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Mazinga76

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  1. Avevo pensato che fosse una II serie (968 M) perché uscì nel 1978. Però, se dici che potrebbe averla comprata nel 1980, potrebbe essere una delle ultime della prima serie (968 A); infatti la 968 A restò ancora in produzione per un paio d'anni dopo l'uscita della 968 M, credo proprio fino al 1980, e fino ad allora venivano importate insieme dall'importatore Bepi Koelliker.
  2. Copia spudorata, nonché tardiva, della NSU Prinz; ovviamente non la eguagliava nemmeno alla lontana in qualità e affidabilità meccanica. Tuttavia debbo dire che, nonostante tutto, mi suscitava una certa simpatia: soprattutto la prima serie, 968 A, grazie ai convogliatori d'aria sulle fiancate (una sorta di branchie) e ai fanalini posteriori circolari (stile Chevrolet Corvair) che le conferivano comunque un tocco di originalità. La seconda serie, 968 M, che credo debba essere quella del tuo prozio, aveva la coda completamente ridisegnata, più squadrata, senza più le branchie laterali e con dei fanali rettangolari dallo stile più moderno. Il tutto cozzava parecchio col design del resto della vettura, che era rimasto praticamente invariato, ed era ancora tipicamente anni '60.
  3. Al netto dei problemi che aveva, a me questa faceva letteralmente impazzire😍:
  4. Oppure è stato riparato un danno sulla fiancata destra e ha tralasciato il resto della carrozzeria per non spenderci troppo.
  5. I parafanghi aerodinamici, che aveva nella foto del raduno, credo siano quelli più adatti per un uso stradale dell'auto essendo molto più coprenti degli altri, che sono più che altro una soluzione di compromesso corsa/strada. Fermo restando che l'auto è configurabile come vettura da circuito vera e propria, a ruote scoperte, e senza nessun elemento obbligatorio alla circolazione stradale.
  6. I metallizzati sul Ducato ci sono sempre stati, fin dalla I serie. Oltre all'azzurrino che citava Andrea io ricordo anche il grigio metallizzato. Beccata almeno un paio di volte nell'ultima quindicina d'anni, sempre a Casoria e sempre in occasione di raduni. L'ultima volta fu nel maggio del 2013, a cui si riferisce la fotografia che all'epoca postai qui su AP, a un raduno che si tenne sul piazzale del Palacasoria. Qualche anno prima la vidi radunata in piazza, davanti al Municipio: in quell'occasione era in tenuta da corsa, cioè senza gruppi ottici, parabrezza, parafanghi e specchi. P.S. noto solo adesso che all'epoca aveva i parafanghi aerodinamici, con i quali esteticamente era molto più carina; adesso ha i parafanghi molto più old style, che coprono a malapena le ruote... Chi sa qual è la configurazione originale. P.P.S. su youtube c'è questo:
  7. Da bambino me ne ricordo tante in giro di Dyane con la cappotta coordinata: mi vengono in mente le arancio e le azzurre. Verde non saprei, ma in ogni caso la tonalità mi sembra troppo accesa, per cui propenderei per una cappotta rifatta.
  8. Effettivamente, dal 1970, al maggiolino da 1200 cc venne affiancata la versione 1302, con cilindrate da 1300 cc e 1600 cc, note appunto come maggiolone. L'unico elemento dirimente per capire quella in foto che cos'è è l'avantreno: bisognerebbe capire se quello in foto ha le barre di torsione (maggiolino) oppure lo schema McPherson (maggiolone). Ma è appunto probabile che le cabriolet venissero allestite solo sulla base delle 1302 (1300 cc e 1600 cc), quindi maggiolone. Infatti, anche se dalla foto non si riesce a leggere, la scritta centrale, sopra la luce della targa, potrebbe essere proprio 1302.
  9. Esteticamente ci sono i fanali posteriori piccoli (detti "a ferro da stiro"); davanti si intravede il tergicristallo orientato verso sinistra, il che dovrebbe significare parabrezza piatto: ad occhio e croce si direbbe un maggiolino.
