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Complimenti a Nissan, che sta riuscendo a inventare nuovi segmenti con marcato successo di pubblico. Qualcuno dovrebbe guardare con molta attenzione all'evoluzione di questo brand. Riporto dal sito motori di Repubblica: "E' boom di richieste per il nuovo Nissan Juke, il piccolo crossover della Casa nipponica che unisce in sé i concetti di Suv compatto e di vettura sportiva. In sole quattro settimane dall'annuncio del listino, sono stati oltre 15.000 gli ordini per il nuovo veicolo che verrà consegnato in Europa ai primi di ottobre. "Siamo sempre stati molto ottimisti riguardo al potenziale di Juke e al suo successo in Europa, ma raggiungere e superare la soglia dei 15.000 ordini in sole quattro settimane va ben oltre ogni più rosea aspettativa", ha affermato Vincent Wijnen, vice presidente marketing di Nissan nel Vecchio Continente".
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Solo che a quelo punto, bisogna capire (ma forse il discorso vale per pochi come me) quale sia la soglia psicologica di prezzo che anche inconsciamente non vuoi superare per il marchio Dacia, indipendentemente da quanto risparmieresti per un modello di pari segmento. Risottollineo che non è un caso partire da un prezzo 11.900 per un modello che non comprerà forse nessuno (né autoradio, né clima, né sedile frazionato, solo doppio ab, esp ordinabile solo nell'allestimento laureate, ecc.)
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In ogni caso, attenzione all'effetto subliminale del primo annuncio, 11.900 euro: è un classico meccanismo di influenza mediatica che ti porterà, per un principio di coerenza, nel momento che hai acquisito che è economica, a considerarla tale anche se alla fine dovrai spendere oltre 18000 euro per un modello più accessoriato e diesel. A quel punto, l'enorme gap di prezzo che hai percepito all'inizio è decisamente ridotto, ma continuerai a pensare che stai risparmiando tantissimo.
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Ma su questo sono consapevole anche io che ho una competenza di auto da recensioni di 4R. Ma - come dimostra la tua stessa testimonianza - ci eravamo ancora illusi che qualcosa di buono sarebbe uscito da Fiat. Già prima dell'accordo con Chrysler, e poi ancor di più dopo. Eravamo fino all'altro ieri un po' tutti a pensare e a immaginare le economie di scala, che finalmente si era arrivati a trovare l'anello mancante di uno sbarco in Usa di Alfa, e quindi di un suo rilancio in pieno stile, fino a quasi toccare con mano il sogno di una tp. Lo scoprire invece che nonostante tutto questo, la prua di Alfa sembra diretta a picco - e lo dico ancora ai sostenitori di una gestione autoctona - non ci sono più argomenti a favore di FGA. p.s. Comunque gente ma quanto scrivete, si fa fatica a starvi dietro:mrgreen:
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In fondo, una parte del senso del mio discorso che ho lanciato più sopra scaturisce proprio dalla sensazione di un'assenza di strategia credibile di Fiat, e provando a pensare positivo, dando per credibile quanto persone come ACS ci hanno riportato, di fronte all'ipotesi di acquisizione teutonica. E lo dice chi fino a poche settimane fa gli si rizzavano i capelli di fronte a uno scenario simile. Oggi come oggi, il rispetto di un'identità culturale lo si deve non tanto da un indirizzo di residenza, ma dai valori che si vogliono trasmettere. Se Fiat si è discostata da essi, e pare voglia farlo ancora di più in futuro, non sento più quell'azienda parte della mia prospettiva culturale. In termini di prodotto, di valorizzazione delle risorse umane e materiali.
