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angeloben

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  1. Gran lavoro Paolo, ti saran fumate le dita... grazie. Riflettendo sulle italiane assenti, mi viene il sospetto che forse il confronto interessava delle classiche berlinette sportive a 3 porte (è così Paolo?), e quindi: - Alfa 33 era fuori perché mai ne è esistita versione a tre porte - Lancia Delta - se il motore 2.0 16v era disponibile in quel periodo (a memoria non lo ricordo neppure io, ma gli archivi on line dicono di sì...) - era fuori per lo stesso motivo, perché nel 1994 la HPE 3 porte ancora non si era vista (arrivò solo l'anno dopo). - Fiat Tipo, sì la 3 porte era arrivata nel 1993, ma FIAT non la mise a disposizione... potrebbe esser stato per mancanza effettiva di disponibilità, ma se ricordo bene, i giudizi del tempo sulla Tipo 2.0 16v non furono nulla di eccezionale, anzi. Modello ormai anzianotto, peso notevole, motore non al livello della migliore concorrenza. Temo che il confronto diretto tutto improntato alla sportività, non avrebbe giovato alla Tipo e Fiat certamente lo sapeva.
  2. Due commenti brevi: 1. i rossi di varie tonalità be', mi meraviglia alquanto che molti di voi che non mi risultano siano astemi, non sappiano che tutti i rossi invecchiando cambiano tonalità! 2. la Calibra V6 mi piace sempre leggere le vecchie prove e quella della Calibra V6 mi mancava del tutto. Sulla "opportunità" di una simile motorizzazione, vorrei solo dire che questa versione alla fine ha venduto esattamente quanto la Turbo (circa 12mila esemplari), in meno anni di carriera. Quello fu un periodo in cui molti costruttori si dettero ai plurifrazionati e Opel cercò di stare in linea alla concorrenza. E in effetti la V6 arrivò quando la 16v subì la cura Ecotec e venne addomesticata a 136 CV, con un carattere assai meno sportivo. Tra la 16v Ecotec e la Turbo 4x4, V6 credo fosse un valido step intermedio, probabilmente apprezzato soprattutto dai mercati meno allergici alle cilindrate alte (e relativi prezzi/costi).
  3. Si parlava di Tipo 4 alcuni post fa, ed ecco vi propongo anche io il confronto fra due esemplari della famiglia, ma se nella rivista inglese erano tutte "aspiranti" vincitrici, qui le trovate "turbate", ognuna alla sua maniera... Motore 100% scandinavo, il turbo più in del periodo, per giunta con le 16 valvole e l'accensione diretta, accoppiata che nessuno aveva all'epoca, e tipica carrozza due e mezzo ottantesca per la Saab 9000 turbo 16v, annata 1990 dalla targa, in uso normale (l'ho vista spesso) e condizioni di conseguenza. Stessa strada, stesso lato, stessi giorni, l'Italia ribatte con la Thema, motore 100% italiano (per carità, motore coi controcaz... ops, volevo dire ...contralberi, intercooler, overboost e tutto, ma le 16 valvole erano ancora di là da venire, per non parlare di accensione diretta), e da buona italiana non si faceva mancare il vestito firmato Pininfarina. Lancia Thema i.e. turbo, 1995 cc, 122 kW, 17/09/1987 I cerchi son i Bugatti style che PaoloGTC non ama... e il faro post destro non è certo originale (mi sembra un seconda serie), ma questa station wagon resta bella come poche.
  4. Dopo aver recuperato i miei file post-disastro imageshack, eccovi alcuni avvistamenti più o meno recenti con la Stella a tre punte: Si parte con un classico, la W123, quella che per me rappresenta "La" Merceces... Mercedes Benz 200 (1997 cc, 80 kW, 05/05/1981) Si prosegue con il modello più longevo di Stoccarda: Mercedes-Benz 240 GD (2399 cc, 52 kW, 09/04/1984) Si torna alle berline comode e lussuose, ma un più po' indietro nel tempo: una W115 assai ben sistemata con targhe nere originali padovane. Trovo questa serie tra le più eleganti e riuscite MB di sempre. Mercedes Benz 220 automatic (85 kW, 20/08/1969) Il lusso avanza, si passa alla Sonder Klasse... una W116 svizzera scesa in Italia. Non ho invece mai particolarmente amato questo modello, appensantito da cromature e paraurti troppo elaborati, eppure fu persino Auto dell'Anno... Mercedes Benz 280 SE Finisco con una puntata in Sud Africa, per una S124 (la "T") non meglio identificata, prima serie comunque, palesemente in uso normale, ma molto ben conservata.
