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Yakamoz

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  1. Ma viva la sincerità. E lo dico io che mi sono fatto anche 200 km per andarlo a sentire. Però c’è un tale atteggiamento di venerazione acritica sulla sua opera che ogni tanto qualche nota dissonante ci sta bene. Anzi mi pare che qui dentro ci sia una bella pluralità di vedute sul tema
  2. Fumia è un personaggio eccezionale per competenza, personalità e anche capacità di affabulazione (infatti in rete c’è un gran numero di automi che ripetono come il rosario tutte le cose che dice, e anche quelle che non ha mai detto, tipo “la Y ha il mitico quadrifrontale di Fumia”… no, il quadrifrontale ce l’aveva solo il disegno iniziale, sul modello di serie è diventato un monofrontale e mezzo, vagamente richiamato al posteriore…). Sentendolo parlare dal vivo, l’effetto si decuplica perché è anche un signore di grande classe. Però, ahò, che palle, tutto quello che non ha fatto lui fa vomitare… La fuffa è il segno dei nostri tempi, non solo nell’automotive ma in qualsiasi campo dello scibile umano. Ben venga se in mezzo a questa fuffa ogni tanto si intravede qualche barlume di novità, un po’ di fermento per qualcosa che fino a ieri aveva praticamente chiuso i battenti e adesso si cerca di far rinascere dopo trent’anni di modelli cannati in pieno…
  3. Parere personale. Io, che adoro le auto nuove (pur possedendone anche 3 storiche) e mediamente detesto certe lagne ripetute allo sfinimento in qualsiasi agglomerato social ("oggi fanno solo elettrodomestici", "le auto di oggi non hanno l'anima", "voi tenetevi pure i vostri ibridi sostenibili chic", "nessuno mi vuole bene" ecc.), ammetto che provo un sottile disagio quando apro quattroruote e devo faticare per trovare una prova su strada di un'auto (ormai mi va bene qualsiasi modello) a motore endotermico, nascosta fra i test di veicoli elettrici. Credo che il problema alla base sia questo: l'auto elettrica per sua natura non si presta alla prova su strada a scopo di diletto del lettore. A parte vedere in quanto poco tempo brucia lo 0-100, non esistono sostanziali differenze meccaniche tra l'una e l'altra (non c'è distinzione di cilindrata, alimentazione, sovralimentazione, disposizione dei cilindri, erogazione, suono ecc.). E' un prodotto per costituzione standardizzato (la semplicità progettistica e il basso numero di componenti sono proprio uno dei plus dell'elettrico), e anche l'estetica e la funzionalità degli interni si adattano a questa filosofia (grandi schermi per ogni comando, design minimalista) che evidentemente rendono l'auto gradevole alla SUA clientela. Perché ad oggi stiamo parlando di una nicchia di mercato, dev'esser chiaro. Ragion per cui, forse è il momento che 4R rinunci alla sua funzione generalista (ormai assolta da internet) e si specializzi un po' di più su CERTI modelli. Senza fare battaglie di retroguardia e senza ignorare dove va il mercato (forzatamente, ma questa è un'altra storia). Ricominci a dare priorità all'auto tradizionale, a riempire i test di ogni ben di dio di foto, disegni, dati. Da qui al 2035 c'è tempo per adeguarsi alla moda obbligatoria dell'elettrico.
  4. Coraggio, un paio d’anni ancora e poi è tutto finito.
  5. “Heil Kevin! Domani ti danno il premio Bandini. In Italia è una cosa molto importante, vestiti elegante, mi raccomando”. ”Tranquillo Guenther, vedrai che figura ti faccio fare”.
  6. In alternativa avrei anche lasciato lo sfondone blu, inserendo però molti più dettagli nel logo, ad esempio le razze del volante, in modo da avere maggiore contrasto cromatico. Meglio ancora sfondo bianco e dettagli blu. Così invece resta troppo banale, secondo me.