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Vorrei affrontare la questione da un punto di vista non strettamente tecnico ma per me altrettanto importante: il risvolto etico-sociale della questione. - Sapere che chi lavora per questo marchio respira disillusione nella miglior delle ipotesi e, più frequentemente, frustrazione e depressione come il caso di francesco; - scoprire che sono state nel tempo sempre più svuotate competenze e azzerate funzioni, in nome di economie di scala ma anche di freddi calcoli finanziari, portando quindi delle persone a dover decidere di prendere altri lidi, piuttosto che respirare aria asfittica e demotivante; - vedere disconosciuto un certo potenziale del marchio, fino a confessare una strategia rinunciataria in termini di sviluppo di prodotto o, al limite, di estremo attendismo perché non si può/vuole investire oltre un certo segmento; - quindi amputando segmenti tradizionalmente legati alla storia di Alfa, proponendo soluzioni motoristiche che anche marchi senza storia e prestigio possono oggi permettersi (suonando come una beffa per chi ancora oggi, nonostante l'omologazione delle merci, la virtualità che aleggia intorno ai marchi, cerca un plus valore anche simbolico); tutto questo lo trovo, per la mia scala dei valori, perlomeno a-morale... E invece, per contro (dando per buona l'ipotesi finora più accreditata ossia il possibile acquisto da parte di Vag): - che il passaggio di proprietà potrebbe portare a ricostruire un polo anche progettuale nell'area geografica storica; - che ciò potrebbe comportare anche nuove possibilità di lavoro e assunzioni; - che si terrebbe conto delle competenze residue ma ancora esistenti intorno alla filosofia Alfa; - che pur ricorrendo, come è ormai consuetudine, a massicce condivisioni di pianali e componentistica si tenterebbe un rilancio di specifiche caratteristiche Alfa; - che in termini di qualità costruttiva, approccio alla vendita e post vendita si delineerebbero aumenti di livello rispetto agli attuali.. ... Ecco rispetto a queste riflessioni, rinuncio ormai definitivamente a discorsi di difesa di una certa nazionalità dei processi produttivi, ancor di più al mero tifo industriale. E saluto positivamente, se fosse davvero così, un eventuale passaggio di mano di questa tradizione tecnico-motoristica al soggetto VAG. In definitiva, di fronte a chi fa impresa e sviluppo, ha idee sufficientemente chiare su come si fa evolvere un prodotto, ha nel suo dna la cura del dettaglio (anche se su questo ci ha speculato un bel po' vendendo in diversi casi prodotti sovravalutati, ma bravi anche in questo...); tiene conto delle specificità delle singole realtà senza dunque cadere nell'omogeneizzazione spinta, io in tutto questo ci vedo prima ancora di una differenza manageriale, una etica superiore, che non significa essere più buoni o magnamini, ma senz'altro più rispettosi. Almeno delle eredità storiche, anche se il tutto fatto per l'incremento di fatturato, ovviamente. E credo che questo, al di là di tanti discorsi, sia un punto di partenza imprescindibile tra chi vuole dotare di un futuro la propria impresa e chi invece punta alla mera speculazione finanziaria. Altri commenti sono più che graditi.
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Se volessimo fare una sintesi dei vari scenari che attraverso l'accordo con Chrysler si stanno delineando: ridimensionamento Alfa (con ipotesi vendita), rimarchiamento spinto di Lancia o addirittura un sincretismo dei marchi, con annacquamento delle identità e rischio di perdere altri clienti, viene da chiedersi: ma che... cappio è servito fare sto accordo, a impiccarsi definitivamente?
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Stando a questi ultimi commenti, non è che per la pubblicità della Golf quelli di Vag si sono ispirati ai progettisti di Giuliettta:mrgreen:? In ogni caso, pubblicità quasi geniale che propone e impone un benchmark. Ragazzi questi hanno la forza di potersi permettere di dire certe cose e questo non si improvvisa né si inventa dall'oggi al domani. E' incredibile ma nonostante fossi fino a poche settimane fa antiVAg per varie ragioni non ultime quelle di farti pagare qualcosa più di quello che vale, devo gettare la spugna e ammettere la bravura di certuni, ma anche prendere le distanze da chi tutto sommato difendevo fino a ieri.
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oh finalmente, qualche cifra... Se fosse un miliardo, Fiat investirebbe nell'immediato per colmare tutti i buchi di gamma che l'alleanza con Chrysler non permetterebbe di fare a breve termine, almeno così dovrebbe essere...
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L'ho domandato molti post fa, ma evidentemente è un interrogativo troppo astratto per essere preso in considerazione. Ma visto che siamo spesso in fantaeconomia, ripropongo la domanda: esistono analisi sul valore monetario del marchio Alfa?
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A questo punto mi chiedo: ma il fatto di presentare il piano di sviluppo non prima del 21 aprile se non erro - tempistica che non mi sembra così fulminea per la posta che c'è in gioco in Usa e in Italia - non è che è legato proprio alla situazione fluttuante del marchio Alfa e agli scenari alternativi possibili cui potrebbe essere destinato?
