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Mazinga76

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  1. Una premessa: contrariamente a quanto molti credano, gli allestimenti della 127 II serie all'esordio erano così suddivisi: "L" (base); "C" (intermedio); "CL" (lusso) L'allestimento "L" lo si riconosceva a colpo d'occhio per i paraurti di metallo nero opaco con cantonali di plastica. Meno evidenti da cogliere al primo colpo d'occhio erano le modanature in gomma più sottili sulle fiancate, le maniglie nere, l'assenza dei profili cromati sui gocciolatoi, i tergicristalli cromati e le luci posteriori con retronebbia al posto di quelle di retromarcia. Internamente il particolare che si notava di più erano i braccioli corti e le maniglie di apertura sottili sui pannelli delle portiere anteriori, che praticamente derivavano dalla 127 I serie. L'allestimento "C" differiva per i paraurti interamente di plastica con staffa di rinforzo sottostante in metallo. La mascherina aveva un profilo in color alluminio; le modanature in gomma laterali erano più spesse e con profilo cromato; i gocciolatoi avevano il profilo cromato; i tergicristalli erano neri anzichè cromati e i gruppi ottici posteriori avevano le luci di retromarcia al posto dei retronebbia. All'interno i braccioli erano lunghi e con maniglia di apertura integrata e più spessa, il padiglione era rivestito in panno. A centro plancia c'era l'accendisigari e la strumentazione includeva il termometro acqua, oltre a tante piccole cose non visibili come l'intermittenza per i tergicristalli, il ventilatore a due velocità, il lavavetro elettrico, le spalliere reclinabili ecc.. L'allestimento "CL" era il più curato e lo si riconosceva esternamente dai paraurti in plastica con fascia superiore argentata, cerchi dal disegno specifico, borchie cromate invece che nere, vetri posteriori apribili a compasso. Inizialmente disponibile solo col motore 1050 cc. Internamente si riconosceva subito il volante dal disegno specifico e dall'impugnatura più spessa; Il pomello del cambio era anatomico e con griglia dei rapporti riportata ed aveva una cuffietta in similpelle anzichè il soffietto di gomma; i sedili erano rivestiti in panno o in velluto; i pannelli delle portiere e il pavimento erano in moquette. Detto ciò, la razionalizzazione della gamma '81 previde l'allestimento Special come sostituto dei precedenti "L" e "C" di cui era una via di mezzo (i paraurti erano quelli in metallo con cantonali in plastica della "L", ma c'erano degli accessori che erano specifici della "C"): in pratica lo si poteva considerare come un "L" arricchito o un "C" impoverito a seconda di come lo si voleva considerare. Il Super sostituiva il precedente "CL" ma era di fatto equivalente a un "C" full optional con qualche semplificazione esterna, come i cerchi della "C" e qualche novità, come i paracolpi laterali della Top e la maschera con una nuova trama della griglia.
  2. Mi domando: ma quel parcheggio a fare la barba al palo... Perchè?🤔
  3. Se si preferisce, la Polo 1 era l'alter ego economica dell'Audi 50. Invertendo l'ordine dei fattori il prodotto non cambia.
  4. Io ho votato Polo 2. Tra tutte è secondo me quella che portò un concetto veramente nuovo tra le piccole, grazie allo stile da piccola wagon. Io non la ricordo affatto come auto da artigiani/commercianti, ma al contrario seppe ritagliarsi un'immagine ben diversa, direi quasi modaiola, visto il riscontro che ebbe presso il pubblico femminile e giovanile ambosessi. La aveva un mio professore all'istituto per geometri, un architetto dallo stile curato, e l'auto non gli faceva difetto vista la spiccata personalità. A me piaceva molto anche la coupè, soprattutto nella versione restyling. La aveva un mio collega, macchina solida e concreta, forse dal look interno un po' troppo austero, ma nel complesso direi un'auto di una certa immagine. Una piccola digressione sulla modesta e dimessa Polo 1: il suo alter ego era l'Audi 50, una sorta di Polo Lusso con motori più prestazionali.
