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Mazinga76

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  1. Se si eccettuano i soliti orrendi copricerchi generici e il fanale sinistro rotto. La 127 900/CL era disponibile unicamente con carrozzeria 4 porte; la CL a 3 porte era invece disponibile con il solo motore 1050. Detto ciò, nessun dettaglio di questa 127 ci parla di una CL: La CL aveva cerchi dal disegno specifico; borchie cromate; paraurti con fascia superiore argentata; specchietto cromato (quello in foto, in ogni caso, non è originale); vetri posteriori apribili a compasso; volante dall'impugnatura più spessa e dal disegno delle razze differente; rivestimenti in tessuto. L'unica cosa compatibile con la CL sono i poggiatesta, ma potrebbero essere stati montati come optional all'epoca dell'acquisto. Trattasi in ogni caso di una 900/C a 3 porte. Diciamo fin troppo vissute, per non dire proprio malandate. Al di là dello stato della carrozzeria in sè, da segnalare in negativo il faro anteriore sinistro cadente e il vistosissimo disallineamento tra la linea di battuta del cofano posteriore e la lama cromata sottostante; probabilmente dovuto al cofano che non chiude a dovere o al paraurti fuori posto. In ogni caso, una vettura del genere, oggi, non se lo merita quello stato; meriterebbe un amatore.
  2. Boh... Qui da me era una meteora da nuova ed è praticamente inesistente oggi. Più che altro mi sa che sono finite sotto le presse.
  3. Con il fanale sinistro della prima serie, riconoscibile dalla luce di retromarcia bianca. Sembra in ogni caso avere l'aria di una vettura stanca, utilizzata perlopiù come mezzo di battaglia; anche il gancio per il traino sembra stare lì a dimostrarlo. Non sembra essere oggetto di chi sa quali cure.
  4. Ragazzi, io non ho la verità in tasca su quale fosse l'intento vero di FIAT nel proporre la 6speed. Ma ho l'impressione che si stia confondendo per una questione normativa ad hoc per i neopatentati quella che secondo me era nient'altro che una questione di marketing, tutto qui. Volevano intercettare un certo tipo di clientela dandogli qualcosa di sfizioso e accattivante rimanendo pur sempre nell'ambito di un'utilitaria, senza doversi necessariamente sobbarcare i costi di motorizzazioni/allestimenti più impegnativi.
  5. Ricordo nitidamente le proporzioni drammatiche che assunse il problema delle stragi del sabato sera e confermo che, sull'onda emotiva di quel fenomeno, il legislatore intervenne con la mannaia delle limitazioni di guida sui neopatentati. Da lì, probabilmente, iniziò il lento declino, fin quasi a scomparire, delle piccole "bare" degli anni '80. Tornando alle limitazioni: C'erano eccome. Io la patente la presi nel febbraio del '95 ed ero soggetto a tre anni di limitazioni. L'articolo era il 117 C.d.S. ed era chiaramente riportato sulla patente. L'unica diversità è che io ricordo un limite sulla cilindrata (1100 cc) e sulla velocità max (150 km/h); L'articolo era il 117 C.d.S. , poi modificato nel corso degli anni rendendo meno aspre le limitazioni. Nel mio caso, in quegli anni, l'unica macchina per me accessibile in famiglia era la FIAT 127 900/C ma non la Lancia Delta LX.
  6. Diciamo che l'intento era, forse, di avere in gamma una versione che strizzasse l'occhio a una clientela giovane, o quantomeno giovanile. Il fatto stesso che la proponessero solo a tre porte, coi paraurti in tinta, i copricerchi dal design più sfizioso e qualche accessorio in più, oltre ovviamente alla sesta marcia, le dava una connotazione più sportiveggiante. Più fantasiosa che realistica, a onor del vero, perchè, dal punto di vista dinamico, parliamo comunque di differenze piuttosto trascurabili. Però a volte certe formule di marketing possono funzionare, e in FIAT ci hanno provato. Anche se, in ogni caso, non mi pare si possa dire che la 6speed abbia fatto proseliti.
  7. Ho ricordi molto vaghi, in tutta sincerità. Ma mi pare di ricordare che anche la velocità massima, perlomeno dichiarata, era uguale; vale a dire 150 km/h.
