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bialbero

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  1. 2000 V6 tutta la vita SE VA BENE, perchè il 2 litri avendo un sistema di iniezione CEM generalmente richiede una cura e una manutenzione fuori dall'ordinario, oltre al fatto che ben pochi meccanici conoscono i segreti del CEM Alfa Romeo. L'unica quindi è la 2.5 ma non sono assolutamente da disdegnare le classiche 4 cilndri. quelli classici della produzione Alfanord di metà anni 80, principalmente di natura elettrica, i vari ceck control e vie dicendo danno piccoli problemi legati al deterioramento stesso dell'impianto elettrico, ma è un problema che si risolve con pazienza e passione, per il resto la 90 conserva l'ultracollaudata meccanica Alfetta per cui molto difficilmente riserva sorprese, i motori sono leggendari per affidabilità. segnalo questa Alfa 90 e questo bel video !
  2. guarda se ti interessa un amico di Roma ha una splendida Alfa 90 1.8 prima serie bianca, la conosco perchè gliel'abbiamo venduta noi come club alfa storiche, chiede 3000, ma ha pochi km , è appartenuta ad una signora ed è molto bella
  3. la stessa operazione Alfasud fu voluta per pressioni politiche e non a caso l'area prescelta fu quella di Pomigliano d'arco. La storia dell'Arna e dello stabilimento di Pratola Serra meglio nemmeno aprirlo, è una delle tristi storie industrial politiche peggiori d'Italia, forse, e ha un mome e cognome. Velo pietoso.
  4. Matteo se vogliamo analizzare il tutto basandoci sui contesti socio politici allora non la finiamo più, allora ora Fiat avrebbe la scusante della globalizzazione, della politica di Romiti e di tante altre belle cosette. Io riporto i dati esattamente come li conosco, anche perchè quegli anni erano anni bui per le grosse industrie Italiane e l'Alfa, come la Fiat, dovette subire assenteissmi di massa, sindacalizzazione massiccia e addirittura il terrorismo in casa. Tutto questo per dire cosa?
  5. pesava perch+ il tutto era gestito con alto menefreghismo, tanto paga pantalone, perchè se vai un po a vedere, la gamma Alfa alla fin fine da cosa era composta? da due pianali spalmati su un'intera gamma, il pianale Alfetta spalmato su tutto quanto conosciamo e il pianale alfasud idem, e non conto le meccanica duetto già ampiamente ammortizzata da decenni di produzione. Il problema non sono ne i quadrilateri (anche perchè le sud/33 non li avevano) ne i bialbero e ne tantomeno la TP, è il modo di gestire un'azienda che guardacaso ha il suo apice migliore nel periodo in cui LA POLITICA NON CI HA MESSO PIEDE, ci sono i resoconti storici che affermano questo. Dopodichè, vale a dire dal 1974 in poi e con la pesante intromissione della politica tutto è andato a ...puttane, mi si passi il termine, e si badi bene che quello che c'era prima del 1974 non era tanto diverso da quello che venne dopo, a livello di prodotto. Per cui evidentemente il problema era questo e , ripeto, non il prodotto in se. L'azienda fino a metà anni 70 era in attivo, perchè gestita a dovere.
  6. esatto!!! si continua a sentire in ogni dove che il prodotto Alfa pesava, non era il prodotto in se, ma l'organizzazione e la gestione dell'Alfa Romeo che, come detto, era ormai ampiamente politicizzata, per cui vi era un surplus di operai laddove magari non servivano, solo per far contento il manager statale che deve accontentare il politico di turno che chiede posti di lavoro.
  7. Alfa Romeo IRI comincia ad andare in crisi da quando nella metà degli anni 70 entra pesantemente in azienda LA POLITICA, che di fatto ha defenestrato quello che di fatto era il presidentissimo Luraghi, quello che ha reso profittevole il prodotto Alfa Romeo, anche con meccanica sofisticata (Alfetta in primis). Dunque se Alfa risulta un carrozzone pesante lo si deve principalmente a qeusto, fabbriche inefficienti che diventano bacino elettorale per politici di lungo corso, auto e stabilimenti creati ad hoc per soddisfare le esigenze elettorali di un unico politico (nominare l'Arna e Pratola Serra equivale a parlare di un unico politico che per fortuna ci siamo levati dalle palle da un bel po...) ... oggi succede che l'Alfa non pesa sui contribuenti, ma non fa utili ugualmente, pur vantando auto assolutamente "normali" o "mediocri" (dipende con che ottica vengono osservate...)...non ci vedo molta differenza alla fin fine, anzi, è peggio ora.