  10. Non torna: se è del 1981 non può essere uno Zeta, cioè non può avere il frontale con fari rettangolari e il paraurti e i parafanghi in plastica. A quell'epoca la denominazione "Zeta" (che infatti sul frontale non vedo) non esisteva ancora; questa serie di autocarri leggeri/medi era contraddistinta dai marchi FIAT-IVECO e OM-IVECO con dei numeri separati da un punto o un trattino (in questo caso credo che si tratti di un 50.10). La targa NA-Z sarebbe compatibile, credo, con l'ultimo anno di commercializzazione in Italia dello Zeta. Per capirci, il frontale giusto nel 1981 dovrebbe essere più o meno questo: Quindi, in conclusione, prendendo per buona la prima immatricolazione del 1981, presumo che sia una serie precedente allo Zeta che è stata "zetizzata" successivamente.
  11. Cosa che mio padre fece nel settembre del '90, quando acquistò la Delta: la chiese con numerazione pari essendoci già la 127 con numero dispari.
  12. I profili sui gocciolatoi e il pulsante di apertura del cofano motore sono della "L"; la targhetta "Nuova 500" è giusta ma montata alla membro di segugio. Gli pneumatici con fasce bianche mi lasciano qualche dubbio se realmente fossero disponibili all'epoca sulla "F" La Cordoba era una 4 porte a tre volumi. Esisteva (rara) anche a 2 porte; le 5 porte erano disponibili solo sulla versione familiare "Vario".
  13. Non per temperare le supposte, ma più precisamente si tratta di un motorhome. Non so del colore, ma se davvero fosse una F sarebbe non originale il lamierato della calandra con scritta FIAT orizzontale, che è della R. Nel caso della R, invece, l'azzurrino sarebbe giusto, ma sarebbero sbagliati i cerchi con coppe cromate centrali. Mai visto nulla del genere su una Passat di questa serie; confesso di non sapere nemmeno che questa Passat soffrisse di problemi di raffreddamento dovuti alla maschera chiusa, che peraltro ho sempre trovato molto piacevole e caratteristica su questo modello. Quanto al fatto che possa essere una maschera after market... mah, a me pare evidente che sui bordi dei buchi manchi la vernice, proprio come se fossero stati praticati in un secondo momento. Certo, la disposizione degli stessi appare molto simmetrica e precisa, però, a naso, mi fa dubitare che si possa trattare di qualcosa di ufficiale o semi-ufficiale.
  14. Oddio, ora vatti a ricordare la targa di una Swift GTI che circolava più di 30 anni fa... Ne ricordo diverse targate NA-Y, potrebbe anche essere stata una di quelle, ma non ci posso giurare.
  15. Non lo dire a me, le ho sempre detestate. Ci fu un'epoca tra gli anni '80 e i '90 dove divenne una vera e propria mania, ne vedevi di tutti i tipi e di tutti i colori: Alfasud I serie con paraurti e portello bagagli con fanali dell'ultima serie; Giulietta I serie col fascione posteriore di plastica coi fendinebbia dell'ultima serie; A112 I/II serie accrocchiate con pezzi di IV/V serie; Y10 I serie con musate e/o posteriori della "cinesina"; 126 I serie con look Personal; 127 I serie con paraurti delle II serie; Uno come sopra; Delta I serie con paraurti del restyling '86 e chi più ne ha più ne metta...
  16. In questa foto presa davanti non si nota, ma nella foto del posteriore, che il nostro buon Roy de Rome ha pubblicato su facebook, questa Uno risulta essere un frankenstein tra I e II serie, nel senso che davanti è una I serie, dietro ha portellone e gruppi ottici della "tipino". Non me ne ero accorto subito, ma poi a ben vedere...
