Vai al contenuto

isogrifo

Utente Registrato
  • Numero contenuti pubblicati

    797
  • Iscritto il

  • Ultima visita

Tutti i contenuti di isogrifo

  1. Il pianale è sempre quello dell''attuale Punto evoluto che equipaggia la Linea e il Fiorino. L'annuncio difficilmente sarà dato esplicitamente, ma implicitamente è già stato dato quando si è parlato di nuova Linea nel 2014 anche in versione 2 volumi prodotte a Bursa, ovvero Punto!
  2. Emergono alcune notizie. [...] In studio avanzato da produrre non si sa ancora se a Melfi o a Kragujevac o addirittura a Tychy una 500 pompata di segmento B con 5 porte della categoria Punto.
  3. Emergono alcune notizie. Punto IV sarà costruita in Turchia a Bursa e non più a Melfi. L'arrivo è nel 2014 e seguirà la linea stilistica dell'attuale. [...]
  4. Anche la 500L doveva andare a Mirafiori e invece... Comunque che 500x e JeepMini venissero prodotte in Serbia è sempre stato altamente probabile visto l'alto numero di componenti chee condividono e visto che sin dall'inzio lo stabilimento Serbo è sttao costruito con una capacità minima profittevole di 300k auto cosa che la sola 500L anchee con la versione a sette posti non può assolutamente raggiungere.
  5. Io sono un sostenitore di Marchionne, trovo geniale il modo con cui è uscito da Gm e l'acquisizione di Chrysler. Penso però che Fabbrica Italia non ci sarà mai e che almeno uno stabilimento tra Mirafiori e Cassino chiuderà. I motivi sono: - perchè ha costruito la fabbrica Serba se già la capacità produttiva 4 anni fa era eccedente? Consideriamo che il mercato Serbo è piccolissimo e quindi non è uno stabilimento per rifornire i mercati vicini; - come pensa di rispondere alla richiesta del gruppo KOC di aumentare a 500k le auto prodotte quando da Tofas quando vi è eccedenza degli stabilimenti italiani? - perchè le future Giulia e Delta (c 100) saranno importate dagli USA e non viceversa? Ciò contraddice quanto dichiarato di produrre in Italia per i mercati USA. Credo poi che l'idea di produrre la futura 500x e JeepMini in Serbia anzichè Mirafiori (cosa accennata oggi tra le righe) non sia nuova ma in essere già dalla nascita.
  6. La Qvale a me piaceva. Doveva essere prodotta in JV tra De Tomaso e Bruce Qvale che l'avrebbe distribuita negli USA ma poi De Tomaso non ebbe i soldi per metterla in produzione e allora Qvale prese uno stabilimento a Modena in via delle Nazioni e inizio ad assemblarla. Dopo qualche anno però vendette progetto e diritti di produzione alla MG di John Tower e lo stabilimento alla Maserati Corse chee sfruttò le attrezzature della Qvale per montare le MC12. Di buono è chee Qvale fece tutto con i suoi soldi a differenza di Rossignolo che non ha fatto niente con i nostri soldi! (Questo è detto per rieentrare nel topic...)
  7. Grazie per la stima! La BMW per allestire la piccola serie avrebbe individuato idoneo lo stabilimento di San Giorgio della Pininfarina che potrebbe dare lavoro a 500 operai. La Regione Piemonte avrebbe allora rilanciato con lo stabilimento di Grugliasco ex De Tomaso che però ha dimensioni maggiori ed è più anziano. Se andrà in porto questo progetto non sarà la prima "BMW made in Torino". La BMW M1 era infatti assemblata su una piccola linea della Italdesign a Moncalieri.
  8. BMW non è interessata a De Tomaso, non è nemmeno interessata all'impianto ex-pininfarina di Grugliasco, è interessata ad allestire una produzione in piccola serie in una zona ricca di capacità produttive automobilistiche e con facile accesso alla componentistica come è Torino. La regione Piemonte si è quindi mossa per proporre Grugliasco dove quasi 1000 operai, in parte con ottime capacità sviluppate da anni in Pininfarina, sono prospettive di lavoro. Chiariamo bene una cosa che mi sembra stia sfuggendo. A Grugliasco non esiste nessuna De Tomaso, e non esiste nessun impianto se non parte di quelli vecchi di Pininfarina. L'operazione De Tomaso-Rossignolo non ha mai prodotto niente e nessun investimento da parte di Rossignolo è mai stato fatto a Grugliasco. Si tratta quindi di uno stabilimento "vuoto" da riattrezzare di proprietà della Regione Piemonte con 1000 dipendenti senza lavoro.