  8. peccato, la Croma abbinava degli interni a mio avviso molto ma molto belli, finalmente degni di un'auto di categoria superiore, ad un design sgraziato, anonimo, mediocre, ancora una volta firmato Giugiaro. Mha....
  9. bravo sindaco Alemanno, da sempre propositivo. Trovo che sai da esempio per tutti gli altri quello di utilizzare anzitutto auto di produzione nazionale, in secondo luogo il fatto di aver scelto auto di piccola cilindrata e dimensioni. Un plauso quindi, affinchè anche gli altri seguano la stessa strada
  10. sono ASSOLUTAMENTE d'accordo con Stefano, vedendo i risultati di Giugiaro di questi ultimi venti anni posso solo dire che di linee piacevoli ne ho viste ben poche, la Maserati 3200 GT è una di queste insieme alla Punto. IDEA è stato il punto più basso toccato da Fiat e solo la Dedra è da ricordare per l'eleganza, ma il resto per carità di dio, la Tipo anche se è stata un successo non si è mai potuta guardare, e stendiamo un velo più che pietoso per Tempra, Delta II e tutto il resto, K? no comment. La stessa 156 by Giugiaro non aveva niente a che vedere con l'opera d'arte realizzata da De Silva per la sua prima 156, che rimarrà una instant classic. E aggiungo, come parziale scusante, che il progetto Tipo2 è stato fortemente vincolato, per ragioni di costi, tanto che tutte le derivate utilizzano la medesima scocca, giro porte compreso, tale da limitarne fortemente qualsivoglia design di rottura o comunque un tantino più differenziato.
  11. complimenti per l'acchiappo, io da poco più di un'anno possiedo un'esemplare tale e quale al tuo, trovato con le medesime modalità tue, ovvero, ferma oltre venti anni in un magazzino, nel mio caso era di una ex concessionaria Alfa Romeo che ha chiuso i battenti nel 1987. Il consiglio che posso darti è di portarla subito da un bravo meccanico specializzato e che conosco bene questi modelli, i bialbero Alfa sono dei muli ma vanno trattati e seguiti scrupolosamente, quindi cambio olio di rito, fai mettere l'AGIP sint 2000 (selenia lo eviterei alla grande) e via tutti i filtri, liquidi e via dicendo, freni e infine gomme. Una pulitina ai carburatori non farebbe male.
  12. infatti Paolo, alla fine tutti i tecnici, direttori marketing e quant'altro che hanno lavorato in AR da metà anni 70 in poi dicono la loro e sono portato più a credere che la teoria secondo la quale l'azienda volesse mantenere per l'alto di gamma la TP e per le medie una nuova concezione di TA ma con motore arretrato dietro l'asse delle ruote e sopratutto in posizione longitidudinale. Resta da vedere allora cosa fosse il "progetto 156 a TP", dato anche il fatto che prototipi per il basso di gamma non ce ne furono proprio, vista la ormai imminente vendita ad altro padrone di li a pochi anni. Lo stesso Enrico Sala, direttore commerciale prima di Surace, chre che ho avuto modo di conoscere, affermava che ad ogni modo l'indirizzo dell'azienda era quello (progetto 156 tp) per poii affidarsi a mirate joint venture adatte allo scopo. Paradossalmente se arna non fosse stata cosi brutta sarebbe stata un successone e la gamma sarebbe rimasta pressochè composta da piccole e medie a TA/TI long e dal segmento D solo TP con la variante sportive sempre a TP. Segmento D in pratica l'erede della 75.
  13. ma per la verità non è niente di nuovo, di progetti e "idee" ve ne furono talmente tanti che alla fine non si sa cosa sarebbe potuto approdare alla vera industrializzazione, quello che è certo viene anche dal fatto che la TP viene mantenuta e si allarga l'offerta della TA "longitudinale". Le alfiat non mi pare stiano subendo delle rivalutazioni, tutt'altro.
