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johnpollame

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  1. Immagino anche questa sviluppata dalla Michelotto di Padova...
  2. I cinquecentoedieci cavalli esposti subito sono poi conferma tangibile delle dichiarazioni d'intenti... Dopo troppe illusioni disilluse ecco una macchina in carne ed ossa (metalli e plastiche. E carbonio.) ad affermare: "Questa volta è diverso, questa volta facciamo sul serio. E a modo nostro.".
  3. Brucomela millessei 105 equini, con lancetta sui centotrenta il contagiri appena sopra i 2400 giri al minuto (sesto rapporto ingranato). Quasi vent'anni fa ricordo la Fiat Bravo di famiglia, stessa cilindrata, stessa potenza ma a benzina e cinque marce: 4200 giri...
  4. No di certo, è che -per l'appunto- l'opinione media della critica internazionale è un po' diversa da "sterzo terribile ed assetto terrificante".
  5. Credo invece che più che uno sterzo migliore avrebbero potuto un impegno costante del marketing, una strategia di comunicazione coerente e continuata, un Marchio meno appannato di quello del Biscione negli ultimi anni, una rete commerciale estera degna di questo nome. E ovviamente il denaro sonante per perseguir quanto sopra: questo avrebbe fatto la differenza. Solo dopo uno sterzo più piacevole avrebbe forse migliorato la situazione ma difficilmente più di qualche punto percentuale. Un assetto più preciso sarebbe forse stato invece addirittura controproducente, visto che il Mercato ne ha richiesto uno meno efficace... (PS cercando recensioni assortite mi par che la media sia sul "migliorabile ma niente affatto male" piuttosto che sul "terribile" e "terrificante" PPS Le dichiarazioni di Marchionne sono funzionali a perseguire la strategia summenzionata)
  6. In realtà ho descritto esattamente la strategia dei marchi premium... (nella citazione mancava l'aggiunta successiva relativa al basso di gamma "ordinario" trainato dal lustro nel frattempo acquisito -negli anni- con i modelli più sofisticati e le relative versioni speciali)
  7. Vero. La 500, in tutte le sue varianti, è lì a dimostrarlo. (Per Alfa la strategia sembra diversa, a grandi linee si cercherà dapprima di lustrare il Marchio con modelli che innalzino -nel tempo- la considerazione del Mercato sul Biscione. Se tutto funzionerà tra un par di lustri si potranno propinare nel basso di gamma vetture tutto sommato ordinarie nella tecnica ma a prezzi adeguati ad un Blasone affermato, in modo da fare i volumi necessari ma con ottimo margine, seguendo le orme dei Costruttori oggi più in auge.)
  8. Giampi Con tutto il rispetto "terribile" e "terrificante" sono aggettivi a dir poco ingenerosi. "Al di sotto delle aspettative" potrebbe invece essere più appropriato. A seconda delle aspettative. Da ex possessore posso tranquillamente affermare che lo sterzo, malgrado si potesse chiedere di più, con il manettino in "D" era comunque più che adeguato, il comportamento stradale invece era assolutamente valido, al limite dell'esaltante con limiti virtualmente inavvicinabili su strada, come loro malgrado prima arroganti possessori di più blasonate vetture ebbero a scoprire. Ciò almeno con l'assetto"contrattivo" della prima serie, che però il Mercato non ha apprezzato, preferendo più confort a discapito delle potenzialità del mezzo. Quanto sopra valido ESCLUSIVAMENTE su strada, da quel che mi si dice in pista la Mito mostra qualche pecca in più per chi cerchi il tempone in circuito, specialmente per l'impossibilità di disinserire l' ESP. La Mini, dell'epoca, era molto più agile e rigorosa. Ma aveva sostanzialmente un posto ed un bagagliaio in meno, relegandola -per le mie esigenze- a poco più di un giocattolino, cosa che non me la fece prendere in considerazione. La DS3 non la provai: la linea troppo distante dai miei gusti, ma da quel che ricordo d'aver letto, la si dipingeva sostanzialmente allineata alla Tapirottola su strada. Poi verissimo che a qualche testata la Mito non sia piaciuta. Specie a quelle che provano le vetture solo in pista e/o su strade molto dissestate. A queste non piace neppure la 4C. Quanto sopra scritto ovviamente nel pieno rispetto delle tue opinioni, ma dal personalissimo punto di vista di chi questa vetturetta ha amato, pur coi suoi inevitabili difettucci.
