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loric

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  1. Sì, vabbe', lasciamo perdere. Tonnellate di supercazzole complottarde, ma nelle ultime 3 righe poi si dice che il defeat device, cioè l'oggetto dei test, cioè "un qualcosa che si accorgeva che il veicolo era in laboratorio e stava facendo la prova di omologazione", non c'è. Amen.
  2. vabbe', provo a fare un riassuntino. Il dieselgate riguarda un dispositivo (software) montato su alcune auto (della famigghia VW) volto a superare i test di omologazione in maniera truffaldina. Nello specifico, tale dispositivo riconosceva che l'auto veniva sottoposta ai test di omologazione e alterava alcuni parametri di funzionamento del motore e dei dispositivi di abbattimento delle emissioni. Le stesse auto, al di fuori del test, ma in condizioni di utilizzo paragonabili ad essi, inquinavano molto di più. Lo scopo del test promosso dal nostro Ministero dei Trasporti è (era) quello di identificare eventuali altri casi di utilizzo di tale dispositivo rispetto a quelli già noti. Non rilevava pertanto il livello di emissioni in termini assoluti, ma l'eventuale differenza fra quanto registrato durante i test di omologazione sui rulli, e quanto emesso su strada nel corso dell'utilizzo della vettura con modalità tali da avvicinarsi il più possibile ai pluricitati test di omologazione. Per quanto riguarda la sede presso cui sono state testate le auto FCA, è argomento da complottisti, visto che non stiamo parlando di una partita di calcio ed il fattore campo non rileva. Che differenza fa? stocazzo (cit.)
  3. Ok cittadini per l'aria è un ente senza scopo di lucro attivo specialmente a Milano, con, come presidente, l'Avv. Anna Gerometta (ex "mamme antismog").
  4. Vorrei sommessamente far notare che "spreco" è concetto soggettivo. Se per tale si intende "tutto quello che non è vitale ed ha un costo per la collettività in termini di consumi di spazio e risorse", allora ha ragione anche Jameson. Un WC condiviso fra tre/quattro famiglie sarebbe meglio, così ne ottimizziamo il costo, riduciamo gli spazi occupati, riduciamo l'inquinamento (i bagni d'inverno vanno riscaldati, eh). L'automobile è sostanzialmente lo strumento per garantire al cittadino l'autonomia nella mobilità. Ha un costo sociale, va razionalizzata, ma la mobilità ha un altissimo valore.
  5. Luca, io non contesto i dati esposti nel tuo grafico, nel senso che non li conosco. Contesto tuttavia la pertinenza ai fini della discussione sui problemi dell'Italia. Non è che se Deutsche Bank ha grossi problemi allora quelli Italiani diventano automaticamente colpa dell'euro, della Merkel e dei famosi 7 miliardi, eh. Perché la leggenda che l'Italia spaccherebbe il culo a tutti se non fosse stata fregata dai tedeschi avrebbe anche stufato.
  6. Guarda, la tesi di DB è che la vendita è avvenuta per non avere un'esposizione eccessiva (cioè oltre la media storica) nei confronti dell'Italia dopo l'acquisizione di PostBank da parte di DB stessa. PostBank, all'atto dell'acquisizione, avvenuta a fine 2010, aveva diversi miliardi di titoli italiani in pancia. Questo è quanto risulta dall'informativa che DB ha fornito a Consob dietro richiesta di quest'ultima. Che sia vero o falso, che ci abbiano marciato oppure no (in contemporanea c'è anche un acquisto di CDS), se la rivendita di titoli per 7 miliardi è in grado di mettere l'economia italiana in ginocchio, allora siamo veramente con le pezze al culo.
  7. Giusto per dare a quei sette miliardi il giusto peso, il debito pubblico italiano è di oltre 2100 miliardi. Più della metà sono coperti da BTP. Sette miliardi, in proporzione, sono nulla. Sensibilmente meno del costo annuo del bonus 80 euro di Renzi. Questo per la precisione
  8. 4,5 se i soldi ce li mettono solo i privati. 8,8 se interviene lo Stato. Nel secondo caso, per rispettare le direttive, bisogna convertire obbligazioni subordinate in azioni, con la complicazione che alcuni clienti retail di quelle obbligazioni sono stati fregati e non è giusto che rimangano col cetriolo. Il ristoro dei retail, da solo, cuba circa 2 miliardi. Cambia pertanto il requisito di equilibrio. La DB non ha fatto alzare un cazzo, dai. Non aveva in pancia quantità sufficienti di debito italico per incidere sullo spread. Siamo seri.
  9. E' un HTPC basato su Linux. Non ho Windows 10 né intendo usarlo. Kodi + Chrome (utilizzabile sotto Linux) ha il limite di 720p. p.s.: è edge, non explorer, quello 4k ready. Se devo comprare un coso nuovo, vorrei che, in aggiunta alla visione di Netflix in HD (e possibilmente 4k ready) mi facesse tutto quello che fa il mio HTPC. A quel punto potrei riciclare l'HTPC come nuovo computer per la consorte. Win win. L'unico adeguato allo scopo sarebbe l'nvidia Shield TV pro. Gli altri sono scatolotti che dovrei aggiungere a quanto già ho.
