
Devonrex
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Grane risolte. Bene. Quasi bene. Bene, ma non benissimo. Transeat. Ordunque, i nostri eroi partono alla mattina del 12 agosto dalla stazioncina del ridente paesino di Sant'Ilario (non quello di Bocca di Rosa, eh!) presso la quale si sono recati a piedi, giusto per coerenza. Ivi giunti il sottoscritto, con un piede sul predellino del vagone, si è accorto, con un certo disappunto, di aver lasciato a casa il portafoglio con dentro i biglietti. Visto che il treno successivo sarebbe stato due ore dopo, ho deciso di proseguire ugualmente senza documenti. Bancomat e contanti li tenevo nello zaino. Rifatti i biglietti in due secondi, siamo partiti alla volta di Sasso Marconi. Da Sasso abbiamo imboccato il sentiero che ci ha portato, in un paio di km,. sul tracciato della Via Degli Dei. Caldo. Caldissimo, oserei dire, ma non appena siamo saliti un pò, un vento teso e costante ha mitigato la calura. Dopo aver sudato il sudabile, bevuto il bevibile e smantellato i panini d'ordinanza, siamo arrivati, un pò provati, a Monzuno. Fine della prima tappa: 24km. Primo problema: per non scombinare le tappe successive, ho prenotato il pernottamento in un BB a Madonna dei Fornelli, distante circa 6 km da Monzuno. In una telefonata all'ufficio turistico del luogo, mi venne assicurato, senza ombra alcuna di dubbio, che da Monzuno partiva regolarmente un mezzo pubblico diretto a Madonna dei Fornelli, con tanto di orari. Bene. Anzi, male, perchè non era vero un emerito cazzo. Di farsi a piedi altri 6km manco a parlarne. Per fortuna ci venne in soccorso la Dolcissima e carinissima Elisa, spettacolare reggitrice del BB che ci recuperò in macchina. Fine reale della prima tappa. Dopo una cena a base di crescentine, salume e tagliatelle ai funghi, abbiamo portato le ossa a letto e ci siam fatti una super dormita. Un cielo color piombo ci ha accolti al risveglio. Colazione bastante per un pullman di profughi e via, pronti per la seconda tappa: destinazione Passo della Futa. Questa tappa, dal punto paesaggistico e storico, è la più importante perchè abbiamo trovato e percorso un tratto dell'antica strada romana ancora selciata. Bello ed emozionante. Poi acqua, acqua, acqua ed ancora acqua. Alle prime gocce, nel folto del bosco, ci siamo infilati le mantelle impermeabili. Siamo stati fermi sotto ad un costone di roccia per qualche decina di minuti e poi abbiamo deciso di andare avanti. Non so se, effettivamente, pioveva così tanto e così forte in assoluto, o se il pigliarla tutta sulla zucca ha amplificato la mia percezione, ma fatto sta che ci siamo fatti altre 6 ore di camminata sotto al diluvio. I sentieri si sono trasformati in ruscelli rendendo l'incedere malfermo e pericoloso. Piccolo spazio pubblicità: le mantelline del Decathlon sono assolutamente fantastiche. 6 ore di pioggia e nemmeno mezza goccia sui vestiti. Le scarpe, invece... Fine spot. Cammina cammina, siamo arrivati alla fine della seconda tappa. Passo della Futa. Letto enorme, doccia larga come una piazza d'armi e tanta acqua calda. Con una fiorentina alta quattro dita nello stomaco ci siamo ritirati in branda, non prima di aver affidato le scarpe all'ostessa che, al mattino dopo, ce le ha rese asciutte alla perfezione. Fuori acqua tutta la notte. 22km. Terzo giorno: sole, ma fango ovunque. Il bosco fradicio con il sole che penetra tra le frasche è uno spettacolo che commuoverebbe una iena, un pò come Orfeo con la sua musica. Con il fondo scivoloso ed instabile, camminare è stato molto faticoso, ma avanti senza alzare la testa! Un pò prima del mezzodì siamo arrivati al Passo dell'Osteria Bruciata, segnalato da un grosso cippo in cemento con la sua brava scritta incisa. Narra la leggenda che, temporibus illis, vi era un'osteria che offriva cibo e riparo ai viandanti che colà valicavano gli appennini. Il simpatico oste era uso, però, scannare i viadanti danarosi, derubarli, farli a pezzi e servirli in salmì al posto del cinghiale. La popolazione non gradì questa sua inclinazione, gli fece la pelle e bruciò l'osteria che diede così il nome al luogo. Il che è bello ed istruttivo.