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Questi discorsi vanno bene come riempitivo quando non ci sono modelli in fase di presentazione o già usciti. Oggi abbiamo la Giulia che è (finalmente) sul mercato. Ed è l'unica macchina di cui dovresti parlare in questo thread, quando invece le nomini tutte da Adamo ed Eva quando non c'entrano una beata fava.
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Il capitalismo prevede che se vendi prodotti in perdita e te ne freghi dei guadagni, prima o poi porti i libri in tribunale. Immagino che nel magico mondo di Narnia sia diverso, ma sul pianeta Terra funziona così. Che poi, francamente, per una volta abbiamo un modello che non soffre di complessi di inferiorità con il meglio del mercato e tiriamo ancora fuori Romiti?
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Il problema del look & feel emerge anche in molte discussioni su Autopareri.com. Premesso che ogni componente di un'auto deve avere un livello di qualità accettabile, io resto basito quando leggo (banalizzo) della precisione più o meno buona della manopola del sistema multimediale e neanche 2 parole sulla precisione della leva del cambio. O analisi approfondite sulla sensazione al tatto della moquette del vano di carico ma niente sulla sensazione al tatto del volante (che è quello che tocchi il 99,9999999% del tempo quando sei su un'auto). Ha ragione Wil, credo che 'sto tormentone del look & feel sia sfuggito ampiamente di mano.
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- alfa romeo giulia quadrifoglio 2016
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Boh, sentite. Ad oggi la SW non è prevista. Se la Giulia dovesse vendere bene, allora forse (e sottolineo forse) potranno cambiare idea. Dubito che il motivo che abbia spinto FCA a non farla sia "rischiamo di venderne troppe".
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Vedo che non sono l'unico ad aver apprezzato volante / sterzo
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Le transazioni sono quegli accordi che servono a chiudere una controversia. Ciò avviene tipicamente senza riconoscimento delle ragioni di controparte.
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Cosa che hanno fatto benissimo a fare. Con una transazione stragiudiziale si sono levati dal processo i parenti delle vittime, presenza che, vista l'attenzione/pressione mediatica, sarebbe stata pesantissima.
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Giusto, ho dimenticato di parlare dello sterzo. E' fantastico. Il volante è esteticamente appagante, comodissimo ed ergonomico. La sua precisione è chirurgica. Meglio, molto meglio, di quello della bravetta. Non c'è paragone.
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Provata anch'io alla CAR di Bologna. Fermo restando che all'ingresso dell'esposizione c'era una 4C spyder rosso Alfa che oscurava tutto il resto, fra diverse Giuliette restyling in esposizione c'era solo una Giulia esattamente come quella della foto postata da Sadman. Interni buoni, seduta ottima, qualità complessiva da promuovere a pieni voti, nessun difetto di montaggio percepibile. Quella in prova era un Giulia bianca da 150cv. Ho fatto un giretto di una decina di minuti, tratto urbano. Si guida da dio. Lo sterzo è fenomenale. La leva del cambio è buona (non perfetta, comunque), ma lo sterzo è fantastico. Il motore è piacevolissimo, passa tranquillamente da "guida con acceleratore appena sfiorato" a "guida incazzata" senza tentennamenti. Ho già detto che lo sterzo è fenomenale? Il pilota della CAR mi magnificava le doti dell'auto, ho smesso di ascoltarlo solo quanto ha attaccato con l'infotainment. Per inciso la storia della manopola non abbastanza pastosa continuo a non capirla. Sterzo fantastico. Spiace non averla provata in D (il selettore era posizionato in D, ma secondo il pilota tale modalità è inibita nella fase di rodaggio). E' agilissima nonostante non sia proprio un'auto compatta. E poi lo sterzo è da libidine. Fatermi una Giulietta così e io vi stacco l'assegno in 5 secondi.
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Esatto. Chiarisco che il mio non voleva certo essere una plauso a Opel (che era obbligata) né una critica a FCA (che non lo era).
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Dopo la vicenda Dieselgate che, ricordo, ha avuto come protagonista un importante produttore automobilistico della crucconia, gli Stati si sono mossi in ordine sparso preannunciando test a tappeto. Poi, a livello europeo, si è deciso che ogni Stato avrebbe avuto l'ultima parola solo sulle auto immatricolate dalla propria autorità nazionale. Mi dicono, ma io non ne ho contezza diretta, che questa cosa sia stata voluta fortissimamente proprio dalla crucconia. Quindi è vero che il Maglionato avrebbe potuto mandare qualcuno dei suoi minion a fornire chiarimenti sui *sospetti* avanzati da KBA sul funzionamento dei sistemi di abbattimento delle emissioni, ma è altrettanto vero che KBA l'ha fatta fuori dal vaso perché non poteva convocare FCA nell'ambito delle procedure di cui parliamo.
