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Le prime ripercussioni sulle vendite Volkswagen nei principali mercati mondiali dopo il #dieselgate: #FCA vs #Volkswagen: www.carsitaly.net
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Fca: impianto Termoli produrrà 2 nuovi motori per Alfa Romeo LONDRA (MF-DJ)--Fiat Chrysler Automobiles ha scelto lo stabilimento di Termoli, in provincia di Campobasso, per produrre due nuovi motori destinati ad essere montati sui prossimi modelli del marchio Alfa Romeo. Ad annunciarlo, si legge in una nota, e' stato l'amministratore delegato Sergio Marchionne, nel corso di un incontro con i dipendenti della fabbrica molisana. I due nuovi propulsori, che Fca descrive come fondamentali per il rilancio del brand del Biscione a livello internazionale, saranno "un 4 cilindri a benzina con tecnologie avanzate e potenza elevata, sviluppato in modo specifico per l'Alfa Romeo" e un "6 cilindri di derivazione Ferrari, anch'esso sviluppato appositamente" per il marchio milanese. La capacità produttiva installata sarà di oltre 200 mila motori, livello in grado di soddisfare circa la metà dei volumi previsti nel piano Alfa Romeo al 2018, precisa Fca nella nota, spiegando che i lavori di allestimento dei nuovi impianti sono già stati effettuati e nel corso dell'incontro odierno e' stato anche posato il primo macchinario di una delle future linee di produzione, un dispositivo Comau per la lavorazione meccanica della testa dei cilindri. Nel complesso, tra costi di progettazione, sviluppo e ingegneria dei motori e costruzione delle nuove linee, il gruppo italo-americano ha investito oltre mezzo miliardo di euro. Fca prevede di ultimare i lavori nel giro dei prossimi mesi e di avviare parallelamente corsi di formazione per tutti gli addetti. Per il gruppo "l'avvio produttivo dei due nuovi motori permetterà di azzerare la cassa integrazione a Termoli dove attualmente lavorano 240 persone. Come primo importante segnale, nei prossimi mesi verranno assunti 50 giovani per ruoli strategici, legati anche alla necessità di avviare i terzi turni su alcune aree dei cambi.
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Se fossi in Marchionne (e non è detto che non ci si stia lavorando) proporrei a VW di scambiare il 20% di Suzuki (con la quale i rapporti sono deteriorati) con l'Alfa Romeo. Aprirebbe al Gruppo Fiat le porte in India e Paesi limitrofi e toglierebbe una perdita certa dal bilancio.
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Fiat: Marchionne, la 1* volta che stabilimento Fiat Italia produce auto per azienda estera Dowjones TORINO (MF-DJ)--I modelli che verranno prodotti a Mirafiori "saranno vetture di punta di Jeep e Alfa Romeo, i marchi piu' internazionali che abbiamo nei nostri due gruppi e che hanno grandi potenzialita' di sviluppo sul mercato globale". Lo ha spiegato il numero 1 del Lingotto, Sergio Marchionne, nel suo intervento all'incontro con le organizzazioni sindacali in atto a Torino, durante cui la Fiat svelera' i piani di rilancio per lo stabilimento di Mirafiori. "Questa sarebbe la 1* volta che uno stabilimento Fiat in Italia produce automobili per un'azienda straniera", ha rimarcato ancora Marchionne, ricordando che "finora l'unica JV di questo genere riguardava i veicoli commerciali. Sarebbe il 1* esempio concreto, nel nostro Paese, di un impegno condiviso da un costruttore di automobili estero". L'a.d. di Fiat ha anche spiegato che l'investimento previsto e' superiore a 1 mld euro, e che sara' suddiviso tra Fiat e Chrysler in maniera proporzionale ai volumi destinati ai rispettivi marchi. "Portare la nuova piattaforma americana a Mirafiori vuol dire garantire allo stabilimento la possibilita' di produrre fino a 250.000-280.000 vetture all'anno. Piu' di mille auto al giorno", ha concluso Marchionne, sottolineando come, per Mirafiori, il 2010 si chiudera' con poco piu' di 120.000 auto prodotte.