  10. Ma io lo smartphone vorrei non usarlo proprio. 1) I video su NAS li guardo con l'HTPC. 2) I DVD e i Bluray con la PS3. 3) Netflix con smartphone e chromecast. 1) e 2) vanno bene così, il 3) è scomodo. Aggiungo: Nvidia Shield TV è in phase out, gli esemplari che si trovano sono avanzi di magazzino, per di più a prezzo maggiorato del 70% (340 euro per la versione che, di listino, dovrebbe costarne 199). Bah...
  11. Sì, conosco AVmagazine. E so che l'unico TV Box realmente certificato (senza limitazioni video e audio) per Netflix è l'nVidia Shield. Si tratta tuttavia di uno scatolo da 300 euro che non ha alcuna capacità maggiore (nei campi che a me servono) rispetto al mio HTPC con Kodi. È questo che mi trattiene dal comprarlo.
  12. Sotto il TV ho un HTPC Intel i5 con HD da un tera, un NAS Synology con storage da 3 tera in RAID, la PS3, un sintoampli Marantz. Non avrei problemi a fare streaming di video da qualsiasi PC della casa usando, a scelta, l'HTPC, la PS3 e perfino il sintoampli. Solo che io non ho bisogno di fare streaming dai PC nello studio verso la TV in soggiorno, ho bisogno di usare Netflix a 1080p in modo "user friendly" dal divano. Per intenderci, con un telecomando. La soluzione PS3 sarebbe perfetta (ho il telecomando bt), ma la predetta è rumorosa e la qualità video fa cagare. Il cellulare abbinato al chromecast, come più volte detto, mi dà una qualità video ottima, ma è scomodo da manovrare. Con l'HTPC, facendo i salti mortali e usando hack tenuti insieme con lo sputo, riesco ad avere un video con risoluzione massima 720p. Sì sì, li ho, ma a quel punto è più ergonomico il cellulare
  13. Spe', qui non ci capiamo. Uso il chromecast esclusivamente per guardare Netflix sulla TV dell'impianto home-cinema. Potrei anche usare la PS3, ma: 1) fa un po' di rumore quando è accesa 2) la qualità video, almeno con Netflix, è sensibilmente peggiore rispetto a chromecast Perché, nonostante tutto, la soluzione chromecast non è perfetta? Perché si appoggia al cellulare android per il tramite della relativa app. App che crasha spesso e volentieri o che perde il link col chromecast ogni 5 minuti. Poi, se uno si vuole guardare un film o una serie la sera, dopo il lavoro, ha la batteria del cellulare a terra, quindi deve "manovrare" Netflix col cellulare collegato ad un Power Bank. Ancora più scomodo.
  14. Ok, ma c'è il problema che i miei PC stanno in un'altra stanza rispetto alla TV. Per inciso: qualcuno sa come verificare bitrate e/o risoluzione dello streaming Netflix su PS3? Leggo in giro che basterebbe premere "select", ma non funziona.
  15. Va bene (e comunque se uno ti parla della Betta QV col 1750 abbinato a cambio manuale, è chiaro che il motore è quello della generazione precedente alla 4c, non lo stesso). Resta il fatto che un paragone fra Giulia e 4c (ma anche fra Giulietta QV e 4c) è fuori dal mondo, eh.
  16. Sul Chromecast concordo. Paragonando la qualità video di Netflix con streaming via PS3 e Chromecast, paradossalmente il cazzillo di google vince a mani basse. La rottura di palle sta nel doverlo comandare col cellulare, con la relativa app che ogni 5 minuti perde la connessione. Avevo fatto un accrocchio che interfacciava Kodi sul mio HTPC con Chrome (Linux) per lo streaming di Netflix, salvo poi scoprire che il player HTML5 di Chrome supporta risoluzioni massime di 720p
  17. Richiedi il PIN oggi. Poi lo userai se e quando ti servirà.
  18. La procedura è obbligatoria, con l'eccezione del lavoro domestico e di quello alle dipendenze delle pubbliche amministrazioni. Per quanto riguarda il preavviso, ricordati che non è un istituto a favore di chi recede, ma di chi riceve il recesso. Se sei tu a dimetterti, sei tu a dover dare il preavviso a favore del tuo datore di lavoro, non viceversa. In caso di mancato preavviso, il datore di lavoro ti può trattenere dalle competenze di fine rapporto una somma corrispondente al periodo di preavviso contrattualmente previsto, al netto delle giornate di preavviso che hai effettivamente lavorato.
  19. Dobbiamo però intenderci sulle percentuali. Esse, senza considerare la base a cui sono applicate, non significano nulla. Se andiamo a vedere i dati INPS (osservatorio del precariato), scopriamo che quel +28% equivale a 53.636 (2016) - 41.783 (2015) = 11.853. Minore è la base, maggiore è l'incidenza percentuale di scostamenti anche fisiologici. Andiamo invece a vedere le dimissioni. Esse sono diminuite del 13,74% nel 2016 (nuova procedura di dimissioni) rispetto al 2015 (vecchia procedura di dimissioni). Ma a quanto corrisponde in numeri assoluti questa riduzione? 684.143 (2015) - 590.121 (2016) = 94.022.
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