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Dodicicilindri

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  1. Buon Natale a tutti anche da parte mia!
  2. Dodicicilindri

    Micro-reattore Toshiba?

    Si, il solare termico è più conveniente rispetto al solare fotovoltaico, è anch'esso incentivato ed ha tempi di pay-back inferiori. Per quanto riguarda la produzione di corrente elettrica su vasta scala, credo che la soluzione ideale sia ben lungi da venire; è senz'altro utile costruire centrali eoliche o fotovoltaiche, ma per il momento è purtroppo ancora neessario basarsi sulle tecnologie consolidate e inquinanti, quindi centrali termoelettriche o nucleari. La speranza futura credo che sia basata sulla fusione nucleare, ma anche questa è purtroppo ancora di là da venire.
  3. Dodicicilindri

    Micro-reattore Toshiba?

    Come ho detto, occorrono 50 mq di pannelli per generare 3 KW; in un condominio medio di 4 piani con 10 appartementi occorrerebbero 500 mq di pannelli; difficilmente si dispone di questo spazio. La convenienza economica del fotovoltaico è limitata e si raggiunge solo con incentivi statali, a fronte di un investimento iniziale cospicuo; naturale dubitare del fatto che il fotovoltaico possa essere la soluzione a tutti i problemi; certo è un primo passo, ma per me la soluzione passa per il nucleare.
  4. Dodicicilindri

    Micro-reattore Toshiba?

