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a roma quelle per vetro e (?!) metalli sono azzurre. Solo quelle posizionate al centro storico sono essenzialmente grigie perchè in queste strade si è scelto di tenere colori meno vivaci. lo stesso vale per i cassonetti dell'umido, solo grigi anzichè verde vivo, o le paline dell'autobus, verdi scuro anzichè gialle. comunque i nuovi sono tutti grigi, ma cambia il colore dei coperchi.
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si, ma... 'ste foto? nunsevedono!!!
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ridi, ridi. vi è andata di lusso ieri sera. una lazio in finale con voi sarebbe stata dura. sicuramente più d'una inter. nervosisimo? c'è da capirli.
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se non è una rivale da scudetto, una squadra che a 2 giornate sta ancora a 3 punti dalla prima, nonostante la semifinale di CI, nonostante i quarti di CL, chi lo deve essere? ad oggi, quello che fa differenza è lo scontro diretto dell'andata e all'epoca non si poteva parlare di momento decisivo.
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che voi sappiate, il lettore di schede ha delle limitazioni o legge quelle di qualsiasi capacità?
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anche per me, a 400 euro mi guarderei in giro e sul fatto che scenda di prezzo, sono scettico. a meno di non riposizionare il tutto con l'uscita di un'ulteriore versione. ma attenzione, è vero che il 901 avrà lo schermo più grande, ma ingrandendo la diagonale il miglioramento non sarà apprezzabile, secondo me.
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dando un occhiata a quel che è accaduto in piazza del campidoglio, avrei preferito i cori da stadio. ma tant'è. certi vizi italici sono difficili da estirpare per sempre.
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beh... detto fatto... vi sto scrivendo dal mio nuovo giocattolino...
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Auguri. ops, no è questa... ... questa non credo... forse questa:
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per me è ancora peggio dei PBell. il che non è un complimento.
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cosa vuol dire troppo cellularoso? per le cose serie userei sempre il mio desktop, ma per collegarsi a internet con il wireless, posta elettronica e visto che è piccolo lo porterei in giro all'occorrenza (pe rquesto il monitor penso che basti da 7") quello del mio QUASI concittadino lo vende con 2GB di ram. mmmhhh
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con le reti? ci credo con supermario nun c'è problema! dici davvero? guarda che domani vado e compro, eh? ci sono altre cose da sapere prima?
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finalmente ne avrei trovato uno disponibile e in pronta consegna. un dubbio... acquistando quello senza XP (preferisco) avrei problemi a connettermi a reti lan windows??? o altro?
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CON AIR FRANCE VOLANO VIA I CAPITALI STRANIERI di Giorgio Barba Navaretti 22.04.2008 Il ritiro dell'offerta di Air France su Alitalia pone problemi molto seri alla sopravvivenza della compagnia di bandiera. Ma è soprattutto un'ennesima dimostrazione di come nei confronti dei capitali esteri la nostra sia oramai diventata un'economia di rigetto più che di attrazione. Il caso, con le sue false verità, ricorda al mondo che per applicare un contratto contestato da noi ci vogliono 1.210 giorni contro 331 in Francia e che a ogni Finanziaria si modificano le regole fiscali. Gli investimenti torneranno solo quando le regole del mercato e di chi le governa saranno chiare e certe. Chi investe rischia, ma chiede regole del gioco chiare e precise. In Italia questa condizione non c’è e perciò i capitali stranieri o non vengono o se ne vanno. Èbene ricordare che nel nostro paese nel 2006 lo stock degli investimenti diretti esteri sul Pil era il 15,9 per cento contro il 38 per cento per la media europea. Negli ultimi cinque anni in Italia sono state fatte 561 nuove operazioni di investimento, contro 1360 in Francia, 727 in Spagna e addirittura 1033 in Polonia. E con mercati sempre più integrati e l’esplosione geografica della produzione sia di manufatti che di servizi, essere un territorio in grado di attrarre attività dall’estero è un tassello essenziale, imprescindibile per la crescita di un’economia contemporanea. TRA REALTÀ E SURREALTÀ Molti si interrogano sulla bassa attrattività del nostro paese e su cosa fare per aumentarla. Questo è un obiettivo che chi governerà l’Italia nei prossimi anni deve per forza mettere al centro della propria agenda. La bandiera dell’italianità sotto cui il prossimo presidente del Consiglio ha deciso di giocare la partita dell’Alitalia non è certo un buon primo passo per segnalare che il nuovo esecutivo intende porsi seriamente il problema di attrarre maggiori investimenti dall’estero. La rottura della trattativa Air France-Alitalia, non solo pone problemi serissimi alla sopravvivenza della compagnia di bandiera, ma è anche un’ennesima dimostrazione, forse la peggiore negli ultimi tempi, di come nei confronti dei capitali esteri la nostra sia oramai diventata un’economia di rigetto più che di attrazione. La partita vera in questo caso è stata quella tra la gelida “realtà” dei fatti e dei numeri (la squadra perdente) e la colorata “surrealtà” di scenari impossibili ma venduti per veri (la squadra vincente). Nel modo in cui il “surreale” ha sconfitto il “reale” c’è tutto il dramma