  9. A scanso di equivoci mi riferivo ad un diverso posizionamento della Mito ristilizzata rispetto all'attuale, ora sostanzialmente "l'utilitaria dell'Alfa". Con "piccolo coupé" intendevo un modo di proporla alla clientela come un qualcosa che si distingua dal panorama affollato delle quattrometri d'oggi, avvicinandola d'un passetto al concetto che la dirigenza sabaudo amerinda intende il Mercato abbia del visconteo blasone. Per inciso non m'aspetto ne m'auguro una futura generazione di Mito al termine del ciclo di vita di questa a me pur cara Tapirottola.
  10. Indubbio, ma visto il nuovo sistema di valori del marchio e considerato che i denari investiti dal De Meo all'epoca ora dovrebbero essere ammortizzati, potrebbe essere ipotizzabile un rinunciare a far volume in favore di maggior margine, dando alla piccola di casa una collocazione più coerente con l'idea che si voglia il Mercato abbia di Alfa. Temo però che, seppur vi fosse l'intenzione di seguir questa traccia, pochi margini di manovra rimangono, essendo -come dici- le versioni con le motorizzazioni più appropriate al mezzo quelle relativamente meno richieste. Eppur, ahimè non ho numeri a suffragar auspicio, forse c'è spazio per una Mito un po' meno popolana e un filo più esclusiva, magari trainata dalla nuova "meccanica delle emozioni" tanto sbandierata.
  11. A tal proposito, anche in ossequio a quanto dichiarato dal conduttor maglionato riguardo al lustro da voler (ri)dare al Biscione, sono ad augurarmi che in questa occasione s'eviti di motorizzar Tapirottola con propulsori che la mettano a livello di normale utilitaria svilendone le doti telaistiche: è vettura che merita coppia e potenze adeguate. Vorrei fosse intesa più come piccolo coupé sportivetto che come un'alternativa tra tante alle varie, pur eccellenti a fare il loro mestiere, segmentobi d'oggi: allestimenti scarni al limite dello spartano e motoretti da massaia hanno forse aiutato a far qualche numero ma credo si sian rivelati del tutto deleteri per l'apprezzamento della milan-torinese vetturetta.
  12. Mi si disse che una delle cose meno apprezzate della prima produzione fu l'assetto troppo rigido e piatto per il medioutente, si risolse ammorbidendo l'assetto e, se non sbaglio per le sole versioni più performanti, aggiungendo diavolerie sospensive atte ad irrigidir sol quando d'uopo.
  13. Fa molto caldo... Faccio ammenda per aver rinfocolato, qui or mi faccio.
  14. A mio sentir modestissimo trovo invece la linea della piccola anellata di scarsissima digeribilità, ai miei villi il posteriore è addirittura irritante, sì da darmi totale intolleranza alla vetturetta, che di per sé è peraltro validissima, come la meno imbellettata sorella. Definirla volgarmente eruttazione di cui augurarsi prematura fine, e forsanco rimozion dalla memoria, è comunque cosa distantissima dalle mie intenzioni(*), quindi m'indispone assai l'atteggiamento parabullismico di color che vituperano la Tapirottola. In piena coscienza lo ritengo del tutto immeritato. (*)Ecco, forse qualcuno ad Ingolstadt e/o Wolfsburg potrebbe invece cedere alla tentazione , vista la scarsissima redditività del progetto e le teste già rotolare a riguardo...
  15. Perché tutto questo livore? Così scrivendo s'insulta chi questa vetturetta ha amato pur con tutti i suoi difettucci. Vettura per altro non inferiore, ove non migliore, di quanto d'omologo il mercato aveva da offrire all'uscita della Tapirottola. E non mi par di vedere a tutt'oggi nulla di incontrovertibilmente superiore. Non certo tra le Alfa più belle (ma neppure tra le più bruttine) però con un suo bel caratterino, purtroppo svilito dalle troppe versioni sottopotenziate ed un'immagine mal curata da chi di essa si sarebbe dovuto occupare, ciononostante molte delle assunzioni categoriche che denigrano la vettura le trovo del tutto stucchevoli e largamente ingiustificate se non come manifestarsi della frustrazione di chi, alfista o tal sedicente, sognando berline retrotratte dalle doti stradali fenomenali, si ritrova(va) solo un paio di modelli di fascia mediobassa, per quanto in assoluto validi. Quindi, in attesa di ulteriori conferme di una gamma Alfa adeguata al blasone ed alle più volte disattese aspettative degli appassionati, ben venga un rinfrescamento e, mi auguro, una rinnovata attenzione in termini di Comunicazione, di una vetturetta che fin ora è stata ben lungi dallo sviluppare tutto il proprio potenziale.
