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fonzino1

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  1. Mio modesto parere: i francesi ce l'hanno con Hyundai e Kia per il semplice fatto che, in un mercato dove tutti perdono quote, loro migliorano mese su mese, anno su anno; inoltre, essendo generalisti, hanno nel mirino proprio Renault, PSA, Ford e Opel. Quello che stanno mettendo su è solo una "gogna mediatica" (espressione che odio, ma mi sembra calzante in questa occasione) per individuare un caprio espiatorio alla loro incapacità di produrre auto che si vendano. Infatti, non ha alcun senso recriminare sui marchi coreani, in quanto producono in zona UE il 90% di quanto vi vendano, semplicemente sfruttando le possibilità offerte dai trattati fondanti della UE (cosa che, tra l'altro, hanno fatto gli stessi costruttori europei). E' una questione squisitamente politica, imho, che niente ha a che fare con la provenienza delle auto.
  2. Anch'io cerco e non sempre ci riesco, ma, in genere, se devo peccare di pregiudizio,lo facco sui modi di fare della persona, più che sull'aspetto: le persone altezzose, spocchiose, altere mi urtano (magari è solo un'apparenza, ma tant'è) e quindi devo sforzarmi di stare a contatto con loro (e magari scoprire che sono cordiali,oppure degli str***i matricolati). Per l'aspetto, paradossalmente, io giudico, in campo lavorativo (ho un negozio di macchne agricole) al contrario: se il mio potenziale cliente scende zozzo di terra da una scassatissima Uno è molto probabile che acquisti qualcosa (anche di costoso). Al contrario, quando scende da una BMW et similia, è quasi certo che non comprerà nulla, per il semplice fatto che non capisce una mazza di quello che deve fare in campagna (perchè ha qualcuno che lo fa per lui) e il suo unico scopo è capire se, comprando lui l'attrezzatura per farlo, non vada a risparmiare rispetto a quanto paga la suddetta persona che lavora per lui. Una volta realizzato, però, che oltre ad acquistare l'attrezzatura, ci dovrà mettere la fatica di eseguire il lavoro, al 99% risponde "Ci penso e ti faccio sapere" risalendo in macchina per non farsi più rivedere.
  3. E perchè, quando io qualche post fa ho detto la stessa cosa, hai detto che comunque mi lascio trascinare dal pregiudizio, visto che l'estetica fornisce la famosa prima impressione, che non è razionale? Per assurdo, tu, vedendo il cliente in bermuda e canottiera, penserai: "Non ha una lira, non vale la pena spiegargli il mio piano di investimenti"...
  4. Sono felice per te perchè hai grandissima libertà di scelta riguardo a chi frequentare in campo lavorativo, evidentemente svolgi un lavoro in cui i clienti non ti mancano... Molto più spesso, però, la realtà impone di rapportarsi a persone di cui non vorresti neanche sapere che esistono, perchè sono importanti per portare avanti la tua attività.
  5. Il mendicante non lo evito e se ho qualche moneta gliela regalo; il testimone di Geova lo evito perchè, probabilmente, dialetticamente è più preparato di me e perderei troppo tempo a spiegargli le mie tesi opposte alle sue, ammesso, però, che riesca a capire in tempo che sia TdG.
  6. In genere, per capire se avere a che fare o no con una persona, ci parlo e valuto la qualità delle risposte, indipendentemente dall'apparenza: anche se fosse vestita da straccione, aspetterei di capire cosa vuole dirmi, per vedere se vale la pena continuare il discorso. Non è in base al pregiudizio estetico (che potrebbe a nche esserci) che decido se continuare a conversare: per fare l'esempio del dottore, mi farei visitare comunque prima di decidere se la persona è competente o no, indipendentemente dalle Havaianas ai piedi.
  7. Cfr mio post 416: sono della stessa tua idea, ma solo in una direzione, nel senso che so che il mondo mi giudica per come appaio, ma io, in genere e a meno di casi eclatanti, non mi soffermo più di tanto sull'estetica, e comunque non ne faccio un metro di giudizio per l'intero individuo che ho di fronte.
  8. Guarda, posso anche essere daccordo con te, ma se ti basta mettere un abito un po' più formale per non essere più te stesso, sei il primo che giudica le apparenze: ho la cravatta, non sono ricky1750... Mi ricorda il mio problema con le camicie: non mi sentivo me stesso con le camicie, poi ho capito che quello dentro è lo stesso, il fuori era diverso (e anche un po' meglio che con la maglietta, se mi concedete e vi fidate).
