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Ero sicuro che i copricerchi non fossero i suoi, ma non mi veniva in mente di chi fossero.
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Metto anch'io qualcosa dopo un po' di tempo. E' destino che le Ritmo diesel le becchi tutte io😄: Dopo la Diesel CL I serie, postata qualche mese fa, ecco una FIAT Ritmo D CL III serie, dell'aprile '86, beccata al volo all'uscita di un parcheggio a pagamento. Condizioni conservate, dignitose. FIAT Panda 750 CL del novembre '87, in condizioni di utilizzo quotidiano. FIAT Ducato Turbo D 10 autocaravan del luglio '89, in condizioni piuttosto vissute. FIAT Panda 4x4 del giugno '92, discreta ma un po' "personalizzata". MCC Smart del '01, prima serie della piccola citycar tedesca, in condizioni di conservazioni ottime. Tutt'altro che scontato incontrarne in così buone condizioni; in genere, per la natura stessa ultra-cittadina dell'auto, se ne vedono in condizioni molto sfruttate se non proprio disastrate. Infine chiudo con questa SEAT Marbella del febbraio '93, da utilizzo quotidiano e in condizioni un po' precarie.
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Gtv bianche credo di non averne mai viste in vita mia! 😮
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Sulle sponde del lago di Bracciano mi sa che il nostro caro Roy deve averci dato un po' dentro col vino, tanto che dopo la vista si è annebbiata e scambia una Escort con una Fiesta. E' una TR-6. Orrendi. Direi senz'altro roba after-market. Una 131 Supermirafiori D al giorno d'oggi credo sia qualcosa tipo un unicorno.
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Vista la qualità della foto ci andrei molto cauto sulla veridicità.
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Sarà la nostalgia d'altri tempi; sarà che quando si parla di Delta il mio cuore è di parte, ma trovo sempre tremendamente affascinanti questi reportage, anche al netto dell'innegabile ridondanza narrativa.😍
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Opuscoli di automobili da fine anni 50 a inizio 2000
Mazinga76 ha risposto a multiplex in Auto Epoca
Anche io lo vedo regolarmente. -
Altroché se la conosco, è la fatidica salita di Monteforte Irpino, dove soprattutto in estate non è difficile vedere macchine ferme sulle piazzole di sosta coi cofani aperti e fumanti. Ultimamente l'ho fatta due volte, con la Panda e con la Delta di mio padre, ma per via interna (lì la salita è ancora più ripida), per evitare i cantieri di lavoro che attualmente sono in opera sui viadotti, prima di Avellino Ovest.
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Per quanto riguarda la Ka I serie, in verità, non mi sorprende molto, soprattutto se si tratta della prima versione del 1300 da 60 cv: era un motore di concezione alquanto vetusta e non propriamente parco nei consumi. Un mio collega aveva una Ka Leather Collection con quel motore, e proprio dei consumi non faceva che lamentarsi.
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Non so quanto potesse essere più conveniente l'impianto a GPL rispetto alla benzina, in compenso so bene quali sono i contro di tale soluzione su cilindrate così piccole. Un mio compagno delle superiori aveva una Panda 750 CL, comprata usata già dotata del GPL, e ricordo quanto fosse stata estenuante una gita che facemmo a Sabaudia (LT): prestazioni al limite dell'imbarazzante; accelerazione lentissima; ripresa letargica; anche se davanti ti si piazzava il contadino con l'Ape, che andava ancora più lento di te, pensare di azzardare un sorpasso era qualcosa di suicida. A un certo punto, anche con un certo imbarazzo stampato sul volto, il mio compagno preferì mettere fine allo strazio passando a benzina, e la differenza si sentiva eccome. Tutto questo per dire che non so che senso abbia l'impianto a GPL su modelli ultra-utilitaristici, già concepiti in partenza per essere orientati alla massima economicità.
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Quell'impugnatura della leva del cambio non so se somiglia di più a un grosso cavaturaccioli o a una leva per fare brillare un ordigno. 😄 La modanatura mancante sotto i fari sicuramente acuisce l'effetto, ma il paraurti è sicuramente fuori posto: direi anche un po' cascante verso il basso.