(cit.) Dopo pranzo, a base di panini con la finocchiona, abbiamo proseguito in direzione di San Piero a Sieve. Paesaggi già in odor di toscana, ma verso la fine del tratto montuoso, il sentiero, in forte discesa, ci ha dato qualche amarezza perchè i mezzi forestali impiegati per il disboscamento di quella zona (assolutamente controllato dalla Forestale, ci hanno assicurato) lo hanno sventrato con i cingoli facendo affiorare rocce aguzze ed instabili. Quasi due ore di discesa in quelle condizioni ci hanno massacrato le caviglie. Alla fine del sentiero, Deo Gratias, ci siamo trovati su una strada bianca che pareva di moquette, dopo il tratto precedente. Un'altra ora e mezzo ci ha portato a San Piero a Sieve che, nelle nostre intenzioni, avrebbe dovuto essere la fine della nostra camminata. 24 km. Durante la cena, però, ci è venuta voglia di continuare fino a Firenze, ma seguire il percorso originale sarebbe stato impossibile: altri 25 km di sentieri con un dislivello complessivo in salita di oltre 1600 metri. Tempo stimato: 12 ore. Troppo. Visto che il giorno successivo sarebbe stato Ferragosto, quindi con un traffico limitato, abbiamo deciso di arrivare a Fi su strada asfaltata percorrendo, quando possibile, stradine secondarie. Via alle 8 del mattino, zavorrati da una super colazione. Alle 15 eravamo in Piazza Della Signoria a fare le foto di rito. 32km fatti a velocità sostenuta. Frecciargento fino a Bologna e regionale da Bo a Sant'Ilario d'Enza. Esperienza, grazie al mio amico Luigi, meravigliosa.
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E rieccomi al lavoro. Che dire: esperienza meravigliosa. Seguirà dettagliato resoconto non appena avrò risolto le millemila beghe trovate stamattina.
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Che Zanardi fosse un grande era cosa risaputa, ma è salito sul mio personale podio quando lo vidi intervistato da Signorini durante un galà di pattinaggio sul ghiaccio. "Alex, cosa ne pensi di queste ragazze?" "Che sono bravissime. Vederle danzare è bellissimo. Dall'emozione mi tremano le gambe!" "..." "...Cioè, mi tremerebbero se le avessi ancora." Fantastico.
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Sinceramente non ricordo il marchio, ma non è un brand comune. Di certo non mi fermerò mai più lì. In fondo non c'è che l'imbarazzo della scelta.
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Non so se sia classificabile in road rage... di sicuro è un esempio di arroganza e maleducazione. Ieri mattina, trovandomi in tangenziale a PR con la spia della riserva accesa sul Daily, mi sono infilato nella prima stazione di servizio disponibile. Accosto alla colonnina, scendo, apro il tappo ed aspetto che arrivi il benzinaio, che vedevo seduto nel gabbiotto. Passano alcuni minuti ed il tipo, che di tanto in tanto mi guarda, non si muove dalla sua sedia. Lascio passare un altro minutino e lo guardo interrogativo. Questo, senza alzare il culo dalla poltroncina a ruote, scivola davanti all'entrata ed urla " OOOHHHHH!!! E' SCIELF!!! NON LO VEDI???". Io "No, non lo vedo. Non c'è scritto da nessuna parte che sia self service!" Ok, prendo la pistola, digito sul display la cifra desiderata, infilo la pistola nel serbatoio e... nulla. Provo un paio di volte, ma senza risultato. Mi rivolgo allora al tizio rotellato: "Scusi, qual'é il trucco per far gasolio?" Il tizio riscivola davanti alla porta ed urla" A CASA MIA CI VOGLIONO I SOLDI! CE LI HAI I SOLDI?" "..." "SEI SORDO? DEVI INFILARE I SOLDI NELLA MACCHINETTA! CI VOGLIONO I SOLDI!" "Normalmente, in orario di apertura, il self funziona pagando alla cassa dopo essersi riforniti." "BE', A CASA MIA NO. SOLDI. MACCHINETTA. ANDARE." Metto le banconote nella macchinetta, faccio gasolio e richiudo il tappo, con il tizio che mi guarda schifato. "Fatto, grazie. Non c'era mica bisogno di urlare, sa? Basterebbe un bel cartello appeso alla colonnina e lei potrebbe anche evitare di venire. Fa tutto la macchinetta." "VUOI LITIGARE??" "No grazie, sarà per un'altra volta." e me ne vado. Bisogno di ferie??? "
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La mancanza di tempo è l'alibi che tutti usiamo, sempre più spesso. Trovare due, tre o quattro giorni per noi stessi, non solo è sempre fattibile con un minimo di organizzazione, ma assolutamente doveroso nei confronti di noi stessi. Ho provato a chiedere al tizio di cui sopra se, per caso, avesse voluto venire con noi. Sta ridendo ininterrottamente da venerdì 25 e comincio a temere per la sua salute.