    Non sono d'accordo: purtroppo i pannelli solari offrono rendimenti troppo bassi e costano un'occhio della fronte per pensare di poterli impiegare su larga scala: si pensi che per fornire 3 KWh (la potenza nominale di un'utilizzazione domestica) occorrono 50 mq di pannelli con un costo di almeno 35-40 k€; l'Italia ha un fabbisogno annuo di 400.000 GWh; occorrerebbero dunque 1x10^11 mq di pannelli per dimezzare il nostro consumo di fossili. Tutto questo senza tener conto che questa fonte non riesce a garantire continuità della produzione (si pensi alle ore notturne o all'inverno). Per me le fonti rinnovabili possono essere un'integrazione di quelle tradizionali, ma non potranno mai sostituirle. Il guaio è che veniamo governati da persone ignoranti in materia e che fanno solo demagogia. Per me il nucleare è l'unica soluzione praticabile, e sarebbe ora di applicarla anche da noi; se davvero entro 50 anni si esauriranno le riserve di petrolio come faremo?
  5. Credo che sia possibile che Tata si rivolga a Fiat per l'ingegnerizzazione dei futuri modelli; tutto sommato la Fiat ha capacità progettuali ma non ha i soldi (di cui dispone invece Tata): pertanto è probabile che Fiat riutilizzi quanto di buono c'e in Jaguar e Land Rover e sviluppi su quella base dei nuovi modelli. Certo che per le future Quattroporte/169 vedrei bene il telaio di alluminio della XJ, così come su base Range Sport si potrebbe sviluppare rapidamente un suv Alfa/Lancia.
  6. Quello seduto dietro Montezemolo è Jean Todt o mi sbaglio?
  7. Sicuro che quello che scrive sia Net Filer? secondo me è qualcuno che gli ha carpito la password
  8. Secondo me il 3.2 sarà presto rimpiazzato dal 3.6 v6 da 290 cv
  9. Il V6 della Cayenne è effettivamente quello della Golf, però questa è la versione base; i V8 e i V8 turbo sono "autoctoni" e questo è ciò che conta.
  10. Comunque c'è da riconoscere che, nei prodotti Porsche le qualità ci sono e sono oggettive. La 911, nonostante l'architettura tecnica così anacronistica, se la gioca con le Ferrari a livello di prestazioni ed offre ottime finiture, oltre ad essere forse l'unica sportiva della sua categoria che consente un utilizzo quotidiano. Boxster e Cayman sono elogiate da tutte le riviste per il loro comportamento stradale. La Cayenne, anche se non è in linea con le tradizioni del marchio e derivata da una Volkswagen, è anch'essa un'ottima auto, essendo la suv più potente sul mercato ed essendo anche ben equipaggiata per il fuoristrada (certo, non per fare il Camel Trophy, ma molto meglio di altre rivali). Non si può quindi dire che Porsche speculi solo sull'immagine, certo ci gioca su, ma non più di quanto fanno altri, ad es. BMW. P.S.: ma siete tutti fissati contro questa Cayenne? Per me Porsche ha fatto bene ad entrare in questa nicchia di mercato, certo in teoria un suv è l'antitesi della sportività, ma se oggi queste auto sono richieste, perchè non farle? Non dimenticate, poi, che anche la Maserati presentò il prototipo di un suv, la Kubang: e se l'avesse prodotta avrebbe avuto un grande successo consentendo a Maserati di aumentare subito i numeri della sua produzione. Se non l'hanno prodotta, non è stato perchè non volevano tradire la filosofia del marchio, ma semplicemente perchè non c'erano nè soldi nè la base tecnica per produrla. Complimenti quindi a chi è riuscito nell'intento.
  11. Davvero bella, sembra l'erede naturale di 959 e 911 GT1. Non avrebbe sfigurato se l'avesse fatta direttamente la Porsche.
  12. Pensare che il primo prototipo del 1.4 T-Jet prodotto da Elasis fu montato su una 147 che è ancora visibile e funzionante a Pomigliano e che si riconosce per le scritte sulle fiancate e per due strumenti supplementari montati sulla plancia. Mi piacerebbe davvero sapere quanto costerebbe produrla in serie.
  13. Karmann PROTESTANO I LAVORATORI Oltre la metà dei 5000 dipendenti della Karmann, famosa carrozzeria tedesca (nella foto la Karmann Ghia Coupé su base Volkswagen Maggiolino del 1974), è in stato di agitazione per protestare contro il piano di licenziamento di 1700 operai. La situazione di grave crisi, che interessa gli stabilimenti di Rheine e Osnabrück, sarebbe causata dalla mancanza di nuove commesse. In particolare, a Rheine l'azienda prevede di interrompere del tutto l'attività entro l'autunno del 2008. Fonte: quattroruote Ormai i carrozzieri sono tutti in crisi. E' davvero un peccato, perchè Karmann, Bertone, Pininfarina ecc. hanno disegnato auto passate alla storia.
  14. Ovviamente è esagerato affermare che Raikkonen e Massa non sappiano sviluppare la macchina, tuttavia lo stesso Chris Dyer ha dichiarato che Raikkonen sa indicare quali sono i problemi, ma è molto meo propositivo di Schumacher nell'indicare possibili soluzioni. Poi è chiaro che questo test serve anche per placare la voglia di guida che Schumi ha accumulato in un anno e che si approfitta di ciò per lasciar riposare i titolari, però non sottovaluterei il contributo che potrà dare il tedesco nello sviluppo della macchina senza controllo di trazione. Non dimentichiamo che la Ferrari è una delle scuderie che finora hanno testato meno con la nuova centrelina Mes, e che con Badoer è stata lentissima. Quindi per me Schumacher può essere prezioso per permettere di trovare velocemente una strada di sviluppo adeguata. Non dimentichiamo che quest'anno i test sono limitati, quindi riuscire a trovare subito le giuste soluzioni è fondamentale.
  15. Io chiudo qui, perchè non vorrei passare per capro espiatorio. Ribadisco il mio dispiacere per la morte di un giornalista storico per l'Italia, anche se almeno nell'ultimo periodo non ne ho condiviso le idee.
