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Mazinga76

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  1. Delta HPE non è assimilabile agli altri esempi fatti: Se Bravo/a, 145/6, Punto II 3/5 porte, Stilo 3/5 porte erano vetture completamente differenti soprattutto nella risoluzione estetica dei posteriori, Delta HPE manteneva il medesimo posteriore di Delta II 5 porte. La differenza grossa stava nell'andamento della fiancata, viste le due sole portiere più grandi e il finestrino posteriore con un profilo completamente diverso. Complici anche i parafanghi bombati, la macchina cambiava completamente fisionomia e personalità, ma restava sostanzialmente la stessa auto.
  2. Con la III serie si era riusciti a portare all'apice della bellezza e del prestigio qualcosa che era già bello di per sè. Osservando di prospetto i frontali di Thema III e k, messi fianco a fianco, il secondo appare perfino più triste e anonimo. Purtroppo era tardi, e benchè migliorata non raggiunse mai la personalità spiccata di 164.
  3. Comunque sì, le cornici delle portiere della Uno sono molto deboli. Ne sono testimone diretto per aver subito anch'io sulla mia Uno, parecchi anni fa, lo stesso "trattamento" da qualche balordo per trafugare qualche spicciolo. Perfetto, ci siamo capiti. Fate caso alla portiera della Punto come sia piena di ondulazioni in prossimità della maniglia e poco più in là. Mentre la portiera della Uno, mi riferisco alla lamiera dalla linea di cintura in giù, già soltanto dall'aspetto visivo trasmette un senso di una certa solidità in più. Confermo, Punto II aveva lamiere più ferme, rese più consistenti probabilmente anche dalle diverse nervature e spigoli che erano stati aggiunti sul cofano e sulle fiancate. Ma anche a me non faceva molto sangue dal punto di vista estetico; l'ho sempre vista un po' come un'involuzione stilistica rispetto alle linee pulite della I serie.
  4. Ma non dubito che la Punto I fosse un prodotto complessivamente migliore di gran lunga, per carità di Dio, ci ballano dieci anni tra l'una e l'altra, ci mancherebbe pure che non fosse così. Ma credo che stiamo fuorviando o che non mi sia spiegato bene: il discorso non è la rigidità della scocca, la bontà della plancia o la debolezza delle cornici delle portiere dell'una piuttosto che dell'altra. Se ti capita l'occasione, prova a "bussare" con le nocche sulla lamiera delle portiere (dalla linea di cintura in giù), dei parafanghi anteriori, sulle fiancate dell'una e poi dell'altra e dimmi che impressione ne ricavi. O meglio ancora: appoggia il palmo della mano sulla lamiera dell'una e dell'altra e fammi sapere quale delle due flette in maniera esagerata. Ti assicuro: se spingi troppo sulla Punto, l'ammacchi.
  5. Io la Uno la possiedo tutt'oggi: come consistenza di lamiere è già al di sotto della 127 (la possiede mio padre), ma nulla al confronto con le fiancate e le portiere della Punto I serie, che ho avuto modo in prima persona di saggiare "palpandole" ? Fidati
  6. Ahime, i problemi di affidabilità dei FIRE sono cosa nota e, stando a quanto leggo in giro, anche molto diffusi: mia zia, sulla sua Lancia Y 1.2 ha rifatto la guarnizione della testata due volte in 95.000 km. Anche i problemi di perdita di liquido dai tappi di fusione sono abbastanza diffusi: anche questi sono stati sostituiti un paio di volte. Posso confermare anche il discorso delle lamiere della Punto I serie: erano di una debolezza imbarazzante; flettevano che era un piacere se ci si appoggiava e si piegavano all'indentro con la semplice pressione di una mano.
  7. Mi accodo anch'io al coro: mai visto Punto cabrio con paraurti non verniciati
  8. Ora che mi ci fai pensare mi si accende un flash nella mente: ricordo che in quel periodo gli allestimenti avevano denominazioni come "Attiva", "Eletta", "Futura"... Ma non so, nello specifico, se quello in foto sia un allestimento ufficiale o corrispondente ad uno di quelli sopra citati.
  9. Sempre più rare le mie incursioni in questo thread; ma, appena posso, non disdegno di immortalare qualcosa. Alfa Romeo 33 Imola, dell'aprile '93 Autobianchi Y10 Junior, del settembre '95 BMW 318 i, del febbraio '95 FIAT Nuova 500, del marzo '68 Lancia Dedra 2.0 Turbo ds, del giugno '92
  10. La BX rossa della prima foto (senza i lavafari) l'aveva un medico mio conoscente: era una 19 D dell' '83. Comunque di BX rosse ai tempi ne vedevo abbastanza; altri colori, come il giallo o il verde pastello, erano alquanto improponibili.
  11. La denominazione corretta è Ford Courier. No, è corretto quanto scritto da L'informatore d'auto: si tratta di un' Audi V8.