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L'anno scorso mi è defunta la batteria della digitale a tre km dalla partenza ed avevo lasciato il caricatore in macchina. Quest'anno parto equipaggiato, ma rimane sempre il problema che non son capace di caricare le foto sul forum.
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Nuova estate, nuova avventura. Stavolta percorreremo La Via degli Dei. Il percorso va da Piazza Maggiore a BO a Piazza della Signoria a FI, ma per ragioni logistico-pratiche partiremo da Sasso Marconi ed arriveremo a Fiesole in quattro tappe. La Via degli Dei (il perché del nome si perde nei meandri del tempo, ma probabilmente deriva dai toponimi di origine romana dei posti che attraversa) ha origini in epoca etrusca e, molto semplicemente, è la via più semplice per valicare gli appennini tosco emiliani e collegare Bononia a Florentia. La sfruttarono i romani per scopi militari realizzando, seguendo quasi interamente il tracciato originale, una vera strada basolata chiamata Flaminia Minor. Nei primi anni 90 vennero riportati alla luce oltre 10km di selciato originale e conservato. Il tracciato, oggi, è quasi quello originale, tranne alcune, doverose, deviazioni sul versante toscano atte ad evitare la trafficata provinciale che segue, a differenza del sentiero, il tracciato originale. Saremo sempre in due, io ed il mio amico Luigi e non vediamo l'ora di partire.
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Fanale anteriore dx Alfa 147 2007
una domanda ha aggiunto Devonrex in Riparazione, Manutenzione e Cura dell'Auto
Buonasera a tutti, un'amica mi ha chiesto di procurarle il fanale in oggetto, seccato facendo manovra contro un paletto. L'auto ha 300k km e a febbraio verrà rottamata. In rete ho trovato fari molto economici che, ferma restando la qualità che immagino proporzionata al prezzo, andrebbero benone. Il dubbio che mi viene è: che differenza c'è tra il fanale della 147 2006 e quello della 147 2007? Sapete se cambiano gli attacchi e/o connessioni o se si tratta solo di differenze estetiche? Grazie a tutti coloro che sapranno aiutarmi. Franco. -
Yess. Ho rimosso tutti i tubi originali, sia dei freni che della frizione, e tutti sono danneggiati. Le pompe dei freni e della frizione sono all'interno dell'abitacolo, esattamente sotto alla plancia, ancorate al supporto del piantone dello sterzo. I tubi che vanno alle ruote anteriori passano praticamente in mezzo all'impianto elettrico. Nel corso dei vari rimaneggiamenti subiti dall'impianto elettrico stesso, i tubi in alluminio sono stati prima spostati più e più volte e rimossi altrettante. Ogni curva è stata più o meno schiacciata ed i raccordi rovinati dall'uso di una chiave non adatta. Per smontarli ho dovuto usare le pinze a grip. In ogni caso dovrò sostituirli tutti quanti, o in metallo come gli originali, oppure, come stavo pensando, in treccia. Quest'ultima soluzione mi semplificherebbe la vita di molto. Il tubo che va al treno posteriore, passa all'interno del tunnel, ma deve fare un milione di curve per stare aderente alla lamiera, altrimenti il rinvio del cambio potrebbe danneggiare il tubo stesso, ed il fascio dei cavi elettrici passerebbe a fatica. Usando un tubo in treccia non avrei mezzo problema ad infilarlo e farlo passare dove voglio. Idem per quelli sotto alla plancia. Cercherò di documentarmi meglio.
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La mia intenzione sarebbe cambiarli tutti perche', per un motivo o per l'altro, son tutti piu' o meno massacrati. Passare i tubi rigidi in alluminio o rame all'interno degli scatolati e' un mezzo delirio. Oh, se c'e' da fare si fa, ma sto accarezzando l'idea dei tubi in treccia. Ripeto: a logica non vedo controindicazioni in cio', ma prima di spendere dei soldi inutilmente preferisco documentarmi...