  5. Facciamo un po' di chiarezza: questi non sono Ape 50, che è ben più piccolo, ha la cabina monoposto ed è immatricolato come ciclomotore, quindi con il targhino nominativo che può essere rimosso dal proprietario e montato su un altro mezzo di 50 cc. Questi due sono degli Ape 703V, dove il numero indica la portata (circa 7 quintali) e la V indica che è la versione con volante. Curiosamente la versione "volante" è riconoscibile dall'esterno per il tergicristallo con spazzola orientata in orizzontale; la versione "manubrio" ha invece il tergicristallo con spazzola dritta. Le dimensioni della cabina sono ovviamente più generose e l'omologazione è per due. La cilindrata è di 200 cc a benzina oppure 400 cc diesel; va da sè che in questo caso l'immatricolazione non può essere come ciclomotore ma come motociclo, quindi con le stesse targhe in uso alle motociclette. Ti chiedo: come deduci che non siano immatricolati? L'unica targa di cui i motocicli dispongono è posta sul lato posteriore, che dalle foto non è visibile. E poi, come per tutti gli autoveicoli, non potrebbero mai essere stati venduti e posti in circolazione senza immatricolazione. Quindi, semmai ne fossero sprovvisti, è perchè probabilmente saranno stati radiati per inutilizzo. Non credo comunque che siano stati acquistati a scopo pubblicitario: sul pianale è montata una cella coibentata per il trasporto di deperibili, probabilmente per l'approvvigionamento dei magazzini o per il trasporto a domicilio (per quei supermercati che offrono questo servizio). Me lo chiedevo anche io, ma non ne ho la più pallida idea. Nel parcheggio custodito (a pagamento) di un Auchan della mia zona sostava, coperta da un'abbondante coltre di polvere e con le ruote semi-sgonfie, una Mitsubishi Space Star, poi rimossa dopo svariati mesi. Semplicemente, se lo specchietto prendeva un urto di una certa entità, oppure a causa dell'usura dell'apri/chiudi, lo snodo interno si spezzava e rimaneva appeso per i cavi della regolazione interna. Era un fattore visibile su tante auto del periodo; sulla Uno ovviamente di più perchè faceva parte dell'arredo urbano delle nostre città.
  6. Voglio salutare questo anno maledetto e augurare a tutti voi un nuovo anno di serenità, salute e felicità. Lo faccio con l'ultimo piccolo contributo. FIAT Tempra S.W. 1.9 TD del gennaio '96 FIAT Seicento Sporting del settembre '98 Jaguar Sovereign 4.2 ritargata nel nel marzo '93. Buon anno a tutti!
  7. I miei zii invece nell''85 tribolarono un bel po' per avere la loro 70 CL automatica. Ma forse, essendo una versione molto marginale, la cui domanda era col contagocce, probabilmente influiva sui tempi di consegna.
  8. Per me il più bel frontale mai visto sulla 127 era quello della Brazil, ma della serie precedente... Aveva una certa eleganza e le dava un aspetto più importante.
  9. Mazinga76

    Fiat 127/147 e 127 unificata

    Osservando le immagini di questa 127 ho pensato a una di quelle auto alle quali tocca a un certo punto un triste epilogo. Magari sarà stata la classica utilitaria dell'anziano ottuagenario o giù di lì, che la utilizzava per le brevi commissioni giornaliere tenendola con un minimo d'attenzione. Ahimè, finchè vita non ci separi. Poi subentrano figli, nipoti ecc., che non hanno nessun interesse/passione, e l'auto del congiunto finisce ferma, magari abbandonata a marcire alle intemperie o sfruttata fino al midollo a manutenzione zero, tanto è solo un ferro vecchio che non vale niente. Oppure ancora, i nipoti patentandi o neopatentati che si alternano nel progressivo processo di distruzione. Purtroppo ne ho visti tanti di casi del genere, anche nel mio vicinato, a volte di vetture tenute maniacalmente dai defunti proprietari, che nel volgere di mesi si sono ritrovate catorciate e poi spedite sotto una pressa.
  10. Sempre pensato che Punto II fosse stata una sostanziale involuzione del design della Punto I. Mai riuscito a digerirla completamente, tanto in versione "fanalina" che in versione "fanalona".