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Tra l'altro non penso che si possa definire "campagna mediatica" un problema che - sentito oggi- riguarderebbe almeno 8 milioni di vetture:oops:. Certo, dopo questo, addio proverbiale affidabilità di Toyota
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Quando qualche post fa, secondo le mie modestissime capacità di analisi su questo settore (frutto in buona parte delle numerose letture in questo forum), dicevo che era meglio un marchio ancora in mani che possono, seppure lontanamente richiamare l'italianità dell'Alfa, piuttosto che un marchio vuoto in mani straniere, non consideravo la possibilità che un possibile acquirente potesse creare un gruppo di lavoro prendendo ingegneri e cs dai migliori esponenti di Alfa presenti o usciti da Fiat. Se così fosse, cambierebbe quasi a 360 gradi la mia idea di Alfa venduta all'estero. Sono convinto poi che, stando alle considerazioni di ACS che penso siano frutto di analisi non estemporanee...- e che in ogni caso presentano una loro logica - il futuro del marchio avrebbe molte più chance di quello che in apparenza sta trasmettendo con le sue dichiarazioni Marchionne. Quello che rimane in ogni caso quasi inconcepibile se non ributtante come impressione, è come sia possibile di fronte allo scenario di un accordo con Chrysler che Alfa diventi l'anello debole di tutto. Avverto la stessa sensazione - forse non c'entra niente - di quando iniziò la crisi Fiat (2001?), poco tempo dopo che Fiat stessa era interessata a comprarsi l'intera Volvo, camion compresi, trattativa interrottasi perché le si voleva proporre solo il comparto auto... Cioè, come fa un gruppo a entrare in una crisi drammatica pochi mesi dopo aver fatto credere di essere forte al punto di mangiarsi gli svedesi?
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Pur dandoti ragione in ampie parti del tuo discorso, mi chiedo però a questo punto che senso avrebbe parlare di un marchio - senza tecnologia peculiare - in mano a un altro proprietario che non farebbe altro che operazioni di rebranding o poco più. Alla fine, il paradosso è che per sperare in quel poco di "italianità" del marchio - da tenere o recuperare - occorra pensare che Alfa resti in Fiat. Viceversa, è come giocare a fare finta che fosse...
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Nissan Qashqai/Qashqai+2 Facelift (Topic Ufficiale - 2009)
elias ha risposto a Touareg 2.5 in Nissan
Quoto. bello il frontale e brutti i fari post. Sono curioso di vedere gli interni come li hanno migliorati. Noto che hanno ritarato le sospensioni (ma come mai...), visto che a tutti noi sembrava un po' troppo rigida e qualcuno come me ha cambiato (in garanzia) gli ammortizzatori posteriori perché rumorosi -
Gm cederà a Saic controllo della jv in Cina e attività India?
nella discussione ha aggiunto elias in Notizie e Scelte Strategiche dal mondo dell'Auto
Fonte: Repubblica.net L'americana General Motors fa sapere che oggi rilascera' una comunicazione importante. Secondo indiscrezioni e' quasi fatto l'accordo con la casa automobilistica cinese per cederle l'1% e dunque il controllo della joint venture paritaria in Cina e il 50% delle sue attivita' in India. L'accordo dara' a Gm un'iniezione di liquidita'. -
E' un po' quello che pensavo e scritto nel mio intervento di qualche pagina fa. Non credo che si debba prendere alla lettera il messaggio di Marchionne. Credo piuttosto che faccia parte di una strategia per portare più rinforzi possibili, dallo stato, per Fiat.
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- alfa romeo giulietta
- alfa romeo giulietta 2009
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Certo non si capisce più niente... Tanto casino sui possibili rinvii del lancio. Oggi che sui giornali si pubblicano interventi di Marchionne che getta qualche ombra sul futuro di Alfa ed ecco che spuntano le anteprime tanto agognate, ovviamente senza gli interni cosa che puzza alquanto... Ci sarebbe fare uno studio sui metodi di comunicazione utlizzati per questo lancio commerciale. Comunque trovo molto bella fiancata e posteriore. Al solito non mi convincono i fari anteriori; stesso vero limite di Mito. Alla fine il nome ci sta pure bene
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- alfa romeo giulietta
- alfa romeo giulietta 2009
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