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Avvistamenti vari di auto storiche o quasi-storiche


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Ebbene, questa è stata una delle giornate che, insieme al giorno in cui io e la mia ragazza ci siamo fidanzati, non credo che dimenticherò facilmente!

Infatti... Stamane, 28 agosto, sono uscito di casa poichè sono andato a farmi la cartà d'identità, e mentre stavo facendo la strada per andare all'ufficio del Comune... Ebbene...

Ho visto delle auto storiche, che non avevo mai visto prima nella realtà!

Si, avevo visto delle immagini su Internet e nei film, ma a vederle dal vivo suscitano un fascino davvero fantastico... Un fascino che un'auto moderna non riesce a darti.

La prima di queste è stata in una strada dietro casa mia, dove c'è un'officina e carrozzeria. Di solito, quando passo di là, capita di vedere a riparazione delle vecchie Fiat Tipo, 127, Ritmo prima serie, qualche Uno oppure delle Renault 4, ma questa volta...

Parcheggiata vicino al marciapiede dell'officina c'era un'Alfa Romeo Giulia!

Esattamente! Era una Giulia 1300 Super del 1970, bianca, con cerchi originali, neanche un filo di ruggine, praticamente era completamente restaurata! Sembrava nuova, ed aveva ancora il cellophane negli interni!

Guardando quell'auto non ho potuto far altro che rimanere a bocca aperta. Il proprietario dell'auto, un signore anziano sulla settantina, era vicino all'auto che parlava con il meccanico dell'officina, delle peculiarità della sua "bambina", dello straordinario rombo del mitico 1.3 bicarburatore da 89cv, della trazione posteriore, i pilastri fondamentali di un'Alfa Romeo che si rispetti.

E devo essere sincero, mentre guardavo quella Giulia, per un attimo, era come se ho fatto un salto indietro nel tempo di ben 39 anni: per un attimo mi sembrava essere tornato nel 1970, quando quest'auto straordinaria usciva dai cancelli della fabbrica di Arese, ed ho immaginato il momento in cui essa veniva assemblata, quando era messa sul banco di prova per testare il ruggito del motore bicarburatore, quando i sapienti maestri milanesi attaccavano lo stemma "Alfa Romeo -- Milano" sul trilobo dell'auto.

Ed ho cominciato a pensare ai mitici film polizieschi italiani degli anni '70, quando la Polizia faceva inseguimenti mozzafiato a bordo delle loro Giulia, per inseguire i banditi che di solito correvano o con delle Citroen o con delle Fiat 125 o delle 128.

Poi sono tornato in me, nel 2009, ed ho guardato quell'Alfa con un'aria di rispetto per una grande signora del passato, che con la sua estetica semplice ma cattiva, il rombo del suo motore e la sua velocità, atterriva tutte le rivali. Quando l'Alfa Romeo insegnava al mondo come si doveva realizzare un'auto dal Cuore Sportivo, l'opera d'arte di una casa automobilistica che è stata stuprata nella sua storia e nella sua maestria tecnica da parte di una dirigenza fallimentare, che per fortuna ora non c'è più.

Purtroppo, ho dovuto proseguire per la mia strada, ma continuando il cammino per l'ufficio del comune, ho incrociato un'altra auto storica: la mitica Alfetta GT.

Era di colore Rosso Alfa, come da tradizione, ed era precisamente una GTV V6, il mitico Busso...

Aveva un rombo che definire "sinfonia" è riduttivo, ed uno scatto che difficilmente si può ritrovare su una vettura di oggi.

Anch'essa era restaurata, ma parzialmente, dato che i cerchi erano un pò arrugginiti.

Non ho potuto resistere a guardarla per tutto il tempo, prima che con velocità prendesse la curva per sparire nel nulla così com'era comparsa.

-Accidenti!- ho pensato fra me e me. -Sembra quasi che queste auto passino apposta al mio passaggio!-

E continuo per la mia strada.

Arrivo all'ufficio del comune, arrivano anche i miei, sono pronto per realizzare la carta d'identità. Oramai, il prossimo 10 Ottobre c'è un grande passo da fare per me, dato che divento maggiorenne, divento un uomo.

Finita l'attesa, il caldo dell'ufficio (inesistente il concetto di aria condizionata), esco per fare il ritorno a casa.

Strada facendo, faccio i miei ultimi due incontri ravvicinati con auto storiche.

Prima, vedo una Porsche 911 degli anni 70, con motore boxer raffreddato ad aria, e poi, mentre sono vicino casa, con la coda dell'occhio, noto qualcosa di particolare.

Vedo una grossa berlina due volumi, di colore carta da zucchero. E' una due volumi piuttosto inconsueta, sembrava fosse degli anni 70. Non era in perfette condizioni, dato che la vernice della carrozzeria era opaca, e gli interni non stavano messi molto bene.

I cerchi erano privi di coppette, e l'auto in generale, se poteva parlare, ne avrebbe avute tante da raccontare della sua vita (a giudicare dalle sue condizioni) piuttosto travagliata.