  16. Sol per dire che le vetture che citi, pur se d'assoluto spessore, non sono certo le più rappresentative della storia della Lancia, che per innovazione tecnica, stile, connubio tra eleganza e prestazioni, ha toccato apici veramente eccelsi dagli anni Venti ai Sessanta. Poi fallì e sostanzialmente divenne la divisione lussuosetta sportivetta della Fiat di Agnelli, quando chi la sapeva lunga aveva già previsto un futuro plumbeo per un marchio all'epoca oramai poco più che locale. Fiat che partì anche benino, con modelli tutt'altro che disprezzabili ancorché non sempre d'origine nobile, ma devastò il devastabile negli anni Novanta. Ed ancor più monta la rabbia a ricordare che all'uscita Lybra di per se' era vettura estremamente valida, con punte anche d'eccellenza, rispetto a cosa offrivano anche i più blasonati Marchi, vettura mortificata al limite del vilipendio da una linea anonima, sgraziata, incoerente, parto ottuso e ritardatario di ripensamenti continui.
  17. Se il nuovo astro sarà fulgido, vetture che oggi al sentir comune son meno nobili potranno brillare di luce riflessa pur se la propria è ora, se non fioca, tremula.
  18. L'idea è che lo Champagne, a prescindere dall'effettiva organolessi, è ormai fissato nel comun sentire come archetipo del "ber di lusso", anzi del viver dolce felliniano. Il prodotto Champagne in sé, ancorché mediamente di qualità elevata ove non di vera eccellenza, passa in secondo piano rispetto all'idea del "bere Champagne" come riaffermare il proprio essere, o voler essere, o voler apparire persona di successo. Il Barolo, sempre al netto dell'organolessi, pur notissimo ai veri appassionati d'enogastronomia, nell'immaginario collettivo internazionale ha una riconoscibilità risibile rispetto a quella del perlato francese, pur non essendo certo inferiore per lignaggio. Anzi... Per gl'annali: Non amo particolarmente il solletichio delle bolle, ma nel caso preferisco il Trento Metodo Classico a quanto si spaccia da Oltralpe...
  19. Ebbene, onusto di soverchi oneri, tra cui quello del tutto prosaico di 11Kg zompettanti sol ora trovo un fiato per scrivere due righe su questa che forse è la vettura di cui gli appassionati dell'auto italiana hanno più spasmodicamente vissuto l'attesa. E' bella. E' Alfa. E tanto mi basta. E'bella ai miei occhi in un modo assolutamente inconfondibile, pur essendo un agglomerato di stilemi che presi singolarmente possono sembrare banali, ritriti, scontati, copiati, ma che assieme danno il senso compiuto dell'archetipo di "berlina media Alfa", restituendo una linea che senza doversi esibire in stucchevoli ghiribizzi corrisponde appieno e compiutamente alla mia concezione di "alfismo". Evviva.
  20. Credo che il Signor de' Quattro Anelli, volesse intendere che, attualmente, la rivale dall'immagine "sportiva" più accreditata per Audi sia ad oggi la Bavarese Fabbrica Motori. E come dargli torto... Veo è comunque che Audi e BMW hanno clientela che solo in parte va a sovrapporsi, offrendo l'una quanto manca all'altra in termini di eccellenza, sia tangibile che suggestiva. E la nuova Giulia dal Biscione, vieppiù s'allontana dal gusto e le aspirazioni di coloro i quali usano entrar da ingolstadico spacciatore a farsi affettar vettura a misura.
  21. Son pensieri equipollenti ai miei, ma che personalissimamente circoscrivo al solo muso. Pel resto mi pare carrozzeria di estrema coerenza con quanto il tetranellato blasone ha proposto nei lustri più recenti, possa piacere o meno. E ai più piace, dicono i numeri.
  22. Conosco d'una vecchia Panda 30 il cui blocchetto accensione di tanto un tanto faceva contatto pur senza chiave. A marcia innestata la vetturetta in questi frangenti s'incamminava solinga sobbalzando a colpi di motorino d'avviamento...
  23. M'aspettavo vettura dimessa, senza fronzolo alcuno. Noiosa, piatta, "razionale" inteso come il "simpatica" riservato a pulzella che tra le doti proprio non annovera l'avvenenza. A veder l'immagini dal vero che pian piano m'arrivano dall'ottomano salone invece mi pare si tratti di vettura d'un certo nerbo, con bel piglio grintoso all'anteriore (pure troppo a mio gusto), corpo vettura equilibrato -inaspettatamente visto la tipologia di corpo vettura- e dettagli non banali. GL'interni non brillano per opulenza od inventiva, certo, ma alla fin fine mi paiono più che adeguati.
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