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-"Mirafiori e' stato il 1* stabilimento di cui mi sono occupato quando sono arrivato in Fiat. Ricordo bene la realta' che mi sono trovato di fronte. Era quella di uno stabilimento rassegnato, che aveva macchinari vecchi, aree dismesse e ambienti di lavoro mal tenuti". E' iniziato cosi' l'intervento dell'ad di Fiat, Sergio Marchionne, all'incontro con le organizzazioni sindacali in atto all'Unione Industriale, a Torino. "Era un impianto senza futuro", ha spiegato ancora Marchionne, "non poteva esserci orgoglio in quella fabbrica. Non si trattava solo di una questione di piattaforme o di nuovi modelli. Erano i reparti stessi, era l'assenza di attenzione verso le persone che davano l'idea di abbandono e disinteresse". Nel giro di un anno abbiamo avviato e completato il "Progetto Benessere, facendo tutti gli ambienti di Mirafiori, ristrutturando mense, spogliatoi, corridoi, aree di lavoro e di relax, e aprendo un asilo nido per i figli dei dipendenti e un supermercato interno". Marchionne ha anche rimarcato che sono state iniziative che "nessuno dei sindacati ci ha chiesto e non rientrano in nessun obbligo contrattuale. Lo abbiamo fatto perche' pensiamo che la responsabilita' di Fiat verso le proprie persone vada oltre il rispetto della legge e dei cotratti. Sentiamo di avere un dovere, principalmente morale, nei loro confronti", ha detto ancora Marchionne. "Non ho ricordato queste cose per vantarci. Non e' nel nostro stile. Guardare al passato non serve a cambiare il presente. L'ho fatto solo perche' vorrei fosse chiaro che l'attenzione e l'impegno che abbiamo dimostrato sei anni fa per Mirafiori sono gli stessi che abbiamo oggi". ofb (END) Dow Jones Newswires November 26, 2010 04:52 ET (09:52 GMT) © 2010 MF-Dow Jones News Srl.
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-Oggi, nel corso di un incontro presso l'Unione Industriale di Torino l'a.d. della Fiat, Sergio Marchionne, ha presentato alle organizzazioni sindacali il piano predisposto per il rilancio produttivo dello Stabilimento di Mirafiori. Il piano prevede la creazione di una joint venture tra Chrysler e Fiat per portare a Torino una nuova piattaforma dagli Stati Uniti, che servira' per produrre automobili e SUV di classe superiore per i marchi Jeep e Alfa Romeo. Si tratta, si legge in una nota, dell'architettura piu' avanzata oggi disponibile, nata come base per la Giulietta e in seguito sviluppata e perfezionata in Chrysler. Oggi e' diventata la piattaforma universale comune ai due Gruppi, da cui nasceranno tutte le future vetture dei segmenti C e D, automobili e Suv. I modelli che verranno prodotti a Mirafiori dalla nuova societa' saranno venduti non solo nell'Unione Europea. Piu' della meta' e' destinata a raggiungere i mercati di tutto il mondo, specialmente l'America. Saranno vetture di punta di Jeep e di Alfa Romeo, i marchi piu' internazionali dei due Gruppi con grandi potenzialita' di sviluppo sul mercato globale. L'investimento previsto supera il miliardo di euro, suddiviso tra Fiat e Chrysler in misura proporzionale ai volumi destinati ai rispettivi marchi. Portare la nuova piattaforma a Mirafiori vuol dire garantire allo stabilimento la possibilita' di produrre fino a piu' di mille auto al giorno per un totale di 250-280.000 vetture l'anno, saturando gli attuali addetti e aprendo anche la strada ad una possibile crescita occupazionale. Per realizzare il progetto e' indispensabile, oltre all'impegno dell'azienda, il consenso di sindacati e dipendenti per assicurare allo stabilimento il necessario livello di competitivita' in termini di utilizzo degli impianti, di flessibilita', di produttivita' e di governabilita'. L'a.d. della Fiat ha dato la propria disponibilita' ad avviare immediatamente il progetto, la cui finalizzazione rapida consentirebbe di adeguare l'impianto alle nuove produzioni in tempi coerenti con il lancio commerciale dei futuri modelli Jeep e Alfa Romeo, previsto nel corso del terzo/quarto trimestre del 2012. Si tratta, conclude la nota, di cogliere la straordinaria opportunita' di valorizzare la rete industriale italiana per costruire automobili di qualita' e prestigio. Mirafiori ha tutte le caratteristiche per poter compiere il salto di qualita' e diventare una fabbrica internazionale che produce auto per l'Europa, per il Nord-America e tutti gli altri mercati del mondo. Questo progetto e' il primo esempio tangibile dell'impatto positivo sulle attivita' italiane dell'accordo con Chrysler ed e' significativo che avvenga a Mirafiori, l'emblema della cultura industriale e automobilistica di questo Paese. com/mcn (END) Dow Jones Newswires November 26, 2010 04:57 ET (09:57 GMT) © 2010 MF-Dow Jones News Srl.
