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marimasse

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  1. Sarò troppo vecchio, incapace di ammodernarmi nella mentalità, ma io proprio non capisco per quale ragione dovrei comprare mele, pomodori, pesche od altre verdure provenienti da chissà dove. Posso comprare le banane, i datteri, i frutti esotici, visto che da noi, per il momento, non si possono coltivare, MA non comprerei frutta e verdura di lontana provenienza (spagna, turchia o addirittura africa, cina...) nemmeno se costassero un quinto delle altre. Se trovo prodotti locali bene, altrimenti NON compro. Tengo a sottolineare che NON è una questione di campanilismo, disprezzo nei confronti dello straniero o convinzione "patriottica" che la roba nostra sia migliore di quella altrui, MA semplicemente la scelta di non fare qualcosa che mi sembra profondamente assurdo.
  2. Anch'io ritengo che simili spot possano essere assai efficaci, mooolto più dei metodi di cosiddetta prevenzione basati su norme e sanzioni isteriche. Più di venti fa, in Inghilterra, vidi più volte uno spot tv che... consigliava di sterzare abbondantemente nel sorpassare le biciclette (ancora ricordo lo slogan, steer clear of bikes), mostrando senza tante prediche o condimenti propagandistici il ciclista che sterzava improvvisamente per evitare un tombino e veniva travolto dall'auto di turno. Lo spot NON attribuiva all'automobilista o al ciclista la qualifica di criminale, ma semplicemente mostrava che un ciclista, più o meno intelligentemente, può sempre fare una brusca deviazione e che quindi, nel sorpassarlo, è sempre bene stargli il più possibile alla larga. Ancora oggi, OGNI volta che sorpasso un veicolo a due ruote, mi viene in mente quello spot. Quello che NON accetto assolutamente è, piuttosto, che si sfoci nell'isteria dilagante, pretendendo di criminalizzare comportamenti che NULLA hanno a che fare con le REALI cause di incidenti: ad esempio, bere UNA birra media, andare a 7O all'ora (svegli e sobri) alle 2 di notte su un largo rettilineo deserto al quale è stato assegnato il limite 5O in relazione al forte traffico delle ore di punta, fumare una sigaretta mentre si guida da soli la propria auto, viaggiare sotto il sole cocente con i fanali notturni spenti e così via. Lo spot in oggetto, così come quello di cui ho antica memoria, NON scivola su quel versante e proprio per questo lo ritengo sensato, corretto e quindi potenzialmente ASSAI efficace; non si può certo pretendere di insegnare la saggezza CON l'isteria...
  3. Mah, a quanto pare la madre delle generalizzazioni è sempre incinta. Gli italiani così, i francesi così, i lombardi così, i campani così, i biondi, i mori, gli autonomi, i dipendenti, gli imprenditori, gli operai, i motociclisti, i possessori di certi veicoli ecc. ecc. ecc. Queste classificazioni mi sembrano un disperato tentativo di trovare un metodo per riconoscere i pericoli a priori, capendo al volo se una persona è pericolosa semplicemente informandosi sulla sua provenienza o razza o professione ecc. Un tentativo ovviamente fallimentare, tanto è vero che, come tutti ben sappiamo, le persone "brutte" si nascondono anche nei contesti più insospettabili. I più maleducati del pianeta sono... i maleducati, uniformemente e capillarmente distribuiti ovunque, esattamente come ovunque sono presenti gli arroganti, gli ignoranti, i violenti, i disonesti, gli inaffidabili, i fannulloni e via dicendo.
  4. marimasse

    Inizio del crollo economico?