della gestione politica della nostra economia. La “realtà” sta nei numeri dei bilanci Alitalia, in un conto economico che non torna e non può tornare alle attuali condizioni; nel fatto che il problema è soprattutto industriale più che finanziario; nel fatto che solo attraverso una forte alleanza o integrazione con un gruppo straniero è possibile far tornare nuovamente quei conti; nel fatto che un doppio hub a Fiumicino e Malpensa non può funzionare; nel fatto che l’Alitalia è un'azienda che opera sul mercato e che se non ce la fa fallisce o va in amministrazione controllata. La “surrealtà” invece, alimentata dal ping pong tra le rigidità suicide dei sindacati e la presunta cordata italiana di Berlusconi, sta nel pensare che possa esistere una soluzione alternativa ad Air France che sia meno costosa in termini di occupazione e denaro. Le sinergie e le tasche profonde di Air France avrebbero permesso un piano di ristrutturazione più morbido e investimenti minori di un’eventuale soluzione stand alone. E sicuramente ancora minori di quelli che deriverebbero dal resuscitare Alitalia dalle ceneri di un’amministrazione controllata. Soprattutto, la surrealtà ha creato l’illusione che in un settore con economie di scala e di network come quello aereo una soluzione nazionale possa essere meglio di una globale. In questo straordinario malinteso la verità del mercato e delle regole non hanno più significato. Con la farsa finale di 300 milioni di soldi dei contribuenti giustificati da motivazioni di ordine pubblico per aggirare il divieto degli aiuti di Stato. INVESTIMENTI E REGOLE La perdita di credibilità internazionale del nostro paese prescinde dal comportamento più o meno tignoso di Air France o dalle presunte ragioni industriali che ne hanno motivato l’abbandono. Il caso Air France e le sue false verità semplicemente ricorda al mondo che per applicare un contratto contestato da noi ci vogliono 1.210 giorni contro 331 in Francia; che per costruire un’opera pubblica del valore maggiore di 50 milioni ci vogliono in media undici anni; che a ogni Legge finanziaria vengono modificate le regole fiscali. Non sarà facile per il nuovo governo rimediare. Gli investimenti torneranno in Italia solo quando ci sarà nuovamente un terreno di gioco in cui le regole del mercato e di chi le governa saranno chiare e certe. Il vantaggio è che le cose da fare sono ovvie. Lo svantaggio è che per farle bisogna avere il coraggio di scontrarsi con i gruppi di interesse, dai sindacati ai più piccoli comuni, che continuano a tenere in scacco l’interesse nazionale. Lavoce.info - ARTICOLI
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ma vaaaaaa...povero auguri, lore'
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Abolizione Bollo
Albizzie ha risposto a duetto80 in Notizie e Scelte Strategiche dal mondo dell'Auto
questa è bellissima: -
Abolizione Bollo
Albizzie ha risposto a duetto80 in Notizie e Scelte Strategiche dal mondo dell'Auto
ma va??? -
Abolizione Bollo
Albizzie ha risposto a duetto80 in Notizie e Scelte Strategiche dal mondo dell'Auto
proposta già bocciata per impraticabilità. la prossima volta leggiti tutto. scherzo. hanno messo un link del sole24ore secondo il quale il bollo da all'erario 5,9 miliardi di euro mentre secondo confcomercio nel 2005 sono stati venduti 29miliardi di gasolio e 18 di benzina per un tot. di 47miliardi litri di carburante (non conosco i dati su gpl e metano e... nox) quindi 5,9/47 dovrebbe fare 0.127 €/litro di aggravio sul costo carburante. mi sembra troppo, anche se per un calcolo più vero vanno aggiunti i litri di carburanti alternativi e tolte le spese di riscossione. -
Abolizione Bollo
Albizzie ha risposto a duetto80 in Notizie e Scelte Strategiche dal mondo dell'Auto
l'articolo di 4R pone il problema sollevato da duetto: "meglio un inquinante che non cammina, o un E4 sempre in giro"? ma davvero basterebbero 1 o 2 cent/litro? si potrebbero accoppiare ad una una-tantum per le macchine nuove che emettono più CO2 e basta così. -
Abolizione Bollo
Albizzie ha risposto a duetto80 in Notizie e Scelte Strategiche dal mondo dell'Auto
il governo danese (?) si è espresso per frequenza di utilizzo facendo installare una sorta di gsm sulle macchine, o sbaglio? (da noi proposta irrealizzabile, suppongo). duetto, attualmente è sulla potenza, non cilindrata conoscendoti, deve essere stato un lapsus. -
Abolizione Bollo
Albizzie ha risposto a duetto80 in Notizie e Scelte Strategiche dal mondo dell'Auto
l'optimum sarebbe eliminare del tutto il bollo e rientrare delle mancate entrate con irpef e quindi capacità contributiva. purtroppo l'andazzo è far finta di diminuire le tasse dirette ma aumentare veramente quelle indirette, quindi credo che la cosa sia irrealizzabile. in alternativa si potrebbe far assorbire il bollo dal costo della benzina: più cammini/corri/inquini più paghi. ma il costo del carburante già è alto adesso, considerata la rete di trasporto merci praticamente solo su gomma non oso pensare quanti e quanto ci speculerebbero sopra. anche questa soluzione non è percorribile. fatta la premessa, non sono d'accordo basare il bollo sul valore dell'auto difficilmente quantificabile. poi perchè una utilitaria di 7-8 anni dovrebbe pagare più di un auto di lusso di 10-12-15 anni? l'auto inquina/consuma? che si paghi in base a questi parametri, visto che le polveri le respirano tutti. sarei anche per includere il peso (fattore che rovina le strade) e le dimensioni (troppo spazio occupato nelle nostre piccole città) ma mi rendo conto che il calcolo si complicherebbe troppo