  8. Ti do qualche altro indizio sul fatto che non si tratta di una Personal manco di striscio. Il colore: Quel verde faceva parte della gamma colori della I serie; non ha mai fatto parte della Personal. La maniglia di apertura del cofano motore, di tipo cromato e a pulsante, era della I serie; quella della Personal era del tipo a leva sollevabile ed era nera. Quindi il cofano è stato sostituito con quello della II serie, ma sono state mantenute la maniglia di apertura e la targhetta della I serie. La targhetta, anzichè stare sotto la griglia di destra, lì dove era posizionata sulla I serie, è posizionata in basso, a destra della targa, perchè il cofano della II serie ha i fori della targhetta in quel punto. Quanto ai paraurti e ai fascioni laterali della Personal, all'epoca di quando io ero bambino era usanza diffusissima quella di aggiornare le auto al restyling successivo; anche le 126 con questo upgrade erano diffusissime. Tra l'altro si può notare benissimo quanto i fascioni siano montati più in basso del punto esatto in cui li aveva la Personal; viceversa, quanto il paraurti anteriore sia troppo in alto rispetto al punto giusto, tanto da stare a ridosso delle frecce anteriori. A proposito di frecce anteriori, la Personal non le ha mai avute bianche. Un'osservazione anche riguardo la calandra: anche quella deve essere stata sostituita con quella della II serie, perchè la I serie aveva la scritta posizionata più in alto; qui invece è al centro perchè il lamierato della II serie aveva i fori in quella posizione. Molto probabile, a questo punto, che questa 126 sia stata coinvolta in tempi remoti in un tamponamento, e con l'occasione sia stata riparata, in maniera raffazzonata, in stile Personal. Ne consegue che: Il 1981 non può essere l'anno di prima immatricolazione, ma probabilmente l'anno in cui la macchina fu ritargata perchè acquistata usata (all'epoca la reimmatricolazione era obbligatoria); non può essere 650 perchè tale cilindrata debuttò sulla II serie; la prima serie fu solo 600 cc.
  9. Questa l'ho vista bazzicare spesso su fb, su qualche pagina o gruppo dedicato alle pubblicità d'auto d'epoca, o comunque di vecchiume assortito. Mai avrei immaginato che non provenisse da riviste del settore.
  10. Penso sia un vezzo del proprietario che ha voluto apporre la sua firma, non credo altro.
  11. Sì, in effetti, nell'elenco dei pregi dell'automobile mancano le virgole tra una virtù e l'altra. Più qualche altra virgola omessa qua e là. Mai vista una Kadett B con panca unica e cambio al volante, sinceramente. Mi verrebbe da pensare più a un'approssimazione del disegno, nel quale comunque sembra abbozzata la divisione tra i due sedili. Sì vabbè, quello resta sicuramente l'errore/orrore più scabroso.
  12. Non riesco a ingrandire più di tanto il testo. Ma, a leggere con attenzione, sembrerebbe che di virgole ne manchino un bel po'.
  13. Il Daily esisteva anche a marchio UNIC ed era destinato al mercato francese...
  14. L'obbligo delle frecce arancioni, in Italia, era soltanto per le vetture di nuova fabbricazione a partire da una certa data del 1975, se ben ricordo. Non saprei se proprio dal 1° gennaio o comunque una data di poco oltre. Quelle che erano già circolanti con le vecchie ottiche non erano soggette a nessun obbligo. Quelle che condividevano freccia/posizione nella stessa ottica, da quel momento uscivano di fabbrica con le luci di posizione integrate nella parabola dei fari, mentre l'ottica arancione era riservata esclusivamente alla freccia.
  15. Più che per la pubblicità in sè, pubblico questa inserzione dell'IVECO, risalente al 1977, per il fatto curioso che nel messaggio pubblicitario venga più volte citata anche Lancia tra i marchi confluiti nella corporazione IVECO. Ma non mi risulta che Lancia abbia avuto una gamma commerciale/industriale dopo l'assorbimento da parte di FIAT, tanto meno che avesse modelli a suo marchio nel 1977...
  16. Peccato quel fanale rotto; è un pugno nell'occhio. La feritoia frontale, sotto il parabrezza; i cerchi a sei razze invece che cinque, e il fatto che sia un tre assi (anche se la visuale è coperta dalla Fiesta lo si percepisce), ci dicono che è un più grande 160. Probabilmente un 160 F 26 o qualcosa del genere. L'immatricolazione dell''86 non mi convince: A quei tempi c'era già la serie Turbo di IVECO. Probabilmente fine anni '70 o al più primi anni '80. La cella dovrebbe essere semplicemente coibentata; non vedo il compressore del frigo che dovrebbe trovarsi anteriormente, in corrispondenza dello spoilerone della cabina. A meno che non l'avesse in origine e in seguito sia stato rimosso.
  17. Il basso di gamma con Seicento ---> Panda ---> Punto non credo fosse così mal assortito. Forse si volle rispolverare una politica che era stata sempre tanto cara a FIAT da decenni: Quella dell'auto che bada al sodo, senza fronzoli e senza velleità modaiole, di produzione estera. Fu così fin dalla fine degli anni '70 con le SEAT 124 D e 127; a seguire con la 128 jugoslava e le 127/147 brasiliane; dall''83 fino al '92 con le 126 polacche; a fine anni '80 le Duna e Uno CS, per finire dieci anni dopo con le Palio. Pienamente d'accordo. Anzi, per certi versi aveva un'immagine anche più particolare e originale rispetto alla più piccola. L'impressione è che, appunto, le sorti dell'Innocenti avessero già imboccato la strada del declino.
