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Mazinga76

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  1. Esatto, tutti hanno iniziato così. La capostipite è stata ovviamente la Piaggio con il celeberrimo Ape del 1948, in pratica una Vespa faro basso col cassone (lo ebbe mio nonno paterno negli anni '50) : Poi a seguire tutti gli altri, tra cui l'Aermacchi M.B. 8 (in pratica l'antenato del Bremach)... E il Moto Guzzi Ercole, la cui prima versione era una moto cassonata... Io ricordo anche il Piaggio Ciao Porter; quando ero bambino era molto usato soprattutto come mezzo della N.U. per il trasporto di bidoni e scope...
  2. Lessi già da qualche parte, tempo fa, che nel delirio totale di marchi e accostamenti di loghi uno dei motivi era proprio questo, lo smaltimento fino a esaurimento scorte di componentistica già marchiata coi precedenti loghi. Altra motivazione che lessi, alquanto cervellotica, fu di natura commerciale: In pratica si volle accompagnare il passaggio da un marchio all'altro nel modo più lento possibile, affiancando e a poco a poco sostituendo i vecchi marchi con il nuovo. In pratica, nelle intenzioni del marketing, questa politica avrebbe dovuto rassicurare e tranquillizzare la clientela che proveniva da SIMCA. Ne scaturì che durante le fasi del passaggio vi furono esemplari marchiati addirittura con tre scritte/loghi: Chrysler-SIMCA-Talbot. Lascio a voi il giudizio se questa politica avesse un costrutto oppure no.
  3. Assolutamente d'accordo. Spulciando tra le caratteristiche della Sunbeam troviamo che è lunga 3,83 m per una larghezza di 1,60 m. Sono dimensioni che nel 1977 sforavano e di parecchio quelle medie del segmento B, avvicinandola di parecchio, se non proprio entrandovi, nel segmento superiore. Se prendiamo come esempio alcune rappresentanti del segmento come la FIAT 127 contemporanea ci accorgiamo che era lunga 3,65 m x 1,53 m; la Renault 5 misurava 3,52 m x 1, 53 m; la Ford Fiesta 3,57 x 1,57; la Volkswagen Polo 3,51 m x 1,56 m; la Peugeot 104 3,62 m x 1,52 m. Le dimensioni della Sunbeam si raggiungeranno nel segmento B circa due decenni dopo. Va da sé che, al netto della motorizzazione entry level, la Sunbeam sia stata più un'alternativa a tre porte della Horizon, anche un po' originale se vogliamo, che una vera e propria utilitaria in senso stretto. A pensarci bene, qualcosa di molto simile si ebbe qualche anno dopo anche in casa Alfa Romeo con Arna e Alfa 33, con la prima che teoricamente si posizionava nel segmento inferiore ma nella realtà era una macchina che per dimensioni (4,00 m x 1,62 m) sopravanzava la Uno e le altre B del tempo di gran lunga. Addirittura in configurazione 5 porte poteva in qualche modo sovrapporsi all'Alfa 33, visti i pochi cm che le separavano.
  4. Perché erano a cinque dadi invece che quattro e sopportavano meglio i quintali in più della blindatura.
  5. Sunbeam e Horizon uscirono insieme, nel 1977, ancora sotto il marchio SIMCA.
  6. Dopo anni e anni in cui non ne vedevo più, nei giorni scorsi, per un paio di volte, ho visto passare un Bremach rosso sotto casa. La seconda volta l'ho riconosciuto dal motore, prima ancora di vederlo dal balcone. Sembrava in uno stato di conservazione ottimale; chi sa, forse rimesso a posto. Trasportava materiale edile, come la stragrande maggioranza dei Bremach che ho sempre visto dalle mie parti. La foto che pubblico è un'immagine di repertorio scattata dal balcone di casa mia e pubblicata nel luglio 2014 qui su Autopareri, nel topic degli avvistamenti. E poi, in quanto ad armi di distruzione di massa, il Moto Guzzi Ercole non era certo da meno... Mi sembra ancora di sentire nelle orecchie il suono martellante del motore... TUM TUM TUM... Sembravano dei movimenti tellurici.
  7. Tre auto interessanti al tempo. La GT, a mio avviso, era veramente carina: Linea compatta e affusolata, con quei richiami evidentissimi alla Corvette che la rendevano molto attraente. Gli scenografici fari rotanti mi sono sempre piaciuti un sacco. Forse, rispetto alle altre due, scontava il fatto di essere meno versatile e fruibile (era una due posti senza un vero bagagliaio) e la mancanza di una motorizzazione veramente sportiva. Capri e Manta erano realmente concorrenti tra loro. La prima aveva un'offerta molto democratica, partendo da motorizzazioni popolari fino ad arrivare ai V6; la seconda, a mio modo di vedere, aveva una bella linea sportiva, anch'essa con evidenti richiami USA ma più sobria della GT. Entrambe erano delle coupè più vivibili della GT.
  8. Per quanto riguarda la Manta è la prima serie, secondo me, a farsi preferire sulla seconda: Linea sportiva e bella da vedere, con non pochi richiami alle pony car americane del tempo. La seconda sacrificava tanta immagine sportiva sull'altare della praticità e della versatilità, tanto più nella versione tre porte.
