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Felis

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  1. Yes, con regolazione lombare se ben ricordo (scartati dal sottoscritto perché troppo contenitivi ) Assetto M per l'Attiva come per la M sport. (almeno su quelle attuali)
  2. C'è sempre di peggio a questo mondo eh... e poi Becker non ha colto la battuta perché è troppo chino a postare gli scoop in giro per i forum:D
  3. è tutto materiale serie 5 mi piacerebbe vedere il modulo radio senza navigatore com'è fatto.
  4. Più che altro non si capisce: prima lo fanno a scomparsa, poi con il MY 2010 lo fanno fisso sulla plancia e ora torna a scomparsa. Mah...
  5. È inedita, non c'entra niente con la vecchia.
  6. Senza dubbio in quel frangente ha giocato il ruolo del marionettone. Onde per cui tacere a proposito di certe vicende male non gli farebbe.
  7. Per esempio: Ecco una interessante panoramica su quanto è accaduto in quei giorni,nel libro: "I giorni dell'iri" di Massimo Pini, classe 1937, dirigente d'azienda e pubblicista; fra i più stretti collaboratori del segretario del Psi Bettino Craxi. Massimo Pini è stato per due volte membro del consiglio di amministrazione della Rai. Nel 1986 entrò a far parte del comitato di presidenza dell'iri, incarico ricoperto fino al 1992.Tra il 92 ed il 93 è stato consigliere per le privatizzazioni del presidente del consiglio Giuliano Amato. Nel paragrafo in cui tratta la vendita dell'alfa romeo da parte di finmeccanica (ovviamente gruppo iri) Massimo Pini scrive: cut "...la sera di mercoledi 20 maggio del 1986, Romiti, che si trovava a cena presso lo storico ristorante torinese "Il cambio" ricevette una telefonata di Prodi: "guardi, voglio dirle che stamani abbiamo ricevuto una terreda d'intenti della Ford per la cessione dell'alfa romeo" cut.. "Era chiaro", ricorderà, "che la ford aveva studiato bene la situazione in italia, voleva acquisire un marchio italiano,il marchio di una casa famosa, e su questo avrebbe costituito un intervento di gran disturbo per noi" (fiat) Entrò subito in azione il "partito della fiat": Giuliano Amato, all'epoca sottosegretario alla presidenza del consiglio e deputato di Torino, attuava un lavorio discreto sul presidente Craxi, Piero Fassino, segretario della federazione di torino del Pci, dichiarò: "lasciar cadere l'Alfa Romeo nella mani della ford sarebbe molto, molto pericoloso"; infine il 17 settembre 1986 Valerio Zanone, deputato liberale di Torino e ministro dell'industria, fece sapere alla stampa che sarebbe stato bene vi fosse un'alternativa alla ford. La fiat, che nel 1985 aveva definitivamente superato la grande crisi della fine degli anni settanta, con un utile nell'anno di 1682 miliardi prima delle imposte, presentò infine il 25 ottobre la sua proposta: 8000 miliardi complessivi, tra prezzo di acquisto, assunzione di debiti ed investimenti per il rilancio. Secondo il giornalista economico Alan Friedman, Romiti "recitò da maestro la scena dell'italiano patriota che, bandiera in pugno, si batte eroicamente contro l'invasione straniera". L'offerta finale della fiat fu formalizzata il 1° novembre: "dopo qualche giorno ci fecero sapere che la nostra offerta era risultata migliore e che, dunque, la fiat si era aggiudicata l'Alfa Romeo. Era il giovedi 6 novembre 1986. Il giorno successivo, il governo Craxi approvò" ricorda Romiti. Il presidente della Finmeccanica, Franco Viezzoli, davanti al consiglio di amministrazione dell'Iri ammisa che la comparazione tra le due offerte era difficilmente attuabile, ma che quella della Fiat aveva dei margini di certezza, circa i tempi di acquisto, che l'altra non possedeva. Poichè la Ford aveva chiesto alla Finmeccanica che la sua offerta non venisse resa pubblica in caso di sua esclusione, il consiglio dell'iri non fu informato: tutto passò sopra la sua testa, nonostante che l'istituto possedesse direttamente il 15% del gruppo Alfa Romeo. La decisione di vendere alla Fiat venne presa anche per garantire l'occupazione e gli investimenti: i marchi Alfa, lancia e Autobianchi sarebbero stati accorpati in una nuova società primo produttore europeo di vetture di qualità. La fiat garantiva il mantenimento della identità aziendale; avrebbe difeso le capacità tecniche e progetturali nonchè la