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Fiat: Marchionne, Alfa Romeo non e' in vendita. A meno che... MILANO (MF-DJ)--"Alfa Romeo non e' in vendita, ma se si presentassero con un assegno di 20 miliardi, allora mi siederei al tavolo...". Con queste parole, l'a.d. di Fiat, Sergio Marchionne ha ribadito, dopo la precisazione trasmessa ieri sera da Fiat su richiesta di Consob, che il Lingotto non e' intenzionato a cedere il marchio del Biscione. A meno che che non arrivi un'offerta a forte premio sul valore dello storico marchio di Arese.
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Sì, l'ha appena affermato alla conference call successiva alla presentazione dei dati del terzo trimestre FIAT. Anch'io l'ho letta più possibilista rispetto alle ultime dichiarazioni. Il 30 settembre aveva affermato: Ho sentito che la Volkswagen è disposta ad aspettare anche due anni per l'Alfa Romeo. Che aspetti. Nel nostro radar di opzioni la vendita di Alfa non c'è. L'impegno che abbiamo con Chrysler è di renderlo un marchio forte e tecnico. Certo se si presentano con 100 miliardi... sto scherzando. Non ho nessuna intenzione di vendere. L'11 gennaio invece: L'Alfa Romeo non è in vendita anche se dobbiamo essere realisti su quello che Alfa può e dovrebbe fare.
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Forse proprio per questo: Fiat: Marchionne; split debito netto ind. 60% Industrial, 40% Fiat Spa MILANO (MF-DJ)--La ripartizione del debito netto industriale di Fiat post demerger sara' verosimilmente "60% Industrial, 40% Fiat Spa". Lo ha dichiarato Sergio Marchionne, a.d. di Fiat, nel corso della conference call di presentazione dei conti trimestrali del gruppo.
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Fiat: Marchionne ribadisce Alfa non in vendita, nessuna offerta MILANO (MF-DJ)--Alfa Romeo non e' in vendita e Fiat non ha ricevuto offerte per il brand. E' quanto ribadito da Sergio Marchionne, a.d. di Fiat, che ha precisato come se dovesse arrivare un'offerta sufficientemente consistente "Fiat dovrebbe logicamente guardarla con attenzione".