Anche il rombo del motore di questa misteriosa auto sembrava mostrare segni di stanchezza e quasi di sforzo, proprio come se l'auto fosse "umana", come se fosse un vecchio signore avanti con gli anni, proprio come il suo proprietario.

La guardo con più attenzione, e noto che quell'auto, nonostante le mediocri condizioni in cui era ridotta, non era la classica berlina a due volumi cinque porte che si vedeva tutti i giorni, negli anni '70.

Ma bensì, quell'auto era niente di meno che... Una Lancia Beta Berlina. Proprio la prima Lancia che fu prodotta sotto l'egida della Fiat!

Un tempo era la punta di diamante della casa di Chivasso, e vantava contenuti estremamente avanzati tecnologicamente rispetto alle sue rivali. Era insomma, il lusso fatto a quattro ruote. Il vero lusso italiano, che conservava ancora un fascino che oggi oramai si è perso, a causa della nostra perdita di fantasia, immaginazione, e anche a causa della progressiva standardizzazione ed americanizzazione della nostra società.

Unico difetto? Non fu un'auto compresa nel nostro paese, poichè allora la carrozzeria due volumi non era molto considerata. Eppure, la versione berlina, così come la straordinaria Monte Carlo, e la HPE, aveva molto da dire.

Ebbene, vedere le condizioni in cui quella Lancia storica era ridotta, stringerebbe il cuore a tutti gli appassionati, perchè al giorno d'oggi, queste auto non sono semplicemente dei pezzi di ferro con ruote, sospensioni e motore. Ma sono oggetti che hanno anima, come se fossero degli esseri viventi. Esse avevano personalità, carattere, una vita propria, che le automobili di adesso oramai hanno perso, diventando progressivamente degli elettrodomestici il cui unico vanto è solo la dimensione dei portalattine, dell'ASR, dell'ESP, dell'ABS e dell'EBD.

E purtroppo mi rendo conto che in questi tempi moderni, la nostra società si è evoluta troppo in fretta, cambiando proprio come queste auto meravigliose, ed insieme ad esse, hanno perso qualsiasi forma di personalità, di unicità, di carattere e anima, che il nostro modo di fare e di pensare ha custodito fino alla fine degli anni '80.

Per concludere? Questa giornata non credo che la dimenticherò facilmente. Il fascino che ti dà un'Alfa Romeo Giulia, una Beta berlina, una 911 raffreddata ad aria o una Alfetta GT, non riesce a dartelo nessuna auto dei giorni nostri. Infatti, dopo aver visto quella Giulia, sento una sensazione particolare in me. La sensazione di aver visto ed ammirato con rispetto, una bellissima Signora del Passato.

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34ecp5l.jpg

La Giulia che ho visto era una 1300 Super probabilmente del '70.

Era bianca, praticamente identica a questa. Aveva persino il cellophane che proteggeva ancora i sedili ed i pannelli porta! L'anziano proprietario probabilmente è un grande Alfista appassionato della sua auto, dato che la chiamava "la sua bambina". E ci credo, ad avere un'auto così, come non si può trattarla come una figlia?

Senz'altro questa è l'auto che più di tutte mi ha lasciato estasiato alla sua vista.

11uxgzq.jpg

La 911 invece era ferma, parcheggiata. Di colore beige, doveva essere dei primi anni 70. Una vera Porsche, con motore boxer raffreddato ad aria, montato a sbalzo al posteriore. Che dire, era una Porsche esclusiva, quando la casa di Zuffenhausen era realmente esclusiva.

Altro che Cayenne, Panamera o 911 raffreddate ad acqua...

33trwr5.jpg

Ahhhh, la GTV! Anch'essa una macchina fantastica. Rispetto alla Giulia di prima, questa non era in condizioni splendide, ma comunque era tenuta discretamente. A parte quello della Giulia, il rombo del Busso è una cosa indescrivibile! E' sinfonia pura!

E la Fiat provò a sostituirlo con motori australiani, mah...

2q154yw.jpg

Non l'ho riconosciuta immediatamente, anche perchè non l'avevo mai vista nella realtà, a parte la Fulvia e la Gamma. Ma sembrava quasi che l'anziano proprietario che la guidava non si rendesse conto dell'auto storica che aveva nelle sue mani. La straordinaria Beta Berlina. Era praticamente identica a questa, con fari quadrati, e dello stesso colore (esemplare importato dall'estero?), targa originale, quella quadrata in plastica nera degli anni '70. Molto probabilmente, a giudicare dalle condizioni terribili in cui era ridotta, l'anziano signore l'ha sempre usata come auto da battaglia, magari affrontando anche sterrati e mulattiere con essa.

Che dire, a volte si ha un lingotto d'oro, ma certe volte non ci si rende conto di averlo...

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A voi le considerazioni sull'esperienza che io ho fatto stamane... :)

Modificato da vpn

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Il proprietario dell'auto, un signore anziano sulla settantina, era vicino all'auto che parlava con il meccanico dell'officina, delle peculiarità della sua "bambina", dello straordinario rombo del mitico 1.3 bicarburatore da 89cv, dello schema Transaxle, del ponte De Dion, della trazione posteriore, i pilastri fondamentali di un'Alfa Romeo che si rispetti.