  7. Salvo clamorosi colpi di scena, il dopo-Binotto non esiste. Non voglio dare troppo credito al gossippame di questi giorni, perlopiù dalla stampa straniera, secondo cui sarebbe arrivata una proposta perfino a Horner. Mi piace pensare che Elkann un mimino di senso del ridicolo ce l'abbia. Ben più attendibili le notizie che riguardano Siedl e simili, concluse però con altrettanti ovvii rifiuti. Molto semplicemente: se non hai il sostituto giusto, tagliare teste non ha senso veruno. Soprattutto se la proprietà e la presidenza non hanno conclamate capacità suppletive. Definire il significato di "sostituto giusto": - adeguato curriculum - voglia di aderire al progetto - disponibilità immediata. Se manca uno solo di questi requisiti, stiamo già parlando di un ripiego. Poche parole mi spaventano come "interim" e "Vigna". Nella stessa frase, poi, sono una disgrazia. Per chi ha la possibilità di vedere le cose dal di dentro (e dal di sopra), probabilmente Binotto sarebbe stato in ogni caso complessivamente inadeguato a lungo termine. Ma per quanto amaro come una medicina, avrebbe mantenuto l'unità e la continuità del lavoro di tutti in una fase delicatuccia a dir poco. Il treno avrebbe continuato a correre sul suo binario senza scossoni. Così invece si sta dicendo al personale e ai passeggeri di un Frecciarossa lanciato a 250 km/h che il macchinista è sollevato seduta stante dall'incarico, e verrà trovato un sostituto durante il viaggio. Nel frattempo, il capotreno è stato messo a sedere al suo posto, in modo che controlli se stanno andando a schiantarsi contro qualcosa. Pur nel giustificato risentimento che si può nutrire verso gli errori fatti da Binotto, vorrei capire se qualcuno ritiene veramente che farlo fuori così sia stata una mossa avveduta.
  8. Apprezzabili i riferimenti classici del nuovo logo. Peccato abbiano lasciato quello sfondo totalmente blu che secondo me era il vero limite del logo attuale.
  9. Fermo restando che tra Sainz e Leclerc c’è tutta la distanza che passa tra un buon pilota e un campione, non mi stupirei se il gioco di equilibri tra i due, voluto da Binotto (che in vero non ha mai dubitato su chi fosse il più forte) fosse voluto proprio per non far diventare la Ferrari troppo ostaggio dell’entourage di Leclerc: lo stesso entourage - è storia di questi giorni - che ha spifferato anzitempo del capolinea di Binotto, danneggiando sostanzialmente tutti, e che comunque puntava presto o tardi a fargli le scarpe. Dai fatti resi noti negli ultimi tre giorni, è emerso anche che Binotto aveva contro tutta la fazione di Leclerc, e a suo favore i due Sainz SR. e JR. Adesso appare più chiaro il perché di certe decisioni: non c’entravano ovviamente nulla Santander e i poteri forti, ma semplicemente Binotto doveva infondere fiducia alla parte di squadra che lo appoggiava. Se Binotto avesse avuto l’appoggio chiaro di Elkann, tutto ciò non sarebbe servito. Come hanno detto un po’ tutti, Leclerc si è aggiudicato il match, ma la sua posizione adesso si fa più complicata. Prima c’era Binotto che faceva da parafulmini, adesso di ogni passo falso dovrà rispondere direttamente.