  11. Complimenti! Auto a mio avviso dalla linea piacevole e pulita. Anche di una certa eleganza. Complimenti anche per la cura con cui è tenuta.
  12. Il numero ufficiale di Marbella vendute in Italia non lo conosco, però possiamo dire che non devono essere state poche. La Marbella in Italia fu tutt'altro che una meteora, se ne vedevano un bel po' in giro. Io qualcuna la incrocio ancor oggi. Certamente tra le SEAT che in qualche modo si ricollegavano a FIAT la Marbella fu la più diffusa.
  13. Credo che fosse così, perlomeno fino all'allestimento CL della Ritmo. Del resto la politica di SEAT era quella: offrire qualcosa in più in termini di finiture e accessori, anche a un prezzo più concorrenziale, per sopperire allo scarso appeal del marchio. Anche la Fura ad esempio offriva qualcosa in più in termini di accessori rispetto alla corrispondente 127.
  14. Ma a parte questa, che era solo una versione specifica e anche un po' di nicchia, Ritmo II serie portava in dote importanti modifiche strutturali: un pianale riprogettato che migliorò la rigidità, lo spostamento del serbatoio in posizione centrale che aumentò il livello di sicurezza in caso di urti; lo spostamento della ruota di scorta al di sotto del vano bagagli, liberando spazio nel vano motore per una migliore accessibilità alle parti meccaniche; duomi sospensione più robusti e con diversi attacchi ecc. ecc.. Meccanicamente furono riviste le sospensioni, più efficaci e che garantivano una tenuta più precisa; fu adottata la quinta marcia; ci fu una diversa messa a punto dei motori in ottica consumi. Insomma, quello che alla vista poteva sembrare solamente un restyling di mezza vita era in realtà qualcosa di molto più profondo e sostanziale. Va da sè che nel 1982 scegliere una Ronda piuttosto che una Ritmo II, pur non considerandolo propriamente un ripiego tout court, era certamente una scelta più economica e tecnicamente più vetusta. Dal punto di vista estetico, ma questa è solo una mia opinione personale, la Ronda non sfigurava e si presentava piuttosto bene, piacevole nel suo insieme.
  15. Come è stato già sottolineato in altri post la Ronda era sostanzialmente una Ritmo I serie. Se la si confronta con la nostra Ritmo I serie ci sta che vada considerata un'evoluzione riveduta e corretta, secondo me anche riuscita esteticamente e superiore nella percezione che dava degli interni. Non mi scandalizza che sia stata complessivamente migliore. Ma siccome la Ronda uscì nell''82, quindi in contemporanea alla nostra Ritmo II serie, onestamente non l'avrei mai preferita a quest'ultima. Ritmo II serie portava in dote numerose migliorie, non tanto nella qualità della componentistica degli interni che rimaneva a mio avviso economica, quanto per la già citata miglioria nel trattamento delle lamiere, ma anche, e direi soprattutto, per le importanti innovazioni telaistiche, che Ronda non poteva vantare.
  16. Sì, tutto sommato non stona. Tutto il resto invece, meglio lasciar perdere.
  17. Credo sia stato fatto già presente, ma la Thema in questione o è una 2.0 i.e. 16v o una 6V 2.8 i.e. (molto meno probabile). L'abbinata tra 2.0 i.e. e 6V non è possibile. Al di là dell'incongruenza dell'abbinamento cromatico, credo che le forme squadrate degli anni '70 mal si adattassero esteticamente a questo tipo di operazioni. Tutt'al più il colore a contrasto dovrebbe essere limitato al solo padiglione, come sulle versioni Elegant delle prime A112. Io non ne ricordo in verità così pochi di Renault Express con mascherina nera...🤔 Oddio, con tutto il rispetto, ma quell'alettone mi pare apprezzabile come una puntura di calabrone sugli zebedei... Diciamo che fa molto Rom-Style, come un po' le condizioni generali della macchina. Molto interessante e soprattutto rara, meriterebbe ancora dei ritocchi per essere al top. Oltre alla targhetta identificativa mancano le strips adesive marroni che correvano lungo la fiancata, subito al di sopra dei fascioni e in corrispondenza del punto d'incontro tra i paraurti e il lamierato anteriore e posteriore. Inoltre le plastiche dei fanali posteriori non sono le sue: quelle originali hanno le frecce arancioni; le frecce bianche apparvero sul face lifting di fine '86.