  9. Un bracciale o un orologio ti fanno mancare il fiato? O hai il collo sul braccio o il tuo braccio attorno al collo...
  10. Nella pratica, sono daccordo con te: insegnare che l'abito non fa il monaco è una grande lezione e anche a me è stata imparatita da ragazzino. Però credo anche che, se non ci sono particolari problemi, perchè non accettare un abbigliamento più formale? Non è compito di un insegnante il mostrare che ci sono regole anche nell'abbigliamento? Ricordo alle elementari alcune insegnanti che cercavano di farci capire l'importanza di essere curati nel modo di vestire e di essere pettinati (trattavasi di bambini o poco più, ovviamente) proprio perchè maturità e capacità devono anche sapersi presentare, oltre a sapersi far valere.
  11. Secondo te, Gimmo, perchè con la cravatta sei impacciato? Cosa senti quando la indossi? Potrebbe essere che tu, inconsciamente, la rifiuti per quello che rappresenta: maturità, affermazione lavorativa e sociale? Ci hai mai pensato? PS: ho inaugurato il primo topic con seduta psicoterapica della storia di AP
  12. Probabilmente è anche il contesto a creare l'aspettativa: nella ditta di IT all'avanguardia (Google,per dirne una), magari vige il "chissenefregadicomevieniconciatoallavoro" (anzi, forse più nerd sembri meglio è), ma in altri ambiti (studi, università, uffici di rappresentanza etc.) avere un abbigliamento "classico" comunica quelle doti che ci aspettiamo dall'interlocutore (calma, competenza, preparazione etc., magari anche solo perchè per indossare giacca, cravatta, pantaloni e scarpe classiche richiede un minimo di gusto e di attenzione in più di chi veste casual). E qui scatta il momento della valutazione ad occhio di cui parlavo. D'altronde, se in un luogo di lavoro, TUTTI vanno vestiti in modo un po' formale, se tu vesti jeans&maglietta fai la figura dell'anarchico anche se in realtà non te ne frega una cippa di esserlo.
  13. Se leggi il mio post, non troverai scritto che giacca e cravatta ti rendono un'insegnante migliore di quando sei in jeans e maglietta, però sono convinto, dall'esperienza che ho del genere umano, che molti hanno bisogno di guardare il vestito per capire chi sei. Non è un problema di chi si veste, ma di chi guarda. Ho solo notato che l'atteggiamento di alcune persone cambia se cambi l'abbigliamento: tu stesso dici che in jeans e maglietta, magari, partivano i commentini, che poi passavano quando dimostravi di essere un bravo insegnante. Però, se ti fossi messo giacca e cravatta (non lo sapremo mai, e comunque 21 anni anche per me sono pochi per tale abbigliamento) magari non avresti avuto i commentini. Pertanto, ripeto, il vestirsi "a modo" lo vedo come una soluzione un po' noiosa per risolvere potenziali problemi più grandi (l'accettazione e l'adeguamento al proprio ruolo, nell'ambito di un contesto qual è quello lavorativo).
  14. Non inficia la qualità dell'insegnamento (o di qualsiasi altro lavoro), però è scientificamente dimostrato che si tende a farsi un'opinione della persona con cui si entra a contatto entro i primi secondi nei quali la si vede, giusto il tempo di dare un'occhiata a come è vestita. Non è, o meglio, non dovrebbe essere, un metro di giudizio, ma l'aspetto comunica molto più di quanto si pensi. Se dai una buona impressione estetica, magari i ragazzi ti seguiranno di più, farai meno fatica con quelli un po' spocchiosetti, sarai visto prima come persona qualificata e preparata per quello che devi spiegare e, dicendola tutta, metterai, se mai ce ne fosse bisogno, quella corretta distanza che ci deve essere tra chi insegna (ed ha un ruolo istituzionale) e chi impara. Vedila un po' come un modo per semplificarsi alcuni aspetti della vita (quelli profondi), complicandotene altri (quelli effimeri). E l'ho sperimentato di persona: avendo un aspetto da ragazzino, se mi vesto da tale ho reazioni ben diverse che quando vesto in camicia e giacca (nel mio caso, addirittura, fa effetto anche un velo di barba, che fa più uomo...pensa te come sono messo ).
  15. Che bella la Twingo segata!
  16. Credo che quello di Walker fosse solo un esempio di calcolo: basta spulciare un po' in internet per trovare dati più veritieri, dato il modello di auto, e sostituirli nelle formule.