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Fiat, all’Alfa Romeo servono 2 miliardi di Pierluigi Bonora Al padiglione 1 della Fiera parigina dedicata all’auto, Sergio Marchionne ribadisce che «l’Alfa Romeo non è in vendita» e, rispondendo alle avances di Ferdinand Piëch, numero uno del gruppo Volkswagen («siamo interessati, ne riparliamo tra un paio d’anni»), dice che a Wolfsburg «possono aspettare...». Nel padiglione 4, poco distante, l’ex designer dell’Alfa Romeo, Walter de’ Silva, e Giorgetto Giugiaro, rispettivamente responsabile dello stile del gruppo tedesco e capo dell’azienda torinese entrata da poco nell’orbita Volkswagen, si lasciano andare: «Se Piëch riesce a prendere l’Alfa Romeo faremo uno spettacolo, un gruppo come quello tedesco è in grado di fare esplodere il marchio italiano». Entrambi hanno nel cuore il Biscione e non vedono l’ora - Marchionne permettendo - di realizzare il loro sogno: rimetterci le mani sopra. A Torino, però, la pensano diversamente e i segnali lanciati al Mondial di Parigi da Marchionne sono chiari: l’Alfa resta parte di Fiat Group Automobiles e i suoi nuovi modelli sbarcheranno negli Stati Uniti. Gli analisti, però, restano sospettosi. Basta sondarne alcuni per sentirsi rispondere che, alla fine, il Lingotto cederà alle lusinghe di Piëch, anzi «sarà costretto». Per quale motivo? «Il rilancio di Alfa Romeo è costoso - concordano alcuni esperti che incontriamo al Salone -: per portare la produzione a 500mila unità come prevedono i piani, occorrono almeno 2 miliardi. La Giulia e la futura offerta di gamma alta richiedono, a testa, investimenti per almeno 800 milioni». E poi c’è il nodo piattaforma. «Per il top di gamma - precisa un osservatore - la piattaforma della Chrysler 300C (da cui originano le imponenti berline e wagon della casa americana, ndr) non va bene. Per competere a quei livelli bisogna ricorrere all’alluminio, che significa partire da zero oppure chiedere aiuto alla Jaguar. A parte Ferrari che però fa storia a sé, la Fiat al suo interno non vanta questa tecnologia, punto di forza invece in casa Audi». Perplessità vengono espresse anche sulla gamma motori: «Sempre a quei livelli, cioè nell’alto di gamma - aggiunge un altro osservatore - occorrono propulsori che all’efficienza uniscono la potenza, come richiede il mercato. Insomma, ci vogliono tanti soldi e quelli a disposizione di Marchionne serviranno a sviluppare i segmenti che assicurano un ritorno maggiore al gruppo, cioè quelli più bassi, nonché la crescita della Chrysler. Il rilancio del marchio milanese è sicuramente ad alto rischio e con tanti punti interrogativi». L’analista di una banca d’affari disegna il possibile assetto del gruppo Volkswagen con incorporata l’Alfa Romeo: «Una volta realizzata la Giulia - afferma - l’Alfa potrà contrapporre una vera concorrente alla Serie 3 di Bmw. Non vedo sovrapposizioni tra Audi e Alfa Romeo. La casa dei quattro anelli è più orientata a insidiare Mercedes, mentre il marchio italiano è il naturale concorrente di Bmw. Sono anche da considerare le ricadute positive di un cambio di maglia per l’Alfa Romeo: i tedeschi difficilmente sposterebbero la produzione in Germania; la rinascita in Italia di Lamborghini, da parte di Vw, è una case history da considerare; anche la Italdesign di Giugiaro mantiene il suo cuore in Piemonte. Mi chiede a che cosa servirà a questo punto la Seat? Il gruppo Volkswagen è stato chiaro: se Skoda è un gradino sotto rispetto a Volkswagen, Seat sarà altrettanto rispetto a un ipotetico arrivo di Alfa Romeo alla corte di Wolfsburg». Non manca la battuta: «Piëch ha avuto dodici figli da quattro mogli, non c’è da stupirsi se vuole aggiungere un altro marchio alla già numerosa famiglia».