  10. In tutto questo, pare che Sainz stia già fiutando la mala parata e si stia guardando attorno per quando scadrà il suo contratto, se dovesse veramente vincere il partito-Leclerc (Vasseur-Todt jr-Leclerc stesso, con la benedizione di Elkann). E, diciamolo, se in Ferrari vincesse un partito (chiunque ne sia il leader) sarebbe la rovina del team. Si tornerebbe al 2014, con la squadra divisa tra pro e anti Alonso, con i risultati che già sappiamo. Infatti Marchionne fece in Ferrari la stessa roba fatta precedentemente in Fiat, resettare la catena di comando e tutti i vecchi referenti, in modo che ogni tassello dell’organigramma cominciasse a obbedire allo stesso principale. In Mercedes c’è una leadership così rigida che lo stesso Hamilton, cui loro devono gloria eterna, non può decidere quasi nulla, e qualsiasi cosa lui voglia ottenere dal team la deve negoziare di persona. Gli hanno dato giusto il contentino della macchina nera, salvo poi riportarla al colore originale. Il team voleva Russell e lui si è dovuto beccare Russell. In RB invece c’è un altro modello di potere: è l’azionista stesso che ha sposato in toto il partito-Verstappen facendo combaciare perfettamente i reciproci interessi ed eliminando ogni opposizione interna. RB non ha adottato Verstappen, ma tutta la famiglia: babbo, figlio, figlia e fidanzata del figlio. Gira tutto attorno a Max, e il suo carattere vincente ma arrogante è la sintesi di tutto questo: mi fa tenerezza Max. È un bravo ragazzo, timidissimo, naturalmente dotato di talento, addestrato fin da piccolo a diventare un bastardo, comandato a bacchetta prima di tutto dall’energumeno del padre e poi dalla fidanzata Kelly Piquet, di dieci anni più vecchia e, se buon sangue non mente, fatta della stessa pasta del suo amabile babbo. Quando ha vinto il primo mondiale si deve essere tolto dal groppone un macigno grande come l’Everest, e adesso può permettersi di vincerne altri dieci senza apprensione, ridendo come fece in Australia, dopo il secondo ritiro in tre gare, quando a domanda rispose: “il mondiale?! Mi servirebbero 45 gare per recuperare!”. Francamente parlando, lui oggi è in mano a Cristo. Leclerc come carattere è molto più solido di lui: si è fatto tutto da solo. Ma se vuole batterlo, deve invece giocare alle regole della Ferrari, molto più rigide. Comanda sempre il fondatore, anche dall’alto dei Cieli: vince sempre il team, mai il pilota. Lo sa bene la dinastia Todt, che pur con tutto il potere che ha non è mai riuscita a completare la scalata al vertice. Ciò detto, l’unico che in questo momento può saltare in groppa al team Ferrari rimettendolo immediatamente in competizione, si chiama ROSS BRAWN. - “Eh, m’hai detto ‘na caccola!”, come si dice a Courmayeur.
  11. Dubito che il "promoveatur ut amoveatur" avrebbe funzionato. Anche glielo avessero proposto, avrebbe fatto bene a rifiutare. Se non sei più persona gradita, meglio tagliare di netto e senza rancori. Con la Ferrari, e forse anche con la F1. Di tutte le ipotesi possibili per la successione, Iddio ti prego, non un Mattiacci 2. Giusto Montezemolo poteva stroncare la carriera in quel modo crudele a un suo uomo. Il suo breve regno è stato un florilegio di dichiarazioni del tipo "Alonso è un pilota molto demanding", "non capisco una sega di F1", "quando Montezemolo mi ha chiamato alle 3 di notte per propormi l'incarico ho pensato fosse uno scherzo telefonico" e altra roba con cui non voglio avere più a che fare nella vita. Certo, il successore di Binotto non lo trovi con uno schiocco di dita. E' come chiedere a un tacchino se vuole anticipare il Natale, ormai quel posto è maledetto. Lo stesso Marchionne non trovò di meglio che Arrivabene, un uomo sicuramente carismatico, capace, ma che di fatto era eterodiretto da Marchionne stesso su tutte le questioni, a cominciare da quelle politiche. Al momento, i successori quelli bravi stanno tutti declinando l'offerta (e comunque ci sarebbe il rammarico di non aver cresciuto in casa un leader e di doverlo rubare a un altro team). I successori pippe spero non vengano nemmeno interpellati. C'è l'ipotesi di prendere uno bravo da un altro sport o da un'altra formula, ma comunque avrebbe bisogno di un praticantato che sarà inesistente. Sennò uno abile che viene da tutt'altra parte e non capisce niente di Formula 1 (come fu a suo tempo per Briatore), ma vale il discorso sopra, moltiplicato per due o per tre. E poi c'è LUI. Jean. Ma non ho mai creduto nelle operazioni nostalgia. Oppure è vera anche la seconda parte della profezia post binottiana, e allora vuol dire che Vasseur sta già scaldando i muscoli. Boh, non lo reputo all'altezza. Ma piuttosto che niente meglio piuttosto. hai visto mai che ci stupisce. Di sicuro nessuno lamenterà mai un trattamento di favore verso Sainz...
