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Edolo

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  • Compleanno 14/12/1987

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  • Marca e Modello Auto
    Alfa Romeo Mito TCT
  • Città
    Milano
  • Occupazione
    Manager in area supply chain

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HALL OF FAME

HALL OF FAME (8/8)

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  1. Le prime leaked sono state un colpo al cuore, ma più la guardo e meno mi disturba. La base di partenza, la 2008, a me piace molto, quindi almeno sulle proporzioni ero tranquillo. Sul fontale mi sembra abbiano voluto infilarci troppe cose diverse, ma è da vedere dal vivo. Nel frattempo, dato che fino a ieri avrei pensato di comprare una 2008, mi sto guardando il configuratore. Domanda... La versione "Ibrida" sarebbe la Mild Hybrid, giusto? Quindi de facto la benzina. Non c'è una plug-in con cui rischio di confonderla? E' diventato difficilissimo trovare le schede tecniche dei motori sui configuratori... Se non sei aggiornato a priori sulla tecnologia utilizzata su una determinata piattaforma, non c'è modo di capire di che tipo di ibrido si tratta.
  2. Interessa anche a me. Ce ne sono ancora veramente troppo poche in giro: ai concessionari è cominciato ad arrivare qualcosa, principalmente plug-in. Da quanto mi hanno spiegato in una concessionaria di Bologna, si aspettano di riceverne regolarmente nei prossimi mesi e di non avere particolari problemi di disponibilità. Addirittura mi hanno prefigurato la possibilità di avere vetture km0. A naso credo ci vorrà settembre per trovare delle test drive sparse per i concessionari. Hai provato a richiedere un test drive sul sito?
  3. Ma nel caso peggiore cosa comporta? Bisogna smontare e rimontare il motore come per la catena degli N47 BMW? A che chilometraggi avviene statisticamente? Perché 'sto 1.2 ormai è praticamente una scelta obbligata su qualsiasi auto Stellantis che non sia plug in hybrid.
  4. Per questo problema della cinghia o c'è altro?
  5. Ciao, secondo voi posso montare un portasci magnetico sulla MiTo con parziale tetto in vetro? La quota parte di tetto in lamiera sarà sufficientemente ampia e piatta per attaccare i magneti? Do per scontato che non ci sia spazio per attaccare un portasci con base a due supporti, ma ho visto rapidamente online che esistono portasci con una sola base, tipo questo in foto (ammesso che sia effettivamente così). Avete esperienze analoghe? Grazie!
  6. Ciao a tutti, sto supportando mia sorella nella scelta di una utilitaria automatica. Abbiamo ristretto il campo sostanzialmente a 3 opzioni su cui ho un paio di dubbi specifici: Yaris 4a serie nuova -> nessuna incertezza, è il benchmark, costa solo tanto Yaris 3a serie '19 -> ha di contro che è più cheap all'interno e non ha i fari full led. Tecnologicamente (sistema ibrido) è confrontabile con la 4a serie o ci sono modifiche sostanziali? FIAT 5ooC '19 1.2 aut. -> al di là dell'essere tecnologicamente un'auto di 10 anni fa, ho parecchi dubbi sul cambio che non gode di grande reputazione. Ma che tipo di problemi ci sono esattamente su questo cambio? Qualcosa in particolare a cui devo far caso durante il test drive? Sono già state valutate e scartate altre utilitarie automatiche per motivi di estetica, prezzo o mancanza di ibrido, tra cui Swift, Jazz, C3, 208, Polo/A1, Mini.
  7. Capisco quindi che al di là di quanto già individuato come extra-costo, non ci siamo particolari altri aspetti da considerare. I consumi non mi preoccupano molto: sono già a ridosso dei 10 km/l con la MiTo, ma per quanto poco la uso, la benzina è nella coda di Pareto delle mie spese.
  8. Ciao, domanda molto specifica. In un eventuale acquisto di una Sr4 Cabrio 335i, che tipo di costi addizionali bisogna considerare rispetto ad un modello più base (es. 320i)? L'obiettivo è ritarare il budget per assorbirne una parte in fase di acquisto. Ho caloclato circa 800 euro/anno in più tra bollo e superbollo (auto >5 anni), 350 di assicurazione (tutti sul F&I) e circa 600 euro in più di passaggio di proprietà. La differenza di consumi possiamo considerarla trascurabile considerata la mia percorrenza irrisoria. In pratica rimangono fuori dal mio conteggio le eventuali differenze nel costo della manutenzione ordinaria ed eventuali componenti addizionali critici per quello che riguarda la straordinaria (es. la turbina in più). Cosa c'è di rilevante? Grazie!
  9. Non ho esperienza diretta, ma su Autoscout si trovano diverse Aixam intorno ai 60mila km in condizioni apparentemente eccellenti, anche usati garantiti da concessionarie. Quindi in ottica di tenerla un paio d'anni e farci - immagino - altri 10mila km, non mi sembra un rischio. Sono motori semplici: non vedo componenti particolarmente critici da manutenere/sostituire. Fa un tagliando l'anno per tenerla in salute e potenzialmente la rivendi con svalutazione minima.
  10. Purtroppo è sempre meno vera questa cosa: ormai nel mercato dell'usato i benzina costano più dei diesel nella maggior parte dei casi/modelli. P.S. "Purtroppo" per chi, come me e molti qua, ha sempre avuto una predilezione per il benzina anche quando si comprava il tiddai anche per andare al bar sotto casa.
