato e fondamentali per rispondere alle sempre più restrittive normative per la riduzione delle emissioni di CO2.

    Dato che Fca non ha sviluppato finora una tecnologia propria, è propabile che compri un sistema da un fornitore esterno, con costi elevati, da un componentista avanzato o da un produttore. Con quali costi aggiuntivi o quali risparmi rispetto a uno sviluppo interno non è però ancora dato sapere. Di certo l’ex Fiat arriva tardi su una tecnogia che è sempre meno di nicchia: Toyota, che dalla Prius è passata all’ibrido sui principali modelli, fino alla Yaris, dice oggi di vendere 7 milioni di vetture ibride.

    Il presidente della società giapponese, Akio Toyoda, 58 anni, in una lunga intervista a Businessweek ha rilanciato con forte energia la carta dell’idrogeno. Non con un ennesimo prototipo ma con la Mirai, un’auto modellata sulla Camry che verrà venduta in Giappone e sul mercato nord-americano, a 62mila dollari (in Giappone con un incentivo pubblico equivalente a 23mila dollari). Dalle sue quest’auto ha emissioni zero (solo acqua), un tempo ricarica di idrogeno di soli 5 minuti e un’autonomia di 300 miglia (più di 400 chilometri). In questo si presenta come molto più comoda rispetto alle auto elettriche della Tesla (dove Toyota ha pure investito 50 milioni di dollari), che richiedono una ricarica domestica di 10 ore (30 minuti nelle power station) e hanno un’autonomia molto inferiore. La Tesla e tutti i competitori sulle auto elettriche rispondono con i difetti dell’idrogeno: la scarsa sicurezza in caso di incidenti, l’inquinamento che comunque rimane elevato in fase di produzione dell’idrogeno e la necessità di costruire da zero una rete di distribuzione.

    Le auto elettriche, dal canto loro, stanno diventando lontane dallo stereotipo di veicoli molto costosi e molto scomodi. La sfida, a parte Renault e Nissan, vede in prima fila Tesla e Gm. La prima, con i progressi produttivi che sarebbero assicurati dalla sua “giga-fabbrica” punta a produrre per il 2017 un’auto da 35mila euro con 200 miglia di autonomia. La seconda ha risposto presentando nei giorni scorsi al Salone di Detroit due modelli: la nuova versione della già esistente Volt (che si ferma 70-80 km di “range”) e la nuova Bolt, che, sempre nel 2017, dovrebbe costare 30mila dollari e assicurare anch’essa 200 miglia di autonomia.

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    Al Ces di Las Vegas, il salone dell’elettronica di consumo, gli stand le automobili hanno inoltre occupato un quarto dello spazio espositivo totale. Sono stati presentati sistemi di controllo wireless basati sul movimento delle mani e una lunga serie di nuove tecnologie per l’entertainment. La dotazione di tecnologie avanzate, d’altra parte, secondo un sondaggio, è risultata la prima cosa a cui i consumatori si dichiarano attenti (nel 39% dei casi) oggi. Il percorso di sviluppo delle nuove tecnologie a bordo auto è ben rappresentata da questa grafica di uno studio della società Gsma.

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    Al Ces su tutte hanno fatto parlare di sé Mercedes, che ha presentato un modello di auto che si guida da sola, Ford, il cui ceo ha annunciato che un’auto senza pilota potrà arrivare sul mercato entro cinque anni, anche se probabilmente non sarà una Ford. La stima è d’altra parte in linea con una previsione della società di consulenza Kpmg, che ha previsto il 2018 come anno di ingresso di questi modelli sul mercato, per i quali il pieno sviluppo si avrà nel 2025.

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    Fonte: Kpmg

    A ben guardare sono solo dieci anni. «Noi siamo coinvolti in un sistema di auto-pilota di Audi - dice a Linkiesta Giacomo Cacciabue, Global Key Account Manager di Kostal, società di componentistica con testa in Germania -. La tecnologia è già pronta. Il passo da fare è solo culturale: bisognerà che i clienti si fidino a non guidare e rinuncino all’idea di guidare per piacere. Molto dipenderà dalle regolamentazioni pubbliche». La prima casa automobilistica che ci arriverà «avrà un grandissimo vantaggio di immagine». Le altre dovranno seguire, con prodotti sviluppati in proprio o comprati da altri. A quanto non si sa, né quando. «A seconda dei contratti - continua Cacciabue - ci possono essere esclusive o royalty così alte da scoraggiare l’acquisto».

    Di fronte a tempi di presentazione sul mercato così ravvicinato, l’attendismo di Fca potrebbe rivelarsi miope. Marchionne da Detroit ha detto di voler evitare costose fughe in avanti nelle auto che si guidano da solo. Anche in questo caso potrebbe vincere, scommettendo o che rimangano tecnologie di nicchia o di poter comprare ex post senza troppi danni. In caso contrario, però, la competitività di Fca sarebbe a rischio.

