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3volumi3

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  1. C'è un triangolino che esaltava gli appassionati di un famoso marchio. Il Wankel aveva (ha) il suo fascino, peccato per i problemi congeniti che non sono mai stati risolti del tutto. Alla fine solo Mazda, con la tenacia di quei soldati giapponesi che non si convincono che il loro paese ha perso la guerra, ha continuato a credere a questo motore.
  2. Ho notato che molte Fiat coeve soffrono di questa disfunzione erettile allo specchietto. Stranamente non ho mai visto altre case automobilistiche avere lo stesso problema (e, sì, il fatto che noto queste cose non depone a favore della mia sanità mentale...)
  3. Concordo, non per altro la prima è di Giugiaro, mentre la seconda è del Centro Stile Fiat. E infatti quella del 2005 a opera dell'Italdesign Giugiaro era tornata molto bella (prima che il Centro Stile Fiat cominciasse a pasticciarla con i vari restyling).
  4. Non penso che sia tanto un problema dell'offerta delle case, che propongono quello che il mercato richiede (non siamo più hai tempi della Ford T che secondo Henry Ford poteva essere richiesta in tutti i colori, purché fosse nero). Penso invece che i fattori in gioco per questa monotonità di colori (o meglio, non colori, visto la predominanza di bianco, nero e grigio) siano due. Da una parte il fatto che sempre più vetture del segmento C e D siano flotte aziendali in leasing, con ovvi vincoli per quanto riguarda la scelta di colori, neutri per essere più rivendibili. Questo, d'altra parte, penso che rafforzi un certo conformismo nell'acquirente medio, che solitamente tende a omologarsi a quello che vede in giro (per un inconsio desiderio di accettazione da parte degli altri), specialmente quando deve investire delle cifre alte. Una cosa curiosa che ho sempre notato è che quando viene lanciato un nuovo modello di solito si utilizza un colore particolare, e (proprio per le ragioni di influenzabilità dell'aquirente medio) molte tra le prime vetture vendute sono proprio di questo colore di lancio, che poi, finitò l'effetto novità, viene sempre meno richiesto a favore dei soliti colori. Certo, possono esserci anche motivi legati a stock di vetture in esposizione, ma non penso sia solo quello. Mi viene in mente la Fiat Bravo del 2007, il rosso del lancio si vede molto tra i primi esemplari venduti. Per i segmenti minori, dove si vede una palette cromatica molto più varia, questo discorso è molto meno calzante, proprio perché la cifra investita pone meno paletti all'acquirente e perché non ci sono molte vetture aziendali di questo segmento. Penso che sia un po' un cane che si morde la coda. Vorrei comunque celebrare la varietà cromatica di pochi decenni fa, in particolare su vetture di segmento medio alto. Colori sgarginati che davano un ché di "gioccattoloso" a delle berline altrimenti troppo seriose e che rendevano un po' meno monotone le nostre strade:
  5. Negli anni '80 l'hifi era il prodotto tecnologico feticcio del momento, un po' come adesso lo sono gli smartphone, va da sé quindi che si usassero come ispirazione per gli interni (come adesso si usano schermi touch vari). E va da sé che fosse proprio la patria degli impallinati dell'hifi e delle innovazioni hi-tech, il Giappone, a insistere più su questo aspetto. Ma come hai ricordato, anche i designer degli altri paesi non furono immuni da questa moda. Non è un mistero (lo afferma lui stesso nel suo libro) che anche Fumia si ispirò alla pulsanteria dei componenti hifi per la parte centrale della plancia della 164, per poi ammettere di essersene pentito perché non era certo la scelta ideale dal punto di vista ergonomico. A margine, dalle tue foto si nota anche come fossero avanzati i climatizzatori delle vetture nipponiche del tempo. Perfino in questi interni del 1979 era presente il riciclo, che in Europa comincerà a diffondersi nelle vetture di fascia media solo 10 anni dopo.
  6. Ho come la sensazione di un déjà vu (e non era un buon segno, visto com'è finita): http://www1.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/1995/11/14/Economia/LANCIA-Y-NASCE-IL-COLORE-SU-MISURA_172800.php#
  7. Mamma mia, quella nuova sembra pantografata, c'è da domandarsi come facevamo a starci in quattro dentro quella vecchia. Ma forse c'è da stupirsi di meno se si pensa che la dimensione media di automobili e l'altezza media degli uomini sono aumentate insieme* * lo so che in realtà la correlazione è del tutto arbitraria, basta pensare al gigantismo delle americane anni '50
  8. In effetti potrebbe essere: Ma ormai ho preso a considerare quel proprietario come uno a cui piace complicarsi la vita a livelli incredibili, quindi mi piace pensare che in realtà abbia preso quel componente da una Lamborghini Murcielago:
  9. Vabbè, se non altro è da apprezzare lo sbattimento Sarebbe interessante capire da dove ha preso quel componente, oppure se si tratta di un pezzo fatto ad hoc, magari con una stampante 3d. Peccato che dalla foto non si veda molto.