  9. Io non me la voglio rifare con nessuno, ma è la legge che dice così, alla dismissione di un sito produttivo si procede alla demolizione e alla sua bonifica. E' così per tutti! Ritengo quindi che Fiat debba dare il suo contributo. Quanto alla storia di Sicilfiat, è vero che lo stabilimento fu ampiamente voluto anche dalla forze politiche e principalmente da Domenico La Cavera allora presidente di Sicindustria ma non doveva essere Fiat a insediarsi in Sicilia. La Cavera tramite amicizie americane convinse la Willys ad iniziare a produrre il fuoristrada Jeep vicino Palermo a Carini per poi espandersi nell'area di Termini Imerese. Anche General Motors (Opel) e Ford si interessarono per costruire vicino a Palermo perchè allora il mercato italiano era molto interessante. Le vendite di Opel e Ford venivano infatti mortificate rispetto a Fiat dall'essere costruite all'estero. Fiat con Valletta allora si oppose e decise che lo stabilimento Fiat sarebbe stato fatto da loro. Ripeto: io non sono antiFiat, non sono a priori contro la politica di Fiat passata e presente, ma trovo doveroso che come tutte le industrie alla dismissione del sito produttivo si proceda alla bonifica!!!
  10. Aggiungo comunque che per fare il truffatore a 80 anni, gia plurimilionario, solo di liquidazione alla Telecom per pochi mesi senza risultati percepì nel 1999 oltre 10 milioni! bisogna essere delinquenti e criminali veri capaci di qualsiasi nefandezza. Che schifo di uomo... Telecom, liquidazioni d' oro a Tommasi e Rossignolo
  11. Vi assicuro che Fiat in questo modo ci guadagna e molto... Costa molto di più demolire e soprattutto bonificare un sito come Termini Imerese piuttosto che regalarlo. Regalandolo Fiat perde il costo del terreno che però a Termini Imerese vale molto poco. Infatti ad Arese, Desio, Lambrate dove il terreno aveva valore Fiat non ha mai regalato niente. A me non sembra giusto che Fiat ne esca così semplicemente, almeno bisognerebbe fare una comparrazione tra valore del terreno e dell'impianto che Fiat regala e costi di demolizione e bonifica che Fiat, come qualsiasi altro imprenditore, dovrebbe sostenere alla cessione dell'attività. Fiat dovrebbe versare la differenza. Guardate che io non ce l'ho con Fiat, anzi, io sono per la regola del mercato, se un sito non è produttivo meglio tagliarlo per far vivere gli altri, e secondo me Termini Imerese proprio non aveva ragione di esistere in tali dimensioni per Fiat. Però non mi va nemmeno che lo stato, cioè noi, alla fine si debba sempre pagare per tutti!
  12. Si parla di una fideiussione bancaria falsa a firma Barclays non controllata prima di erogare circa 12 milioni di euro di finanziamenti. Ora dite quello che volete ma a me per una ridicola fideiussione inferiore più di 1000 volte!!! mi hanno fatto un sacco di controlli bancari incrociati, e a Rossignolo per 12 milioni si accontentano dei documenti presentati da un mediatore finanziario della provincia di Bergamo (Verdello) che ai tempi non aveva ancora compiuto 30 anni... Gravissimo è che alla coppia Rossignolo-Malvino dopo la truffa dell'Isotta Fraschini si sia fatto replicare uguale il copione con la De Tomaso. Oltre a Rossignolo e c. dovrebbe pagare penalmente ed economicamente chi ha approvato e firmato i finanziamenti. Comunque Rossignolo aveva previsto anche l'impossibilità di andare in carcere per avanzata età, infatti è ai domiciliari nella sua bella villa con parco e piscina. I figli difficilmente potranno essere coinvolte in quanto non ricoprivano cariche con potere economico. (direzione marketing e direzione tecnica). I soldi, tra cui i TFR sono sicuramente in un conto in un paradiso bancario protetto...
