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Yakamoz

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    Mazda CX-5 2016

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Campione del Mondo

Campione del Mondo (7/8)

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Reputazione Forum

  1. Il trasporto privato ha un’incidenza sensibile, ma non determinante, nella produzione di gas climalteranti. 15-20% a seconda degli studi. Ma, soprattutto, è tutta da dimostrare l’efficacia di una conversione alla trazione elettrica, dal momento che il metodo di misurazione delle emissioni è a valle (al “tubo di scarico”) e non a monte, ovvero nel processo produttivo, sia delle varie parti del mezzo, sia dell’energia necessaria a muoverlo. Sfido che l’elettrico conviene, così. Ho ancora meno emissioni che su una bici, dove produco CO2 col fiatone. Il problema n.1 è quindi che questo difficilissimo obiettivo (elettrificazione totale) porterà un vantaggio futuro (qualche secolo) e molto incerto, mentre il costo da pagare è certissimo e attuale. Rimando alle ultime dichiarazioni di ieri di Jean Philippe Imparato. Parliamo di fabbriche che chiuderanno. Per cosa? ”L’operazione è perfettamente riuscita, il paziente è morto” dice un vecchio motto. Il problema n.2 è ancora più ampio ed esistenziale. VIVERE significa produrre CO2. Dal cibo, al telefonino nuovo (che qualcuno si concede un po’ troppo spesso), ai viaggi (idem), fino a qualsiasi risvolto del progresso tecnologico in qualsiasi settore: la ricerca medica produce CO2, l’AI produce miliardi di tonnellate di CO2, e via discorrendo. Che si fa? Contingentiamo la produzione mondiale annua di smartphone o di vestiti? Blocchiamo la ricerca? Obblighiamo la gente ad accettare lavori solo entro un certo raggio dalla propria residenza? Per coerenza… Da quest’ottica si capisce meglio quanto tutto sia ideologico e velleitario. Piuttosto, quello che suggeriscono insigni esperti del settore, oltre alla ovvia riduzione di tutte le emissioni che si possono già ridurre col normale progresso tecnologico, è di investire le risorse che abbiamo per adeguare lo stile di vita ai cambiamenti climatici in corso, come abbiamo sempre fatto davanti a tutto quello che non potevamo governare.
  2. Esatto. In un mondo migliore di questo, ognuno dovrebbe essere libero di comprarsi quello che meglio crede in base alle proprie individuali specifiche esigenze personali familiari e lavorative. Che oggi può essere un 2.0 diesel, e fra dieci anni un’elettrica. O viceversa. Oppure un’ibrida, che 9 volte su 10 sarebbe la soluzione ideale sia oggi sia fra dieci anni. Purtroppo, non contenti di tutte le distorsioni e le depravazioni economiche perpetratesi nel continente europeo negli ultimi mille anni, per l’ennesima volta abbiamo deciso che mercato, progresso industriale, libertà individuali e benessere economico sono favolette da liberali, e che la retta via si deve per forza raggiungere tramite le decisioni del ceto politico, che ha come unico orizzonte il rinnovo del consenso elettorale (o nemmeno quello) ma pretende di conoscere il lavoro dell’imprenditore, dello scienziato e del Padreterno meglio dei diretti interessati. Ho letto pagine di cose aberranti in questa discussione, perché il totalitarismo attecchisce sempre alla grande, oggi come ieri: gente che deve rinunciare all’auto, gente che deve cambiare casa, miliardi di gettito fiscale che dovrebbero essere bruciati per far cambiare auto “graduidamende” (cit. dal papà del superbonus) a milioni di persone o per consentirgli di ricaricarla sotto casa. Per quale scopo, esattamente? L’automobile non è né una necessità né un lusso: siamo andati avanti per secoli con i somari, i carretti e i velocipedi, perché cambiare? Perché è stata un’opportunità che è convenuta a tutti: al benessere familiare, all’aumento dei consumi, all’economia, al turismo, al mercato del lavoro, allo stesso trasporto pubblico che viene così alleggerito. Ma soprattutto a quella cosa che più se ne ha e più si dà per scontata: la LIBERTÀ. Libertà di movimento, quando voglio, dove voglio e come voglio. Senza dover subire gli orari, le destinazioni, i tagli e le inefficienze delle aziende di trasporto pubblico locale. Oppure raccontiamoci ancora la cazzata della decrescita felice…