    Beh, nemmeno la cocaina è un male assoluto in se, però se in una comunità il 70% delle persone ne fa regolare e crescente uso, mi pare corretto sostenere che quella è una comunità che rischia grosso assai. Se poi c'è qualcuno che, con il pieno appoggio delle autorità, va in giro a pubblicizzare in maniera martellante l'uso della cocaina, sottolineandone gli effetti presuntivamente positivi ("si vive una volta sola, tanto vale farlo euforicamente", "vuoi essere anche tu di buon umore? basta una sniffata", "il tuo collega è più spavaldo di te? il rimedio è a portata di mano", "un solo colpo di telefono e la soluzione ai tuoi problemi ti arriverà in un baleno"...), non vedo come questo qualcuno possa essere ritenuto persona onesta nei confronti del prossimo. L'abuso che molte persone fanno del credito al consumo, scivolando lentamente e più o meno consapevolmente nella fogna dei debiti, è mooolto meno spontaneo di quello che si poteva riscontrare nei decenni passati, per la semplice ragione che nei decenni passati c'erano sì le cambiali, ma NON esisteva il martellamento pubblicitario di oggi, attuato con strumenti di persuasione allora inimmaginabili, sempre più massicci, capillari, scientifici e studiati a tavolino proprio per indurre le persone a fare cose che altrimenti NON farebbero assolutamente. Appunto; quindi il trasporto su gomma si è sviluppato in maniera anomala, vistosamente esagerata (sfido chiunque a definire "normale" il numero dei veicoli pesanti sulle nostre strade); quindi il trasporto su gomma dovrà ridimensionarsi parecchio, prima o poi, in un modo o nell'altro. Io sono andato avanti per più di dieci anni a fare corsi di informatica (come docente) ad un ritmo molto serrato, perché moltissima gente aveva bisogno di imparare ad usare il computer. Una situazione "anomala", destinata inesorabilmente a concludersi a mano a mano che l'uso del computer diventava ordinaria amministrazione fin dalla tenera età. Ad un certo punto, infatti, i corsi hanno cominciato a calare, prima lentamente, poi drasticamente, tanto che la mia attività si è ridotta di quasi due terzi. A questo punto potrei lamentarmi, dichiararmi una vittima o addirittura protestare esigendo, in nome del mio diritto di lavorare, che qualcuno (magari lo stato...) organizzi dei corsi di informatica apposta per farmi lavorare. Invece io ho sempre dato per scontato, anche quando ero sommerso dal lavoro, che questo momento sarebbe arrivato; mi sono ben guardato dal prendermi impegni economici basati sui miei guadagni di allora e adesso prendo atto del fatto che QUEL lavoro è richiesto mooolto meno di prima. Non credo che le organizzazioni complesse vadano gestite esattamente come una famiglia, ma nemmeno credo che la gestione di una organizzazione complessa possa essere basata su metodi e principi diametralmente opposti a quelli su cui si basa una buona gestione familiare. A cominciare dal principio in base al quale i quattrini che entrano, seppure nel medio periodo, NON devono essere meno di quelli che escono, nemmeno in nome di una illusoria "attività". Se io e te apriamo un'azienda che produce pennarelli, ogni pennarello ci costa 50centesimi e noi lo vendiamo a 30 per sbaragliare la concorrenza che lo vende a 70, ci troviamo letteralmente sommersi di ordinazioni, che per essere soddisfatte richiedono ampliamento degli stabilimenti, aumento della forza lavoro, turni per produrre anche di notte ecc. ecc. Una azienda stracolma di lavoro, con tanti lavoratori assiduamente impegnati. Per un po' di tempo, fino al giorno in cui i creditori dicono basta e TUTTI andiamo a casa...
  5. Quando ho parlato di "consumi vacanzieri" mi riferivo ai consumi in generale, non solo a quelli del carburante. Non diminuendo i prezzi dei carburanti qualcuno si sarebbe assicurato, in questi giorni, enormi guadagni aggiuntivi; questo è indubbiamente vero. É anche vero, però, che prezzi esageratamente alti (o, meglio, cresciuti troppo in fretta) possono generare un clima di paura e sfiducia tale far decidere a qualcuno di rinunciare a qualche viaggio o soggiorno turistico o divertimento, facendo calare in maniera sensibile i consumi in senso generale, specie nel mese di agosto, in cui gran parte delle persone è in vacanza e quindi non DEVE necessariamente spostarsi o fare delle spese.
  6. marimasse

    Inizio del crollo economico?