struttura produttiva basata sui due stabilimenti di Arese al nord, e di Pomigliano al sud. Dieci anni dopo Rinaldo Gianola tira il bilancio di quella operazione: "per gianni agnelli era una provincia debole da annettere. E cosi è stato". Ad arese lavorano in quattromila, il parte sempre in cassa integrazione.. Nel 1996 l'Alfa Romeo ha toccato il minimo storico di vendite. Il prossimo settembre (1997) cesserà la produzione della 164; Pomigliano, con oltre 5000 dipendenti, resterà l'unica grande fabbrica Alfa. La privatizzazione dell'Alfa Romeo, un modello certo non felice, ha rappresentato un passaggio decisivo nella riorganizzazione dell'industria dell'auto, conclusa con la concentrazione di tutti i concorrenti sotto l'ombrello della Fiat. A dieci anni di distanza rimangono le promesse non mantenute di Cesare Romiti". Non vi è dubbio, anche in previsione dei grandi accorpamenti della industria automobilistica europea, che la scelta nazionale di privilegiare la Fiat fu una decisione giusta, seppure caratterizzata dall'ipocrisia dei tempi che dava per scontato che il nuovo padrone, nonostante gli impegni presi, non si sarebbe fatto condizionare in futuro nelle sinergie e integrazioni. Tuttavia l'iri, impedito di usare l'arma della concorrenza tra i due contendenti, dovette di fatto rinunciare a massimizzare i proventi della cessione: la Fiat avrebbe pagato 1750 miliardi a rate, meno 700 miliardi di debiti finanziari che si accollava (ad ottobre 1995 restavano da pagare ancora, come comunicava alla camera il ministro dell'industria Clò, circa 470 miliardi). La finmeccanica aveva iniettato nell'Alfa Romeo tra il 1979 e il 1986 ben 1281 miliardi: di questi 615 nel 1985/1986, i quali sarebbero stati considerati dalla commissione europea come "aiuti di stato". Dalla vendita dell'Alfa Romeo la finmeccanica non riportò alcun beneficio finanziario immediato, data la rateazione senza interessi dell'importo dal 1° gennaio 1989 fino al 1997. Unico vantaggio per la finanziaria fu la fine della lunga sequela di perdite; in quanto all'istituto iri, esso si trovò pochi mesi dopo la conclusione della vendita alla fiat di fronte alla richiesta da parte di finmeccanica di un aumento di capitale di ben 1000 miliardi" Storia dell'iri: la vendita dell'alfa romeo! - it.narkive.com
  8. Per Giulia si intende la C-evo col culo? Se sì, tanti auguri. Non vedono che fatica fa Audi a vendere negli USA? E loro dopo anni di assenza pensano di poter fare meglio?
  9. Versione ampliata dall'ASCA: MARCHIONNE, ''STOP A LOTTA PADRONI-OPERAI, SERVE NUOVO PATTO SOCIALE'' Oggi l'Italia ha bisogno di ''un grande sforzo collettivo, una specie di patto sociale per condividere gli impegni, le responsabilita' e i sacrifici e per dare al paese la possibilita' di andare avanti''. L'a.d. della Fiat Sergio Marchionne parla davanti a una foltissima platea al Meeting di Cl a Rimini. E' la sua prima volta davanti al popolo di Cl e Marchionne parla della Fiat, delle vicende degli ultimi giorni ma anche di quello che serve all'Italia per affrontare il futuro di un modo aperto e competitivo. Marchionne difende le scelte fatte dalla Fiat, difende il progetto Fabbrica Italia. ''A volte ho l'impressione che gli sforzi che la Fiat sta facendo per rafforzare la presenza industriale in Italia non vengano compresi oppure non siamo apprezzati intenzionalmente''. La verita' e' che la Fiat e' ''l'unica azienda disposta a investire 20 miliardi di euro in Italia, l'unica disposta a intervenire sulle debolezze di un sistema produttivo per trasformarlo in qualcosa che non abbia sempre bisogno di interventi di emergenza''. La verita' e' che '''questo sforzo viene visto da alcuni con la lente deformata del conflitto'' ma '''non siamo piu' negli anni sessanta - sottolinea Marchionne - non e' possibile gettare le basi del domani continuando a pensare che ci sia una lotta tra capitale e lavoro, tra padroni e operai''. Marchionne si sofferma sulle cronache degli ultimi tempi, da Pomigliano a Melfi. ''La maggior parte delle persone che lavorano in Fiat ha compreso e apprezzato l'impegno che abbiamo deciso di assumere in Italia'', eppure ''ho sentito accuse assurde e infinite polemiche che non voglio certo alimentare''. Marchionne quindi rivolge un pubblico riconoscimento alla Cisl