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PaoloGTC

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  1. Riguardo alla sezione Lancia di questo progetto, vorrei riportare un'intervista (fonte AM) fatta a Mario Maioli diversi anni fa, inerente il concetto Dedra. - Intervista a Mario Maioli, chef designer della Lancia Dedra. Quali e quante esigenze ha dovuto mettere d’accordo nel disegno della Dedra? “Parliamo al plurale, perché il designer di una volta, quello che faceva tutto da solo, non esiste più, sostituito com’è da un team. Dovevamo, come molto spesso succede, fare una vettura innovativa che rispettasse la tradizione (Lancia in questo caso). Una vettura che doveva sostituire la Prisma, quindi con dimensioni analoghe, ma ovviamente migliorata. L’abbiamo fatta abbastanza alta per esaltare l’abitabilità, ma senza eccedere in lunghezza, perché nella tradizione Lancia non ci sono mai state grandi vetture, con l’eccezione, di fatto isolata, della vettura ministeriale”. In questa mostra ci sono parecchi schizzi che confrontano le soluzioni della Dedra con quelle di altre Lancia del passato, soprattutto la famosa Aurelia. Perché? “Lavorando con gli stilisti dell’I.DE.A. di Moncalieri, che hanno sviluppato il discorso grafico, mi sono preoccupato di raccordare l’immagine del progetto con quella del passato Lancia e quella futura, che io già conosco. E un punto di riferimento è stato proprio con l’Aurelia, che, assieme all’Appia, considero la Lancia per eccellenza”. Gli inserti in legno nell’abitacolo sono dunque anch’essi un richiamo al passato? “Senza cadere nella trappola del revival, dobbiamo ricordare, quando è il caso, che cos’era un’auto. Ci sono state, e ci sono, vetture che sono fatte solo per trasportare ed altre che devono trasmettere sensazioni ed emozioni, che impongono un diverso rapporto uomo-automobile: in po’ la differenza che passa fra un motoscafo e una barca a vela. E’ una questione di sensibilità culturale. I pannelli pregiati sulla Dedra non vanno visti come “quattro pezzi di legno per far scena”, ma come elementi che ripropongono quel “rapporto tra uomo e vettura”. Nei disegni della strumentazione si nota un passaggio dall’analogico al digitale ed infine l’approdo ad una via di mezzo… In effetti, abbiamo valutato diverse soluzioni, e molte le ho studiate personalmente. Alla fine abbiamo scelto la tecnologia optoelettronica, che va bene sia per chi preferisce la strumentazione digitale, sia per chi preferisce l’analogica”. Nella definizione del design della Dedra, che posto ha avuto il CAD, cioè la progettazione assistita dal computer? “Un posto certamente molto importante”. Oltre le mode estetiche, quali fattori concorrono a far sì che le auto di grande serie abbiano oggi linee in comune? “Influiscono fattori tecnologici, cioè il modo di costruire automobili, i materiali disponibili, le mutevoli soluzioni meccaniche… perché, per esempio, la Fiat 1400 aveva le stesse linee dei frigoriferi di quel tempo? Anche perché le tecniche di stampaggio delle lamiere erano le stesse. Oggi, per fare un altro esempio, la Tempra e la Vectra hanno linee comuni perché, essendo auto degli anni Novanta, sfruttano la tecnologia delle portiere avvolgenti, che noi per primi abbiamo introdotto in Europa, con la Uno e la Thema”. Perché quella coda alta? “La coda alta e prismatica l’abbiamo voluta sia per accentuare la capacità del bagagliaio sia per accentuare, con un effetto ottico di spostamento all’indietro delle masse, il dinamismo generale della linea. E per ragioni aerodinamiche”. A proposito: pensa che continuerà la corsa sfrenata all’aerodinamicità? “La Dedra ha dimostrato che non è necessario arrivare sempre e comunque allo stereotipo dell’uovo per ottenere un buon coefficiente di penetrazione aerodinamica. Con il suo Cx di 0,29 la Lancia dimostra che si può avere un buon Cx con un profilo personalizzato”. Quali auto predilige fra quelle che lei ha disegnato? “Beh, Dedra a parte, metterei in testa la Delta, poi la Thema. Ma c’è anche la Cinquecento, dove ho lottato duramente per non rischiare di disegnare una nuova Y10 o una nuova Uno, perché non avrebbe