  3. Gara fin troppo lineare, decisa dai mezzi meccanici. Non a caso per gran parte del tempo i team hanno corso in doppietta: due McLaren, due Ferrari, la Mercedes superstite, due Sauber, due Haas… Con tutto quel caldo le ruote refrigerate della Mc (e non solo quelle) hanno ammazzato la gara. Ferrari ingiudicabile: troppo lenta per quelli davanti, troppo veloce per quelli dietro. Tenerone Hamilton che voleva fare una sosta in meno per uccellare il podio a Leclerc. Ma pensa ad andare forte piuttosto! Red Bull ugualmente ingiudicabile per mancanza del pilota, accoppato al via. Quello che fa il secondo pilota pro tempore non ha granché rilevanza. Mercedes imbarazzante quando non si trova nelle condizioni ideali. Ma quantomeno sono riusciti a centrare una vittoria quando hanno avuto l’allineamento dei pianeti. Antonelli si è finalmente guadagnato sul campo il nome di KIMI 😁 Fossi in lui spingerei per farmi chiamare Andrea… Impressionante la Sauber, almeno qui. Sia con la bellissima prestazione d’attacco di Bortoleto, sia con la rimonta indefessa di Hulk.
  4. Credo (spero) che il personaggio ne abbia almeno una ventina in meno…
  5. Diciamo pure che lo stato ha interesse a riscuotere quei 45 euro (più oboli vari) facili facili ogni due anni piuttosto che predisporre un esame di revisione serio e severo e controllare come viene eseguito.
  6. Credo che non avrai problemi ad andare a trovare i suoceri. Ma sarai complice della distruzione dell’industria automobilistica italica, dell’indotto, delle famiglie degli operai, del PIL, dello stato sociale, delle nostre pensioni e del pianeta che lasceremo ai nipoti. Anzi, lo eri già da prima, visto che hai comprato un usato 😄
  7. Il guaio grosso è già successo nel 2014 quando hanno revocato l’esenzione del bollo per le ventennali e le assicurazioni agevolate improvvisamente sparirono o aumentarono sensibilmente i premi. Me lo ricordo bene perché proprio in quel periodo stavo cercando la prima delle mie tre youngtimer (tutte rigorosamente ABBENZINAAAAH 😜). Se non altro, la cosa mi agevolò nelle trattative perché improvvisamente la gente aveva fretta di vendere, soprattutto chi ne aveva tante. Poi per fortuna le cose si sono un po’ aggiustate, sia fiscalmente sia lato RC. In cuor mio sono soddisfatto di dover pagare qualcosa in più, sapendo che per i “bollaroli” la pacchia si è molto ridotta rispetto a prima. Io che con le mie storiche ci faccio mille km l’anno quando va bene. Comunque, non ci vedo similitudini tra questo caso e i veicoli diesel. Il gasolio è sempre stato fin dai tempi più remoti un derivato petrolifero offerto in concorrenza a benzina & soci, e l’industria automobilistica con quella tecnologia ci ha fatto cose ottime (noi italiani soprattutto, con il common rail), che hanno spinto anche lo sviluppo sull’efficienza dei motori a benzina. Per dire, qui non c’era nessun interesse storico da tutelare e nessun abuso, ma semplice libera scelta tra un prodotto e l’altro.
  8. Sottoscrivo il post di @TonyH, e ripeto: se ci fosse una correlazione diretta tra la circolazione dei Diesel Euro 5 e i livelli fuori norma delle polveri sottili nella pianura padana, sarebbe ragionevole bloccarne la circolazione, costi quel che costi. Ma se questa relazione causa-effetto non c’è, fai solo un danno sociale, abbastanza rilevante in questo periodo in cui cambiare auto è diventato un salasso. Non è sufficiente dire “uno che fa 10.000 km l’anno non si prende un diesel”, e quindi è giusto che lo stato ti punisca a prescindere perché hai scelto male la tua macchina, per il colore delle tue mutande o per la tua misura di scarpe. Per chiedere un sacrificio occorre un’utilità concreta e dimostrabile. È vero che, tra Italia e UE, siamo talmente mitragliati da leggi idiote che la cosa comincia a piacerci, ma non dovremmo smettere di ricordare quanti danni fa l’ideologia all’economia.
  9. Faccio MOLTA fatica a seguirti. Sarebbe illecito usare il gasolio “a fini privati”? Non mi risulta che sia un bene pubblico. Per fortuna siamo in un’economia di mercato e non decide Stalin l’allocazione delle risorse. Quanto all’espressione “mondo del lavoro”, forse intendevi dire “trasporto pesante”? Perché chiunque abbia un lavoro appartiene al “mondo del lavoro”. E non è che gli si possa chiedere di acquistare un’altra auto a benzina solo per non consumare gasolio nei giorni festivi. In questi termini, non è che la discussione si avvita. Mancano proprio i prerequisiti per una discussione, tipo: parlare la stessa lingua, vivere nello stesso pianeta ecc…