  12. E anche stavolta quel diavolo di Turrini aveva ragione. Malgrado tutto, peccato per Binotto. Perdiamo un direttore tecnico di prim'ordine, in Ferrari da quando era neolaureato, e con delle idee eccentriche ma valide. La gara di Abu Dhabi è stata comunque un bel modo di congedarsi. Aveva anche delle pecche, sicuramente ingigantite dal fatto di essere in Ferrari e di aver perso il mondiale, ma la macchina vincente (bellissimo progetto, tra l'altro) ce l'ha data. Vedrete quando anche il motorino superfast avrà risolto i guai di gioventù, che bell'andare. Ora basta piangere sul latte versato, e speriamo che le scelte per il futuro si rivelino illuminate. Non ho preclusioni verso nessuno. Secondo me il danno (rompere la continuità per l'ennesima volta) è stato già fatto.
  13. Wagon-lit (dovrebbe aggirarsi sui 7,5 metri di lunghezza) Drei, vier, Wagoneer (per il mercato tedesco) Jeepster (è un nome che torna sempre fuori, io non lo escluderei a priori)
  14. Giustissime tutte le considerazioni su un'Abarth non termica, non truccabile e con un'autonomia da Peg Perego. Tuttavia, dato il futuro elettrico che i nostri rappresentanti in sede europea hanno ratificato per l'industria automobilistica, e la non irresistibile fermezza con cui l'automotive si sta opponendo a ciò, credo che l'unica alternativa possibile fosse tra a) fare un'Abarth elettrica e b) chiudere Abarth. Personalmente continuo a sognare che a un certo punto l'UE dica: "abbiamo scherzato", e che tutte le case che adesso sbandierano gamme totalmente elettriche "a partire dal", abbiano un piano B per il termico oltre il 2035.
  15. 🔻🔻🔻 Possono bastare come risposta o lo ripeto per la terza? No, quello che invece non trovo oggettivo è questo insistere sugli obiettivi raggiunti "per demeriti altrui", e la denigrazione per un sesto posto nel mondiale costruttori per un team delle dimensioni della Sauber, che tra l'altro è il migliore piazzamento conseguito da un ventennio a questa parte. Ma poi, cosa significa vincere per demeriti altrui? Dovrebbe essere un furto, o un'infamia? Gli sbagli li fanno tutti, chi ne fa di meno vince. Dopo un campionato di 45 gare credo che venga fuori una classifica abbastanza fedele ai rapporti di forza. Anche la RB allora ha vinto per demeriti altrui. Il colmo di ribadire questi concetti, che mi sembrano pacifici, è passare per uno che vorrebbe sostenere Vasseur in Ferrari a oltranza, quando dai miei commenti si evince l'esatto opposto. Cerco solo di dare un giudizio complessivo sulla persona mettendo in fila meriti e demeriti, e non solo gli uni o gli altri.
  16. Sì, quest’anno è arrivata sesta, non quinta. Grazie della precisazione. Che comunque resta un piazzamento dignitosissimo. Per trovare un altro sesto posto in classifica bisogna tornare fino al 2014. E per trovare il primo risultato migliore - quinta in classifica - addirittura al 2002 (Wikipedia grazie di esistere). Per il resto, sempre piazzamenti (raramente) uguali o (spesso) peggiori rispetto a quest’anno. Io tutta questa mediocrità io non la vedo. Quanto ai podi della Sauber, a parte quello clamoroso di Perez in Malesia in condizioni piuttosto singolari, fatico alquanto a ricordarne altri. Perfino ai tempi d’oro di Fisichella.
