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fonzino1

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  1. Su questo non ci piove, sono il primo a dirlo, però mi sembra che l'approccio che alcuni hanno/hanno avuto qui sul forum sia troppo semplicistico, oserei dire da tipico manuale americano di autostima e training autogeno. Sembra quasi che alcuni abbiano la verità in tasca, che può anche andar bene nel proprio particolarissimo caso, ma non è certo generalizzabile (e la realtà è lì a dimostrarlo crudamente), tutto qui. E aggiungo che c'è crisi e crisi, per cui se ad alcuni la crisi si manifesta con un calo degli affari, ma sei ancora alla scrivania a lamentarti del resto del mondo, NON E' CRISI, SEI TU. La crisi comincia quando non hai PIU' soluzioni alla crisi.
  2. Scusa perchè? Si parla di crisi e in questa crisi, a differenza di quelle che l'hanno preceduta, c'è un numero abnorme di persone che decidono che non vale la pena di continuare a vivere, ed è questa la cosa che più spaventa, mica il fatto di non poter più andare a Cortina con l'X6 a sfogliare le riviste sull'Ipad? Poi, senza andare sull'irreparabile, è un dato di fatto che le chiusure di attività superino stabilmente le nuove aperture: tutti incapaci?
  3. Allora dobbiamo concludere che tutti quelli che non sopravvivono letteralmente alla crisi sono degli sfaccendati lagnosi?
  4. Per come la vedo io, in Italia oggi il problema è proprio come reagire alla crisi. Premesso che ognuno di noi, nel proprio ambito di lavoro e non, adotta le contromisure che ritiene più opportune (sarebbe da stupidi vedere che gli affari vanno male e non portare dei cambiamenti, fossero anche radicali), quello a cui stiamo assistendo è che sempre più persone non hanno più alternative. E il fenomeno assume contorni tragici: basta vedere solo quanti suicidi si verificano OGNI GIORNO a causa del lavoro perso, dell'attività che chiude, dello strozzino che perseguita etc... Tra questi, tra l'altro, ci sono anche imprenditori, che, teoricamente, dovrebbero possedere strumenti economici e personali migliori rispetto ai propri dipendenti. Personalmente è la prima volta in vita mia che sento di una così massiccia diffusione del suicidio per motivi economici e la cosa mi turba non poco. Ora, secondo te, queste persone non si sono poste il problema come te lo poni tu? Non hanno pensato a soluzioni per reagire come le hai proposte tu? Non credo che una persona si tolga la vita al primo sassolino che le fa inciampare. Con questo voglio dire che, forse e rigorosamente imho, il discorso di reagire alla crisi in maniera attiva per vedere come migliorare è bello, giusto e tutto, ma non sempre riesce e non è sufficiente, almeno non per tutti e non bisogna pensare che chi subisce la crisi se lo merita perchè ha sperperato e non si è preparato sufficientemente per questi frangenti perchè correva appresso al telefonino e alla macchina figa (come mi è parso di leggere in alcuni post precedenti). PS: scusate il papiello.
  5. Evoluzione nella sentena a Formigli: "Ora la Corte di Appello di Torino ha accolto il ricorso di Formigli, difeso dall'avvocato Natalia Ferro, e ha «sospeso l'efficacia esecutiva della sentenza» nei confronti del giornalista in quanto «i motivi di appello appaiono connotati da requisiti di serietà, tali da legittimare il richiesto provvedimento, mentre il "grave danno" prospettato dal ricorrente (Formigli stesso), derivante dall'efficacia esecutiva della sentenza, appare logicamente plausibile e correttamente argomentato». Insomma il ricorso di Formigli è valido (esiste un fumus boni iuris). Dopo questa pronuncia la Corte di Appello di Torino si dovrà esprimere nel merito e la prima udienza è fissata a luglio." Dal Corriere.it: I 7 milioni di Formigli alla Fiat? I giudici:«Sentenza sospesa» - Corriere.it
  6. Quoto tutto, purtroppo...
  7. Imho, anche più di una (anzi sicuramente per l'Italia) e in queste generazioni c'è sia chi ha sperperato che chi faticosamente si reggeva a galla...
  8. E' chiaro che così non si può continuare: consumare risorse per sfoggiare una ricchezza apparente è un gioco che dura poco e lascia col c**o per terra. Tra l'altro, non è un caso che sempre più spesso si cerchino indicatori alternativi al PIL per descrivere lo "stato di salute" di una nazione; segno che più di qualcuno ha intuito che non si può crescere per sempre (nel migliore dei casi, l'economia è ciclica) e anche nella crescita i parametri sono medi (il famoso caso del pollo a testa se uno ne mangia 2 e l'altro fa penitenza). Da parte mia sono "fiducioso" della crisi, perchè, usando una frasa fatta, essa crea opportunità: in questo caso, imho, l'opportunità consiste nel trovare un nuovo equilibrio (anche sociale) del nostro Paese.