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Design gruppo Fiat REITZ SI DIMETTE DALL'ALFA ROMEO Pubblicata il 01/02/2010 Dopo meno di due anni dalla nomina di capo dello stile dell'Alfa Romeo, Chistoper Reitz si è dimesso dalla Casa del Biscione, secondo le indiscrezioni raccolte da "Quattoruote" negli ambienti torinesi. Il suo posto sarà occupato ad interim da Marco Tencone, già responsabile del design Lancia e Maserati. Austriaco, classe 1968, Reitz vanta un'illustre parentela, con Wolfgang Porsche. Inizia la carriera nel gruppo Volkswagen lavorando soprattutto per Audi (firma progetti importanti come la A4 e la A2). Nel 1999 passa alla Nissan, dove lavora a molte realizzazioni, tra cui la Micra C+C e la concept Evalia. Sei anni dopo approda a Torino per occuparsi del marchio Fiat e nel 2008 succede a Frank Stephenson alla direzione del centro stile Alfa, oggi trasferito a Torino dopo lo smantellamento di Arese. Altra novità nell'organigramma Fiat riguarda la creazione di in gruppo di designer con il compito di sviluppare trasversalmente ai marchi tutto ciò che interessa le componenti comuni. Questo nuovo team si chiama Cross-design e fa capo a Roberto Giolito, già responsabile dello stile dei marchi Fiat e Abarth. (R.L.V- D.S.)
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Fiat: Credit Suisse stima IV trim 'molto forte', debito 2010 sotto 4 mld Trading profit 2010 previsto nella fascia alta delle attese (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 22 gen - Nella sua analisi, Credit Suisse stima un trading profit 2009 per il Lingotto superiore al target iniziale del gruppo di un miliardo di euro e si aspetta che Fiat "riesca a portare l'indebitamento netto sotto i 5 miliardi, un risultato importante visto il livello di debito di 5,8 miliardi alla fine del terzo trimestre". Tale performance e' da attribuirsi, oltre che al miglioramento di Cnh e Iveco, anche alla maggiore redditivita' del settore automotive e a potenziali crediti fiscali. Per il 2010 gli analisti di Credit Suisse ritengono che, in presenza di incentivi in Italia, Fiat manterra' il target 2010 di 1,5 miliardi di euro a livello di trading profit, che scenderebbe a 1,2 miliardi senza incentivi. "Crediamo tuttavia - aggiungono - che Fiat possa realizzare un risultato della gestione ordinaria nella fascia alta delle attese, anche in assenza di incentivi in Italia, grazie alla continua forza dell'attivita' in Brasile e al miglioramento di Cnh". Credit Suisse sottolinea inoltre che "il fatto piu' importante e' che gli incentivi in Italia finora hanno avuto meno impatto sul cash flow di Fiat rispetto a quanto creduto dal mercato, permettendo quindi al management di esprimere un outlook piu' fiducioso a livello di debito netto a fine anno. Stimiamo plausibile un target sotto i 4 miliardi a fine 2010". Tra i titoli outperform per Credit Suisse figurano anche Daimler (rating a 47 euro, alla Borsa di Francoforte quota 33,8), Porsche (a 69, quota 44,17), Renault (a 43, quota 35,87), Vw (a 83, quota circa 60) e Continental (a 52, quota 40,7). Rating 'underperform', invece, per Bmw, Michelin, Man, Psa Peugeot Citroen, Scania e Volvo.
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Fiat: il tris di Cimino su Termini (Mi.Fi.) MILANO (MF-DJ)--E' un'alleanza su tre livelli quella che il finanziere siciliano Simone Cimino sta progettando col gruppo indiano Reva per rilevare lo stabilimento Fiat di Termini Imerese. Il progetto, che MF-Milano Finanza e' in grado di anticipare, e' stato presentato giovedi' 21 a Giuseppe Tripoli, responsabile della task-force tecnica sull'auto voluta del ministero dello Sviluppo economico, ottenendone risposte beneauguranti. Il piano, spiega un articolo di Milano Finanza, chiamato "Sunny car in a sunny region" (auto ecologiche in una regione baciata dal sole, ndr), punta a fare dello stabilimento siciliano della Fiat un centro di assemblaggio di vetture ecologiche di piccole dimensioni, ideali per il traffico delle piccole isole e dei borghi del Mediterraneo. La lettera di intenti tra il finanziere e la societa' asiatica potrebbe essere firmata nelle prossime settimane, ma intanto una bozza di intesa e' stata gia' definita nei particolari durante la visita di Cimino in India settimana scorsa, alla quale ha anche partecipato un esperto del dipartimento per l'industria e l'energia della Regione Siciliana. Il primo livello e' la costituzione di una joint venture tra Cape-Natixis (la societa' di private equity di cui Cimino e' presidente e a.d.) e Reva. Questa societa', che dovrebbe chiamarsi Reva Cape Car company, avra' il compito principale di assemblare a Termini Imerese i componenti auto che arriveranno dall'India. Il secondo livello e' rappresentato da un'altra joint venture, chiamata Sunny car mobility solutions company, le cui responsabilita' primarie saranno quelle di sviluppare tutte le attivita' necessarie affinche' auto a propulsione elettrica possono essere convenienti da usare. Infine, il terzo livello dell'alleanza prevede che quest'ultima societa', la Sunny car mobility solutions company, cooperi con la Regione Siciliana oppure con altre istituzioni locali per lo sviluppo di una grande rete di ricarica a livello commerciale in tutta la Sicilia, in modo da consolidare questo business nell'intera isola.