  11. Alla fine mi hanno dato una 5ooL rialzetta con il 1.4 aspirato... Ok, non avere velleità sportive, ma cavolo che fatica fare un sorpasso su una strada provinciale. 😅 Fun fact: quando ho ritirato la macchina, mi hanno offerto una T-Roc Cabrio praticamente allo stesso prezzo... e niente, non c'è l'ho fatta, proprio da un punto di vista etico. 😂
  12. Ciao a tutti, sto prenotando last minute un giretto in Salento per i prossimi giorni. Dovrei noleggiare un'auto all'aeroporto di Brindisi e c'è una discreta differenza di prezzo tra una Smart ForFour ed una utilitaria del segmento B tipo Ford Fiesta. Secondo voi è adeguata una Smart per gironzolare per le strade della zona in due persone o devo fare upgrade? Grazie! == Aggiornamento == Dubbio risolto, ho trovato una 5oo per pochi euro in più della ForFour. Approfitto del fatto di aver ormai aperto il topic, qualora qualcuno avesse da darmi qualche dritta su posti da visitare (es. spiagge, attrazioni varie) e/o ristoranti, considerato che pernotterò a Lecce città e starò 4 notti.
  13. Attenzione, non ho detto che dipende dalla performance e dalle capacità tecniche, ma dalle competenze complessive, dove generalmente le soft skill pesano di più. Per crescere di RAL tipicamente bisogna cambiare spesso lavoro, bilanciando cambi interni e cambi esterni per non apparire né come un impiegato col culo pesante, né come uno schizzato che salta da un'azienda all'altra senza concludere nulla. Per cambiare lavoro spesso ci vuole un certo tipo di bravura che di solito non ha nulla a che fare con le competenze tecniche. In parte dipende dai risultati conseguiti, ma ancora di più dalla percezione che dai di poter portare risultati se messo nel posto giusto. La mia esperienza probabilmente è l'altro lato della medaglia della tua. Ho visto la differenza con un mio collega di università (ing. energetica) entrati nelle stessa azienda, lui da progettista prima di me, perché molto più bravo all'università, io in supply chain. A distanza di 5-6 anni lui era cresciuto come progettista, ma più o meno sempre nello stesso team e nello stesso plant; io grazie al ruolo trasversale ed a qualche competenza relazionale, mi sono fatto conoscere a vari livelli ed in varie funzioni, ho cambiato 3 volte ruolo, di cui l'ultimo in business strategy e con un trasferimento a Milano, grazie quale mi hanno infilato il valore del canone di affitto in RAL (il vero breakthrough della RAL). Quando ho visto che lo step di crescita successivo era lontano e non particolarmente stimolante, ho cambiato azienda (quindi dopo poco più di 6 anni) tornando in supply chain prendendomi un increase importante, più per via del profilo professionale abbastanza particolare e raro, che non perché io sia un bravo ingegnere. Anzi, non mi ritengo affatto tale, ma fortunatamente (per ora) guadagno probabilmente molto di più che se avessi fatto il medico. Il mio collega di cui sopra all'università era uno di quelli bravissimi a fare i progetti e che immancabilmente ogni volta snobbava la relazione tecnica dicendo "un progetto non è fatto bene o male per la relazione tecnica, ma per come faccio i calcoli". Ecco, se vogliamo il problema è che ci decide della tua RAL non guarda i calcoli ma sente te che li racconti. Se posso, il problema non è tanto confrontare gli stipendi dei medici a quelli degli ingegneri (che comunque sono una categoria abbastanza privilegiata, al netto del mazzo fatto all'università), quanto il fatto che ci siano categorie di professionisti laureati con stipendi che in alcune città come Roma/Milano sono al di sotto della soglia di povertà. Si faceva prima l'esempio dei laureati in biologia, ma potrei farne altri in materie economiche, senza scomodare le varie "scienze delle merendine". E la situazione degenera generazione dopo generazione: ho una sorella 40enne che fa sviluppo di prodotti finanziari in una banca di investimento e guadagna la metà dei suoi colleghi 50enni e oltre il triplo dei suoi colleghi 30enni.
  14. Secondo me il confronto medico del SSN vs. ingegnere è un po' sterile, ma non tanto per una questione di responsabilità o difficoltà del percorso di studi / professione, quanto per un tema di misurazione delle performance. Indipendentemente da quale sia lo stipendio effettivo e/o giusto di un medico, a me balza all'occhio il fatto che si parli di scatti di stipendio legati all'anzianità, realtà lontanissima da quella di un ingegnere o qualsivoglia altra professione in un'azienda privata. Per un ingegnere non esiste una relazione forte tra anzianità e retribuzione: la RAL dipende esclusivamente dalla reperibilità del profilo sul mercato e dalle capacità del singolo, oltretutto più relazionali che tecniche. Alla fine dei conti, lo stipendio dipende da quanto sei in grado di abbinare salti interni ed esterni all'azienda, il che ovviamente dipende da quanto uno è in gamba. Per un medico del SSN ed in generale per i dipendenti pubblici questo non avviene: le dinamiche sono diverse, così come per i professori o altre categorie della PA. Un professore bravo non guadagna più di uno scarso, così come un medico scrupoloso non guadagna più di uno approssimativo. E' un po' la solita questione che nella PA non esistono (o sono molto poco diffuse) metodologie per misurare le performance dei dipendenti e quando non misuri non migliori.
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