e alla Uil, a Bonanni e Angeletti che ''ci stanno accompagnando in questo processo di rifondazione dell'industria dell'auto in Italia''. L'a.d. della Fiat su Pomigliano sottolinea che un corretto sistema di relazioni industriali deve garantire che gli accordi stipulati vengano effettivamente applicati. ''Rispettare un accordo e' un principio sacrosanto di civilta'. Non credo sia onesto usare il diritto di pochi per piegare i diritti di molti''. In molti passaggi del suo intervento Marchionne raccoglie lunghi applausi dalla platea. Fa una pausa e poi riprende. ''E' inammissibile tollerare e difendere alcuni comportamenti come la mancanza di rispetto delle regole e gli illeciti che in qualche caso sono arrivati anche al sabotaggio''. Poi c'e' la vicenda Melfi. ''Mi rendo conto che certe decisioni non sono popolari ma non si puo' far finta di niente davanti a quelle che per la Fiat sono palesi violazioni della vita civile in fabbrica''. Marchionne quindi sottolinea che sulla vicenda Melfi, la ''Fiat ha rispettato la legge e ha dato pieno seguito al primo provvedimento della magistratura''. Sulla vicenda degli operai di Melfi ''ho sentito parlare molto di dignita' e di diritti. Ma dignita' e diritti - ha detto Marchionne - non possono essere patrimonio esclusivo di tre persone. Sono valori che vanno difesi e riconosciuti a tutti''. Marchionne considera pretestuose le ''accuse'' che arrivano da una parte del sindacato e ''non aiutano a mantenere un clima sereno, condizione assolutamente necessaria per sviluppare gli ambiziosi programmi di cui ci stiamo facendo carico''. ''La Fiat non pretende di essere salutata ogni giorno con le fanfare'' come quando il presidente Barack Obama ha annunciato l'accordo con Chrysler ''ma non troviamo giusti nemmeno i fischi gratuiti''. ''Quello che trovo assurdo - prosegue Marchionne - e' che la Fiat venga apprezzata e riceva complimenti ovunque, fuorche' in Italia. La Fiat e' sempre la stessa, che si guardi in Europa, negli Stati Uniti o in Sud America''. ''Fiat e' un'azienda seria, gestita da persone serie con una forte carica di valori''. Marchionne torna quindi a sottolineare l'importanza del progetto Fabbrica Italia e cita ancora la decisione di trasferire la Panda dalla Polonia a Pomigliano mentre sarebbe stato piu' conveniente lasciare le cose come stavano. Ma ''lo abbiamo fatto perche' nel limite del possibile riteniamo sia un nostro dovere privilegiare il paese in cui Fiat ha le proprie radici. Crediamo nel futuro italiano della Fiat e per questo ''abbiamo il dovere di proteggere'' Fabbrica Italia. ''Non siamo interessati ad andare in tv a sbandierare le nostre ragioni come fanno altri. Non intendiamo farci coinvolgere in teatrini o telenovele per giustificare un progetto di valore e qualita'. Non vogliamo che tutto quello che abbiamo costruito finora sia macchiato da argomentazioni pretestuose o da giochi politici che non c'entrano nulla con la volonta' di fare qualcosa di buono. Tutto cio' non aiutera' mai la Fiat a diventare un costruttore forte, in grado di competere con i migliori del mondo''. Infine, una risposta al Presidente della Repubblica: ''Ho grandissimo rispetto'' per il Capo dello Stato ''come persona'' e per il suo ruolo istituzionale, ha dichiarato Marchionne, a margine del suo intervento. Sulle parole di Giorgio Napolitano, che aveva risposto all'appello dei 3 operai licenziati a Melfi, reintegrati dal tribunale ma poi lasciati fuori dalla fabbrica, l'a.d. della Fiat ha quindi assicurato: ''Accetto da lui l'invito a cercare di trovare una soluzione a questo problema per mandare avanti le cose''. MARCHIONNE STOP A LOTTA PADRONI-OPERAI SERVE NUOVOPATTO SOCIALE
  10. Ostinato eh! 26-08-10 FIAT: MARCHIONNE, ALFA ROMEO NON E' IN VENDITA (ASCA) - Rimini, 26 ago - Alfa Romeo non e' in vendita. E' quanto ha affermato l'Ad della Fiat, Sergio Marchionne, rispondendo ad una domanda sulle recenti indiscrezioni circa la possibile vendita del marchio Alfa al gruppo Volkswagen. ''Con Volkswagen non ci sono rapporti'', ha aggiunto Marchionne in riferimento ad Alfa Romeo mentre in generale il numero uno di Fiat ha riferito che ''parliamo con loro, parliamo con i francesi, parliamo sempre e di tutto''. FIAT MARCHIONNE ALFA ROMEO NON E IN VENDITA - Agenzia di stampa Asca