  5. Grazie Paolo, mi piacerebbe non solo scrivere, ma soprattutto leggere di più, c'è un sacco da imparare e da apprezzare qui. E onestamente non è detto che io abbia da dire molto più di quello che scrivo, le mie risorse conoscitive sono effettivamente limitate. Comunque non riesco ad essere assiduo e mi succede spesso di restare indietro di settimane o mesi e riuscire a "mettermi in pari" raramente, leggendo una scorpacciata di post tutti insieme in giorni di ferie come questi... In effetti anche Fiesta '89 e Discovery furono due novità molto significative. La Land Rover in particolare rientra perfettamente nel discorso che avevo imbastito su quell'annata. Con il successo dei fuoristrada negli anni '80, Land Rover può pensare di sostituire la sua icona ormai invecchiata e Discovery nei piani iniziali del produttore doveva essere il modello che finalmente soppiantava la storica 90/110, andando a competere con i moderni 4x4 giapponesi. Poi sappiamo che il "vecchio" Defender è rimasto in gamma comunque... Ricordo la copertina di quel primo numero di AM, lo comprai ovviamente anche io, e lo dovrei avere ancora in garage... il battage pubblicitario per quella nuova rivista dovette essere molto intenso se così tanti di noi lo presero e conservarono. Ricordo ancora un servizio particolare proprio sull'Xm in quel numero. Riguardo alla valutazioni personali su quelle auto che abbiamo citato, MB R129 sbalordì anche me all'epoca, sembrava l'auto "definitiva" per linea e contenuti, ma a distanza di anni ne ho progressivamente riconosciuto dei limiti estetici, che per me significano una qual certa mancanza di carattere ed eleganza, troppo "liscia", "banale" (mi si passi il termine), pesantuccia. Non mi si fraintenda, penso sia sempre una bella macchina, ma le precedenti creazioni Mercedes anni '80, dalla Serie S W126 (soprattutto SEC) alla 190 W201 oggi le ritengo più belle. BMW Serie 8 invece non ho smesso mai di apprezzarla: una delle auto più belle degli ultimi decenni in assoluto. Riguardo a Peugeot 605, anche io caro Abarth non l'ho mai disdegnata, soprattutto al debutto mi piaceva. Sebbene ne capisca l'insuccesso: in effetti un tratto stilistico ormai noto, troppo simile alla più piccola e meno prestigiosa 405, e anche alla concorrente 164 che mostrava più carattere. A voler scomporre i limiti di quella linea, vedo meno equilibrio di proporzioni e meno dinamismo rispetto alle altre due, per via di un passo molto più lungo, nonché di una linea di cintura più bassa. E i fari detro un po' piccoli, poco importanti, e la plancia così "rigida" e scontata. Poi, personalmente non ho mai sopportato quella leva del cambio, troppo lunga e con un pomello dalla forma sgraziata, mi infastidisce tutt'ora quando la vedo, ma qui si entra nel campo delle pippe personalissime.