  9. Era regolarmente in vendita. Basta dare un'occhiata agli annunci di vendita e ne trovi quante ne vuoi. Comunque delle tre serie la III mi piaceva da morire.
  10. Immagino tu volessi dire dell'Allegro. La Maestro uscirà nel decennio successivo.
  11. Vabbè, ma proprio ragionando in senso lato e anche di più. Perchè A112 e 126 erano due prodotti agli antipodi che di più non si poteva. Non solo prezzi, prestazioni, motorizzazioni e quant'altro. Ma pure concettualmente, come dimensioni, come immagine, come clientela di riferimento. Cioè, voglio dire: Chi pensava di orientarsi verso un'A112 ci sta tutto che vagliasse come possibile alternativa una Mini e viceversa. Mentre la vedo improbabile che nel ventaglio delle alternative pensasse a una 126. Allo stesso modo la massaia, l'operaio, il/la giovane neopatentato/a e tutte quelle classi sociali proletarie che cercavano la 126 come mezzo piccolo ed economico per andare al lavoro, per le faccende quotidiane o come prima esperienza a quattro ruote, la vedo difficile che vagliassero come ipotesi alternativa l'A112.
  12. Con la Innocenti Mini il paragone mi sembra centratissimo. Con la 126 in che ottica sarebbero state concorrenti?
  13. Linea modernissima e di rottura quella della Giulietta '77. A me è sempre piaciuta da morire; l'unica cosa che mi ha lasciato sempre un po' perplesso è quel cruscotto piccolo che sembra quasi appoggiato sulla plancia dietro lo sterzo, e con quella strumentazione un po' minimalista e dalla grafica poco grintosa.
  14. Dalle mie parti, ai tempi della mia infanzia, non era proprio impossibile vedere qualche DAF per strada. Purtroppo la brutta nomea di auto per invalidi era confermata dal fatto che la stragrande maggioranza degli acquirenti erano effettivamente persone con ridotte capacità di deambulazione. Ne ricordo una in particolare, una 44 verde oliva, di proprietà di un commerciante che aveva una disabilità motoria.
  15. C'è da dire che a partire dalla metà degli anni '70 SIMCA stava rinnovando la sua gamma con modelli molto interessanti, quantomeno sotto il profilo estetico ma anche sostanziale. A mio parere le varie 1307/8; Horizon; Sumbeam e perfino la Ranch avevano linee molto piacevoli e moderne per l'epoca, non senza qualche spunto di originalità.
  16. La Passat fu disponibile fin da subito in versione 2 e 4 porte. La 4 porte è raffigurata nella foto sotto.
  17. Non tanto davanti, ma il 3/4 posteriore era, ed è, veramente imbarazzante.
  18. Quoto. A sentire i commenti del tempo, e talvolta anche oggi, quel restyling non godette del favore del pubblico. Eppure un certo non so che di particolare ce l'aveva e non era così disprezzabile. Perlomeno era apprezzabile il tentativo di dare una personalità molto definita all'ammiraglia dell'Ovale blu. Io, personalmente, ne ero attratto soprattutto per quel posteriore morbido e tondeggiante, con quel gruppo ottico a tutta larghezza dal sapore USA. Davanti invece non mi diceva niente. Anzi, la trovavo un po' scialba per essere una seg. E.
  19. Più o meno sì, replicava in scala più grande le linee della Sierra. Ma la Sierra manteneva una sua identità e una sua personalità un po' in tutte le varianti di carrozzeria. La Scorpio restava piuttosto anonima in tutte le sue declinazioni.
  20. Beh, nel corso degli anni ci furono sicuramente vetture premiate che non sembravano così esaltanti e meritevoli del riconoscimento. Ma, a mio parere, non era il caso della SIMCA 1307/8 che si presentava nel 1975 con una linea piacevole e moderna; comoda, spaziosa, pratica. Fatta eccezione forse per i motori, fu un salto in avanti evidente rispetto alla ormai obsoleta 1301/501 che andava a sostituire. E non direi nemmeno che avesse avuto così poco successo, in verità
  21. L'aveva una vicina di casa, era dell'aprile '86, di quel verdino chiaro. I due figli, miei amici, la usarono entrambi da neopatentati. Ci sono stato dentro anch'io tante volte e ricordo benissimo gli interni tipo "sdraio" delle Panda precedenti. I poggiatesta però mi sembra che ci fossero; assente invece la cappelliera.
  22. Credo che il termine di paragone più centrato per la 1300/1500 sia la 125. Nel '66 la 124 raccoglieva il testimone della 1100 D. La 1100 R, lanciata nello stesso anno, era di fatto posizionata un gradino più sotto e servì a presidiare il segmento inferiore alla 124 fino all'arrivo della 128, nel '69.
  23. Che, neanche a farlo apposta, hanno la stessa impostazione della linea.
  24. Lo specchietto è quello tipico delle 126 "speciali"; dietro si scorge il fanale a spigolo con luce di retromarcia integrata; la vernice è nera ... Tutto lascerebbe pensare a una "Black".
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