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Fiat: Marchionne, nomina Wester valorizza Alfa, Maserati e Abarth ROMA (MF-DJ)--"La scelta di riunire sotto un'unica guida i marchi Alfa Romeo, Maserati e Abarth ha l'obiettivo di esaltare e valorizzare le caratteristiche comuni ai tre brand, in termini di vocazione sportiva e prestazioni motoristiche". Lo afferma l'a.d. di Fiat, Sergio Marchionne, commentando la nomina alla guida di Alfa Romeo di Harald Wester, gia' a.d. di Maserati e Abarth e Chief technical officer di Fiat Group e Fiat Group Automobiles. L'a.d. uscente, Sergio Cravero, avra' la responsabilita' della funzione Product Portfolio Planning & Product Concept. "Harald Wester, che sta lavorando con grande impegno su piu' fronti, ottenendo ottimi risultati - prosegue Marchionne - apportera' a questo progetto la sua grande capacita' di leadership insieme ad un solido bagaglio di conoscenze e competenze tecnologiche. Sergio Cravero nel suo nuovo ruolo potra' pienamente utilizzare tutte le proprie capacita' tecniche e commerciali".
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Fiat: Alfa Romeo si affida a Wester (CorSera) ROMA (MF-DJ)--Il nuovo a.d. di Alfa Romeo e' Harald Wester: la nomina, scrive oggi il Corriere della Sera, si aggiunge agli incarichi precedenti che lo vedono a.d. di Maserati e Abarth e Chief technical officer di Fiat Group e Fiat Automobiles. L'amministratore delegato uscente, Sergio Cravero, verra' delegato ad altre mansioni all'interno di Fiat Automobiles. Questo annuncio, commenta il quotidiano, sembra l'inizio del dipanamento della matassa che lega strettamente i problemi di Alfa Romeo con lo stabilimento di Pomigliano d'Arco e le inevitabili ricadute sullo stabilimento di Termini Imerese (per il quale si e' riunita ieri la task force al Ministero dello Sviluppo Economico con la partecipazione del finanziere Simone Cimino).
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Gli analisti di Credit Suisse hanno confermato nella nota diffusa oggi un rating "outperform" su Fiat con un target price pari a 13 euro, "citando i positivi numeri arrivati sul settore automobilistico e quello agricolo dal Brasile". L´ufficio studi della banca elvetica ha però tagliato le stime sull´utile per azione (Eps) 2010 da 0,79 a 0,61 euro. Sempre oggi gli esperti di Equita hanno invece alzato del 6% a 13 euro dai precedenti 12,3, mantenendo il giudizio "buy". Una decisione che riflette esclusivamente l`aggiornamento della controllata americana CNH (+21% dal dicembre).