  9. Ragionamento valido, etico, morale e giusto MA A POSTERIORI: se non fosse intervenuta una crisi come quella di oggi, qualcuno si sarebbe posto il problema degli sprechi e delle inefficienze? Inoltre anche (il comprare) il superfluo genera PIL: più negozi che vendono, più tecnici che riparano, più materiale di consumo etc. etc. Come qualcuno scrisse in un altro 3ad: è l'avidità che muove il mondo (come dire: è fisiologico che l'animale uomo aspiri ad avere sempre di più). PS: alle estreme conseguenze, anche il risparmio è avidità: se devo comprare l'oggetto X, scelgo chi me lo vende a meno, perchè così avrò più soldi in tasca per comprare l'oggetto Y, l'oggetto Z etc. etc. e per oggetto si può intendere anche una cura medica specialistica.
  10. Lavorare oggi per il domani non è da intendersi alla lettera: i problemi si risolvono col tempo, non basta dire "ora mi impegno e tutto torna a posto" come nelle fiction americane... Tra il dire e il fare non c'è di mezzo il mare, ma il tempo di attuare il cambiamento, che notoriamente è una cosa lenta e faticosa, ben più del peggioramento. Ciò significa che, probabilmente, gli italiani sani di zucca già (volenti o nolenti) si stanno adeguando alla crisi, ma questo non è indolore (per molti) e per qualcuno è addirittura tragico.
  11. Esattamente.
  12. Possiamo evitare il pippone moralistico e e le standing ovation a supporto, please? Io non sto dicendo che preferisco spendere 600 euro per il telefono e morire dissanguato per l'ospedale/obitorio (tra l'altro a me Iphone e compagnia non servono a niente e se uno è talmente stupido da impoverirsi così e non avere i soldi per curarsi, forse è anche meglio se prende un biglietto di sola dipartita). Il mio intervento era per rispondere a Tony che diceva che in futuro nulla vietava che la sanità migliorasse, e gli ho risposto che il termine di confronto era con il passato, non il futuro. Anch'io auspico una "rieducazione" delle nuove generazioni sui concetti di benessere e ricchezza, ma credo che servirà più di una generazione per attuarla (tra l'altro non sento mai parlare di stili di vita sostenibili, se non in occasioni sporadiche). Per quanto riguarda la laurea, ripeto che non dovete pensare che facendo i sacrifici TUTTI possano permettersene una valida (vuoi perchè la facoltà valida non esiste vicina e bisogna spostarsi, vuoi perchè costa troppo, vuoi perchè la consegui e magari ti accorgi che non è più valida, vuoi perchè data la situazione non te la puoi proprio permettere una laurea), proprio perchè oggi le famiglie sono EFFETTIVAMENTE più povere.
  13. Si parlava della situazione attuale rispetto alla passata: se è per questo anch'io posso pensare che in futuro vinco la lotteria, sfan**lo tutto e mi trasferisco a Rio de Janeiro-mare-sole-e-caldo-tutto-l'anno "Ma la storia non si fa con i se e con i ma" (cit. di non so chi).
  14. Sarà mediamente buona ma in peggioramento, imho.
  15. No no, guarda, è colpa proprio dei meridionali che quegli amministratori li ha votati e se li tiene...
  16. Mi ripeto: la situazione sanitaria dalle mie parti non è migliorata... affatto. secondo me se entri in un ospedale dalle mie parti e parli di protesi biomeccaniche, la gente pensa proprio a quello che ha mostrato Gimmo (quando capisce la parola biomeccaniche, ovviamente). Non pensare che la tua situazione sia la norma perchè non lo è, per me è già l'eccezione. PS: visto che mi dici/dite che queste situazioni sono dovute alla corruzione insita nel sistema sanitario, vi ricordo che anche la corruzione è un indice immateriale di qualità della vita, ergo, se il sistema è ottimo ma la corruzione aumenta, la qualità di vita va a farsi benedire ugualmente.
  17. Scusami ma non sono daccordo: la malasanità da noi non dico sia la regola, ma non è rara. il problema è proprio dovuto alla corruzione e al malaffare che girano attorno alle strutture (viste come fonti di posti di lavoror per amici/accoliti e di appalti gonfiati). Gli stipendi ridicoli nell'istruzione ci saranno sempre stati, ma, come dicevo prima, iuno stipendio da professore permetteva (fino a 15 anni fa) di far vivere una famiglia senza eccessive rinucnce. Oggi? Non dico che sia solo lo stipendio in sè a non essere sufficiente, ma le condizioni al contorno lo rendono tale.