  11. Guarda meglio, il clima bizona è di serie. È quello "esteso" che è opzionale. Il configuratore è pieno di errori.
  12. Su sky tg24 c'è la diretta di Marchionne al meeting di CL, se interessa. Opps, c'era! Qui un primo articolo: http://tg24.sky.it/tg24/cronaca/2010/08/26/sergio_marchionne_faccia_faccia_operai_melfi_meeting_cl.html Faccia a faccia virtuale fra Sergio Marchionne e i tre operai reintegrati dello stabilimento di Melfi. L'amministratore delegato della Fiat interviene oggi al Meeting di Comunione e Liberazione. Il suo intervento verrà seguito in diretta dai tre operai reintegrati a Melfi, che lo commenteranno in diretta su SkyTG24. La loro vicenda continua intanto a far discutere. Dopo l'appello di Napolitano, ieri è intervenuta anche la Cei che, per bocca di monsignor Giancarlo Maria Bregantini, ha affermato che la Fiat "nega la dignità del lavoro". A difesa del lingotto è invece scesa in campo Emma Marcegaglia secondo cui "quello che ha fatto Fiat è in linea con la legge e con la prassi". Questa mattina inoltre lo stesso Sergio Marchionne ha risposto a Giorgio Napolitano con una lettera aperta pubblicata su La Stampa. L'ad di Fiat ha iniziato il suo intervento parlando del caso di Melfi: ""La gravità delle accuse che ho sentito muovere verso la Fiat mi ha costretto a cambiare radicalmente il testo del del mio discorso". Marchionne, nel corso del suo intervento ha poi detto che "fino a quando non ci lasciamo alle spalle vecchi schemi non ci sarà mai spazio per vedere nuovi orizzonti". "Ci vuole un nuovo patto sociale per andare avanti" "Non siamo più negli anni Sessanta", bisogna tralasciare l'idea della contrapposizione tra "capitale e lavoro, tra operaio e padrone". Sergio Marchionne, ad di Fiat, dal palco di Rimini lancia l'idea di un "patto sociale" per imprimere un "cambiamento". Questo perché, ha detto tra gli applausi, "se non ci adeguiamo al mondo che cambia, ci troveremmo a gestire solo i cocci del nostro passato". Marchionne ha quindi ringraziato la Uil e la Cisl. "La maggior parte delle persone ha compreso l'impegno e la sfida" della Fiat sul mercato ha detto l'ad del Lingotto, facendo riferimento a Luigi Angeletti e Raffaelle Bonanni. Parlando dei tre operai di Melfi Marchionne ha ribadito che "La Fiat ha rispettato la legge" e che "i diritti e la dignità "non sono patrimonio esclusivo" di tre persone "ma di tutti i lavoratori". Aggiungendo poi che " è inammissibile tollerare e difendere alcuni comportamenti", che vedono "la mancanza di rispetto delle regole e di illeciti arrivati in qualche caso al sabotaggio".
  13. Ho indagato sulle piattaforme, altro che carry-over del menga! Non so da dove certi traggono le informazioni che postano: "Most notably the common components include engines and transmissions. For example the N55B30 can be found across the lineup from the 740i to the 135i. Transmissions are shared in adjacent segment models as are a lot of the available electronic bells and whistles. In fact BMW has named these common platform matrices. The L6 platform encompasses the F01 7 series, the F10 5 series, and the soon to be produced 6 series. The L4 platform handles the X5 and X6 SAVs. The L2 platform is the underpinning for the 1er, 3er, X3, and X1. The follow on L7 platform for the 1er, 3er, and others (including Mini and possibly more models) has the flexible firewall location geometry that will allow it to accommodate FWD, RWD, or AWD models." Editorial: BMW’s Ultimate Gamble e ancora: "Known as F20 code, the future 1 series will be developed on a completely new rear-wheel drive platform, named L7, which will certainly accommodate the future 3 Series." BMW Will Launch 1-Series New Generation Next Year At Frankfurt – Mibz.com e poi: "A new driving platform using rear-wheel drive will be installed (the L7)." BMW to Be Unveiling the New 1 Series Generation Next Year | BMWCoop e infine: "the new F20 (factory name) 1 Series, to be developed on the rear-wheel-drive platform of the L7 (which will also be used for the 3 Series F30)." New BMW 1 Series to go to US?
  14. Non mi torna che tutti parlino di carry over dei modelli attuali quando è già il terzo articolo che mi capita sottocchio nel quale leggo "NUOVA piattaforma MODULARE". Boh...
  15. Non ci capiamo. Se gli articoli parlano di "nuova piattaroma modulare" vuol dire che quella di adesso NON è né nuova e nè modulare.
  16. Ma quella in uso sulla E81/82/87/88 è la nuova piattaforma modulare? Io sapevo di no.
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