    Bisogna anche vedere che cosa si intende con "andare oltre le capacità di spesa". Per me NON significa spendere 12 avendo 10, MA spendere una cifra tale da far sì che il rimanente non sia sufficiente a garantirmi la capacità di affrontare un eventuale periodo di difficoltà, una malattia, problemi lavorativi più o meno seri. Se poi parliamo di spese voluttuarie, la soglia si abbassa ulteriormente. Nulla da eccepire. Io stesso, quando comprai la macchina avendo pronti i contanti per pagarla, accettai un pagamento rateizzato a reale tasso zero, visto che così facendo avrei di fatto pagato la macchina un migliaio di euro in meno, tenendo conto degli interessi incassati nel frattempo. Però dal giorno in cui firmai le carte considerai l'intera cifra come GIÀ spesa, NON disponibile per altri acquisti di sorta. Tu pensi che la maggior parte di coloro che ricorrono al credito per il televisore, il cellulare, le vacanze ecc. sia costituita da persone che, come te, "possono pagare in contanti quando vogliono" e ricorrono alle rate solo per sfruttare i lati positivi del meccanismo? Hai l'impressione che la pubblicità martellante dei finanziamenti sia rivolta a gente che ha già in tasca i soldi per pagare? Sarà forse perché da ragazzo avevo il Garelli da cross.. . Comunque io volevo soltanto dire che se una certa attività, commerciale o industriale o anche criminale che sia, subisce ad un certo punto un incremento "innaturale", non equilibrato, forzoso, mi sembra del tutto ovvio aspettarsi che prima o poi l'equilibrio si ristabilisca. Se in un paese di scarso interesse turistico ci sono 5 alberghi e poi in quel paese viene girato una famosa serie tv, per un certo periodo arrivano molti più turisti e magari vengono aperti altri 5 alberghi, con relative assunzioni di personale, acquisti di cibo e bevande ecc. ecc. Ben venga tutto ciò, purché si tenga sempre presente che la cosa, non essendo "naturale" ma indotta da fenomeni esterni, avrà una durata limitata e che ad un certo punto 10 alberghi saranno troppi e 4/5 dovranno essere chiusi, con relativa perdita di posti di lavoro ecc. ecc. Quando il lavoro cala o sparisce perché una certa "bolla" si sgonfia o scoppia, ben poche persone sono disposte a pensare, con oggettività, "era una bolla, prima o poi doveva finire"; la maggior parte si arrabbia perché si ritiene in qualche modo "derubata" del proprio posto di lavoro, dimenticando il piccolo particolare che quel posto di lavoro, in condizioni normali, MAI sarebbe esistito. ... e forse anche perché ci si è ben guardati dal contrastare tale diminuzione, no? Tanti camion = produzione, posti di lavoro a iosa, buoni guadagni (se così non fosse i camionisti, specie i padroncini, sarebbero in massa affetti da grave patologia autolesionista che li spinge ad intraprendere volontariamente una attività massacrante e non remunerativa), necessità di crescente manutenzione stradale, costruzione di circonvallazioni, mega rotatorie ecc.; tutte cose che generano grandi giramenti di quattrini. Beh, impossibile è parola grossa, tanto è vero che innumerevoli persone rinunciano non solo a questo ma a parecchio altro. Ad ogni modo io mai ho parlato di tornare a vivere in 10 in 4 stanze. Piuttosto ho detto e ribadisco che NON credo affatto che vivere nello spreco e nel debito costituisca un effettivo miglioramento della qualità della vita; se di questo ci siamo convinti, a mio parere un grande abbaglio abbiamo preso. su quel "nessuno" non metterei proprio la mano sul fuoco. Ho già letto da qualche parte di qualche camionista (o rappresentante della categoria) che sosteneva "la gente non si rende conto che comprando le merci locali provoca gravi disagi al nostro settore, mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro" ecc. ecc. Ho l'impressione che si si hanno almeno 4 decenni sulla schiena e una certa abitudine a tentare di osservare le cose con obiettività, sia molto difficile non ritrovarsi un po' cinici e disillusi. Forse però le cose stanno al contrario: penso questo proprio perché sono cinico e disilluso... Per quanto riguarda l'ingenuità, mai mi sono ritenuto un esperto di sociologia e macroeconomia. Credo peraltro di avere una certa esperienza di microeconomia e sociologia di base, ovvero a livello personale e familiare. Inoltre (e forse proprio qui sta la mia ignoranza) non vedo per quale ragione i principi di gestione sociologica ed economica che funzionano bene a livello personale e a livello familiare non debbano potersi adattare anche alle aziende, ai comuni, alle province ed all'intera società nazionale che, in fin dei conti, altro non sono che famiglie più o meno grandi.
  7. marimasse

    Inizio del crollo economico?