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Marchionne: «Entro il 2012 una gamma tutta nuova» L'amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, in un meeting con gli investitori tenuto nei giorni scorsi a Londra, ha espresso forte fiducia e ottimismo sul futuro di Chrysler. Nella presentazione in cui ha illustrato il piano industriale al 2014 per la casa americana, Marchionne ha precisato che il 75% della gamma Chrysler, il cui nucleo è l'iconico marchio Jeep e dunque i fuoristrada, verrà rinnovato già l'anno prossimo e al 100% nel 2014, mentre il cash flow, negativo per un miliardo di dollari nel 2010, sarà positivo per un miliardo rispettivamente nel 2011, 2012 e 2013 per salire a 3 miliardi nel 2014. Nell'incontro di due giorni tenuto dal gruppo Fiat con gli investitori a Londra, Marchionne ha precisato che Chrysler punta a un breakeven operativo nel 2011, che dovrebbe salire tra 1,6-2,4 miliardi di dollari nel 2011, 3-3,5 miliardi nel 2012, 3,8 e 4,4 miliardi nel 2013 e 4,7-5,2 miliardi nel 2014, pari al 7-7,7% dei ricavi. Per l'utile netto é fissato un target di 3 miliardi nel 2014 (5% dei ricavi) rispetto al pareggio atteso nel 2010. L'indebitamento netto, previsto a 8 miliardi a fine 2009, dovrebbe ridursi di 4 miliardi nel periodo dal 2011 al 2013 per dimezzarsi a 4 miliardi nel 2014. Per i ricavi i target sono 42,5 miliardi a fine 2010, 52,5 nel 2011, 57,5 nel 2012, 62,5 nel 2013 e 67,5 nel 2014. Lo sviluppo prodotto di Chrysler sarà allineato con quello del gruppo Fiat per massimizzare i possibili vantaggi, ha detto Marchionne, che ha sottolineato gli stretti controlli a cui é soggetta la gestione delle forniture per impedire un eccesso di stock e sconti dei prezzi di vendita. A livello di vendite la dipendenza dalle flotte negli Usa sarà ridotta, mentre verrà aumentata la crescita all'estero, dall'11% al 18%, sviluppando la rete di distribuzione. La condivisione di piattaforme tra i due gruppi sarà la più efficiente possibile e circa il 40% dei motori montati su vetture Chrysler verrà da Fiat o avrà tecnologia Fiat. La casa americana sarà il centro di competenza per gli ibridi e i veicoli elettrici per il gruppo Fiat e per Chrysler a livello globale. I risparmi diretti per gli acquisti di materiali dei due costruttori sono previsti a circa 3 miliardi e la percentuale di fornitori comuni nel 2014 è attesa a oltre il 65%. Le vendite di Chrysler dovrebbero più che raddoppiare nel 2014 a 2,8 milioni di unità, da 1,3 milioni nel 2009, con crescite in tutte le aree geografiche e una quota che negli Usa é prevista a oltre il 13% nel 2014 da meno del 9% quest'anno. Le spese per la ricerca e sviluppo sono stimate a 4,5 miliardi all'anno nel periodo del piano a un totale di 23 miliardi. Marchionne ha anche indicato che la quotazione in Borsa di Chrysler sarà decisa dal Board, ma è "altamente improbabile che avvenga prima del 2011", mentre il rimborso dei fondi ottenuti nell'ambito del programma di finanziamenti Tarp/Edc sarà effettuato completamente entro il 2014. Marchionne sostiene che il gruppo Fiat è adesso più forte dopo un anno intenso e difficile. Confermati gli obiettivi 2009, vale a dire un risultato della gestione ordinaria superiore a un miliardo di euro, un cash flow industriale netto superiore a un miliardo, un indebitamento industriale netto sotto i 5 miliardi e stime di un calo del 20% circa della domanda globale dei prodotti del gruppo quest'anno rispetto al 2008. I debiti in scadenza del gruppo sono coperti ben oltre il 2010, ha indicato Marchionne, precisando che nei prossimi 12 mesi sono previsti a 6,1 miliardi, di cui 3,9 miliardi verso le banche. A piazza Affari da monitorare Fiat, dopo che alla vigilia l'a.d. Sergio Marchionne ha parlato di conti 2009 in linea con i target (i dati verranno resi noti il 25 gennaio), affermando che Alfa Romeo non e' in vendita. In una nota pubblicata questa mattina gli analisti di Credit Suisse hanno confermato rating outperform e target price a 13 euro sul titolo del Lingotto.