    Buona lettura ! :D

  11. Maserati Chief Harald Wester Wants Cars with Soul

    [h=1]Maserati Chief Harald Wester Wants Cars with Soul[/h] By Eric Weiner

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    Jan 15, 2015 Tags:

    maserati-alfieri-concept-show-floor-side-view.jpg

    Aside from the occasional passersby stopping to ogle the Alfieri concept which first debuted at Geneva, things were quiet at the Maserati stand during the 2015 Detroit auto show. But there are plenty of wheels turning behind the scenes at Maserati, a company which saw its sales increase 136 percent from 2013 to 2014 globally, 110 percent in the U.S. alone. Maserati’s growth in the entry-level segment with the Ghibli and soon-to-arrive Levante SUV will be echoed on the top end of the price spectrum with a production version of the Alfieri, as well as a next-generation GranTurismo. For a closer look at the rapid changes happening within the Italian automaker, we sat down with Maserati head Harald Wester.

    maserati-alfieri-concept-show-floor-front-view.jpg

    AUTOMOBILE: Have you noticed the new Maserati Ghibli in particular getting more people turned on to Maserati and into other vehicles?

    Harald Wester: Yes. Compare a brand like Maserati to something which starts just below $70,000. It’s a real alternative to competitors, and if that’s not a temptation, what is one?

    AUTOMOBILE: In that competitive market, what do you think buyers see in Maserati that they don’t see elsewhere? What’s bringing them in? Is it something based in the heritage?

    HW: No, I think it’s less sophisticated than that. Look at the impact of the class, the elegance, the sound. Driving the other cars is like wearing a uniform. Who cares? Nobody sees you. If you come into your luxury high end neighborhood with your new black BMW, Mercedes or Audi, you’ll need to raise a flag to let people know.

    maserati-alfieri-concept-show-floor-rear-side-view-2.jpg

    AUTOMOBILE: How does Maserati accomplish that? What’s the common vein through its products?

    HW: Doing everything differently, because it doesn’t make sense not to. There’s a huge portion in this business where it’s more complicated because these uniforms, from the guys I mentioned earlier, are damn good uniforms. Close to perfect pieces of engineering. Good for us they have no soul. They’re f***ing boring. They don’t transmit anything.

    maserati-alfieri-concept-rear-wheel-arch-07.jpg

    AUTOMOBILE: Where does Maserati’s soul come from?

    HW: From a kind of adorable imperfection. From how it smells, how it feels. And adorable imperfection has nothing to do with non-quality. Ask your wife. Do you have a wife?

    AUTOMOBILE: No.

    HW: Lucky guy.

    AUTOMOBILE: No girlfriend either.

    HW: No girlfriend? That’s bad. Well, industrially produced products like handbags, they’re square, every stitch is just like the other, right? With a handcrafted product you see it, you hear it, you can smell it, you can touch it. Our dashboards are leather-wrapped. Imagine I bring you a regular dashboard in your garage, along with a piece of leather, and you wrap it. If it’s an industrialized process where you apply the leather with a tool, they all end up looking the same.

    maserati-alfieri-concept-show-floor-interior-badge.jpg

    AUTOMOBILE: Is it difficult to build up that handcrafted quality to the larger scales Maserati is targeting?

    HW: It is. It’s difficult because at the end of the day it’s a thin line which separates this adorable handcrafted imperfection from non-quality.

    AUTOMOBILE: How does Maserati see itself within the larger Fiat-Chrysler umbrella, particularly with the rise of another Italian brand in Alfa Romeo?

    HW: A totally different story. There are three totally different brands separated by volumes which differ by an order of magnitude. Ferrari is 7,000 units, Maserati is 70,000, and Alfa we define by a volume of 400,000-420,000 units. Ferrari starts at $200,000, Maserati is between $70,000 and over $145,000, and for Alfa there will be some overlap with the entry level Maseratis. But for the time being I don’t see a $150,000 Alfa Romeo. Premium is Alfa. Luxury is Maserati. Supercars are Ferrari. In my head there is no confusion at all. Different customers, different targets, different brands, different products, different industrial realities.

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    AUTOMOBILE: Can you see the same quality for a $150,000 top-of-the-line Maserati trickling down to the bigger volume models like Levante and Ghibli?

    HW: Yes, absolutely. It’s all the same.

    AUTOMOBILE: Have you seen the volume and the interest you projected for Ghibli. Is it going well?

    HW: Yes. This year, for the first year of full availability, I am sure we could have done better. And our objective is to further increase. But we are quite happy.

    AUTOMOBILE: How big of a story is Levante going to be?

    HW: We expect it to be at least as big as Ghibli, if not bigger. Product-wise it will be positioned somewhere above Ghibli. I’m excited.

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    AUTOMOBILE: Can you envision a family household with a Levante on one side of the garage and maybe a GranTurismo on the other?

    HW: Perfect! Is there a third space in this garage? How about an Alfieri coupe? Or convertible? That would be great.

    AUTOMOBILE: Anything else on your mind for next year as far as products or sales goals?

    HW: A lot. But I will not share.

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