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- dieselgate
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Fermo restando che la storia del "il sistema non si può spegnere" mi convince poco, nella stessa situazione di FCA c'è stata anche Opel. Opel si è presentata alla KBA e ha spiegato perché i loro sistemi funzionano in quel modo. FCA li ha sfanculati. Resta il fatto che non siamo di fronte ad una condanna nei confronti di FCA, tutt'altro, bensì di un sospetto, mosso da KBA, sul funzionamento dei sistemi di trattamento delle emissioni. A differenza di quanto è successo col barbatrucco originale, che in modo palese si comportava in un modo se sottoposto a test ed in un altro se su strada, qui è in discussione il modo in cui i migliaia di parametri presi come riferimento dall'elettronica dell'auto interagiscono fra loro nel funzionamento dei sistemi di trattamento delle emissioni. Per dirne una, ad Opel avevano contestato che il sistema ad urea si disattivava in alcune circostanze (es. a velocità superiori a 145 Km/h). Opel ha spiegato che velocità maggiori comportano temperature maggiori e che, oltre un certo limite, magari non si producono NOx, ma si produce ammoniaca. Che, anche quella, bene non fa. Cosa si è contestato esattamente a FCA poi non è chiaro. E resta il fatto che FCA non è tenuta a rispondere alla KBA. No.
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E quindi? La tesi è che lo stato di saluto di un produttore debba essere valutato al netto dei costi che sostiene per rimediare ad un proprio comportamento illecito?
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Nope. Sul tavolo, ad ora, c'è solo il conflitto di giurisdizione fra Italia e India.
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Il problema è che Marchionne ha sfanculato la KBA. In questa famosa ricerca della KBA, nel gruppo dei casi dubbi non c'è mica solo FCA, ma FCA, a differenza di altri, si è rifiutata di aderire alla convocazione dei crucchi che chiedevano spiegazioni formali. Formalmente FCA ha ragione (KBA non è competente nei confronti di FCA che immatricola in Italia), nei fatti forse Maglionne poteva usare maggiore diplomazia. Ah, dimenticavo, la presunta soffiata di Bosch risulta ancora non confermata.
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Per ora siamo alla fase "la KBA ritiene che, forse...". Il punto però è ben diverso: l'ultima parola, da direttiva UE, spetta a chi è responsabile dell'omologazione. E per le macchine di cui si parla, è responsabile l'autorità italiana, non quella crucca.
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Neanche. L'arbitrato internazionale, che non è un processo, dovrà stabilire se Girone dovrà essere processato in India o in Italia. Nelle more della decisione finale, viene deciso che Girone potrà rientrare in Italia e che l'Italia dovrà fornire all'India adeguate garanzie che, qualora l'arbitrato riconoscesse la giurisdizione indiana, Girone sarà rimandato in India per essere sottoposto a processo.
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Attenzione Wil. Pensare di cambiare la testa della gente a colpi di codice penale è impresa fallimentare. Lo sanno tutti che, anche senza la nuova norma su "l'omicidio stradale", mettere sotto qualcuno ti porta un sacco di casini. Perfino quando potresti avere astrattamente ragione. E infatti neanche il più scemo degli automobilisti vuole cagionare "morte o lesioni gravi". Il problema è che laggente è convinta di poter guidare imprudentemente perché "i limiti sono esagerati, e sono esagerati perché ci sodno degli sfigati che non sanno guidare, ma io sono bravo e posso pestare a piacimento sull'acceleratore e fare slalom in mezzo al traffico". Vicino a casa mia c'è uno stop che nessuno rispetta. E tutti ignorano il bel cartello stradale. Questo non perché hanno voglia di schiantarsi, bensì perché, nella loro testa, considerata la buona visibilità e l'ampiezza della strada, sono convinti di potersi infilare comunque nella strada principale, senza bisogno di fermarsi. Quindi puoi anche triplicare le pene per la "morte o lesioni gravi" causati dal mancato rispetto delle norme sul codice stradale, ma il risultato non sarà mai quello di prevenire gli incidenti, perché l'uomo medio pensa "a me, con la mia abilità alla guida, gli incidenti non capitano".