    Su questo non piove; mi sembra una cosa naturale e condivisibile. Bisogna vedere cosa si intende con "stare meglio". Secondo me, oggi più che mai, le scelte personali sono un'astrazione e praticamente TUTTO è dettato da condizionamenti esterni. Non a caso ci sono persone che si laureano in "tecniche della comunicazione" che, tradotto in italiano, altro non significa che "tecniche di inganno e manipolazione", ovvero tecniche per prendere il prossimo per i fondelli, premeditatamente e scientificamente. Un'attività che ho sempre considerato degna di colossale ammirazione. Giustissimo. Nel mio caso, però, tutto ciò è subordinato ad alcune regole fondamentali, tra cui la più importante è la seguente: compro qualcosa solo se essa viene venduta a un prezzo onesto, se posseggo già tutto il denaro necessario e se posso spendere quel denaro senza creare alcuno scompenso nelle finanze familiari. Una regola che accetto di ignorare SOLO ed ESCLUSIVAMENTE nel caso di acquisto di beni o servizi veramente necessari (che so, cure mediche, riparazione danni da tromba d'aria...) oppure, al limite, nel caso di acquisto di beni che conservino nel tempo il loro valore, come la casa. Sono, ad esempio, un grande consumatore di tv, nel senso che guardo ogni giorno qualche ora di programmi (attingendo al mio database di registrazioni su hard disk opportunamente depurate dai contenuti pubblicitari). Un bel televisore da 40 e passa pollici mi piacerebbe assai ed ho anche pronto il posto in cui piazzarlo; potrei anche comprarlo stamattina pagando in contanti, ma non lo farò perché credo che i prezzi siano ancora troppo alti in rapporto alla oggettiva qualità degli apparecchi. Comprare oggi un televisore che consuma il doppio di quello che già ho e che, a parte l'immagine più grande, non mi offre miglioramenti tali da giustificarne il prezzo NON rappresenterebbe, ai miei occhi, "stare meglio", ma solo "prendere una mezza fregatura". A dire il vero, ho l'impressione che ci siano moltissimi individui che si comportano come sopra SENZA avere alle spalle alcun tipo di sacrificio degno di essere chiamato tale. Comunque, di fronte a una persona che, dopo anni di sacrifici, si indebita per illudersi di possedere (se non paghi NON possiedi...) qualcosa di superfluo, mi viene il dubbio che quella persona abbia imparato assai poco dai propri sacrifici, oppure che siano stati sacrifici all'acqua di rose. Non a caso i nostri parenti ultrasessantenni, che hanno sperimentato sulla propria pelle dei sacrifici VERI (roba che noi, per quanto saggi, nemmeno lontanamente possiamo immaginare), considerano i debiti come una malattia pestilenziale da cui tenersi sempre e comunque alla larga e nemmeno riuscirebbero a dormire la notte alla sola idea di indebitarsi per andare in vacanza o per comprare un paio di scarpe... sfiziose. Io direi, piuttosto, che non si vuole. Credo infatti che praticamente tutti i nostri comportamenti derivino dagli insegnamenti che abbiamo ricevuto e dagli esempi che abbiamo avuto modo di osservare, prima di tutto in famiglia. Se (come i fatti ampiamente dimostrano e come tu stesso giustamente hai osservato) la pubblicità, la propaganda e tanti genitori "moderni" sono perfettamente in grado di insegnare lo spreco, l'indebitamento irresponsabile, la maggiore importanza dell'apparire rispetto all'essere, ALLORA anche il contrario può essere benissimo insegnato, no? Peccato che, a quanto pare, gli insegnanti di tale materia siano ormai quasi completamente estinti.
  8. marimasse

    Inizio del crollo economico?