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Il titolo FIAT si appresta a superare nuovamente gli 11 Euro, toccati in mattinata. Alcuni possibili driver che potranno sostenere il titolo sono: l'attesa per i dati del quarto trimestre 2009, che usciranno il 25 gennaio (solitamente vengono chiuse le posizioni short onde evitare spiacevoli perdite in caso di dati rialzisti, e quindi il movimento nei giorni precedenti può essere positivo). La quotazione di CNH sul mercato americano, che venerdì è salita di un 5% portandosi a 28,27 $ col dollaro a 1,45 sull'Euro (gli anni scorsi era arrivata fin sopra i 60 $ e quindi di strada ne deve percorrere ancora parecchia...). Il rapporto Euro/real brasiliano, il real si è portato sotto i 2,50 sull'Euro rafforzandosi ancora e riflettendo la forza economica del Paese carioca. Gli utili di Fiat Auto Brasile (che fanno la maggior parte del risultato operativo di Fiat Auto) saranno così ancora più forti. Le voci di riorganizzazione degli stabilimenti italiani, improntate al taglio dei costi ed alla maggior profittabilità. L'avvicinarsi delle future sinergie con Chrysler e del raggiungimento dei 4 step per salire al 51%.
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Fiat: cordata italiana per Termini Imerese (MF) MILANO (MF-DJ)--Spunta una cordata italiana per il salvataggio dello stabilimento Fiat di Termini Imerese, che nei piani del Lingotto, dovrebbe smettere la produzione di auto a partire dal 2011. E' quanto scrive MF-Milano Finanza nell'edizione di domani. L'iniziativa, guidata dall'imprenditore e finanziere siciliano Simone Cimino (presidente della societa' di private equity Cape), secondo quanto ha appurato il quotidiano finanziario presso fonti politiche, sarebbe vista con favore sia in ambienti di Palazzo Chigi sia ai vertici della Regione Siciliana. Il progetto potrebbe subire una forte accelerazione gia' nei prossimi giorni, non appena si saranno svolti gli incontri di rito tra l'imprenditore e gli esponenti della politica. Il progetto prevede la creazione di una cordata di investitori italiani disposti a mettere sul tavolo un capitale iniziale di almeno 100 mln euro (che si aggiungerebbero ai 100 mln messi fin da subito da Cape) con l'obiettivo di trasformare Termini Imerese in un centro di assemblaggio per vetture di piccole dimensioni, a integrale propulsione ecologica (motori elettrici, al litio oppure spinti da energia solare) da utilizzare principalmente in luoghi ad alta sensibilita' ambientale o a elevata vocazione turistica. L'iniziativa, che nei piani di Cimino deve ottenere l'appoggio incondizionato della Regione, potrebbe avvalersi di incentivi pubblici per l'acquisto di questo nuovo tipo di auto.
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Fiat: Marchionne, a Cassino produzione Giulietta (fonti) ROMA (MF-DJ)--La nuova Giulietta verra' prodotta nello stabilimento laziale di Cassino. Lo avrebbe detto, secondo quanto si apprende, l'a.d. di Fiat, Sergio Marchionne, nel corso del tavolo di Palazzo Chigi. Conferme nel prossimo biennio per i modelli prodotti negli impianti di Mirafiori e Melfi.
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Fiat: Marchionne; Pomigliano cosi' non puo' reggere (fonti) ROMA (MF-DJ)--"Pomigliano e' l'impianto piu' penalizzato per l'assenza di incentivi. Lo stabilimento cosi' non puo' reggere. Abbiamo gia' investito 100 milioni di euro ma non e' servito a sanare la sovrapproduzione". Lo avrebbe detto l'a.d. di Fiat, Sergio Marchionne, nel corso del tavolo di Palazzo Chigi.
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