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Akula

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  1. benzina si, ma non deve essere molto divertente da guidare
  2. eheh, l'ha un mio amico la SS, tanto per fare una comparazione di come spingesse la ss, alcune settimane fa abbiamo tirato 3° e 4°, ma gia' con la terza gli entravo nel bagagliaio se non mollavo cmq è una bella macchina e i freni non sono affatto male
  3. "l'accoglienza" degli statunistensi era molto diversa, dalla alta dirigenza di chrysler, alla stampa, ai sindacati stessi, fino ad arrivare al governo usa favorevole a trovare un'accordo anch'esso, neanche da confrontarsi con quella germanica che stiamo osservando...
  4. a me pare che l'attitudine dei tedeschi nei confronti di fiat sia parecchio negativa, come questa sera che hanno detto che dopo l'incontro hanno ancora piu' dubbi, credo che Marchionne stia perdendo la pazienza, questo mi e' parso di capire, l'accordo bisogna farlo in due e se una parte è palesemente sfavorevole nel trovare un punto d'incontro è dura trattare, cmq fine maggio arriva presto. Spezzando una lancia a favore dei tedeschi, mi è parso di capire che un piano ben definito, con dati e cifre non ci sia e che si sta studiando per farlo, quindi se ci mettiamo dalla parte dei tedeschi non abbiamo una situazione chiara del progetto e da qui nascono i dubbi.
  5. Opel: per Magna conti in rosso e niente dividendo Il fornitore automobilistico austro-canadese Magna, concorrente di Fiat nella corsa ad Opel, ha registrato nel primo trimestre una perdita di 200 milioni di dollari (1,79 dollari per azione: gli analisti attendevano una perdita di 1,59 dollari per azione), a causa della crisi del settore dell'auto, del cui stato di salute proprio società come Magna e Johnson Controls - numeri uno della componentistica e assemblaggio, sono sensori privilegiati. Nello stesso periodo dello scorso anno Magna aveva centrato utili per 207 milioni di dollari. Nel primo trimestre il fatturato è inoltre sceso di quasi il 50%, passando da 6,6 a 3,6 miliardi di dollari. Lo ha comunicato la stessa società. Magna punta a conquistare una quota di meno del 20% di Opel e continua a «esaminare il dossier Opel, incluso il ruolo che potremmo giocare in una potenziale transazione». Una partecipazione «in un transazione come questa sarebbe materiale, anche se le specifiche opportunità e gli specifici rischi dipendono - spiega la società - dalla natura di tale partecipazione». fonte: ilsole24ore
  6. c'e' chiaramente una campagna di disinformazione da parte della stampa tedesca, queste info non escono a caso.
  7. I sindacati fano la voce grossa adesso, ma alla fine devono comunque scendere a compromessi, posizioni estreme non portano da nessuna parte e questo lo sanno benissimo, anche perche' rischierebbero una frattura con la base, non è questo il problema. Per chiudere questa partita e' fondamentale l'appoggio della politica e del governo tedesco.
  8. (AGI) - Berlino, 2 mag. - L'ad di Fiat Sergio Marchionne affrontera lunedi' con il governo tedesco la questione dell'eventuale acquisizione di Opel, la filiale europea di Gm. Lo riferisce il settimanale tedesco 'Focus'. Marchionne, che nei giorni scorsi ha siglato l'alleanza con la Chrysler, incontrera' il ministro dell'economia Karl-Theodor zu Guttenberg, e quello degli Esteri, Frank-Walter Steinmeier. Nello stesso tempo il top manager vedra' Klaus Franz del comitato di impresa di Opel e gli alti rappresentanti del comitato stesso.
  9. Ritornando IT, dichiarazioni importanti ... «Vogliamo aiutare Opel, ma è ancora prematuro sederci attorno ad un tavolo e parlare di quote azionarie». Frank Stronach, fondatore di Magna International, ha voluto chiarire la posizione dell’azienda, sottolineando come non sia «ancora possibile valutare il nostro ruolo nella futura ristrutturazione». «Riforniamo Opel con nostre componenti: abbiamo quindi interesse di guidarli verso una pronta risalita». Questa precisazione segue di poche ore le dichiarazioni rilasciate da Oleg Deripaska e dal sindacato IG Metall: il primo, magnate russo partner di Magna, ha smentito ogni interesse verso il gruppo di Rüsselsheim; il secondo ha ribadito il secco “no” all’opzione Fiat nel timore di veder chiusi gli stabilimenti di Eisenach e Bochum. fonte: 4ruote.
  10. senza andare OT, raggiungere un'accordo con la opel mi pare piu' difficile per via delle resistenze che ci sono in opel e anche della politica.