senso riproporre il già visto”. (l'intervista è presa pari pari da quella pubblicata... non so dire a che livello Maioli si esprima riferendosi ai progetti che preferisce fra i suoi, citando Delta e Thema... ) - Altro articolo, sempre da AM (che andava spesso ad indagare nei meandri del design, all'epoca)... questa volta si parla di Delta 2. " Doveva ricordare la Dedra, ma con più grinta e sportività; non doveva costare troppo, in termini di investimento. Semplice, vero? Neanche per sogno. E a complicare il lavoro di chi ha disegnato la nuova Lancia Delta (vale a dire gli stilisti di I.DE.A Institute, il centro di design ed engineering di Moncalieri) aggiungete l’imprevista longevità del modello precedente: fino all’altro ieri, la prima Delta, datata 1979, non accennava a imboccare il viale del tramonto, trainata dai successi dei rally. Insomma, un bel rompicapo. Ma in questo caso, un po’ di ritardo potrebbe giocare a favore: la linea non troppo morbida e arrotondata della nuova Delta è una piacevole eccezione nel panorama automobilistico odierno. Nella seconda metà degli anni Ottanta, a Villa Cantamerra, sulla collina che domina la città di Torino, gli stilisti dell’I.DE.A si trovavano ad affrontare un problema che sapeva tanto di quadratura del cerchio. Il primo modello in grandezza naturale dell’auto che in un futuro non ben precisato riceverà il testimone della Delta è pronto ormai da tempo. Fa anche lei parte a pieno titolo dell’operazione Tipo 2, come è chiamata la generazione delle nuove medie del Gruppo Fiat, ed è stata quindi pensata per avere pianale, gran parte della scocca, portiere, padiglione e parabrezza in comune con le medie che debutteranno di lì a poco sostituendo Ritmo e Regata. Anche l’impostazione meccanica e molto della componentistica sono comuni, per ridurre i costi. Ma attenzione: la futura Lancia Delta non dovrà essere scambiata per una Fiat; il modello realizzato dai designers dell’I.DE.A (che sono poi quelli cui si deve tutto il progetto Tipo) deriva infatti dalla Dedra, la tre volumi che prenderà il posto della Prisma. Il frontale è lo stesso: calandra ristilizzata e bene in vista; dietro si nota un accenno di bauletto non così pronunciato però da poter definire la vettura una due volumi e mezzo. Già allora il lunotto risulta molto inclinato. Nel 1988 lo stile viene congelato, come dicono gli addetti ai lavori, cioè viene definito una volta per tutte. Ma soltanto dopo un profondo aggiornamento del progetto originario, che rinfresca il modello preparato anni prima dall’I.DE.A Institute. Si lavora molto sul frontale: calandra più sottile e adagiata, ben raccordata con la bombatura del cofano; nuovi gruppi ottici, più bassi. La fiancata invece rimane la stessa, fino alla coda; il Coordinamento dello stile Fiat decide per un taglio netto della zona posteriore, in modo da avere una sorta di “effetto ghigliottina” solo in parte addolcito dai raccordi tra portellone e fiancata. Così facendo però, la coda sembra più stretta di quanto in effetti non sia e per allargarla otticamente viene scelta una fanaleria a sviluppo orizzontale, simile a quella della Dedra. Come nel caso di quest’ultima il taglio del portellone richiama lo scudo Lancia. Più cattive, le versioni sportive hanno i parafanghi allargati e uno spoiler che spezza la verticalità della coda. E all’interno? Viene scelta una plancia di grande effetto, caratterizzata da una palpebra superiore piuttosto pronunciata (bocciato però un raccordo più dolce coi pannelli porta perché avrebbe alzato troppo i costi industriali). Anche qui si punta a valorizzare le tradizioni della Casa; il cuscino centrale del volante riprende il marchio Lancia, e così la manopola per la regolazione degli schienali."
  2. Parere personale, la 166 soffrì molto anche il fatto di essere stata lanciata dopo il "gioiello" di 156. Il confronto era pesante, secondo me, la 166 non era altrettanto felice. Non ci fosse stata la 156, personalmente la 166 l'avrei vista meglio. Così invece, mi veniva il paragone.... non che dovessero essere uguali, però... 166, era triste e abbacchiata con quei faretti, confrontata con la sorella minore.