  13. Mi fa arrabbiare però che anche noi qui su autopareri sono due anni che diciamo che questa è una truffa e la Guardia di Finanza arriva solo ora dicendo di avere scoperto che i documenti a garanzia dei finanziamenti statali erano falsi. De Tomaso: Rossignolo accusato di truffa, in tre finiscono in manette - ASCA.it
  14. Io la trovo veramente orribile, secondo me uno dei peggiori esempi di design europeo degli ultimi anni. E' quasi degna di un marchio cinese...
  15. Io penso se Di Risio se appoggiato direttamente da Chery (che quindi avrà interesse a fa funzionare la JV) ha ottime possibilità di far ripartire lo stabilimento di Termini Imerese. Di Risio non è Rossignolo, ma un imprenditore serio che giustamente ha visto in Termini Imerese una possibilità interessante. Il suo difetto è stato quello di non coinvolegere da subito il partner Chery e/o quello turco Mermerler. Il suo difetto forse è la megalomania, dato che da solo non avrebbe potuto sopravvivere. Non mi sembra però giusto che Fiat si limiti a cedere lo stabilimento a un euro, dato che cedendo a Di Risio si evita i costi di bonifica del sito che sono ampiamente superiori al valore dei terreni. Il governo dovrebbe imporre a Fiat il pagamento comunque di queste spese almeno da accantonare in futuro se l'operazione DR-Chery dovesse poi fallire.
  16. I cinesi sbarcano in Sicilia, Di Risio torna a sperare per Termini Imerese I cinesi sbarcano in Sicilia, Di Risio torna a sperare per Termini Imerese | l'Occidentale Stavolta non ha fatto retromarcia. Massimo Di Risio ha tenuto fede ai suoi impegni. Proprio ieri, così come annunciato nei giorni scorsi, il patron della Dr Motor Company di Macchia d’Isernia ha visitato lo stabilimento di Termini Imerese insieme al presidente della casa automobilistica cinese Chery International, Zhou Bi Ren. Con loro c’era anche Yuksel Mermer, presidente esecutivo della Mermerler, importatore ufficiale per la Turchia delle auto prodotte in Cina. Sono loro, come noto, i partner che dovrebbero tirare la volta a Di Risio nella corsa verso l’acquisizione dell’area industriale alle porte di Palermo. Una corsa che si è fatta in salita negli ultimi mesi. A peggiorare le cose il brusco stop intimato dal ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera. Ma ora Di Risio si è rimesso in marcia e spera di poter dire ancora la propria nella complessa trattativa. "Le prospettive - ha riferito all’Agi un rappresentante di Dr Motor - sono di fare in modo che uno dei due gruppi, quello cinese o quello turco, affianchi la Dr in questo progetto e consenta la ricapitalizzazione da 15 milioni di euro che rappresenterebbe il 15% del nostro capitale sociale". L’accordo di partnership, alla fine, dovrebbe essere firmato da Chery. Il presidente della casa automobilistica asiatica sembra seriamente intenzionato a dare sostegno a Di Risio, se è vero che ieri pomeriggio i due costruttori, dopo l’incontro in Sicilia, sono volati a Roma. Obiettivo: incontrare subito i vertici del ministero dello Sviluppo economico e riaprire la partita. Detto e fatto. In serata lo stesso dicastero ha comunicato che "nel quadro dell'ampio giro d'orizzonte che il ministero dello Sviluppo economico sta effettuando per individuare la soluzione industriale migliore per il rilancio dello stabilimento ex Fiat di Termini Imerese, si è svolto un incontro tra i tecnici del dicastero, Chery International e Dr Motor''. All’incontro con Di Risio e Zhou Bi Ren, si è appreso, ha partecipato il sottosegretario Claudio De Vincenti. Oggi dovrebbe trapelare qualche indiscrezione in più. Sia sull’esito dell’incontro, sia proposito dell’accordo sull’asse Molise-Cina. Fermo restando che "una risposta definitiva - fanno sapere dalla sede della casa automobilistica di Macchia d’Isernia - si potrà avere solo lunedì, durante l'incontro tra le parti previsto al ministero". Ma ora Di Risio e il suo staff guardano con un certo ottimismo all’evoluzione della vertenza. Risolti i