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Tubi freno in treccia
una domanda ha aggiunto Devonrex in Riparazione, Manutenzione e Cura dell'Auto
Buonasera a tutti, partendo dal presupposto che AP e' pieno di gente che ne sa a pacchi, chiedo, gentilmente, se qualcuno di lor signori ha esperienza nell'uso dei tubi freno in treccia. Nello specifico, avrei bisogno di sapere se, oltre ai classici flessibili direttamente connessi ai cilindretti, sia possibile utilizzare i tubi in treccia in sostituzione di tutti i tubi che corrono all'interno della scocca. A sentimento direi che non ci sono controindicazioni, ma preferirei un AutoParere autorevole. Spero di essermi spiegato bene: non sono lucidissimo in questi giorni... -
Io, per non saper nè leggere nè scrivere, mi sto riguardando l'opera Omnia di CSI Las Vegas. Due episodi per sera mentre faccio un pò di palestra. Più li riguardo è più mi piacciono. Peccato che la seconda parte dell'undicesima stagione non sia mai stata distribuita...
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Mmmmhhh, no good: la tetta sinistra presenta due inequivocabili smagliature. Ok, faccio come il dodo e mi estinguo.
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Sabato sera ho comprato, da Feltrinelli, un bellissimo libro con la versione, a fumetto, di alcuni dei più bei racconti di H.P.Lovecraft, illustrati da un fumettista olandese. Bellobellobellobello. La cosa curiosa è che, pur amando Lovecraft, erano anni che non pensavo ai suoi scritti. Un paio d'ore prima, a cena, mi venne in mente l'icipit del mio raccontro preferito "La casa misteriosa lassù nella nebbia" e ne parlai con mia moglie. Poco dopo, uscivo dalla libreria con il libro. Mumble mumble...
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Immagino che per chinotti si intenda un'altra cosa, vero?
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C'era forse un evento 4C a Parma, ieri? Nel parcheggio interrato del Barilla center, dove metto abitualmente la macchina, una delle entrate era chiusa ed il cartello diceva "Riservato alle Alfa Romeo" con una foto di una 4C. "Papà, anche noi abbiamo un'Alfa Romeo: perchè non la mettiamo di là?":mrgreen:
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E' sicuramente su meccanica 2cv e, secondo me, è una kit car.
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Sì.
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Occhi di Gatto... Ah, che bei tempi:pippa: Ma... ho sognato o sulla 928 c'era (o c'è stato per un certo periodo) la scritta PORCHE? Sono sicuro di aver pensato ad un problema di copyright, ma ora comincio a credere sia stato un enigmistico quanto freudiano scarto che rende benissimo l'idea che avevo di quelle tre belle figliuole. Il loro costume da... lavoro era tanto attillato da farmi pensare che non fosse di tessuto, ma verniciato sulla pelle. Gasp!
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Ieri ero ad un pranzo con i parenti di mia moglie:martellarsi:. Quando lo zio Luciano ha raccontato di aver messo una moneta da cento lire in un bicchiere di cocacola e la mattina dopo la moneta era sparita perchè disciolta dalla bevanda, ho capito che era ora di tornare a casa.
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- bufala
- chemitrails
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A parte il trascurabile dettaglio del fatto che le "mie" zone non sono, Deo gratias, quelle del latitante Dann:mrgreen:, i lavori procederanno spediti fino a quando sara' necessario solo, o quasi, l'impiego di mano d'opera. Nel momento in cui si rendera' indispensabile aprire il portafoglio, e' facile ipotizzare un sostanziale rallentamento ed allora la velocita' sara' direttamente proporzionale alla disponibilita' economica del momento. Diciamo che dovrei arrivare alla fine dei lavori sulla scocca entro l'estate, ipotizzando di effettuare la verniciatura, che faro' fare al carrozziere, a settembre. Poi boh?
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Comeho gia' spiegato a Pandino, queste foto risalgono a qualche settimana fa. Ora la scocca e' nuda e a ferro sull'esterno. Inoltre ho tantissime foto, ma sono tutte di particolari e mi serviranno per il rimontaggio. La settimana prossima la scocca andra' in trasferta da un amico che mi mette a disposizione la sabbiatrice con la quale puliro' il sottoscocca, il pavimento e gli interni dei cofani. Seguira' una pulizia profonda dai residui ed una mano leggera di primer con il duplice scopo di evitare l'ossidazione dei lamierati e di evidenziare il punti sui quali intervenire, raddrizzando e stuccando.