  3. Grazie mille maggio 80 e grazie a tutti voi che avete contribuito al crescere di questi due topic, ho imparato un sacco di cose. E ora un altro po' di foto. (fonte Quattroruote per tutte) Scocca Tipo in trasferimento da un reparto all'altro (o forse era il modello base base ) Restando in tema Tipo, un salto in avanti negli anni, l'epoca del restyling e dell'arrivo della tre porte (chissà perchè mai così in ritardo... anche se vabbè non credo che avrebbe fatto comunque sfracelli nelle vendite). Simpatico come cercava di far credere di essere a cinque porte, con la maniglia finta. Restando sul Tipo 2, declinazione Lancia, siamo di nuovo nel 1987, le sue prime uscite. Il frontale su questo mulo, lamiere a parte, non ha niente nemmeno di Dedra, fari a caso e niente mascherina. Dedra girava già più convinta . Ho un dubbio anche sul paraurti anteriore.. è Dedra secondo voi? A me sembra un po' più piatto, ma magari è una mia impressione. La terza foto è di tempi più recenti, ormai mancava poco. Ora di cena, a dopo. Ce ne sono ancora. (scusate la domanda, secondo voi cosa sono i fari posteriori del muletto più vecchio? Croma '85?)
  4. Quindi, anche se presentato come bozzetto nella Design Story della Cinquecento, sarebbe stato in teoria un bozzetto di evoluzione successiva? Intanto un'altra foto che ho recuperato scartabellando. In principio l'avevo presa per vera, poi osservando i dettagli mi sono accorto che era una maquette. (fonte Quattroruote)
  5. Scusate ma su questa per me è buio totale. Chi la fece? Perchè? Quando? Era "ufficiale"? Nel caso fosse by Alfa, perchè scartata? (fonte Web)
  6. Bene. Allora cominciamo con il disegno del Giugi (o meglio, dalla firma, controllato da lui) del 1981. (fonte Quattroruote) E ora una carrellata di muletti (fonte Quattroruote) Qui c'è la Uno in prova al Nord.... camuffata con un impegno non indifferente per farla sembrare una Panda .... ci avevano messo proprio tutto quello che si poteva, pure i paraurti allargati ma identici. GM infatti cadde nel tranello e scrisse che stava arrivando "una versione cresciuta e arricchita della Panda"... ma daiiii...... Collaudi finali... il bagno salino. I ciottoli.... ... e il roll-over.
  7. Ah ecco, allora mi ricordavo giusto. Quindi era anche vecchiotta, come studio, la Ibiza, perchè ho in mano (si fa per dire) da postare un disegno a più viste del Giugi per la Uno (lo metterò nella D.Story Uno) che è datato 1981. La Ibiza quindi verrebbe quando, prima? Cioè, la propose prima di Uno e fu scartata, o le propose insieme e poi ci fece la Seat?
  8. Ah si? Non sapevo. Era su un Quattroruote Speciale Salone, forse il 94. C'era la design story della Cinquecento, e il bozzetto era lì in mezzo.
  9. Grazie cfevnmm (scritto giusto? che nick che avete ragazzi ) spero di continuare con altre storie... il materiale c'è, sono anni che faccio il guardone e vado matto per queste cose conosciute si e no. Tra l'altro ho ancora una certa quantità di foto di muletti che riguardano il Tipo 2-3 in generale, ossia Dedra-Delta-155-145... che dite, le inserisco qui intendendo come Tipo 2-3 in generale? In fondo era una famiglia di muletti...
  10. Bello bello bello, così è completissimo. Se non erro il filmato su youtube del making of in fabbrica, è quello in francese... nessuno ha il filmato italiano? Mi piacerebbe sentirlo... Come genesi direi che siamo arrivati in fondo... si potrebbe far eancora qualcosa con le versioni successive però, Q4, Super... devo vedere se c'è qualcosa in giro per il mio scatafascio.
  11. Fiat Cinquecento, bozzetto stile "eh magari". (fonte Quattroruote per tutte le foto di questo post) Bozzetto "ah ecco, mi pareva". Compare lo scalino nel finestrino, che fa molto Alfa 145. Se non erro c'era di mezzo Cressoni, qui. Lo scalino compare anche in questa maquette che per il resto mi sembra definitiva. Andando a memoria mi pare si scrisse che era stato scartato per motivi di costi. Una plancia scartata.
  12. Cercando nell'archivio del CIARPAME se c'era altro CIARPAME ho trovato ancora un paio di pezzi di CIARPAME. Bozzetti di sviluppo Delta 2. Il secondo presenta la soluzione a fari verticali che a detta dell'articolo, venne scartata perchè tendeva a stringere otticamente lo specchio di coda. (fonte AM)
  13. Eh lo so. Magari avessi potuto almeno scrivere era per via di una Bentley Continental GTC, o di una Ferrari 330 GTC... invece è solo un'Astra. Mi sa che avrei dovuto studiare, laurearmi e diventare ricco invece che raccogliere foto di prototipi.