  11. Una lunga intervista a SuperSegio in cui è presente una frase virgolettata importante! Marchionne: "Un matrimonio perfetto, non potevamo mancarlo" L'Ad della Fiat: «Il mondo ci guarda, adesso non possiamo sbagliare» MARIO CALABRESI TORINO «Adesso non possiamo sbagliare, siamo sotto la lente del mondo intero, tutti ci guardano e la responsabilità è enorme. Per riuscire dobbiamo restare umili e non farci illusioni perché il lavoro non sarà facile». Sergio Marchionne è felice, non lo vuole dire, ripete che come premio spera soltanto di riuscire a dormire. E’ a New York, sta per salire sull’aereo che lo riporterà in Italia dopo aver concluso le nozze con l’americana Chrysler. Tossisce continuamente per la stanchezza ma non smette mai di parlare: «È stato un processo che avevamo cominciato ad immaginare un anno fa, ci abbiamo lavorato giorno e notte, ho sputato sangue, e devo dire che la situazione del mercato ci ha indubbiamente aiutato molto. La crisi americana ha costruito una condizione di possibilità e ha aperto delle opportunità a noi favorevoli, ma le abbiamo potute cogliere perché avevamo le idee chiare, un progetto valido in testa. Tutto questo è accaduto perché negli ultimi cinque anni avevamo sviluppato le motorizzazioni giuste, un approccio e un impegno per l’ambiente che oggi l’America voleva e di cui aveva bisogno. Così è nato un matrimonio perfetto, con una serie di incastri e di coincidenze irripetibili. Sapevo che la storia non ci avrebbe dato un’altra possibilità. Così, se non ce l’avessimo fatta, sarebbe stato un grandissimo peccato e le conseguenze negative le avrebbero pagate sia la Fiat sia la Chrysler. Invece questa unione porterà benefici ad entrambi, è una cosa che è riuscita perché non c’è stata arroganza ma tanto lavoro e una grandissima serietà e uno sforzo immenso del governo americano». Alle dieci del mattino aveva firmato l’accordo, ma anche in quel momento non era riuscito a gioire: «A dire la verità c’erano ancora dei punti aperti, così mentre firmavo speravo valesse qualcosa, ma non c’era ancora certezza. Poi ho passato due ore a Washington ad aspettare le parole di Barack Obama, l’annuncio dell’Amministrazione. A mezzogiorno finalmente ho potuto liberare l’emozione: ce l’avevamo fatta. La Fiat ritorna negli Stati Uniti dopo anni di lontananza, dopo essere andata via in modo poco piacevole, ma torna con un know-how di valore e con gli occhi dell’America e del mondo addosso». L’amministratore delegato del gruppo torinese sente più di tutto la responsabilità della sfida: «Non possiamo sbagliare: da quando un mese fa Obama ha parlato della Fiat ha scommesso su di noi, da quel momento su di noi si sono concentrate una pressione e una responsabilità fortissime, ci è richiesto un impegno straordinario. L’obiettivo è rafforzare la Fiat e dare la possibilità a Chrysler di risanarsi». L’accordo con la Chrysler per Sergio Marchionne, emigrato in Canada dall’Abruzzo insieme ai genitori quando aveva quattordici anni, non è stato soltanto una grande operazione manageriale ed economica ma anche una rivincita della vita: «Sono cresciuto parlando un inglese con un marcatissimo accento italiano. Ci ho messo più di sei anni a perderlo, ma sono stati sei anni persi con le ragazze. L’imbarazzo di aprire bocca mi paralizzava. Pensavo che il sistema americano fosse aperto ma da emigrante non avrei mai immaginato fino a questo punto. E’ cambiato il mondo e questa volta mi sono trovato a parlare con l’accento giusto». Sergio Marchionne percorre l’America avanti e indietro da un vita, ma ripete continuamente, tra un colpo di tosse e l’altro, che ha scoperto un Paese diverso, profondamente cambiato: «Ma lo hanno fatto restando fedeli al loro Dna: capacità di risanarsi, di mettersi in discussione e cambiare strada per ripartire, di creare nuove basi per il futuro. Certo l’America ha pregi e difetti, ma Obama in questi cento giorni ha mostrato una straordinaria capacità di visione, una chiarezza di idee e obiettivi che mi ha impressionato e non si è fatto bloccare da pregiudizi o convenienze politiche. Ha fatto un passo enorme: ha accettato di farsi aiutare da un gruppo straniero per salvare Chrysler e ci ha messo i soldi. A noi hanno chiesto tecnologia e capacità gestionali e su questo non possiamo deluderli». Prima di ripartire insieme ad Alfredo Altavilla, che lo ha accompagnato in tutta la trattativa, ha