Esatto: ipotizzavo la modularità del 1956 cc L4 Multijet.
Il doppio turbo su un motore con disposizione dei cilindri in linea, pur essendo una strada già intrapresa da altri costruttori, non soddisfa pienamente il concetto di affidabilità e semplicità tecnica che i clienti Fiat Group cercano dalle loro autovetture. Buona, invece, l'idea di utilizzare il doppio turbo (uno per bancata) su motori con disposizione dei cilindri a V, in particolar modo se detto propulsore sia stato progettato per avere la funzionalità modulare (come avviene, per esempio, per il V8 Hemi, anche se è un aspirato) che consentirebbe un consistente risparmio di carburante e che - ai bassi giri - avrebbe un regime piu' regolare (handicap tipico dei biturbo "in linea").
Io non darei cosi' per scontato che - pur essendo la VM Motori per metà in mano Fiat - in seguito non possa mai esistere un 2445 cc L5 Multijet da 213 CV (così come, partendo sempre dal Multijet 1956 cc L4 da 140-170 CV; un 3912 cc V8 biturbo da 280-340 CV ottenuto dall'unione delle due precedenti unità a 4 cilindri in linea, o addirittura un maestoso 4890 cc V10 biturbo da 426 CV frutto dell'unione di due 2445 cc da 213 CV) perchè a lungo andare la modularità garantirà a costi ridotti una gamma motoristica di prestigio completa e derivata da componenti ben collaudati da tempo sulle unità motrici "di massa".
Almeno finchè il doppio turbo sui "cilindri in linea" sarà ottimizzato nella resa ai regimi inferiori e avrà un'affidabilità tecnicamente incontestabile.