  6. 1989, un anno interessante, qualcuno lo ha detto. Calibra ha avuto meriti tutti già menzionati dagli esimi frequentatori del forum. A me preme adesso dire due parole su quell'anno, che ha visto nascere la bella coupé Opel assieme ad altre vetture piuttosto significative. Una contemporaneità di presentazioni automobilistiche che non è casuale. In un quadro allargato al mercato globale (sì, ancora limitato alla metà "occidentale" di quell'epoca ancora "a blocchi"), il 1989 mostra gli effetti tra i più eclatanti di un decennio particolarmente favorevole per l'economia mondiale e per il settore automobilistico di conseguenza. A metà anni ottanta, con i soldi già guadagnati negli anni precedenti e con rosee previsioni per il futuro, le case automobilistiche ritornano ai progetti più ambiziosi, concentrandosi finalmente sui modelli d'immagine, quei modelli che richiedono investimenti importanti ma che non è detto offrano ritorni sicuri. Dopo aver rinnovato le gamme con i modelli centrali, quelli dei grossi volumi, allora si sbloccano anche quei progetti per la sostituzione di modelli ormai anziani ma dai piccoli numeri. Come al solito, è in particolare il mercato USA a tirare le fila del discorso e guidare le scelte fondamentali del mondo automobilistico. E così in particolare Tedeschi e Giapponesi (ma non solo loro...), che hanno nel ricco mercato Statunitense il loro punto di riferimento per lo sviluppo di modelli di lusso e di nicchia, sanciscono il loro successo avviando progetti importanti e molti di questi vedono la luce proprio in quel 1989, quando succede che: - Mercedes-Benz finalmente ha avuto modo di lavorare alla sostituzione del più vecchio dei suoi modelli, la R107, e nel 1989 arriva la R129 (la SL di Lavazza, come la chiamò mio fratello per via degli spot del caffè in cui la spiderona comparve con Manfredi) che sbalordisce tutti. - BMW similmente ha pensato al cambio la sua osboleta coupé Serie 6, e arriva la ancora più notevole 850i (la Serie 8 E31). - Mazda vede spazio per un mercato del divertimento puro e sempre nel 1989 presenta la spiderina MX-5 Miata. - Toyota, dopo lunga e meticolosa preparazione, nel 1989 spariglia le carte del settore del lusso in USA col nuovo marchio Lexus e la sua ammiraglia LS400, bandiera della qualità totale. - Nissan, sempre in USA e sempre nel 1989, presenta l'analoga operazione Infiniti, sebbene con due modelli certo meno "storici" come la berlina di lusso Q45 e la coupé M30. - anche ciò che sembra roba di casa nostra, l'italianissima Ferrari, in realtà agisce spinta da e per il mercato USA. Sfruttando il successo USA anni'80 finalmente riesce a lavorare concretamente all'erede della generazione 308/328, nata nel 1975... e nel 1989 arriva la 348, magari non la più amata delle rosse, ma pur sempre un notevole investimento in novità per la casa di Maranello. - Opel, pur senza pensare agli USA, ma con ramificazioni anche extraeuropee (Holden in Australia, Chevrolet in Sudamerica), manda in pensione la vecchia Manta in attività dagli anni 70 e presenta la modernissima Calibra. - nel più ristretto mercato esclusivamente europeo, anche il gruppo PSA è finalmente in grado di dare delle eredi alle proprie ammiraglie, con Citroen CX e Peugeot 604 risalenti alla metà degli anni settanta e rimaste nei listini più del dovuto per cronica mancanza di fondi. Il successo di 205, BX e AX danno respiro alla casse e si possono varare le nuove ammiraglie, la originale Citroen Xm e la più convenzionale Peugeot 605, che arrivano entrambe nel 1989. Arrivano però buone ultime e forse troppo tardi nel segmento più brillante del decennio '80, quello delle ammiraglie, e il successo ne risente. Ci furono poi altre novità nel 1989, tra cui la Lancia Dedra citata da qualcuno (e che a me è sempre piaciuta), ma onestamente le reputo assai meno significative e meno legate alla particolarità di quell'anno particolare che fu il 1989.
  7. Ciao, rileggendo qualche pagina addietro, volevo dare un minuscolo contributo di precisazione su questa storia delle grigliette laterali sul parafango destro delle Mercedes turbodiesel avvistate (è una di quelle cosette che solletica la curiosità evidentemente, perché ricordo che era già venuta fuori un po' di tempo fa... come quella del tergilunotto sulle tre volumi...) Le prese d'aria le avevano sia la 250 che la 300, e anche la 190 2.5 turbodiesel, ma certamente non servivano per raffreddamento dell'intercooler, visto che né il 2500 né il 3000 turbodiesel avevano lo scambiatore, quello arrivò molto più tardi sul 2900 degli anni '90. Erano più semplicemente prese d'alimentazione d'aria del motore. Quanto ai tempi di commercializzazione, in effetti la 250 turbo arrivò dopo la 300, ma non così tardi... e neppure ce la fecero sudare più del dovuto a noi italiani! Arrivò infatti nell'autunno '88, appena dopo la presentazione mondiale. Quello che è vero è che la 190 con lo stesso motore era già in vendita da qualche mese, e negli USA addirittura da qualche anno, ma la storia delle Mercedes turbodiesel degli esordi (anni '70-80) è un po' particolare, tutta rivolta com'era al mercato nordamericano. Oggi facciamo fatica a pensare che fu così, ma allora credevano fosse il mercato di sfondamento della nuova tecnologia turbodiesel... Insomma, il turbodiesel è stato pensato per gli ammerregani, ma poi ce lo siamo adottato noi europei... Passando all'altro tema di curiosità ricorrente (siam gente un po' strana...), ecco un rapido elenco delle auto che hanno offerto il tergi su tre volumi senza portellone: - Lancia Flaminia - Honda Prelude (tutte le generazioni) - Lancia Dedra - Fiat Tempra - Ford Orion 1990 (anche dopo il restyling, quando non si chiamò più Orion, ma Escort) - Peugeot 306 - Peugeot 406 - Renault 19 (Phase 2 solamente, quando non si chiamò più Chamade) poi chissà in USA e Giappone...