  18. Soprattutto la Uno Tubbbbbbbbbbbo era tutto un programma.....🤣🤣🤣
  19. Se ben mi ricordo, c'era una sezione apposita qui sul forum per i raduni e gli eventi riguardanti le storiche, solo che credo sia caduto nel dimenticatoio e ciascuno ha continuato a postare qui. Però ricordo che qualcosa di specifico c'era, anche io postai un reportage di un raduno in quella sezione diversi anni fa.
  20. Mah, non so... non mi trova poi così concorde questa tua affermazione, eppure viviamo nella stessa città.🤔 E' pacifico che le auto circolanti fino alla direttiva Euro 1 inclusa siano diventate ormai una nettissima minoranza, ma non è che io non veda in giro, eh... Di sicuro la percentuale sul circolante sarà comunque tra le più elevate d'Italia, se non la più elevata. Drasticamente ridotte le Uno prima serie rispetto ad appena un lustro fa, questo sicuramente. Ma dire che sono estinte, dai... Sottoscrivo in pieno. Le zone dell'entroterra campano, sia montane che rurali, sono terreno molto fertile per gli avvistamenti di pezzi da novanta o comunque vetture comuni ma per lo più estinte. Io in particolare posso testimoniare per le zone dell'Irpinia, che frequento abbastanza spesso, e lì di pezzi ultra-quarantennali e anche di più se ne incontrano eccome, anche in uso quotidiano, magari l'anziano che ancora usa la sua vecchia 500 o 600 per brevi commissioni. Da quelle parti hanno una mentalità diversa, sono molto più conservatori. A Mercogliano, dove mi reco spesso, c'è un signore di terza età che ancora gira quotidianamente con la sua 600 del '58, peraltro da poco rinfrescata di carrozzeria. Un altro tizio gira con la IATO, che è tutto dire...
  21. Vabbè chi la producesse e dove credo sia poco influente; era in ogni caso ufficialmente presente nei listini FIAT e rappresentava, tra la fine dei '70 e i primi '80, la concorrente italiana nel segmento B alle varie Citroen Visa, Peugeot 104, Renault 5.
  22. Dal 1980 anche la 127 aveva 5 porte. Prima era comunque disponibile a 4 porte.
  23. La striscia rossa indica che il veicolo è adibito al trasporto merci in conto proprio, magari le merci necessarie alla propria attività commerciale oppure ad una attività propria di artigianato; quando invece il colore della striscia è bianco, l'indicazione del trasporto merci è per conto di attività terze. Una NA-M0 ci fu anche nella cerchia del mio parentado, precisamente NA-M02296; era una Ritmo 70 CL automatica di proprietà di un mio zio oggi defunto. Fu immatricolata il 12 aprile 1985 e rubata, ahimè, nell'ottobre di dieci anni dopo con soli 73 mila km all'attivo. La usava quotidianamente mia zia, che la sostituì con la Uno CS che tutt'oggi possiedo io. Non l'avessero rubata, quella Ritmo oggi l'avrei posseduta io e sarebbe stata una doppia rarità per essere una delle rarissime automatiche e per essere una delle altrettanto rarissime NA-M0.
  24. Questa è una rarità assoluta, non tanto perchè le diesel si contano ormai sulle dita di una mano, ma perchè nel Napoletano la lettera M su targhe nere è durata quasi niente: esattamente dal 5 aprile (M00000) al 9 maggio (M10000) 1985, data in cui iniziò l'assegnazione delle targhe bianche. Sarei curioso di sapere di quelle diecimila immatricolazioni quante ne siano sopravvissute, ma non è difficile immaginare che siano quasi del tutto estinte. Più della macchina in se sarebbero da salvare le targhe.😀
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