  10. Complimenti al proprietario per la creatività nell'inventarsi quei nuovi fanali di direzione, che avrebbe potuto evitare se solo avesse usato anche i paraurti della HF
  11. Questa attesa della Tonale sta diventando così lunga che nel 2021 anziché presentare il modello di serie presenteranno il restyling del concept 😐
  12. C'è un dettaglio di design inesorabilmente yankee che mi ha sempre affascinato e che da elemento funzionale a un certo punto ha perso la sua ragion d'essere ed è diventato un elemento vestigiale. Si tratta del bagagliaio che presenta la sagoma della ruota di scorta (Continental kit, dal modello della Lincoln che ne fece un'icona di design), a quanto pare un noblesse oblige dei marchi premium per attrarre una clientela molto nostalgica. Non a caso sono i tre marchi di punta delle Big Three ad averlo utilizzato più: Lincoln (gruppo Ford), Imperial (Chrysler) e (in misura molto minore) Cadillac (GM). Non starò qui a elencare tutti i marchi e modelli che l'hanno utilizzato (sono molti) ma mi concentrerò su come a un certo punto siano diventati un elemento di design fine a se stesso e dal carattere inesorabilmente demodé. Per cui mi riferirò solo a Lincoln e Imperial. Se infatti fino un a un certo punto la ruota di scorta era effettivamente alloggiata nel rigonfiamento del cofano bagagli, da un momento all'altro cambiò sistemazione, ma il bagagliaio con la gobba circolare era diventato un elemento così caratteristico che i designer Lincoln non vollero cambiarlo e quelli Imperial lo copiarono. L'ultima Lincoln ad avere la gomma di scorta alloggiata nella rientranza del cofano fu la Lincoln Mark II del 1955 Qui lo vediamo chiuso Qui aperto Con la serie Mark III del '68 la gobba sul cofano bagagli diventa un elemento vestigiale. Come potete vedere, la ruota di scorta è alloggiata in un'altra posizione: Il cofano bagagli sagomato rimarrà una caratteristica del marchio fino agli anni '90, diventanto un qualcosa di sempre più stucchevole, per quanto carattersitico (a mio parere). Mark VII Mark VIII (1996) Stesso discorso per l'ormai da un po' defunta Imperial, che presenta più tardi questa caratteristica di design, e direttamente come solo elemento di stile, come si puù vedere dal modello '57, il primo a farne uso Concludo ricordando che non essendo un esperto di auto USA, potrei essere stato impreciso e lacunoso. Chi ne sa più di me, mi corregga pure
  13. Piccola aggiunta alla serie di auto con tre posti davani, con una soluzione che richiama quella della McLaren F1 e Ferrari 365P Berlinetta Speciale (volante centrale) ma in un contesto molto più turistico: La Panhard Dynamic del 1936. Mi ricordavo che in un vecchio libro francese di mio nonno sulla storia dell'automobile c'era un'immagine che da piccolo mi aveva colpito, oggi ho avuto l'occasione di averlo tra le mani e ho fatto una foto: Qui una foto degli interni dalla ricca voce di Wikipedia: Si vede che ai tempi non c'erano i caselli delle autostrade...
  14. Dopo aver scoperto cos'è finito nell'abitacolo di questa esclusivissima supercar, giuro che non storcerò più il naso di fronte al blocco clima della 4C preso dalla Fiat Seicento
  15. Scusate l'OT, ma è possibile che gli americani abbiano sempre avuto un debole per queste idiozie ("americanate", appunto)? Già a cavallo del secolo scorso organizzavano scontri tra treni a pagamento https://www.ilpost.it/2019/08/30/incidenti-ferroviari-spettacolo-usa/ Non oso poi pensare il costo a livello di ecosistema locale di questa pagliacciata...
  16. Sobria ed elegante. Qui mancano solo due biondine pronte per un'orgia. Sapete se sono fornite in un pacchetto a parte?
  17. La Lexus 2054, concept commissionato da Spielberg alla casa nipponica per il film Minority Report del 2002.
  18. Cioè, non bastavo solo i film ambientati nel futuro, ma anche nel futuro distopico! Alla faccia del thread di nicchia! Ad ogni modo, per cominciare IT, c'è un film che presenta un futuro distopico in cui negli USA c'è un bullo in una posizione di potere... un anno prima che nel 2016 un altro bullo prendesse il potere, questa volta nella realtà (il nostro presente è un po' il futuro distopico del nostro passato). In Ritorno al futuro parte III mi aveva colpito come un automobile uscita nel 1955 comparisse spesso come esempio di vettura "tipo" del 2015: Oppure modelli appena usciti (quindi ancora ammantati di un aura di "futuro"), opportunamente camuffati, come la 1989 Ford Probe, uscita proprio l'anno del film ...auto che in realtà, vista oggi, perde del tutto la sua immagine futuristica: Meritevole di attenzione anche il caso di Fino alla fine del mondo, pellicola di Wim Wenders del 1991 ambientata nel 2000 (non propriamente distopica, lo ammetto). Qui è interessante vedere come si cercava di rendere plausibile il futuro automobilistico da lì a 10 anni senza le risorse di uno studios hollywoodiano che nel caso sopra. E anche qui si tratta di un futuro che per noi è omai passato. Si fanno quindi comparire modelli appena usciti: 1989 Citroën XM 1992 Pontiac Trans Sport Oppure si utilizzano auto esotiche, fuoriserie o concept (presento anche una immagine esplicativa di ogni modello). 1989 Nissan S-Cargo Sbarro Challenge III (10 esemplari) Subaru SRD-1 (concept)
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