  12. In famiglia c'è la LX del '90 di mio padre; due zii, fratelli di mio padre, hanno invece avuto rispettivamente una 1300 dei primi '80 e una LX 1300 dell''85. Sono stato e, per quel che riguarda quella di mio padre sono ancora, passeggero e guidatore su tutte e tre, pertanto ho conosciuto e conosco da vicino entrambe le plance in oggetto. Per quel che è il mio personalissimo punto di vista, la plancia originaria era certamente molto originale, finanche moderna per quello che era il suo tempo. Ma non mi ha mai scaldato particolarmente dal punto di vista del design: troppo spigolosa; troppa discontinuità di linee tra il cruscotto, l'elemento centrale e la console in basso. Anche la strumentazione, incassata in nicchie rettangolari separate tra loro, mi ha sempre lasciato tiepido. Tra l'altro non ricordo particolari vantaggi di questa soluzione in termini di leggibilità. La plancia post '86 perdeva notevolmente in originalità, a dirla tutta era diventata più anonima, anche in considerazione delle succitate sinergie con la Prisma. Però, a mio avviso, aveva guadagnato uno stile dalle linee più morbide e classiche, più sobrie e raccordate tra loro, meno tormentate. Forse era il giusto compromesso per un prodotto ormai maturo, che faceva dell'immagine sobria ed elegante il suo punto cardine. Non convengo sulla presunta scarsa visibilità della strumentazione: al contrario, il grosso elemento unico garantiva una visibilità ampia, panoramica e a piena luce di tutti gli strumenti e di tutte le spie, persino dal sedile del passeggero (cosa questa non possibile con l'altra plancia). Discorso manopole: io trovo che siano belle grosse da impugnare, per niente difficili da raggiungere visto che le sedute anteriori sono anch'esse basse, e di impiego assolutamente facile e intuitivo. Concordo infine sulla scomodità del posto guida, e in generale sull'assetto dei sedili anteriori: molto bassi, poco contenitivi, con seduta corta per le gambe e con consistenza dell'imbottitura alla francese, molto cedevole. Questo almeno per quanto riguarda i sedili in velluto della LX, non so se fossero così anche su altre versioni.
  13. Una domanda banale: per circolare in uno stato estero con una vecchia immatricolazione di tipo pre-europeo, non è obbligatorio apporre l'ovale adesivo con la lettera dello stato di provenienza?
  14. A onor del vero, anche questo mi sembra abbastanza opinabile. Se per quinta porta intendiamo il portellone posteriore, incernierato alla base del tetto e che si solleva in solido col lunotto, auto come la 2CV, la Ami, la GS, la DS, la CX ne erano sprovviste ed erano a tutti gli effetti delle berline a 4 porte. 2CV a parte, la quinta porta era ovviamente presente sulle versioni break di ciascun modello.
  15. I miei più vivi complimenti per la Axel. Conservarne una al giorno d'oggi è un fatto certamente raro e per niente scontato.
  16. Forse non più diffusissimi come un tempo, ma credo siano ancora tutt'oggi esistenti questi sistemi. Mio padre, sulla sua Panda nel 2012, fece montare un antifurto di questo tipo presso un'officina FIAT nel 2013.
  17. Tipologia di trasformazione molto diffusa in UK, anche per attività commerciali itineranti.
  18. Quattroruote la annovera come ufficialmente a listino dal novembre '80 al marzo '81, ma è molto probabile che le vendite siano continuate ancora per un bel po' per smaltire gli stock di concessionarie e succursali. Infatti l'immatricolazione di quella 147 in foto è del gennaio '82. Comunque non ti sbagli affatto: la 127 Rustica arrivò nel '79, dunque un anno abbondante prima della 147. Per quanto riguarda il discorso della 124D: ne ho un ricordo molto nitido, ai tempi conobbe anche qui dalle mie parti una discreta fetta di clienti privati, oltre ai tassisti.
  19. Non vorrei sbagliare, ma non mi pare che si trattasse di importazioni parallele; la 147, sia pur per una manciata di mesi a cavallo tra il 1980 e il 1981, era regolarmente a listino ed era acquistabile presso la rete ufficiale FIAT. Infatti, la 147 illustrata nella foto, ha ancora il portatarga di una nota concessionaria FIAT del tempo, la Ciccopieri di Aversa, oggi non più esistente.
  20. La FIAT 147 era assemblata a Belo Horizonte, in Brasile. La Lamborghini si occupava semplicemente di assemblare gli allestimenti specifici della 127 Rustica, che altro non era che una 147 in chiave avventurosa concepita per un off road leggero.
  21. Diciamo che è caratterizzata da diverse licenze poetiche del proprietario; però, nel complesso, la tiene piuttosto bene.
  22. Stasera do un contributo anch'io: Alfa Romeo Giulietta 1.6 dell'aprile '84 Autobianchi Y10 del febbraio '88 Autobianchi Y10 del giugno '95 FIAT Panda 30 del novembre '83 FIAT 126 FSM del giugno '87 Ford Fiesta 1.1 Ghia del febbraio '90 Lancia Prisma 1300 del novembre '85 Lancia Delta LX dell'ottobre '89 Nissan Primera 1.6 SLX del marzo '91 Opel Corsa GSI del marzo '93
  23. Giustissimo. Aggiungo solo che il 704 cc della Bis trovò successivamente posto anche sotto il cofano della Cinquecento ED. In realtà non proprio con questa, il cui bicilindrico aveva una cubatura portata a 652 cc. Il 602 cc era appannaggio di 2CV 6; Ami 6; Dyane 6; Mèhari ed LN.
  24. La denominazione "Personal" in realtà non era utilizzata sulla versione base, che era semplicemente "FIAT 126", con targhetta apposta sulla sinistra, e "650" con targhetta apposta sulla destra. Dalla foto infatti si intravede. L'altra 126 è invece una "Bis": la si riconosce chiaramente dall'ampiezza maggiore del lunotto; dalla linea di battuta del portellone, che si intravede chiaramente nonostante il telo; dall'assenza delle griglie di aerazione del motore; dal vano di alloggiamento della targa piatto anzichè con nervature e dalla marmitta differente. La prima motorizzazione della 126 era di 594 cc; forse ti confondi con i bicilindrici Citroen contemporanei che erano appunto di 602 cc.
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