  17. Che belle le Adidas LA Trainer: ne avevo un paio nocciola al liceo, le ho tenute credo per 6 anni, dopo di che hanno esalato (è proprio il caso di dirlo) l'ultimo respiro... Quelle che fanno ora hanno spesso degli accostamenti di colore a dir poco vistosi e come materiale mi sembrano peggiori delle mie vecchie, per questo non le ho ricomprate.
  18. Sono contento per Renault che, in un momento di crisi così grave, trova risorse e ottimismo per ampliare la gamma verso il premium (con tutti i rischi del caso), ma una cosa mi lascia perplesso: perchè deve essere un ministro del governo ad annunciare le novità di una casa automobilistica (seppur a partecipazione statale)? E come se, da noi, Monti o Passera annunciassero la 500L per conto di Fiat... Vero è che, anche in Italia, abbiamo fatto una bella insalata tra industrie private ed esponenti politici e nei più disparati ambiti, ma ormai non succede più, da quando siamo in Europa e tali "intrecci" sono contrari alla libera concorrenza del mercato unico. Mi chiedo perchè PSA non protesti formalmente, in quanto non gode di tale trattamento di favore pur essendo più importante a livello europeo e, soprattutto, perchè i vertici della UE non si oppongano a tali manifestazioni di "preferenza".
  19. Nel caso decidessi di tenere la macchina più anni, valuta anche spese di manutenzione, bollo, assicurazione, eventuale svalutazione, per tener presente tutte la variabili di costo in gioco. Personalmente, devo dire che, pur avendo il tuo stesso range annuo di percorrenza, sono andato su una diesel perchè in famiglia abbiamo solo diesel, e il 1,9 della Fiat è ormai un monumento nel settore, quindi non mi sono fatto tanti problemi di spese o economia e ho scelto quello che mi dava più affidamento: la scelta, finora, mi soddisfa...speriamo anche in futuro
  20. Non solo per il problema del filtro che si intasa, ma anche per il maggior esborso del diesel rispetto al benzina: la differenza tra le due motorizzazione è elevata e, con il tuo kilometraggio annuo, ci vorrebbero troppi anni a raggiungere il punto di pareggio, ovvero il momento in cui l'ammontare del risparmio in termini di carburante compensa la maggiore spesa d'acquisto.
  21. Lo dico a beneficio degli incauti come me: alla larga da Melluso (lo so, sembra la marca delle scarpe di mia nonna, ma l'anno scorso ero alla ricerca di un paio di sneakers blu dal taglio classico e le trovai solo lì), €80 in saldo e 2 settimane fa, dopo un anno e pochissimi km, fatti con tutti i riguardi, mi abbandona la suola destra, scollata fino a metà. Le riparerò, ma non le ricomprerò mai più...
  22. Il design di Punto IV, imho, è un falso problema, nel senso che basterebbe agire come fa VW con Golf da 30 anni: affinare, levigare, evolvere. Punto è sempre stata stilisticamente riuscita (specie I e III generazione, pur con i difetti della Evo), nel segmento è un piccolo classico, quindi, secondo me, si dovrebbe agire con mano leggera solo per rinfrescare e attualizzare le forme. Certo, è facile a dirsi, molto meno a farsi (vedere i risultati della cura Giolito), però, imho, non serve ripartire dal foglio bianco, come se non ci fossero chiare impostazioni di base. Altro discorso è il lato tecnico-economico della faccenda, e lì confido sulle capacità di Marchionne di saper proporre e gestire alleanze mirate e di successo.
  23. Dal popolo che ha inventato il reggiseno per uomini, dobbiamo aspettarci questo ed altro... Certamente, per quando riguarda il millantato sport dello spot, si comincia dalle parole e dall'estetica dell'auto (anche se...), sperando che il messaggio passi, poi, magari con la prossima generazione o con una versione "pepata", si aggiunge un po' di sostanza alle chiacchiere. Rivoluzionare l'immagine di auto razionale e tutta concretezza non è facile, nè immediato, per cui si comincia dal marketing, che qualcuno ci casca sempre...
  24. Vabbè, ma allora ditelo! E' un vetrino che non serve nemmeno a capire se fuori è giorno o notte...Secondo me l'hanno messo solo per invidia...
  25. Gimmo sei l'Attila del comparto calzaturiero mondiale: dove passi tu, le industrie di scarpe chiudono...
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