problemi di liquidità (anche se i partner cinesi devono ancora mettere nero su bianco), la Dr Motor torna a pensare a quel progetto che prevedeva, a pieno regime, la produzione di 60mila auto all’anno in terra siciliana. A Macchia è tornata la speranza: "Se il nostro progetto dovesse andare in porto, noi pensiamo di poter partire entro la fine del 2012, come previsto dal piano industriale". L’arrivo annunciato del patron della Chery ha scatenato inevitabili reazioni. C’è chi guarda con diffidenza al nuovo patner. E chi invece vede di buon occhio la novità. Chi non intende giocare al buio è il sindacalista della Fiom, Roberto Mastrosimone. Né fa sconti a Di Risio: "L'interessamento dei cinesi della Chery a Termini Imerese - ha detto - va guardato sicuramente con interesse, anche se il comportamento tenuto da Di Risio in questi sette mesi non ci lascia tranquilli e lascia molte perplessità". Ma al di là dei commenti sulla credibilità dell’azienda molisana, la Fiom intende avere un confronto diretto con il colosso industriale cinese, per conoscere il suo ruolo in questo progetto e quali sono le reali intenzioni di rilancio del polo industriale termitano. Le risposte dovrebbero arrivare durante l’incontro di lunedì al ministero, cui facevano accenno i vertici della Dr. In quella sede "speriamo di ottenere delle risposte certe", il lapidario commento di Mastrosimone. Ancora più dura la reazione di Maurizio Bernava, segretario della Cisl Sicilia, e di Giuseppe Farina, segretario nazionale della Fim: "Siamo stufi di fumo, polverone, chiacchiere e annunci. Termini Imerese ha bisogno di progetti industriali che hanno prospettive e solidità di mercato. Ribadiamo che la Cisl confida ancora affinché il ministro Passera in prima persona, a cominciare dall'incontro convocato per il 16 luglio a Roma, garantisca soluzioni reali e scelte di respiro industriale solido. Termini ha bisogno di prospettive garantite, soprattutto, dalla capacità di autofinanziamento dell'investitore. Tutto il resto è solo fumo". Più diplomatico, invece, il commento di Salvatore Burrafato, sindaco di Termini Imerese: "Ritengo importante - ha detto all’Italpress - l'interesse dimostrato da parte di investitori esteri nei confronti degli ex stabilimenti Fiat di Termini. Vuol dire che queste strutture possono avere un futuro produttivo". Ieri pomeriggio, intanto, a Roma Massimo Di Risio, Biren Zhou, vicepresidente di Chery, e Michael Zhang, general manager per l'Europa centro-orientale, hanno incontrato il presidente della Regione Sicilia. Le prime impressioni sono state buone, se è vero che al termine dell’incontro il presidente Raffaele Lombardo ha detto che "l'idea di fare di Termini Imerese la base per l'espansione europea del marchio cinese, come ci hanno prospettato i rappresentanti di Chery, è uno scenario che, se ci saranno tutte le condizioni, sarà fattore di una forte crescita produttiva e occupazionale per la Sicilia. Mi auguro che anche il governo nazionale riscontri la fattibilità del progetto". Lunedì, al ministero dello Sviluppo economico, un’altra puntata di quella che sembra essere diventata una telenovela. Ma stavolta l’augurio di tutti è che si metta davvero la parola fine a una vertenza che sta logorando i nervi e le speranze degli ex dipendenti dello stabilimento siciliano, da mesi senza lavoro e senza reali prospettive per il futuro.
  17. Si ma era prevedibile, arresti domiciliari del vecchio 80 enne nella supervilla con piscina sulle colline di Torino, mentre i figlio Edoardo e Gianluca si godono i 50 milioni truffati al mare!
  18. Si tratta proprio di pagarli. Infatti ci sono sovvenzioni per circa 200 milioni di euro oltre ad uno stabilimento abbastanza moderno completamente gratis. Qoros nasce per produrre auto di segmento medio-superiore, mentre DR a Termini Imerese produrrebbe le piccole DR1 e DR2.