  16. Lascia a tutti la possibilità di commentare. Abbiamo detto che rispettiamo la persona di Biagi e ci dispiace che ci abbia lasciato, però non crucciarti se non vogliamo scriverne l'agiografia. Io rispetto le opinioni di chi si schiera con Biagi, fate altrettanto voi con gli altri, se no mostrate di non seguirne l'esempio
  17. Hai centrato il punto. La sx si schiera sempre con chi la appoggia, anche se non ha la tessera del partito, salvo poi ripudiarla all'occorrenza o quando dia fastidio
  18. Ti metto il link per verificarne la provenienza la Repubblica/cronaca: È morto Indro Montanelli in lutto il giornalismo
  19. Montanelli però ha espresso le sue idee dalle pagine del suo giornale e basta, Biagi ha fatto uso del mezzo pubblico a favore di una parte politica il giorno precedente alle elezioni, non dimentichiamolo
  20. Rispetta anche chi la pensa in maniera diversa dalla tua:)
  21. Rinfreschiamo la memoria: È morto Indro Montanelli in lutto il giornalismo Il ricordo di Berlusconi dopo le polemiche e lo strappo "Sono rimasto legato a lui nonostante i dissensi" MILANO - Indro Montanelli è morto. Se ne è andato in silenzio dopo una lunga vita di bastian contrario, burbero e brontolone. Quasi come se fosse ancora in polemica con i mali e le ipocrisie di un secolo di cui è stato tra i più grandi testimoni. Il decano dei giornalisti italiani si è spento oggi pomeriggio a Milano. Aveva 92 anni: da tre settimane era ricoverato nella clinica "Madonnina" a causa di un malore. Mercoledì era stato sottoposto a un intervento chirurgico. Con esito positivo, avevano detto i medici, che avevano anche ipotizzato il suo ritorno a casa. Le sue condizioni però sono improvvisamente peggiorate. Fino alla crisi che oggi pomeriggio gli ha tolto la vita. Con lui si chiude un capitolo enorme della storia del giornalismo italiano. È la storia di un cronista d'altri tempi, abituato sempre a confrontarsi con la realtà dei fatti. Ma anche di un opinionista capace di schierarsi e prendere posizione a dispetto dei luoghi comuni e delle ideologie. La sua vita professionale è infatti attraversata da numerosi strappi. Con il fascismo, dopo un reportage in Spagna nel '37, molto critico nei confronti del regime. Con il "Corriere della Sera", nel '76, in polemica con la linea "progressista" dell'allora direttore Piero Ottone. Con Silvio Berlusconi, suo ex editore, alla vigilia delle ultime elezioni politiche. E proprio Berlusconi oggi ha voluto ricordarlo. "Scompare con Indro Montanelli un testimone del secolo", ha detto il premier alla notizia della sua scomparsa. Aggiungendo: "Piango l'amico con cui ho condiviso molte battaglie e al quale sono rimasto legato anche quando ha espresso dissenso dalle mie posizioni, con lo spirito di libertà che ha sempre animato il suo lavoro e che io ho sempre rispettato". Indro Montanelli era nato a Fucecchio, tra Firenze e Pisa, il 22 aprile del 1909. Durante gli anni del fascismo, ma soprattutto nel dopoguera era diventato una delle firme italiane più lette, una delle voci più ascoltate. Esplulso nel 1937 dall'albo dei giornalisti e costretto ad emigrare per i suoi pezzi sulla guerra civile spagnola, aveva cominciato a scrivere per il Corriere della sera l'anno successivo. Si era messo in mostra come corrispondente di guerra, in particolare durante il conflitto russo-finlandese del 1939-40. Nel 1944 era stato condannato a morte dai nazisti e rinchiuso nel carcere di san Vittore a Milano, poi graziato per intervento dell'allora arcivescovo di Milano, il cardinale Ildefonso Schuster poi beatificato da Wojtyla. Nel dopoguerra si era affermato come il più brillante degli inviati italiani, smepre dalle colonne del quotidiano di via Solferino. Nel '74, dopo la rottura con il "Corriere della Sera", aveva deciso di fare tutto da solo, fondando il "Giornale Nuovo", quello che presto sarebbe stato conosciuto come "il Giornale" di Indro Montanelli. Una avventura durata fino al 1994. Dopo la "discesa in campo" di Berlusconi, e il tentativo di allineare il quotidiano alla linea del suo editore-politico, aveva ancora una volta sbattuto la porta. Era subito ripartito però, fondando "La Voce". Una esperienza non felice: il giornale si scontrò subito con le difficoltà di un mercato editoriale sempre più competitivo, sempre più dipendente dalla pubblicità. Le difficoltà economiche presto fecero terra bruciata intorno alla sua creatura, che nell'aprile del 1995 (ad appena 13 mesi dalla nascita) fu costretta a uscire di scena. Era ritornato a scrivere sulle colonne del "Corriere della Sera" come opinionista. Senza mai risparmiare la sua penna: con le armi della vis polemica e dell'ironia aveva osservato e commentato la difficile transizione italiana negli anni del centrosinistra. Anni che aveva in fin dei conti apprezzato, a dispetto della sua profonda cultura conservatrice. L'ultimo strappo risale alla recente campagna elettorale, quando a sorpresa aveva annunciato di voler votare Francesco Rutelli considerato il "male minore" rispetto alla destra di Berlusconi. (22 luglio 2001) Proprio gli stessi toni..
  22. Ma davvero? Anche Bertinotti, Cossutta e Diliberto ne parlarono così bene, o solo la fazione più moderata? Poi io parlo di apprezzamento delle idee, e non solo di elogi sulle qualità giornalistiche (che comunque riconosco a Biagi, che era un'ottimo giornalista)
  23. Veramente il lavaggio del cervello mediatico ce lo sta facendo dal 1993 la sinistra, che ormai a parte le reti Mediaset possiede: Rai, la 7, Corriere della Sera, Repubblica, e tante altre testate
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