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Mazinga76

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  1. E perché no? Dopo la settima viene l'OTTIMA!!
  2. Diciamo che la questione sarebbe abbastanza marginale. Farsi beccare dall'autovelox con la Bianchina, a meno di esemplari truccati, appare un po' un'impresa.
  3. Come ben si vede in foto c'è molta umidità, i vetri sono appannati e per questo non si vedono i riflessi di luce che normalmente si vedrebbero. Ma poi mi domando: Esisteva l'Ulysse col tetto in tela? Mai vista in vita mia. Quelle poche che ricordo di aver visto col tetto apribile erano in vetro.
  4. E per fortuna sì. Dio buono, quella a sinistra sembra una Lada.
  5. Non so esprimermi sull'originalità o meno. Però devo dire che colorata ci sta benissimo.
  6. Sì, è tutto vero. Siccome la Clio III era cresciuta abbondantemente nelle dimensioni rispetto alla Clio II si era venuto a creare un vuoto eccessivo tra la piccola Twingo e il segmento immediatamente superiore. Si preferì dunque tenere ancora in vita la Clio II rinfrescandola nell'estetica e dandole il nome di "Clio Storia". Fu la stessa operazione commerciale messa in atto anche da altre case, come FIAT, quando uscì la terza generazione di Punto, e Peugeot, quando lanciò la 207. Entrambe le nuove nate sforavano il muro dei 4 metri, per cui fu necessario tenere in vita le precedenti generazioni, che nel caso di FIAT assunse la denominazione di "Punto Classic"; "206 Plus" per quanto riguarda invece Peugeot.
  7. Onestamente non credo che negli anni '90 si potesse parlare di SEAT ancora come di una sottomarca, fatta eccezione per l'ormai vetusta Marbella, che restava sostanzialmente una variante meno evoluta della nostra Panda, il cui ruolo era semplicemente quello di auto da prezzo. Il processo di consolidamento dell'immagine tecnica e di marca non era forse del tutto completato, ma rispetto alla SEAT del decennio precedente (Fura, Ronda, Malaga) il passo in avanti fu globalmente enorme. Già l'Ibiza dell' 84 era una vettura che irrompeva nel segmento B con un'immagine e delle credenziali enormemente accresciute rispetto al recentissimo passato, tanto da non lasciarsi percepire come un'alternativa povera ad altre auto del segmento. Pienamente d'accordo invece sulla sottomotorizzazione dell'Ibiza II serie da parte di VW e sulla bruttezza di Corsa 5 porte.
  8. Col cognome ci sei andato vicino; la scritta sotto è "radiatorista".
  9. Questa credo di averla postata anche io anni fa. E' la Uno del mio meccanico/radiatorista di fiducia; la usa ancora quotidianamente come auto da lavoro, per girare tra autoricambi e autodemolizioni. Sulle fiancate è pubblicizzata la sua officina. Da dove salta fuori la ditta che vende climatizzatori? Nel Napoletano sì. Anche mio zio acquistò nel giugno '95 una Lancia Delta 1.6 targata "AA". Dipendeva dalla distribuzione territoriale dei lotti alfanumerici che non seguivano una logica cronologica esatta.
  10. Vista sempre da lontano, qualche volta dal balcone di casa mia. Non ho mai focalizzato il volto. Comunque è plausibile che prima la macchina appartenesse a qualcun altro; la donna deve essere stata l'ultima utilizzatrice e la usava come mulo da battaglia.
  11. Non credo siano le luci della targa; hanno tutta l'aria di essere dei sensori after market, di cui uno è rimasto appeso. Uuuuhhh, mi dispiace! Questa è stata per anni un mio incontro molto frequente; diversi anni fa la fotografai anch'io e la pubblicai qui, quando ancora era in condizioni più che meritevoli. Avevo l'impressione che fino a un certo periodo sia stata tenuta con molta cura, nonostante fosse usata quotidianamente. Poi all'improvviso iniziai a vederla deperire rapidamente, come se ormai non interessasse più. Tra l'altro, la proprietaria abita in una traversa privata non molto lontano da casa mia e spesso si fermava sotto casa mia per andare al bar affianco.
  12. Che Y e Ypsilon fossero auto diverse non ci piove. Quello che non torna è che Autobianchi/Lancia Y10 e Y vengano considerate alla stregua di un modello unico quando non è affatto così, anche di più che per Y e Ypsilon. A cominciare dal marchio Autobianchi che era solo di Y10 mentre la Y era solo Lancia; strutturalmente erano due macchine totalmente diverse e anche due segmenti diversi.