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Comunque nel '96 Felicia si presentava con un design un tantino più attuale; Elba al confronto appariva decisamente superata.
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La XJ (menzionata come "Sovereign"), la serie 7 e la SE/SEL (menzionata come "serie S") sono tutte citate nel fantomatico segmento G. La V8, se è riferita all'Audi, nel 1983 non esisteva.
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Sor Kris, ma che mi combina? Mi confonde una 145 con una 146??
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Al di là di tutte le considerazioni, a me pare proprio una suddivisione in larga parte "ad capocchiam", sia che la si voglia leggere con i parametri di oggi, sia con quelli di allora.
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Alla MG il nome non credo che glielo abbiano scelto a caso: la faccia da balena ce l'ha.
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L'idea di derivare una coupè da un'ammiraglia Lancia era concettualmente più che sensata, d'altra parte è un'operazione che è sempre stata nel DNA Lancia. L'assurdo è quel che hanno tirato fuori: un design goffo e disarmonico tra anteriore e posteriore, con il muso praticamente invariato rispetto alla berlina e una coda strana e tozza; e quella vista di profilo che boh... a me ha dato sempre l'idea di qualcosa di storpio e sgraziato. Tanto per dire, la Gamma coupè, pur non baciata da un successo straordinario, al confronto era una vera opera d'arte.
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Infatti l'aveva una mia prof. delle superiori, era appunto una XS identica pure nel colore, ma era una 1.6
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A occhio e croce direi che anche la borchia della ruota posteriore, con i fori dei quattro perni, non sia la sua. Le originali credo fossero semplicemente a incastro. Davanti invece pare manchi del tutto.
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Quella della suddivisione dei segmenti apre una diatriba che non se ne esce più: secondo questa teoria dalla Regata in poi in casa FIAT non ci sarebbe mai stata una segmento D perché erano tutte delle C allungate (Ritmo/Regata; TIpo/Tempra; Brava/Marea), e quindi si saltava direttamente dal segmento C al segmento E. Potremmo allargare il discorso anche in casa Lancia con Delta/Prisma. Alla fine sono correnti di pensiero e credo che nessuno abbia la verità in tasca. Certo è che io, da cliente, se mettevo la Rover 400 nel mio possibile ventaglio di scelte per una berlina media a 3 volumi, mi sarebbe venuto più logico, per classe dimensionale, confrontarla con una Mondeo, una Primera o una Vectra piuttosto che con una Escort, una Almera o un'Astra. Questo a prescindere da chi derivasse. La Rover 600 rientrava in quei casi un po' atipici di vetture che stavano a cavallo tra due segmenti: era palesemente più di una D ma non era neanche una E.
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In verità, per dimensioni, motorizzazioni e carrozzerie disponibili non mi sembrava molto diversa dalle concorrenti generaliste del segmento D dell'epoca, tipo Ford Mondeo, Opel Vectra et similia.
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Ignoravo che esistesse anche a tre volumi e che fosse stata importata in Italia; sempre conosciuta e vista a cinque porte.
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Vi propongo una piccola divagazione motociclistica con queste due vecchie glorie anni '50 di Mandello del Lario, esposte in un supermercato a una dozzina di km da casa mia, che frequento sporadicamente. Anni di immatricolazione non riscontrabili in quanto le targhe erano coperte. Moto Guzzi Galletto (mio padre ne possedette una, da giovane, per un breve periodo), prodotto dal 1950 al 1966 Moto Guzzi Zigolo, prodotta dal 1953 al 1965
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Era l'unica versione delle tre a "non essere una Polo", nel senso che dal punto di vista commerciale si tendeva a staccarla dalle altre due, forse per non intaccarne l'immagine giovanile e alquanto modaiola. Infatti, diversamente dalle altre, si chiamava Derby. Esisteva anche nella I serie.
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Tutto giusto, tranne il colore che è blu scuro. Probabilmente la foto presa un po' in controluce inganna.