  18. Non sono il tipo che si lamenta di tutto o che vuole vedere per forza il marcio dove non c'è, ma: 1) a volte queste statistiche non si sa neanche su che principi sono stilate; 2) se abbiamo dovuto coniare il termine malasanità per descrivere il fenomeno dei casi di ospedali in cui si entra in piedi e si esce sdraiati, credo che un motivo ci sia (e parlo per esperienza personale). Un esempio per tutti: non conosco una sola ragazza della mia età che abbia partorito naturalmente: tutti cesarei, e anche d'urgenza, senza che vi fossero problematiche pregresse. Mi viene un dubbio: la specie umana non sa più partorire o i medici non sanno più assistere le partorienti? E stiamo parlando di parti, non malattie... Che devo dirti, vedi di non ferirti mai dalle mie parti (sono campano)...
  19. Insomma: sei mai andato in un ospedale? I servizi di Striscia o Le iene negli ospedali romani li hai visti? Le donne che muoiono di parto (non di malattia) in clinica e negli ospedali di Calabria, Sicilia, Puglia e Campania ti dicono nulla? I tagli alla scuola che devono risparmiare anche su gesso e carta igienica (sigh!) cosa ti dicono? E gli stipendi ridicoli dei professori italiani (parlo di medie e superiori)? Non voglio generalizzare, ma possiamo dire di avere una sanità offerta anche a chi non ha reddito (a differenza dei sistemi anglosassoni), ma non che sia ai vertici (fatti salvi i casi di eccellenza che pure non mancano): è sempre la media che ci frega. Per l'istruzione, specie quella universitaria, credo sia anche peggio.
  20. Risparmiare se lo stipendio te lo consente. Mica è detto che, anche tagliando il superfluo, tu riesca a mettere i soldi da parte...
  21. Sono daccordo con te sul discorso di quale laurea oggi ti permette di vivere dignitosamente, ma per il resto, devo obbiettare: sanità ed istruzione in Italia sono al tracollo (non devi prendere te o me, visto che siamo quasi coetanei, come esempio, ma i 14nni di adesso), a meno che non si ricorra a quelle a pagamento (ma scadrebbe il confronto). Inoltre chi oggi volesse garantire al figlio 14nne lo stesso livello di istruzione, svago, assistenza medica che abbiamo ricevuto noi, dovrebbe pagare molto di più. Quando ero al liceo, vedevo famiglie monoreddito che riuscivano a far quadrare i conti e permettersi l'università dei figli, la vacanza estiva e vari altri "plus" facendo una vita dignitosa: oggi è ancora così?
  22. Il faro posteriore è orrendo...
  23. Si viveva peggio (materialmente) rispetto al nostro standard, ma la sensazione era di poter migliorare. Anche i miei genitori (ho circa 34 anni), come quelli di TonyH, si sono smazzati più di me per avere, a conti fatti, di meno,ma l'hanno fatto perchè erano sicuri di migliorare le condizioni di vita per loro e per i figli. Oggi lo stesso loro impegno non sarebbe probabilmente sufficiente a garantire lo stesso miglioramento a me e ai miei (eventuali) figli.
  24. In parte hai ragione, ma mi dici chi adesso è precario che speranze per sè e per i suoi (attuali o eventuali futuri) figli può nutrire? La qualità della vita è anche questione di aspettative e speranze: rifacendomi a tuo padre, lui ha lavorato per poter studiare, ma sapeva (o aveva la forte speranza) che una laurea gli avrebbe migliorato la vita. Oggi è ancora così? Tu oggi hai a disposizione pc, internet, auto mediamente più costose, viaggi, orpelli che i tuoi si sognavano, ma potresti affermare che anche i tuoi figli potranno avere lo stesso rispetto a te (te lo dice uno che non ha figli e fermo restando che auguro a te e a loro il meglio)? Credo che oggi si sia ricchi del superfluo (svago, elettronica, etc.) ma poveri del necessario (la sicurezza e la fiducia nel futuro) ed è questo che destabilizza la nostra società. PS: ovvio, poi, che se "alzi l'asticella" del benessere anche le aspettative cresceranno, e ciò crea maggior timore e insoddisfazione qualora la situazione peggiori.
  25. Credo che adesso la crisi sia più dura perchè, storicamente, le generazioni che crescono oggi sono le prime dal dopoguerra a stare peggio di quelle che le hanno precedute, quindi c'è l'effetto "ma proprio a me doveva capitare", mentre chi ha vissuto il boom precedente soffre due volte: una perchè vede il proprio tenore di vita abbassarsi dopo anni di miglioramento, e due perchè si è consapevoli delle difficoltà dei figli.
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