  14. tu suppongo invece abbia capito proprio tutto vero?? l'alimentazione singola dei boxer alfa romeo lo rendeva particolarmente pronto anche a basso e medio regime, se ne hai ma provato uno o più d'uno (e suppongo di si) avresti trovato estremamente pronto quel motore. E questo vale per tutti, dal piccolo 1300 al 1500. Discorso 1700 è diverso, quello a carburatori e 8 valvole era sicuramente quello più sportivo e dunque era molto pronto a regime intermedio, ma pigrotto a bassissimo regime come ad alto regime, dove invece il rinnovato 1700 16v da 137cv era un missile e raggiungeva tranquillamente i 7000 giri/min. Viceversa, come ogni plurivalvole che si rispetti, era meno pronto a basso e medio regime anche rispetto al 1700 8v.
  15. che andasse meno addirittura di una Clio 1.2, scusa ma TRIPLO LOL le cose che hai detto circa tenuta di strada, motricità e stabilità non stanno ne in cielo ne in terra, la motricità era critica per le partenze da fermo quando l'esuberanza del boxer si faceva ben sentire. Sulla prontezza dei motori e sulla presunta lentezza da te riscontrata, posso solo dirti che per l'epoca il boxer Alfa Romeo montato sulla 33 era il più potente e vigoroso della categoria, il 1351 S (due carburatori doppio corpo per bancata) sfornava ben 86 cv saliti a 88 nella serie 90 e a 90cv nella iniezione elettronica, idem per la 1490 che arrivava sino a 105cv. Scusa ma proprio sono sensazioni che hai sentito solo e solamente tu. Per il resto, posso anche essere d'accordo, gli interni erano mal rifiniti e peggio mal assemblati e non era certo una gran comodità, ma per il resto, le doti della 33 sono stranote a tutti, basta anche andare a leggersi le prove su strada delle riviste dell'epoca per capire.
  16. comunque, un po di dritte per le polizze. La Sara ore richiede i 25 anni minimi, mentre la Toro è molto conveniente, a parte richiede la solita asi, ma con 113 euro si assicurano due auto...
  17. sta di fatto che sia io che altri due amiei amici hanno solo fatto l'iscrizione al RIAR e hanno usufruito delle polizze ridotte....sono Alfa inserite in lista chiusa ovviamente
  18. no, basta la sola iscrizione, io anni fa iscrissi la mia 75 Twin Spark ASN (non ancora ventennale) e pagai circa 150 euro di polizza annuale.
  19. stai parlando del TD vero?? perchè francamente definire la 33 "una brutta pagine di meccanica Italiana" oltre a non essere vero, mi sa di autentica boiata, scusa se sono franco. La 33 è vero, rispetto alla Alfasud (dalla quale deriva) venne semplificata e impoverita tecnicamente, coi tamburi posteriori e con l'avantreno normale senza barra stabilizzatrice e sopratutto senza freni all'uscita del differenziale. Ad ogni modo era una delle più brillanti, se non la più brillante, berlinetta in circolazione, con una eccellente tenuta di strada e una stabilità a prova di errore, aveva molto sottosterzo si, per via delle semplificazioni di cui sopra, i motori erano i mdesimi boxer ma con le migliorie erano senza dubbio dei signori motori molto longevi e robusti, brillantissimi, con la chicca della vbersione 1700 16v, uno dei pochi propulsori ad adottare, con l'iniezione, l'alimentazione singola (una farfalla per ogni cilindro, roba che si poteva fregiare una bestia come la M3 ad esempio) il che lo rendeva autenticamente cattivo nell'arogazione e scattante come nemmeno il pur brillante 2.0 Twin Spark della 75 riusciva ad essere.
  20. rendo noto a tutta la popolazione di Autopareri che il neonato club "Virus Alfa Club", sodalizio eslcusivamente riservato alle Alfa sino al 1986 (e derivate se vengono dopo tale data) organizza nella città medievale (e mineraria) di Iglesias, un raduno, il giorno 10 ottobre 2010. Home page VIRUS ALFA CLUB - SARDEGNA
  21. era ora, con Tedeschini s'era toccato il punto più basso, sembrava di leggere una rivista di gossip, e dire che appena 15 anni fa leggevo delle bellissime prove, con spaccati tecnici interessanti e belle prove su strada. Era ora.
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