    Al di là di altre considerazioni, non ho difficoltà alcuna a credere che nelle discariche si trovi ogni ben di dio. La nostra cosiddetta economia, ormai basata molto più sullo spreco che sul consumo, non solo ha abolito il concetto di "riparazione" (riparare "non conviene", si butta e si ricompra), ma ci ha anche insegnato a buttare via le cose mooolto prima che esse siano effettivamente da buttare. Una lezione che, a quanto pare, la maggior parte di noi ha imparato assai bene e volentieri. Quindici anni fa, passando una mattina presto davanti ai cassonetti a 200 metri da dove allora abitavo, vidi due lettini da sole in materiale plastico rigido con schienale reclinabile in più posizioni e ruote da un lato per agevolare gli spostamenti. Insomma, due lettini di "fascia alta", simili a quelli che solitamente vedevo ai bordi delle piscine degli alberghi di lusso. Erano impilati e appoggiati al cassonetto. Incuriosito, andai ad osservarli da vicino perché non mi sembravano rotti (pensavo "avranno una crepa, mancheranno delle parti"). Erano perfetti; non nuovi, ma perfettamente a posto. Ricordo che esitai un po', ma poi li presi e li portai a casa. Ancora li posseggo ed utilizzo.
  9. marimasse

    Inizio del crollo economico?

    Sempre ammesso che sia corretto usare le parole "rinuncia" o "sacrificio" parlando, appunto, di oggetti e beni dei quali si può fare benissimo a meno senza alcuna apprezzabile conseguenza negativa sul proprio effettivo tenore di vita. Tenersi il telefonino "vecchio" di 3 o 4 anni non vuol dire non telefonare, non poter comunicare. Tenersi l'automobile "vecchia" che funziona ancora benissimo non vuol dire non spostarsi. Sono "sacrifici" per modo di dire. Magari i sacrifici che la vita ci riserva fossero tutti di questo tipo!! Indubbiamente, peraltro, non accettare oggi questi pseudo-sacrifici spontanei rende via via più probabile, in futuro, trovarsi di fronte ad altri sacrifici, di tipo ben diverso, assai più degni di essere chiamati tali e, soprattutto, non facoltativi.
  10. marimasse

    Inizio del crollo economico?

    Vorrei sapere, SENZA polemica, se secondo te tutti quei curiosi individui che si sono scapicollati, anche in piena notte, a comprare il nuovo giocattolino pagandolo come minimo 5/6volte quello che vale, appartengono alla... "upper class"? Tutti quei ragazzi e non solo che intervistati in tv avevano il volto raggiante per essere riusciti a farsi fregare centinaia di euro ("ho dovuto aspettare un'ora, farò tardi al lavoro", "ho dovuto andare a prendere i contanti, perché la carta di credito non si poteva usare"...) appartengono, secondo te, a famiglie di nobili, dirigenti di multinazionali, capitani di industria, politici e così via?
  11. marimasse

    Inizio del crollo economico?

    Per quanto mi riguarda, non mi ritengo un nostradamus e nemmeno un dispensatore di manfrine che si lamenta avendo il tv al plasma da 50pollici (potrei comprarlo anche oggi, pagandolo in contanti, ma l'idea nemmeno mi sfiora). Io non prevedo eventi necessariamente catastrofici, non credo che il petrolio sia arrivato agli sgoccioli, spero vivamente (anche se non ho elementi per escluderlo con certezza) che situazioni come quella americana del 1929 o tedesca del dopo(prima)guerra mondiale non abbiano a ripetersi. Oggi i mezzi di informazione (si fa per dire) hanno senza dubbio l'abitudine, sempre più vistosa, di raccontare tutto con toni catastrofici. Non a caso non esiste più una perturbazione che non porti con sé un "allarme maltempo", così come quello che una volta si chiamava "caldo estivo" oggi è diventato "emergenza afa". Questo però NON significa che il nostro modello di vita, che una volta era basato sul risparmio, poi si è basato sui consumi e ormai è basato pesantemente sugli sprechi, possa essere portato avanti a tempo indeterminato SENZA arrivare al capolinea. Un mondo in cui tutti, per il cosiddetto "sviluppo", producano sempre di più (merci e rifiuti), guadagnino sempre di più, consumino sempre di più, sprechino sempre di più e inoltre si moltiplichino sempre di più non è un mondo verosimile, possibile, ma una cosa immaginaria, un'idea tanto sensata come sarebbe quella di un veicolo che si muove senza bisogno di alcun tipo di energia. Secondo me è come se fossimo a bordo di una specie di autobus (guidato da tutti quanti assieme, ciascuno nel suo piccolo) molto comodo, con riscaldamento, servizio ristorante ed aria condizionata, che a un certo punto ha imboccato, gradualmente, una direzione che porta diritto verso un burrone, accelerando poi sempre di più. Alcuni passeggeri, esagerati allarmisti, da sempre ripetono "presto precipiteremo" e, siccome finora la cosa mai è accaduta, molti altri passeggeri si sono convinti che il burrone sia una fantasia e che si possa continuare ad accelerare sempre più. Però il burrone, il capolinea, esiste. Potremmo prenderne atto, realisticamente, ed evitarlo senza particolari difficoltà; non occorrerebbe scendere dall'autobus ed andare a piedi patendo la fame e il freddo, basterebbe correggere opportunamente la rotta per tempo.
  12. marimasse