  8. In realtà la voce wikipedia cita davvero "il design curato da Giugiaro", ma lo fa nel testo relativo alla seconda generazione, quella del 2003... L'I.De.A. è invece riportata per la prima generazione, quella 1997 che veniva citata per le proposte "erede 155". Poi, che tutto ciò sia giusto è un altro paio di maniche...
  9. Riprendo una discussione di qualche mese fa che ho letto solo adesso... ricapitolando un po' di cose che sono venute fuori, ecco alcune mie considerazioni: Indecisioni FIAT - Lancia Sul finire degli anni Settanta e durante la prima metà anni Ottanta, secondo me ci fu un po' di confusione nel gruppo tra FIAT e Lancia, in particolare sul design. - La migrazione di Uno da Lancia a Fiat ne è il primo esempio - "Unone" portava su FIAT concetti tipici di Autobianchi/Lancia Y10 - Lancia T3 di Giugiaro era troppo poco Lancia e più adatta a Fiat - Tipo 4 (Thema e Croma) erano davvero simili, per quanto riuscita fosse stata la differenziazione Ma forse fu proprio Giugiaro a contribuire maggiormente a questa sorta di indecisione nel gruppo: se ci pensate il concetto di vettura alta/abitabile/confortevole fu creato proprio da Giugiaro con LANCIA Megagamma, con cui Giorgetto forniva un'interpretazione moderna dei concetti di innovazione, sperimentazione e comfort che Lancia incarnava in quegli anni (Lancia era un po' la Citroen italica: due volumi, trazione anteriore, comfort, plance originali...). Poi lo stesso Giugiaro, interpellato per la sostituta di A112 propose quella che abbiamo imparato essere la "Lancia Uno", che riprendeva in piccolo i concetti di Megagamma, ma in FIAT videro il potenziale di quella proposta per sostituire 127 e così fu, direi a ragione... Se ci pensate, persino i satelliti del cruscotto di Fiat Uno hanno un che di anomalo per Fiat, e si potrebbero più facilmente associare a quello di spirito di innovazione che Lancia condivideva con Citroen nei Settanta. Insomma, era probabimente stato Giugiaro a vedere Lancia come adatta a assumere quelle forme moderne, alte, abitabili, confortevoli, squadrate ma con spigoli smussati. Ma piacquero talmente tanto nel gruppo, che le vollero adottare ovunque, indistintamente su tutti i Marchi e ci volle un po' di tempo perché si decidessero di nuovo a caratterizzare e distinguere meglio le varie case del gruppo. Forse la Dedra di I.De.A ebbe anche questo merito... Somiglianze Lancia T3 Il photoshop di cc1920 in effetti riesce a mettere in evidenzia la possibile parentela con R21, ma come accennato dall'Archivista, io ci vedo anche molto Toledo Mk1, in particolare nei seguenti aspetti: - volume e linea laterale del cofano motore - quella scalino formato da paraurti, passaruota posteriore e fasce laterali, inserito tra elementi in tinta come in questa proposta T3, evidentemente voleva apparire più "parte integrante" delle linee di carrozzeria di quanto non fosse in R21, dove si confondeva con gli elementi plastici neri. E mi ricorda invece quella modanatura che in Toledo Mk1 tornava a essere più integrata nelle lamiere, a ripetere quel leit motiv di Giugiaro della modanatura bassa tipica di delle sue creazioni "squadrate" anni 70-80 (da Passat Mk1 in poi) - le linee della coda, come forma e dimensione del volume baule, lunghezza dello sbalzo, rapporto con il lunotto, forma dei fari e portatarga Ancora, quella linea di cintura che sulla terza luce "curva" di netto e sale avvolgente per integrarsi con il lunotto la si è vista accennata su Espero (Bertone) del 