  14. In altra sede stiamo parlando del progetto Tipo4. Dopo tanto tempo sono riuscito a ritrovare una foto andata persa, piuttosto rara secondo me perchè sul Web di studi Croma non ho mai trovato nulla. Maquette Fiat Tipo 4. In parte defintiva, in parte no. Non c'è ancora l'idea della nuova mascherina, non c'è il cofano a tetto e l'auto sembra più lunga specie come bagagliaio, anche se il portellone ha già la forma che svolta sui parafanghi e pure i fari posteriori sembrano quelli giusti. Molto simile alla Thema, per me. (fonte Auto) Altra foto, altra maquette, che porta l'idea del frontale con la mascherina nera che poi abbiamo visto tutti, anche se qui l'ipotesi prevedeva che ci fossero barre anche parallele a quelle cromate, anzichè solo orizzontali. Noto anche l'alloro Fiat sul cofano... ipotesi doppio marchio? Alloro più nuova stilizzazione Fiat? Qui sotto invece disegni di stile Fiat Tipo 3. Se non sto dicendo una castroneria, mi pare che all'epoca ci fosse Ercole Spada in I.De.A, proveniente da esperienze in Bmw dove aveva lavorato a Serie 7 1986 e Serie 5 1988. Questo spiegherebbe l'ipotesi in alto, con quella fanaleria molto "ispirata" (anche se lo schizzo stesso porta l'opzione di fari alternativi che sono molto simili a quelli poi scelti). Ricordo che la didascalia metteva a confronto i due disegni perchè ai tempi c'era stato il dubbio sulla scelta di utilizzare o meno la soluzione del terzo vetro laterale. (fonte AM) Altro bozzetto Tipo 3 in fase di definizione. Le idee ci sono più o meno tutte, ma onestamente mi piace di più della Tempra che poi han fatto. Mi sembra più slanciata e omogenea. C'è ancora la mascherina nera. (fonte AM)
  15. Ho notato che non c'è una sezione Autobianchi, per postare un topic sulle "mai nate", però siccome le foto di Y10 alternative sono solo un paio, tra quelle che posseggo, va bene se le metto qui in Lancia? Sono solo due. (ho foto dei collaudi poi, di quella effettiva, e per queste penso si potrebbe stare in una retrospettiva come per la 164 in Auto D'epoca, quindi il problema non si pone, dico bene?) Spero di non fare un pasticcio a metterle qui... non so dove altrimenti. Anzi, mi correggo, è una sola foto di due immagini. Viene dalla rivista Auto, che nel 1986 fece una Design story sulla piccola utilitaria della Città del Futuro, come diceva lo spot con la donna robot. La prima in alto veniva accreditata al Centro Stile interno, come proposta del 1981. La seconda invece è del Giugi, e sa un po' di Ibiza secondo me. Mi fa venire in mente le leggende che non sono mai riuscito a interpretare bene secondo le quali la Uno doveva essere Lancia-Autobianchi e l'Ibiza una Fiat, secondo le sue proposte... ma non so se quanto sto scrivendo corrisponda a realtà.
  16. Buonasera a tutti, rieccoci. A proposito di Punto '93... ecco il confronto dei due posteriori ipotizzati dal Giugi (soprannome che ho letto qui in giro, e che mi piace) Fonte: AM Quello a destra, molto più "classico", mi sembra che abbia ispirato molto il retro che poi ebbe la Punto Cabrio.
  17. Allora sara una grossa delusione sapere che è dovuto al fatto che ho una Astra GTC (però 1.9 120 cv by Fiat, dai )
  18. Scusa, mi sono spiegato male. Volevo dire che nella prima pagina di questo topic sulla 157 c'è il link a lycos per vedere la 939, ma non va più... cioè volevo dire che ciò che mostrava, non lo mostra più.
  19. Ora mi sorge un dilemma. Ho diverse foto dei collaudi della Uno, e alcune anche di quella camuffata da Panda nelle nevi del Nord, che non faceva che alimentare il nome "Pandona". Però le posto qui nella design story o nell'altro topic "Ma che bella che è la Fiat Uno" in Auto D'Epoca?
  20. In effetti si, mi sembra di ricordare da Auto&Design che la 307 di sinistra fosse di Pinin. Sono già due o tre le retrospettive Peugeot che vedo su A&D dove Pinin mostra cose ben poco riuscite.
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