  13. Per me la I serie della Matiz aveva una linea riuscitissima, pulita, della quale non saprei trovare qualcosa fuori posto. Gradevole ma un po' "sporcata" nei successivi restyling. Aveva una linea di gran lunga più aggraziata della contemporanea Atos; grida ancor oggi vendetta il rifiuto di FIAT.
  14. La Lupo, con gli occhioni tondi, mi ha sempre fatto più simpatia. Non che mi facesse impazzire, ma la trovavo più personale. L'Arosa, segnatamente la prima serie, mi sembrava decisamente più anonima. Migliorò molto però col restyling, soprattutto al posteriore grazie ai nuovi gruppi ottici molto più particolari e originali. Non di rado vedevo proprietari di Lupo che montavano i fanali posteriori di Arosa.
  15. Eh sì. Anzi, forse da questa foto è anche più chiaramente visibile ...
  16. Ma, sbaglio o il presunto tappetino di moquette, lì nel vano portaoggetti, altro non è che la moquette di rivestimento del tunnel centrale? In pratica sembrerebbe che il mobiletto che raccorda la console con il tunnel sia aperto sotto e semplicemente calzato sul tunnel.
  17. Le Quadrifoglio Oro erano decisamente rare, ma qualcuna in giro me la ricordo. Quello che trovavo incomprensibile erano i cerchi verniciati di nero nella parte centrale, di una bruttezza inenarrabile. Non capisco nelle intenzioni della casa cosa avrebbero dovuto dare in più all'immagine della vettura quei cerchi verniciati a quel modo. Semmai il top di gamma avrebbe meritato direttamente i cerchi in lega, come avveniva per la concorrente Delta LX.
  18. Questa la conosco bene. La beccai a Cardito, nel piazzale di un noto caseificio, e la postai anche io su questo topic diversi anni fa, quando ancora era in condizioni perfette, probabilmente acquistata usata da poco. In seguito la vedevo ancora girare di tanto in tanto, poi non l'ho più vista. Fa un certo effetto vederla ridotta così rispetto a come me la ricordavo.
  19. Ecco, l'ultimo è il motivo esatto per il quale la Beta Montecarlo non fu sviluppata come avrebbe meritato. La Lancia dei tempi godeva ancora di un'aura di prestigio più o meno consolidata e del ritorno d'immagine che le veniva dalle competizioni sportive. Una Lancia forte sarebbe stato un problema interno di non poco conto, fino a ledere la maestà del Cavallino.
  20. Questo lo ignoro, sinceramente. Ma credo che dai primi anni '90, con l'arrivo del Porter prima e del Quargo poi, Piaggio abbia orientato definitivamente i suoi veicoli da trasporto medio/leggero dalle tre alle quattro ruote. Per il piccolo trasporto leggero di prossimità, anche se non è un erede dell'Ape in senso stretto, l'ultimo tre ruote da trasporto concepito da Piaggio è stato il 3W Delivery, da quasi un quintale di portata totale, oggi ampiamente presente nelle flotte di Poste Italiane.
  21. Ma come sarebbe "non vi è alcuna traccia dell'Ape"?? Io non ho fatto nessuna ricerca Google, ci sono arrivato dal sito ufficiale: Basta scorrere la home page fin giù e trovi la dicitura "Gamma Classica - Ape", clicchi sopra e si apre la pagina dedicata con tutte le informazioni. C'è anche la lista regione per regione dei dealer autorizzati alla vendita degli Ape; è un PDF in due pagine aggiornato al 2023, quindi è attualissimo. Poi magari le informazioni tecniche non saranno aggiornate, ma è impossibile pensare che non sia ancora ufficialmente a listino. Il listino IVA inclusa, in vigore dal 1° gennaio 2023, va dai 7141 € del pianale standard ai 7549 € del furgonato, franco concessionario e messa su strada esclusa.
  22. Sul sito Piaggio Commercial l'Ape 50 è presente in tutte le sue versioni: Pianale; Cross; furgonato oltre al telaio nudo da allestire. Prezzi da 6500 € circa.
  23. Ma, in realtà, l'Ape completamente nuovo e totalmente diverso da quelli degli anni '60 fu il TM del 1983, il cui design fu curato nientepopodimeno che da Giugiaro. Fu prodotto fino al 2016 con piccolissimi aggiornamenti di dettaglio. Personalmente trovo questo design riuscitissimo e ancora attuale. La mano di uno che di design se ne intende si vede eccome. Da noi dovrebbero essere rimasti solo i 50 cc.
  24. I vetri posteriori discendenti credo li avesse l'Alfetta Gt/Gtv. L'Alfasud sprint/Sprint credo avesse dei normali vetri ad apertura a compasso.
  25. Ovviamente sterzava. Giravi il manubrio da un lato o dall'altro e sterzavi.
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