  10. Perdonami. I “costi” vengono già sostenuti e spalmati dal proprietario su tutta la vita dell’auto, finché non la vende: svalutazione rispetto ad altre alimentazioni, manutenzione (generalmente più onerosa), prezzo di acquisto maggiore ecc. Non è che se uno compra un veicolo diesel ottiene benefici indebiti a scapito della collettività e poi arriva lo stato giustiziere a fargli pagare il conto. Il problema di questi nuovi divieti è che sono la meccanica conseguenza di una procedura di infrazione europea, ma non rispondono ad alcun criterio o correlazione con l’inquinamento nelle zone interessate, che, come sappiamo, deriva da un particolare mix di conformazione geografica, climatica, urbanistica e industriale altamente sfavorevole. Non dico che esistano soluzioni facili, ma se tu ti limiti a colpire (come sempre) l’utente finale dando un giro di vite ai veicoli che possono circolare, otterrai una riduzione fisiologica delle emissioni, probabilmente minima e insufficiente allo scopo, senza nemmeno scalfire la radice del problema. Questo è il “costo”, ulteriore ingiusto e sproporzionato, che metti in conto all’anello debole della società. Per inciso: non sono destinatario dei divieti in oggetto, il mio ragionamento verte esclusivamente sul merito e sul metodo.
  11. Uno può aver avuto duemila buoni motivi per scegliere un diesel, specialmente 10-15 anni fa quando erano ancora propulsori eccellenti, con sistemi di rigenerazione ormai affinati e senza complicazioni varie come l’adblue, e l’ibrido era ben lontano dal raggiungere il livello di efficienza attuale. Tutto questo senza dover avere per forza la sfera di cristallo per prevedere quali leggi idiote sarebbero state emanate da lì a 10/15 anni. Ragionare retrospettivamente col senno di oggi è fuorviante.
  12. Tra fare 50.000 km all’anno e andarci a fare la spesa la domenica c’è un abisso di ceto medio (e non medio) che usa l’auto con criterio, quando può ricorre al trasporto pubblico, spende per avere sempre la meccanica in ordine, e si ritrova con un’auto di 12 anni e 100.000/120.000 km che va meglio di quando è uscita dal concessionario. Questi provvedimenti sono solo delle gride manzoniane che non risolvono né tantomeno vanno alla radice del problema. Siamo al livello di pura obsolescenza programmata. Poi (ma questa è un’altra questione) per strada ti ritrovi dietro a veicoli relativamente recenti palesemente modificati/defappati/scatalizzati che ti affumicano l’abitacolo in pochi secondi ma passano brillantemente tutte le revisioni. Non saranno loro la causa del problema, ma sono comunque delle contraddizioni e distorsioni che, come sempre, vanno in cu** a chi rispetta le leggi.
  13. Serra ha preso servizio l’1 ottobre 2024. Troppo tardi sia per essere responsabile del finalone di campionato 2024 che per poter dare la paternità alla monoposto 2025. Da qui a dire che sia il nuovo Ross Brawn ce ne passa, così come che sia un incapace. Per le performanti Mercedes 2022 e 2023 bisogna chiedere a Mike Elliot più che a lui. D’altronde ho visto troppi tecnici finire dalle stelle alle stalle e viceversa per fidarmi dei pareri di qualcuno: Allison, Costa, Resta, Binotto, Sanchez, Cardile… Tutti con una cosa in comune: 🏎️ Se l’anno prossimo vince la Aston Martin sapremo qual era la mossa di mercato giusta da fare, in caso contrario tutto è possibile. Tanto alla fine la differenza la farà il motore…
  14. Di questi tempi, e con l’opulenza della base meccanica della Giulia, il modo di fare un bel restyling pesante (tipo CX-5 2016, che è ancora in vendita, e negli USA ne girano un fottio) probabilmente c’era, ma non voglio fare il fanta AD. Quanto al ciclo di vita, 7 anni possono esser tanti e 9 anni possono esser pochi, dipende tutto da quella maledetta curva delle vendite. Purtoppo noialtri tendiamo di massima a far morire i nuovi modelli dopo poco tempo.
  15. Non conosco le voci, ma lo reputo molto improbabile. Negli ultimi giorni Vasseur ha incassato endorsement pesanti da parte di Leclerc, di Hamilton (sì, quello comprato a peso d’oro per farsi indicare la via) e addirittura di Stefano Domenicali. Il messaggio a destinazione c’è arrivato di sicuro.
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