Un problema che sta a monte della relazione fra società e religione è proprio la distinzione fra i concetti di religione e credo.
Voglio dire: le religioni, in se stesse, sono qualcosa di artefatto creato
1. per soddisfare le solite domande tipiche dell'Uomo, dai primordi.
2. per regolare le società in mancanza di una Legge.
Io tenderei a definire il primo punto come "credo" e il secondo come funzione sociale della religione, definibile come "morale". Messi insieme ad arte, si ha una religione completa, un comodo e completo strumento in grado in se stesso di rispondere ai bisogni spirituali di ogni individuo.
[Mi sembra di cercare di vendere un'aspiratutto con questi termini; che bravo che sono, ho inventato lo stampino per le religioni!
Ovviamente questa è un'enorme semplificazione, ma prendendola per buona nel suo fondamento, vado avanti.]
Dunque, dato che domande ancestrali e morale sono differenti in ogni individuo, a causa della singolarità di ciascuno, credo sia lecito pensare che oggi, a voler fare i pignoli, esistano circa 6 miliardi di religioni differenti, per rendere piena giustizia a tutti.
Che poi, diversi individui -in varie generazioni- abbiano evoluto e condensato le loro religioni, creando dei gruppi, credo sia naturale.
Certo, si richiedeva ad ognuno dei piccoli adattamenti, ma in questo modo si riusciva a semplificare la vita di società con un unico credo (prima grande forzatura*) e un unica morale (utile e fattibile).
*Io non condivido per niente il fatto che tante persone possano avere lo stesso identico credo, perché mi sembra innaturale. Tutti uguali uguali uguali? Naaah, non ci credo, almeno uno zitto zitto dissente!
Ma allora perché funzionava bene? Perché le comunità erano piccole, soprattutto non si confrontavano con l'esterno, e se all'interno qualcuno dissentiva veniva comodamente cacciato a pedate (più tardi, comodamente bruciato sul rogo).
Nell'evoluzione, qualcuno si prese la briga di stendere tutte le giuste regolette morali per la civile convivenza in qualche testo, ovviamente mischiandolo con la funzione "credo" per essere più convincente e coinvolgente.
Nessuno ci credeva al 100%, ma si riusciva ad avere una buona guida generale. La morale faceva le veci della legge, il credo quello di una allora carente conoscenza.
Evolvi che ti evolvi, si riusciva a tenere sempre al passo coi tempi la religione. Ma prima o poi, fisiologicamente, doveva iniziare a decadere il tutto.
Urca, arrivano i nemici! Scienza & Civiltà!
Sempre più conoscenze! Accidenti: viene a mancare il credo, la gente ha trovato altre soluzioni, o forse ha capito che su certe questioni è più giusto far da sé e non in gruppo?
Sempre più stabili conformazioni della società, indipendenti dalla religione! Accidenti: c'è la Legge del potere temporale, non serve più quella religiosa, che la gente inizi a seguire la prima e abbandonare la seconda?
Però nel mezzo le istituzioni della religione non possono permettersi di far decadere il tutto: sai che smacco e che ammanchi di comodità?
Oh beh, il resto lo sappiamo. Chiudo qui questa cronistoria da Readers' Digest della storia delle religioni.
Ma quello che intendo dire è: non sarebbe più bello vivere il proprio credo in modo individuale, senza influssi esterni e senza dogmi, pur confrontandoci in pace? Basta fare la cosa più difficile del mondo: smettere di pensare di essere meglio.
Io non penso che chi crede in un Dio o in quel che più gli pare sia uno sciocco che non ha capito, anzi. Una persona è libera di pensare che il mondo sia stato creato da un irraggiungibile essere superiore o dai propri calzini, se questo lo soddisfa.
Io non ho la risposta, mi faccio delle domande fra me e me e sto zitto, sapendo che nemmeno gli altri ce l'hanno.
Però, santo cielo, perché non si più in grado di vivere la propria spiritualità in se stessi, senza dogmi o influssi esterni?
Io sono stato un Cattolico profondamente convinto, fino al momento in cui ho realizzato che le religioni erano delle enormi prese per le chiappe alla mia intelligenza.
Signori! Santa Madre Chiesa? Ma Santa Madre Chiesa non è altro che un gruppo di persone, le quali non valgono né più né meno di me e voi!
Avete una fede? E' la cosa più bella del mondo! Credere in qualcosa, soprattutto quando non ci delude, è bellissimo. Ma a che serve un'istituzione nel mezzo? E' innaturale!
Cerchiamo di evolvere un poco questo benedetto concetto di fede: la fede non conosce Chiese! Non conosce dogmi, non conosce nemmeno opinioni comuni!
Conosce al massimo ciò che c'è dentro di noi, ciò che pensiamo, ciò che sentiamo. Se c'è un Dio, quello è al massimo in ognuno di noi, in attesa di ulteriori chiarificazioni, che arriveranno dopo. Forse.
Che discorso assurdo che ho fatto, eh? Per lo meno, spero nel mio piccolo di essere riuscito a sviscerare un poco la discussione e il vostro pensiero dall'ottuso scontro religione o non religione.
Con la massima umiltà, ovviamente.