  19. Forse una speranza c'è ancora per DR. Di Risio sta cercando di coinvolgere direttamente Chery. Insieme a Chery penso che Termini Imerese avrebbe molte possibilità di sopravvivere. Non vedo altre alternative a DR e Passera dovrebbe fare di tutto per coinvolgere Chery direttamente.
  20. La Premier in passato ha prodotto su licenza anche la Fiat Uno. La Premier Rio deriva dalla cinese Zotye Nomad a sua volta copiata dalla Dahiatsu Terios.
  21. Fiat fornirà a indiana Premier motori diesel multijet per Rio | Notizie | Società Italiane | Reuters Fiat fornirà a indiana Premier motori diesel multijet per Rio L'indiana Premier e Fiat hanno stretto un accordo in base al quale la casa automobilistica torinese fornirà 28.000 motori multi-jet diesel 1.3 nell'ambito del periodo di 3 anni dell'intesa. Lo rende noto il gruppo indiano, spiegando che la fornitura riguarda il modello Rio. Analogo accordo per fornitura triennale di 100.000 motori/anno era stato fatto a inizio anno con Marutu-Suzuki. Se è vero che le auto Fiat non hanno grande successo in India, il multijet SDE ha praticamente il monopolio tra i motori. Oltre a fornire direttamente con motori provenienti dallo stabilimento Fiat di Ranjangaon Tata, Maruti-Suzuki, ora Premier è prodotto su licenza dalla stessa Maruti-Suzuki.
  22. Ecco la fine della De Tomaso La De Tomaso va in liquidazione: La De Tomaso va in liquidazione- LASTAMPA.it Due passaggi sono da far venire i brividi: Intanto i lavoratori si interrogano su quale è la sorte degli oltre 15 milioni dei loro Tfr consegnati dalla Pininfarina alla De Tomaso al momento dell’acquisizione. E’ pur vero che questi crediti - come quelli degli enti previdenziali - sono privilegiati in caso di fallimento, ma questo non diminuisce l’ansia. Interrogativi che si sommano a altri già avanzati negli scorsi giorni e relativi a quando il capitale sociale di 10 milioni sia stato versato e alla relazione con la Tas Fissore di Cherasco che ha realizzato - pare per 14,5 milioni - il prototipo della Deauville. L’azienda è di Giuliano Malvino che in passato è stato in affari con Rossignolo. Ma come hanno potuto dare credito alla coppia Rossignolo-Malvino dopo che identico copione era riuscito con l'Isotta Fraschini? Altro passaggio che fa veenire i brividi è questo: La famiglia Rossignolo ha sempre accusato la Regione di non averla sostenuta non concedendo i fondi promessi dalla precedente giunta. Ma l’assessore attuale, Claudia Porchietto, ha spiegato che i fondi per il contratto di insediamento non potevano essere dati perché mancavano i requisiti. Rossignolo ha rastrellato oltre 60 milioni di fondi da Regione Toscana, Regione Piemonte, Fondi CEE, TFR Pininfarina oltre agli stabilimenti acquistati e poi dati in affitto (mai pagato) dalla Regione Piemonte dalla Pininfarina e dalla Regione Toscana per quello della ex Delphi. A questo vanno aggiunti i soldi di cassa integrazione di oltre 1000 dipendenti per quasi 3 anni. I soldi buttati dal pubblico per questa truffa superano i 100 milioni!
  23. Senza un coinvolgimento diretto di Chery penso che DR e Termini Imerese farà la fine di Rossignolo-De Tomaso.
  24. http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/economia/articolo/lstp/451171 Le responsabilita' di Fiom ci sono eccome. Tutti avevamo capito che era una truffa che e' costata dai complessivamente quasi 100 milioni di cui oltre 40 direttamente dati ai Rossignolo e gli altri tra cassa, acquisto dello stabilimento e macchinari da parte della Regione. Quanti posti di lavoro e quante vere imprese si potevano finanziare con 100 milioni?
×
×
  • Crea Nuovo...

 

Stiamo sperimentando dei banner pubblicitari a minima invasività: fai una prova e poi facci sapere come va!

Per accedere al forum, disabilita l'AdBlock per questo sito e poi clicca su accetta: ci sarai di grande aiuto! Grazie!

Se non sai come si fa, puoi pensarci più avanti, cliccando su "ci penso" per continuare temporaneamente a navigare. Periodicamente ricomparità questo avviso come promemoria.