  17. Swift di II generazione ne giravano anche qui a Casoria, certamente non molte ma qualcuna si vedeva. Una di queste era addirittura una 1.3 GTi di colore nero, che a vederla in strada ai tempi faceva la sua notevole figura. E anche oggi, a dirla tutta, ha ancora un fascino mica male. Le due Geo Metro invece comparvero all'improvviso, all'epoca non ne conoscevo l'esistenza e la provenienza, per cui erano per me un po' come degli UFO, anche se la presenza dei side-markers laterali e l'alloggiamento piccolo per la targa facevano intuire che fosse qualcosa di provenienza USA.
  18. Due Geo Metro, entrambe berlina, giravano qui da me a inizio anni '90, per poi sparire nel volgere di qualche anno. Come è stato giustamente detto, si tratta della Suzuki Swift di seconda generazione commercializzata negli USA col marchio Geo. Probabilmente qualche piccolo quantitativo arrivava da noi sul mercato parallelo, oppure, verosimilmente, si potrebbe trattare di ex AFI reimmatricolate in Italia.
  19. L'ho notato anche io in più di un'occasione: senza dubbio assetti stanchi.
  20. @L' informatore d'auto Sapresti dirmi a che anno risale questa pubblicità?
  21. Ecco, più che in uso quotidiano le 100 HP che ogni tanto si vedono sono tutte "tamarrate" oltre ogni limite della decenza. Trovarne una come mamma l'ha fatta credo sia come cercare il quadrifoglio.
  22. Non so se sia caratteristico soltanto dalle nostre parti, ma le Cinquecento e Seicento Sporting ho sempre avuto l'impressione che venissero percepite alla stessa stregua delle altre versioni, niente di più che delle utilitarie quotidiane. Tanto all'epoca quanto oggi ne vedo in condizioni da utilizzo quotidiano, molto spesso trascurate, piene di ammaccature. Una signora, che lavorava come badante presso un'anziana nel mio condominio, ha una Seicento Sporting dello stesso colore della Cinquecento che hai postato, con la vernice ridotta in condizioni indicibili. Non credo sia maturata ancora la consapevolezza di avere per le mani una versione più particolare e relativamente rara, che meriterebbe cura e considerazione; il giorno in cui questa considerazione dovesse farsi largo, probabilmente ne saranno rimaste in giro veramente poche, o comunque rarissime da trovare in condizioni originali. Non so se la foto sia prima o dopo il passaggio in carrozzeria, comunque mancano le ghiere cromate ai fari e ci sono tracce di ruggine sul parafango destro e sul tetto, subito sopra il parabrezza. Del resto, per auto di questa età che trascorrono il grosso della loro "seconda giovinezza" per la strada, non potrebbe essere altrimenti.
  23. Sempre guardando con gli occhi di oggi, ce n'è un altro altamente diseducativo in termini di sicurezza: la mamma seduta davanti col piccolo in braccio.
  24. La pubblicità è di gennaio; il debutto della 305 diesel, in allestimento GRD, avvenne il mese successivo. Fino a quel momento la 304 GLD rimase regolarmente in listino (la break fino al 1980). Stesso discorso per la 505, che debuttò a maggio '79 e a marzo '82 per la break; fino a quel momento il segmento era presidiato dalle ormai anziane 504 e 504 break.
  25. Mai vista prima nemmeno io. L'ho beccata a Sant'Anastasia, nel parcheggio del santuario della Madonna dell'Arco; era guidata da una donna non giovanissima. Probabilmente, per essere giunta fino ai giorni nostri, l'intenzione di disfarsene non c'è, anche perché, tutto sommato, la macchina non stava messa neanche male. Sicuramente si tratta di una vettura acquistata usata nel '90 e quindi ritargata, visto l'obbligo vigente all'epoca. Mi ha colpito il fatto di essere targata Trento, molto poco usuale da vedere dalle nostre parti. Questa infatti è originaria di Roma, città dove le piccole Smart hanno spopolato sin dall'esordio.
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