  18. Un paese asiatico, probabilmente ex colonia britannica. Forse Singapore...
  19. Stessa identica situazione sulla Delta 1.6 di mia zia. Evidentemente con la Tipo condivide proprio tutto tutto. Sull'altra sua macchina, la Y 1.2, il problema della lancetta ballerina si è presentato qualche anno fa, dopo la sostituzione della pompa e del galleggiante: in pratica finchè si va dritti è precisissima; quando curva a sinistra o a destra, la lancetta vira progressivamente verso il pieno o verso lo zero.
  20. Quindi, mi pare di capire che dal 1° gennaio al 31 dicembre del 1990 eravamo negli anni '80...
  21. Mi riferivo appunto a quel conflitto. Le immagini al TG della Zastava bombardata erano invece relative al conflitto in Serbia. Ho accavallato i ricordi dei due conflitti.
  22. Credo che il motivo della prematura fine delle importazioni fu proprio quello. Ricordo qualche immagine dei TG dell'epoca che mostravano la fabbrica Zastava bombardata e sventrata, con le catene di montaggio semidistrutte con ancora le Yugo sopra. Quanto alle vendite, direi che partirono subito benone. Da me si diffusero con una certa rapidità e ad un certo punto se ne vedevano davvero tante. Il target della clientela era soprattutto fatto da persone anziane, pensionati e chiunque non badasse a nient'altro che non fosse un pezzo di ferro per andare da A a B. Nel mio vicinato ci fu una mini-colonia di tre Koral, tutte bianche, di cui due 45 e una 55. Le due 45 furono acquistate entrambe nuove da due pensionati, un ex tranviere e un geometra. La 55 invece era del '92, aveva i cerchi in lega, e fu acquistata usata, verso la metà degli anni '90, da una ragazza neopatentata, all'epoca poco più che ventenne, come auto da battaglia quotidiana. Inutile dire che nessuna delle tre è sopravvissuta: la prima a passare a miglior vita fu la 55, ridotta maluccio in men che non si dica sia di meccanica che di carrozzeria; le altre due, a morte degli anziani proprietari, deperirono in brevissimo tempo nelle mani dei figli per incuria pressochè totale, e quindi demolite. Ebbero in ogni caso una repentina parabola crescente cui seguì, altrettanto repentinamente, la parabola inversa. Un po' il destino che tocca a quasi tutte le low cost da prezzo e basta. Qualcosa di molto somigliante a quanto accaduto una decina d'anni fa, fatte le dovute proporzioni, con la dr 1, che pure qui da me se ne videro e qualcuna ancora si vede, salvo poi ben presto iniziare a vederle sui carri attrezzi dei demolitori prendere la via della pressa.
  23. Kadett E s.w. qui da me, a mio ricordo, fece veramente il botto; ne ricordo veramente tantissime in giro al punto da diventare un po' uno status symbol averne una. Un cugino di mia madre ai tempi ne ebbe addirittura due, una rossa, l'altra grigio metallizzato, entrambe Club ed entrambe, se la memoria non m'inganna, 1.6 D. A mio parere, si presentava con una linea davvero piacevole e indovinata, e fu tra le prime che contribuirono nel segmento C, ma anche in generale, a sdoganare definitivamente il concetto di familiare alla moda in luogo del vecchio stereotipo dell'auto commerciale e da lavoro. Del resto, anche limitando il confronto in casa Opel tra la precedente Kadett D caravan e la successiva, la differenza di immagine percepita era notevole. Un altro cugino di mia mamma, di Torino, ebbe un'Astra s.w. 1.6 GLS del '92, blu metallizzato. Su quest'auto ebbi modo anche di viaggiarci, nel settembre del '95, da Torino verso il Lago Maggiore. Era una bella macchina, comoda, spaziosa e andava parecchio: I 190 dichiarati pare ci fossero tutti. Però, che volete che vi dica, l'impatto che avevo avuto con la Kadett s.w. non lo ebbi con l'Astra che, per quanto una bella macchina, mi sembrava più normale nel contesto di ciò che offriva il mercato in quel momento. La Kadett s.w., forse insieme alla 33 giardinetta, mi diede più l'impressione di qualcosa di veramente nuovo che sparigliava le carte.
  24. Nutro più di un dubbio che questa Tempra S.W. sia ancora marciante: Ruote semisgonfie; vegetazione spontanea che inizia a spuntare intorno; specchietto guida semidistrutto con tanto di ragnatela tra lo stesso e il finestrino; marmitta appesa, la quale struscerebbe a terra con gli ondeggiamenti della marcia; cassette della frutta infilate alla rinfusa sotto. Diciamo che se non è già passata a miglior vita, temo lo sarà.
  25. Beh comunque, a vincerla un'ARNA all'epoca, non sarebbe stato poi così male, o no?
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