  17. Ma infatti nemmeno io lo metterei in Ferrari, come dicevo. Però che sappia il fatto suo nella gestione di un team di centro classifica mi sembra fuor di dubbio. I risultati in realtà parlano a suo favore, considerando la media Sauber degli ultimi vent'anni, se escludiamo il biennio del covid che richiede considerazioni a parte. Ci sono stati due o tre episodi di strategia clamorosamente negativi ai danni di Giovinazzi, ingiustificabili specialmente se motivati da questioni personali, perché in gara dovrebbe contare solo il risultato che si riesce a portare a casa. Resta il fatto che Sauber era un tema in caduta libera, mentre adesso è quinta nel campionato costruttori, malgrado le ben note magagne di affidabilità della pu che hanno portato un sacco di ritiri e poi a girare a regimi conservativi.
  18. Sono contento per Hulkenberg come sarei stato contento se Liuzzi, o qualunque altro buon pilota del recente passato "bruciato" per congiunture negative, avesse avuto un'occasione in più. Ciò non toglie che con Magnussen saranno botte da orbi, roba da rimpiangere Grosjean. Operazione Schumacher comunque gestita male, sia da Ferrari che da Haas. Si sapeva che il principino avrebbe potuto diventare un fenomeno come anche no. Scaricarlo dopo due anni per scarso rendimento è stato un autogoal. Si doveva prevedere fin da subito un piano B nel caso in cui il giovane non si fosse rivelato un nuovo Leclerc (e quasi nulla autorizzava a crederlo). Mi dispiace perché è un bravissimo ragazzo, ma posso capire se il giro in giostra per lui è finito. Sapeva di essere prima di tutto un'operazione di marketing, con tutti gli onori e gli oneri. Se vai bene, la gloria. Se vai male, l'effetto boomerang. Ma gli servirà sicuramente per crescere e migliorarsi facendo onore al nome di suo papà.
  19. Diciamo che Vasseur fu anche quello che dovette sistemare a tempo record tutti i casini lasciati da Monisha Kaltenborn, primo fra tutti un accordo con Honda (mi pare) per la fornitura dei motori, senza avere una trasmissione adatta a quella PU. Fu lui che rinnovò gli accordi con Ferrari e permise alla Sauber di essere schierata in griglia l'anno successivo, nonché di disputare stagioni niente male, compresa quella con Leclerc, e compresa anche quella appena conclusa, 5.o posto in classifica costruttori a pari punti con Aston Martin, un team con ben altri capitali e ben altro pilota (almeno uno). Poi se possa far meglio o peggio di Binotto non lo so. Io francamente lascerei entrambi al loro posto attuale. Chi mi sembra sopravvalutato, pur con le comprensibili difficoltà di dover gestire il team con il budget minore del circus, è Guenter Steiner.
  20. No no, devono ancora avere il regalone in classifica costruttori. Nell’ultimo intervento sul blog di Turrini, l’ingegner Duchessa quantifica il vantaggio diretto dato a MB dalla td39 in 4 decimi di secondo, più altri 3 decimi ottenuti dagli sviluppi che hanno potuto conseguentemente sbloccare. Significa che, senza la direttiva, loro e quello scaldabagno di macchina starebbero ancora a fare a ruotate con Ricciardo e a benedire ogni punto rosicchiato ad Alpine.
  21. Minacciare di mollare il circus è una extrema ratio, se lo fai troppe volte poi l'arma si spunta. E non è così facile. Liberty Media probabilmente si strapperebbe le vesti, la FIA sicuramente no. Infatti Montezemolo, che in un paio di occasioni arrivò a tanto, non si limitava ad annunciare l'abbandono, ma minacciava sempre la creazione di un campionato alternativo, che è cosa diversa. Difatti, lo faceva quando era sicuro di avere i team più forti dalla sua parte. Nel 2019, mi sa che la Ferrari si sarebbe fregata da sola con quella mossa. Mercedes e RB avevano il dente avvelenato. Senza contare che, se da una parte il provvedimento punitivo è stato sproporzionato e molto ambiguo nei termini, dall'altra anche la Ferrari aveva probabilmente qualche motivo perché non venissero alla luce troppi dettagli. In definitiva non sappiamo cosa sia successo, e un eventuale ammutinamento sarebbe stato possibile, come dice @Aymaro, solo da parte del presidente. Ed Elkann, si è visto, non è né Montezemolo né Marchionne.