1987, ma poi davvero simile sulla prima Saturn, la S-Series del 1990 (designer?) . Per finire qualcuno aveva citato anche Passat 88 e in effetti quel cofano la ricorda, e ancor di più si notano analogie se ci si riferisce alla Italdesign Marlin, con quei fari rettangolari smussati e l'assenza di calandra. Roba peraltro vista nei prototipi Volkswagen Auto 2000 (1981, ufficialmente roba interna a VW, ma sappiamo tutti che le idee Giugiaro giravano molto a Volfsburg) o anche "Orca" che in definitiva, al di là della formula due volumi, mi sembra la più vicina parente di R21. Giugiaro vs Bertone anni 90 negli anni novanta si può notare una notevole somiglianza tra progetti attribuiti a Giugiaro e a Bertone. Yugo Florida (Giugiaro) vs Citroen ZX (Bertone) Italdesign Marlin + Lancia T3 (Giugiaro, prototipi anni 80) vs Daewoo Espero + Citroen Xantia e Xm (Bertone, produzione anni 80-90) Ci sarà un perché? Mero scopiazzamento? Effettivi scambi/collaborazioni? O qualche passaggio di persone? Giugiaro vs I.de.A. Qualcuno ha citato il parziale riciclo della proposta Giugiaro per 156 in Daewoo Nubira 1997, ma leggo su Wikipedia che questa è attribuita a I.De.A... qualcuno ne sa di più? Ecco tutto, volevo solo farvi partecipi delle mie elucubrazioni
  10. Onestamente mi sembra che gli interni, per quanto diversi dall'originale plancia delle altre versioni della E36, fossero però differenti anche rispetto a quelli della serie E30. Erano effettivamente più vicini al classico disegno BMW anni '70-80, ma erano nuovi anch'essi, sviluppati credo solo per la Compact. Quanto alla meccanica, credo che solo la sospensione posteriore fosse simile alla vecchia E30, a bracci obliqui, come sulla prima Z3, ma il resto penso fosse sostanzialmente quello della E36.
  11. Riguardando le foto della 75, mi sa che lo specchio destro (il sinistro non lo vedo...) non è originale, sembra recuperato dalla prima serie. Sorge il dubbio anche sui cerchi, ma onestamente non so, magari sono corretti per quel periodo. Gli espertissimi chiariranno...
  12. Ciao, ecco due avvistamenti Alfa fine anni '80. Due esemplari di versioni sportive, "molto" Alfa, tenute discretamente. Alfa Romeo 75 T.SPARK - 1962 cc, 109 kW, 24/11/1988 Alfa Romeo 33 Boxer 16v Quadrifoglio Verde - 21/2/1990 I motori erano certamente la parte più interessante di questi due modelli: - il twin spark, la cui idea era originale e efficace, ma ha avuto un seguito scarso, evidentemente a favore di altre tecnologie. Magari oggi sono riusciti a ottenere la stessa qualità nella combustione con sistemi meno complessi. - il boxer 16V, tra le ultime evoluzioni dei boxer Alfa, forse la più spinta.
  13. Per continuare sulla scia degli anni sessanta nostrani, eccone un'interpretazione che farà storcere il naso a qualcuno. FIAT 1100 D - 1221 cc, 13/04/1964 A questa "originale" riverniciatura posso dare una spiegazione dicendo che si tratta di un mezzo proprietà di una carrozzeria che di giorno la tiene quasi sempre in strada. Mi viene naturale sospettare che sia un'operazione "markettara" di cui posso confermare l'efficacia visto che attira l'attenzione dei più...
  14. Sulla funzione di presa d'aria supplementare per le motorizzazioni delle turbo-nafta confermo (almeno questo era ciò che diceva 4R). Ma spezzo una lancia a favore di Abarth03, perché in effetti le MB Turbodiesel erano fornite inizialmente (dopo non so) solo con cambio automatico. Cosa che credo abbia limitato di molto la loro diffusione in terra italica...