fatto tappa a New York: «Ero su Park Avenue e mi sono fermato a guardare l’edificio dove cinque anni fa avevamo fatto la trattativa con la General Motors, dove avevamo chiuso il nostro rapporto americano riuscendo a portare a casa due miliardi di dollari. Era il 14 febbraio del 2005, il giorno di San Valentino, e mai avrei immaginato che saremmo tornati in America per sposarci. Ma questo ci dice molto della vita, ci dice che bisogna essere pronti a tutto, essere preparati e flessibili per cogliere ogni opportunità». Ora per l’uomo che non mette mai la cravatta - «Neanche per la firma, neanche quando mi sono seduto a discutere al Tesoro con Timothy Geithner. Sono sempre restato fedele al mio maglione» - si apre una stagione nuova: «Dovrò dividere il mio tempo e la mia vita tra l’Europa e gli Stati Uniti, lo facevo già, ma ora c’è un impegno aggiuntivo e succederà ancora di più». Tossisce di nuovo: «Certo dovrò alleggerire certe cose che facevo perché ho raggiunto i miei limiti fisici e di più non posso chiedere a me stesso». Racconta che non vede l’ora di salire in aereo: «E’ piccolo e scomodo ma devo dormire a tutti i costi e riuscire a dormire sarà il mio modo di festeggiare». Atterrato da questa parte dell’oceano, di nuovo non ci sarà molto tempo per dormire perché la partita non è finita: «Adesso dobbiamo concentrarci sulla Opel: sono loro i nostri partner ideali». E’ a conoscenza delle preoccupazioni italiane che l’ingresso in America possa significare un disimpegno della Fiat nel nostro Paese e non si tira indietro: «Non ho mai abbandonato nemmeno per un secondo l’impegno verso il sistema italiano ma insieme ai sindacati e al governo dobbiamo essere capaci di affrontare i problemi strutturali in modo responsabile, tenendo fede a tutti gli impegni con i dipendenti. Però non possiamo non guardare ad una domanda che è calata. L’esempio che ci viene da Obama è che dobbiamo mantenere e rafforzare l’industria del Paese ma riconoscendo la realtà delle cose. Un percorso che faremo nel rispetto delle specificità del sistema europeo e del nostro radicamento italiano. Non sono diventato Marchionne l’Americano». fonte: La stampa
  12. Non ha molto senso vendere cnh che è una societa' leader nel proprio settore! "L'Ad di Fiat marchionne ha comunque precisato che il gruppo non ha intenzione di vendere Iveco o Cnh ''per finanziare l'auto'' perche' ''Cnh e Iveco sono asset molto preziosi''. fonte: ansa.it
  13. il fatto che non si è ancora raggiunto un accordo dopo tre settimane dal messaggio di Obama dimostra quanto è dura questa trattativa...altro che "shopping", mi pare veramente uno scontro con le banche, se San Marchionne riesce a concludere l'accordo è proprio un mostro!
  14. intendeva un remake di una macchina storica di Chrysler, il riferimento alla 500 (per la storia di fiat) era appunto un esempio.
  15. Ma pensate veramente che con una guida francese, le fiat/alfa/lancia sarebbero prodotti migliori ? Renault se la passa meglio di FIAT ? e PSA ? Vi siete forse scordati che si sono beccati 6 miliardi di euro dal governo francese. Questo disfattismo e' veramente ridicolo, non ho capito che razza di benefici potrebbe trarre la fiat andando sotto i francesi. Che avrebbero di meglio rispetto a noi ? cosa sanno fare meglio di noi ? Sanno gestire meglio le aziende ? (tutte sovvenzionate dallo stato, nel settore civile e militare) Che tecnologia hanno sviluppato nel campo dell'automotive negli ultimi 20 anni ? Non raccontiamoci palle per favore.
  16. L'unico modo per ottenere una fusione alla pari con i francesi è metterci dentro tutto il gruppo non solo Fiat Auto, caso contrario siamo sotto, ma ne vale la pena ? A questo punto è meglio concentrarsi sull'affare Chrysler prendendo oltre il 35% che e' fondamentale per noi e se riuscieremo a farlo fruttare, tra alcuni anni potremmo parlare di fusioni con altre case ma con la differenza che avremmo le spalle molto piu' grosse di adesso.
  17. ai francesi non gli passa neanche nell'anticamera del cervello di essere in minoranza in una possibile fusione con la FIAT
  18. con la storiella che sarebbe meglio fare un'altra cosa non si fa mai nulla...
  19. saro' di parte, ma guidare un k20 da emozioni uniche
  20. lo spero, ribadisco che questo e' un accordo strategico e se va in porto tra alcuni anni ci divertiremo...
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