  22. Ricordo un articolo del compianto AutoOggi sulla Marea appena uscita. Diceva pressappoco: "Ormai la clientela del segmento D non si accontenta più di una seg. C abbellita e modificata, ma chiede un'automobile nuova, più grande, più ricca, più importante. Ecco perché è nata la Marea". Il giornalista aveva azzeccato tutto, tranne l'ultima frase. Il problema era proprio questo. La Fiat dell'epoca, che pure aveva una residua capacità di spendere malgrado perdesse inesorabilmente quote di mercato in Europa, specie nei segmenti alti, dormì sugli allori del decennio precedente e si illuse di poter mantenere la propria posizione andando al risparmio, contando sulla fiducia riconosciutale dal mercato italiano. Paradossalmente, le Fiat degli anni '70, concepite esclusivamente per il mercato italiano, si vendevano bene anche all'estero. Quelle di vent'anni dopo, che si illudevano di competere nel mercato europeo, segnarono la fine del gruppo, fino alle note vicende del 2003/2004. Credo che alla base di questo vi fosse proprio il provincialismo del management, la convinzione di potersi sostentare solo con il mercato domestico, senza peraltro riuscire a capire bene più nemmeno quello. Ricordo un viaggio in Francia verso la fine degli anni '90. Sfogliando il listino di una rivista di auto, rimasi di sasso guardando quanto era scarno quello Fiat. Addirittura c'era ancora a listino la Tempra, che in Italia era già un ricordo. Quelli erano gli anni buoni per riscattare il detto "fix it again, Tony", invece si lavorò poco o niente con la reputazione e l'immagine dei marchi.
  23. E' solo un invito ad evitare certe espressioni brutali e a giudicare le cose complessivamente, mettendosi nei panni degli altri. E magari evitando di confondere Binotto con Crozza. Nessuno si senta offeso, nessuno si senta escluso (nemmeno il sottoscritto).
  24. Diciamo che si pisciava in testa da solo, non c’era bisogno che lo facessero altri. Arrivati a questo punto credo che ormai i giochi siano fatti e nessuno abbia voglia di tornare indietro. Se vogliono segare Binotto lo faranno in ogni caso. Se lo vogliono tenere per un altro annetto da separato in casa, se lo terranno. Se vogliono Vasseur, Coletta, Siedl o qualche membro onnisciente di Autopareri, credo che il contratto sia già pronto. Godiamoci lo spettacolo.
  25. Evidentemente non era un periodo già abbastanza teso dalle parti di Maranello, si sentiva proprio il bisogno di tirare un calcione allo sgabello su cui si trovava Binotto, in piedi, con un cappio intorno al collo. Ora la Ferrari è a cavallo della tigre, ovvero in una situazione di estrema difficoltà, ma se scende diventa anche peggio. Il TP ormai è ufficialmente sputt***to, e la timida smentita del team non migliora le cose di una virgola, perché queste chiacchiere perseguiteranno Binotto ogni weekend, ed è impensabile fare il suo lavoro con un piede già nella fossa. Come scrivevo anche nei giorni scorsi, secondo me non è tempo di segare Binotto, specie senza aver prima segato qualcuno sotto di lui che è ben più responsabile dei pasticci che sono successi. Ha raggiunto il 70% degli obiettivi di quest'anno, e tutte le cazzate fatte dal muretto e le altre circostanze avverse lasciano intuire quale fosse il vero potenziale del mezzo meccanico. Però ha bisogno di essere affiancato da ben più di un Mekies. Così come Horner ha Marko, e Wolff aveva Lauda. E deve prendere quelle dannate decisioni che non ha ancora preso. Gli errori strategici (che fanno TUTTI) sono stati troppi e troppo gravi.
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