  15. Pure io sono tra gli ammiratori delle Honda di quel periodo, almeno di quelle che sono passate per l'Italia, sia pure di sfuggita... e pure della Civic Shuttle, che auto intelligenti in quel modo (compatta, spaziosa, multiuso col 4x4, e non sgraziata come la Toyota Tercel...) non se ne sono viste molte a giro. Della Aerodeck di quel periodo posso dire invece di averne viste, non molte, forse si contano sulle dita di una mano, ma a suo tempo le ho viste. E non mi dispiacevano, anche se le dimensioni piuttosto importanti per una 3 porte di quel tempo mi hanno sempre lasciato interdetto. Tra l'altro quella Aerodeck è stata a mio avviso un palese riferimento durante il concepimento di Alfa 145: tre porte quasi SW sportiveggiante, vetratura laterale (escluso scalino) con terza luce "nascosta", portellone che andava sul tetto... Era l'epoca in cui in casa FIAT si ispiravano alla produzione nipponica, che in effetti era avanti. La coeva Civic anche mi piacque, e la 3 porte quando verso l'87 arrivò in Italia mi colpì perché era l'unica che poteva essere paragonata alla Volvo 480 che hai citato. Erano due auto davvero originali e moderne. (onestamente ero bambino e non conoscevo la Aerodeck, che forse non era neppure arrivata in quell'anno, ma oggi in effetti ti posso dar ragione che era più vicina come classe). E la Accord berlina successiva, quella di inizi '90, anche quella mi piacque: semplice, elegante, moderna, "leggera", luminosa. A vederne di linee così oggi... che se la linea di cintura non ti arriva agli occhi non sono contenti! EDIT: aggiungo che pure Prelude, proprio le due delle immagini postate, mi piacciono assai e non disdegnavo la Legend di quei tempi, berlina e coupé.
  16. In realtà la "tua" non ha neppure le cornici cromate ai finestrini e questo mi ha fatto piuttosto pensare a quel raro optional che BMW offre da chissà quanto tempo (almeno dagli Ottanta, ma forse da prima...): la "Shadow line". Praticamente le parti cromate tinte in nero opaco. Escluderei legami con livelli di allestimenti, visto che ancora in quegli anni le BMW (e le rivali MB) non si erano abbassate a simili pratiche plebee... Le BMW erano rigorosamente monoallestimento, con minime variazioni di dotazioni tra le diverse motorizzazioni. N.B. In realtà era spuntata ogni tanto qualche versione "L", per lusso immagino, ma credo fossero solo denominazioni commerciali da listino di carta, per qualche versione dotata di un pacchetto di optional predeterminato; di fatto non ho mai visto la "L" sulle targhette del modello fino all'arrivo delle versioni lunghe della Serie 7 E32 e lì la "L" c'era davvero, ma indicava un'altra cosa...
  17. Un'altra conferma da terre lontane... la 600 arrivò fino in Sudafrica, e rigorosamente con la guida a destra! Ho trovato questo rottame esposto davanti ad un negozietto di roba vintage al confine col Botswana.
  18. Avete ragionissima! Sul successo di 190 usate in Nord Africa ho le prove... Nouakchott, aprile 2013 (per chi non lo sapesse è la capitale della Mauritania; e per chi non sapesse dov'è la Mauritania, c'è Google maps!) E questa foto dice poco... la realtà è una quantità di MB 190 prossima al 50% del parco circolante, il resto sono Toyota Carina/Avensis nelle varie evoluzioni e le briciole per gli altri. E su questa di Duetto darei un'altra conferma, sebbene raccontata. Lo stesso trattamento venne infatti riservato ad un mio conoscente, primissimi anni Novanta. All'epoca signore ultracinquantenne, cliente affezionato Volvo, padrone di azienda ben messa settore automotive, voleva fare il "salto" sulla stella a tre punte, ma ricevuto in concessionaria quel trattamento ripiegò sulla "solita" Volvo, dicendo ovviamente che era comunque la sua prima scelta: sì, come no...
  19. No, se davvero esistito, questo progetto 136 non si riferisce alla famosa "Turbina" di tanti anni prima, ma sarebbe stato qualcosa di normale, destinato alla produzione, ma poi abbandonato, roba molto successiva, su cui la turbina forse era solo un'eventualità o speculazioni. Pare che in quegli anni stessero studiando da più parti l'applicabilità dei motori a turbina e forse Fiat ci stava pensando (almeno vagamente) vista la precedente esperienza prototipale.