    Inizio del crollo economico?

    Ho letto l'articolo e anche alcuni altri articoli ad esso collegati. Il problema è che si trovano articoli che, da fonti sempre apparentemente autorevoli, sostengono qualunque cosa ed anche il contrario di qualunque cosa. In questa epoca super-tecnologica dovremmo in teoria essere mooolto più informati rispetto a quanto non fossero, ad esempio, i nostri nonni che non avevano la tv e che "conoscevano" i fatti del mondo attraverso i cinegiornali Luce, la stampa di regime, il ministero della propaganda. Ho invece spesso l'impressione che la differenza sia in gran parte sulla "quantità" apparente delle informazioni, NON sulla loro concreta oggettività. Un po' come è avvenuto con la pubblicità: ne riceviamo quotidianamente quantitativi spropositatamente maggiori di quelli di venti anni fa ma NON ci siamo affatto liberati dagli inganni, dalle truffe e dalle speculazioni né possiamo dire che le merci di oggi siano di qualità realmente superiore rispetto a quelle di allora, anzi. Non serve essere grandi esperti plurilaureati (basta un minimo di razionalità) per sapere che l'andazzo attuale, con la sua illusione della "crescita eterna", NON può durare ancora molto. Ci sarà senz'altro un "tracollo", ma cosa vuol dire tracollo? Ormai ci si è abituati a usare le parole "tragedia", "catastrofe", "emergenza" con estrema facilità, per cui anche in questo caso il cittadino comune fa veramente fatica a dare alla questione il giusto peso. Per molti "esperti" è già un tracollo, ad esempio, il calo recente delle immatricolazioni di auto nuove, calo che invece a me sembra ancora parecchio lieve. Comunque, supponendo che ci aspetti un vero e proprio tracollo, con il denaro che perde 3/4 del suo valore, con i risparmi che spariscono, con l'unione monetaria europea che viene spezzata sulla base del principio "ognuno per sé" (significativo l'articolo sui molti tedeschi che cominciano a non volere le banconote Euro stampate in Italia, Grecia, Spagna...), CHE COSA dovremmo fare? Cercare di spendere nelle prossime settimane più soldi che possiamo (comprando case, automobili, vestiti, vacanze, pranzi e cene, massaggi intimi e così via) prima che perdano il loro valore? Convertire i risparmi in contanti e tenerli a casa (senza più uscirne per paura di una probabilissima visita furtiva)? Sederci sul divano ed aspettare con malinconico sorriso di essere travolti dal cataclisma? Suicidarci per evitare di dovervi assistere? La cosa più paradossale è che si parli di queste cose (il tracollo, l'inflazione, le speculazioni...) come se fossero fenomeni cosmici totalmente indipendenti dagli esseri umani e dalle loro azioni. Se siamo in grado di prevedere qualcosa che dipende anche da noi, dovremmo essere in grado anche di decidere cosa fare per prevenire, no?
  13. Se le speculazioni sul petrolio avranno come risultato una minore delocalizzazione, minore uso e spreco di plastiche, minori trasporti superflui su nave e soprattutto su gomma, paradossalmente il prezzo del petrolio riuscirà a portare quei benefici di carattere ambientale che miliardi di chiacchiere non sono riuscite a portare. Indubbiamente inquinando meno non si fanno tanti soldi, però magari si campa più a lungo, rallentando un pochino la corsa sfrenata verso quella catastrofe cui nessuno sembra voler pensare in maniera razionale e non esagitata.
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