Direi non cosi' esperto visto che Giulia il transaxle ed il ponte De Dion non li ha mai avuti ( debuttano con l'Alfetta, il modello successivo ) :)

Purtroppo, ho dovuto proseguire per la mia strada, ma continuando il cammino per l'ufficio del comune, ho incrociato un'altra auto storica: la mitica Alfetta GT.

Era di colore Rosso Alfa, come da tradizione, ed era precisamente una GTV 3.0 V6, il mitico Busso...

Aveva un rombo che definire "sinfonia" è riduttivo, ed uno scatto che difficilmente si può ritrovare su una vettura di oggi.

Le Alfetta GT non sono mai state 3.0 ma al massimo 2.5 sempre col Busso..:)

Ovviamente non per critica, ma per puntualizzare...:)

Modificato da stev66

Archepensevoli spanciasentire Socing.

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Inviato (modificato)

hhhm, è vero Stev, sono una frana con le motorizzazioni io, ed il proprietario della Giulia allora se la tirava un pò difronte al meccanico, ah che vecchietto mattacchione il proprietario! :mrgreen::lol:

Spero che almeno lo dicesse per farsi grande difronte agli altri :|

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... Proprio la prima Lancia che fu prodotta sotto l'egida della Fiat, poco tempo dopo che fu venduta dalla famiglia Lancia....

Solo una puntualizzazione: quando la casa passo' sotto il controllo Fiat, non apparteneva più alla famiglia Lancia da una decina d'anni buoni, essendo precedentemente passata alla gestione Pesenti (Italcementi) ;)

Quanto alla Beta, sarò malato io ma a me la Beta berlina piace. Ne ho avvistata una proprio la settimana scorsa :shock: 1a serie mod. '75, come quella che hai linkato in questo topic in sostanza :) Difficile trovarne ancora in giro. Ho sempre preferito comunque la 1a serie rispetto alla 2a del '79 (quella con la nuova calandra e la plancia "a groviera" poi ereditate dalla Trevi).

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Inviato (modificato)

Proprio come il proprietario della Beta berlina che ho visto stamane, che era quasi un miracolo se non aveva buchi di ruggine... Spero solo che esemplari ridotti in queste condizioni un giorno possano essere restaurati, è un peccato vedere delle auto storiche ridotte così... :?

Parlando di auto storiche ridotte male, effettivamente c'è anche un altro avvistamento, ma che c'è oramai da anni:

vicino casa mia, nel cancello di una vecchia palazzina, abitata da una coppia di anziani, c'è abbandonata, da molti anni oramai, una 128 Sport grigia... L'ho vista solo una volta in movimento, avevo forse 7 anni... Un vero peccato abbandonare così un'auto del genere!

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[...]

Ne ho avvistata una proprio la settimana scorsa :shock: 1a serie mod. '75, come quella che hai linkato in questo topic in sostanza :) Difficile trovarne ancora in giro. Ho sempre preferito comunque la 1a serie rispetto alla 2a del '79 (quella con la nuova calandra e la plancia "a groviera" poi ereditate dalla Trevi).

Caro Abarth03, permettimi di correggerti: quella della foto è una 2a serie (828 CB; ristilizzata da PF), la 1a serie (828 AB) era diversa specie nella vetratura posteriore e nella calandra/fanaleria. Quella con la plancia "a groviera" era la 3a serie (828 DB).

La 828 BB era una versione "economica" presentata insieme alla 828 AB, ma mai prodotta (per fortuna!).

Ciao. :)

"ciò che non c'è non si può rompere" (Henry Ford I).

"Non condivido ciò che dici, ma lotterò sempre affinché tu possa continuare a dirlo" (Voltaire).

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Le Alfetta GT non sono mai state 3.0 ma al massimo 2.5 sempre col Busso..:)

Ovviamente non per critica, ma per puntualizzare...:)

3.0 ne hanno fatte, in piccolissima serie per il sudafrica;)

[sIGPIC][/sIGPIC]

Some critics have complained that the 4C lacks luxury. To me, complaining about lack of luxury in a sports car is akin to complaining that a supermodel lacks a mustache.

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Tralaltro, ci sono però delle piccole cose strane, infatti...

L'Alfetta GT che ho visto era appunto una 3.0 V6, mentre la Beta Berlina era identica a quella della foto, ed aveva, appunto i fari rettangolari che inglobavano i gruppi ottici sdoppiati, mentre da quel che sò, in Italia, le Beta berlina non li avevano inglobati in un unica parte...

Non è che per caso l'Alfetta e la Beta che ho visto sono esemplari d'importazione, a giudicare da queste piccole differenze...? :shock::confused:

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Il 3.0 è stato montato solo sulle GTV6, che erano ben diverse dalla foto che hai postato ;)

alfa_romeo_gtv6_2.jpg

E solo per il SudAfrica (quindi guida a dx).

Probabile che fosse un tarocco....

[sIGPIC][/sIGPIC]

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