  20. A proposito di K1 e K2, ho trovato alcune info... si dice che la lettera K indichi il codice progressivo dei disegni proposti (indicati da lettere): quindi si era arrivati a una decina abbondante di proposte. Il numero indicherebbe invece la revisione con modifiche minori del medesimo disegno... Una nuova curiosità: da reconditi e fumosissimi archivi pare che sia esistito un misterioso progetto 136 di FIAT, qualcosa dei primi anni '70, un'auto addirittura legata a fantomatici a motori a turbina, roba di una certa dimensione... Qualcuno ne ha mai sentito parlare?
  21. Dopo l'avvistamento Giulia beige, ecco proseguire - sempre sui toni del marrone -questa mia breve serie di media Alfa del passato con la sua erede, la Giulietta, anzi la "Nuova Giulietta". Alfa Romeo Giulietta 1.6 - 1570 cc, 109 CV, 05/05/1983 Auto da uso normale, in condizioni accettabili per una trentenne. Nota di "colore" : il marrone metallizzato... tipico indizio del periodo! Il marrone è il residuo del passato, a metà degli Ottanta sparirà da tutti i listini più trendy; ma il metallizzato è testimone degli Ottanta che si impongono! Oggi che gli ottanta sono tornati... è tornato anche il marrone, rigorosamente metallizzato! Della Giulietta '77 ho un giudizio positivo, anche per la capacità di Alfa di tirare fuori un'auto totalmente distinta partendo da una struttura così vicina a quella di un'altra auto molto nota e caratterizzata come l'Alfetta.
  22. Il portellone della Uno Turbo I serie per me è sempre stato il migliore esempio di modifica di un componente per una versione specifica. In questo caso la perfetta integrazione dello spoiler nel portellne originale, non con la semplice aggiunta di un componente esterno da attaccarsi in qualche maniera posticcia, ma proprio un componente modificato ad hoc, per un integrazione perfetta. Complimenti alla FIAT per questo approccio, mai più visto in giro neppure in segmenti superiori. Proseguo con il primo di una brevissima serie di avvistamenti di medie del Biscione. Stasera cominciamo con la più vecchia, in ottime condizioni sebbene spesso in strada (ma sospetto sia di un carrozziere...): Alfa Romeo Giulia 1300 TI - 62 kW, 01/01/1968 Potrei attirarmi gli strali di molti, ma devo essere onesto: ne riconosco tutte le qualità, l'importanza, l'originalità ecc, ma esteticamente non mi ha mai entusiasmato. Da piccolo per me era semplicemente brutta e giocava anche il fatto che allora (primi '80) le Giulia erano solo "vecchie". Però quell'aria un po' scorbutica, qua e là disarmonica... tutt'ora non mi convince del tutto, soprattutto dietro. Comunque questo esemplare è davvero notevole, lo vedo spesso ed è sempre una gioia passarci accanto. Perché ha ancora l'aria normale, non del gioiellino sotto vetro.
  23. Come?!? Nessun appunto quattroruotesco all'hazard sul piantone? Questa è interessante... Per parlare di "moda del digitale", mi chiedo quante mai vetture con strumentazione digitale avessero visto o provato prima. A memoria credo ci fossero Alfa 90, Y10, l'altrove citata Senator (quella ristilizzata di fine '82), Renault 11 Electronic, BX digit, Maestro e forse è finita. Forse erano complimenti sulla fiducia e l'accessorio non era installato, perché negli anni successivi criticavano sempre il fatto che i filamenti disturbavano la visuale in certe condizioni. Immagino che per Scorpio "a forma di Thesis" si intenda la versione tutta tonda del '94. Non avevo mai pensato ad una somiglianza tra le due vetture, ma capisco l'accostamento. Quei fari davanti di forma non allungata (ma neppure tondi) e il cofano più spiovente nella parte centrale della calandra rispetto ai passaruota-fari... La versione tre volumi era venuta fuori già molto prima, nel 1989. Comunque, di qualsiasi Scorpio si parli, in effetti sempre la stessa roba era! Stessa impostazione, come dice PaoloGTC, dovendosi intendere stesso pianale (e quindi sempre trazione posteriore) e persino stessa struttura principale della scocca, il tutto per ovvie ragioni di costi. Per notare quanto la serie '95 fosse vicina alla serie precedente, basta guardare il cosiddetto giro-porte, ma ancor più lampante confrontando le versioni station wagon. Escludendo frontale e interni, erano praticamente identiche.
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