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Lasciamo perdere che io invece conosco una tipa che voleva montare le catene sulle gomme posteriori della sua Fiesta.
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Vabbe', allora definiamola diversamente bella così nessuno si offende Scherzi a parte, soggettivamente e in my humble opinion, auto belle sono altre. E anche se in questa tipologia di auto, sempre soggettivamente e in my humble opinion, non ci sono dei gran capolavori di design, la Q2 si colloca, sempre soggettivamente e in my humble opinion, fra le più sgraziate.
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- ginevra 2016
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Ora ditemi se la Giulietta non ha l'effetto bolla incorporato. Perfino nelle foto degli interni
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- alfa romeo giulietta m.y. 2016
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Amen. E bisognerebbe farlo entrare nella testa di metà dei giornalisti e dei due terzi dei politici italiani.
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Non è così che si valuta l'impatto di una norma. Mi spiace, ma siamo molto lontani da quello che è previsto dalle best practice e dalla better regulation. Per farmi capire meglio, lasciatemi fare un esempio che è off topic, ma che serve a dimostrare come il legislatore agisca più sulla base dei sondaggi che di valutazioni razionali. Il prossimo 12 marzo entrerà in vigore la nuova procedura di contrasto alle dimissioni in bianco. I giornali ed i politici, quando uscì il D.Lgs. 151/2015 che l'ha introdotta, hanno cantato in coro le lodi di questa meravigliosa novità normativa che, finalmente, consentirà di sconfiggere la piaga endemica delle dimissioni in bianco che viola i diritti basilari dei lavoratori e incide in particolare sulle donne in dolce attesa. Cosa sono le dimissioni in bianco? Sono, in sostanza, un atto falso che il datore di lavoro forma nel momento in cui intende sbarazzarsi di un lavoratore scomodo. Tipicamente "il padrone", all'atto dell'assunzione, si fa sottoscrivere un foglio in bianco (o una lettera di dimissioni con data in bianco) che completerà al momento opportuno così da potersi liberare, se gli girano le palle, del lavoratore, bypassando i vincoli ed il rischio di causa tipici del licenziamento. Ora, se mi fermassi qui tutti direbbero: "legge sacrosanta, hanno fatto benissimo". Se andiamo invece a leggere le relazioni parlamentari, scopriamo che le dimensioni del fenomeno sono inesistenti, tant'è che per giustificare questa procedura si fa riferimento ad articolo allarmistici sui giornali e a report ISTAT che, se uno legge bene, non riguardano però le dimissioni in bianco. Com'è possibile che il fenomeno sia così limitato? Siamo diventati improvvisamente virtuosi? La risposta è banale: le procedure contro le dimissioni in bianco esistevano già. Per le mamme (quelle che vengono evocate dai media e dai politici come le vittime predilette dei "padroni" stronzi), queste procedure esistono addirittura da decenni. Per le altre categorie di lavoratori tali procedure esistono dal 2012 (legge Fornero). Quindi la prima conclusione che si può trarre è che la nuova meravigliosa procedura contro le dimissioni in bianco è stata fatta (e spacciata) come rimedio ad un problema già risolto. In altre parole, dal punto di vista dell'obiettivo sbandierato ai 4 venti, potevano tranquillamente non farla. Invece l'hanno fatta ed hanno incassato il plauso della ggente ed il conseguente miglioramento nei sondaggi politici. La cosa ironica però è un'altra. La nuova procedura è prevista nel D.Lgs. 151/2015 che ha come scopo dichiarato quello di razionalizzare e semplificare gli adempimenti collegati al rapporto di lavoro. Bene, rispetto alle precedenti procedure è molto più contorta e complicata, tant'è che, per potersi dimettere, la gran parte dei lavoratori si troverà costretta a ricorrere ai sindacati e ai patronati (che ci guadagneranno). Questo perché sindacati e patronati sono gli unici soggetti (non i centri per l'impiego, non le direzioni territoriali del lavoro, non i consulenti o i CAF) che, per espressa previsione legislativa, possono svolgere gli adempimenti burocratici collegati a tale procedura quando il lavoratore non vuole o non può farlo da solo. Needless to say, i sindacati erano i più grandi sponsor di questa mirabolante novità. Quindi la prossima volta che leggiamo sui giornali di una gravissima emergenza, con grida di dolore che si levano da più parti, e conseguente mobilitazione della politica, chiediamoci se non ci stiano (di nuovo) prendendo per il culo.
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