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so lets pretend we never seen it just get some kind requests to delete it from both Stellantis and the source of the leakage i think it will be better to keep it this secret for couple of days) sorry guys13 punti
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ma sai che a me invece, per qualche motivo, piace quell’elemento di design? Quella pendenza…trovo dia personalità. Ciò che non mi fa impazzire, invece, come sottolineava già qualcuno, è il cofano a coperchio. Ma quanto era bello il tipico cofano alfa con l’estremo della “V” che si congiungeva direttamente con il montante A e si faceva apprezzare anche in vista laterale? Oltre ad essere bello visivamente, equilibrava proprio il design di fiancata, perché non generava quel cavolo di scalino orrendo tra cofano e linea di cintura. Un peccato che Alfa abbia abbandonato (credo per questione di costi e comunque già sulle attuali Giulia e Stelvio questa soluzione). Guardate che meraviglia su 159: il montante ha si collega direttamente all'inizio della "V" e alleggerisce la vista laterale che prosegue con un'unica linea dal taglio del faro fino alla coda.6 punti
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Non credo che capiterà spesso di mettersi in ginocchio a un paio di metri di distanza così da vederlo5 punti
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UNARMA DENUNCIA: L’ALFA ROMEO TONALE NON È IDONEA AL SERVIZIO RADIOMOBILE. DEPOSITATA UNA QUERELA ALLA PROCURA DI ROMA Numerose segnalazioni operative provenienti da militari in servizio evidenziano gravi criticità legate alla tenuta di strada del mezzo, in particolare durante l’impiego a velocità sostenuta o su fondi stradali dissestati, condizioni tipiche dell’attività radiomobile. https://www.unarma.it/unarma-denuncia-lalfa-romeo-tonale-non-e-idonea-al-servizio-radiomobile-depositata-una-querela-alla-procura-di-roma/5 punti
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Io, personalmente, dico che mi prudono le mani, e che vorrei dare uno scappellotto al primo che ha inventato la "moda" dei cofani a coperchio, con il taglio del cofano che non segue un filo logico con altre linee della carrozzeria. Che fastidio!5 punti
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Vista l'uscita dei patent, abbiamo contattato il nostro studente, che aveva realizzato gli Sketch, per chiedere di colorare la vista trimensionale, la nostra richiesta è stata elaborata e portata a compimento da una sua amica ⬇️ Qui mi sta chiedendo conferma del lavoro in corso d'opera Questo è il risultato finale5 punti
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I SUV in generale...sono mezzi poco efficenti per aerodinamica, peso, consumi , tenuta di strada e maggiore prezzo...non sono vere auto fanno pena.4 punti
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Esternamente la Aston Martin DBX S è riconoscibile per l'uso intenso di Fibra di Carbonio per alcuni particolari estetici: spoiler sul labbro del paraurti anteriore, con le alette alle estremità, o sul tetto. La griglia del radiatore è completamente nera e le minigonne laterali presentano un filamento verniciato di rosso. Come il diffusore posteriore e gli scarichi disposti verticalmente. Aston Martin ha montato anche cerchi in lega forgiati da 23 pollici , che possono però essere resi ancora più leggeri grazie ai cerchi in magnesio opzionali dello stesso diametro. Grazie a tutto questo, il marchio britannico si vanta di aver ridotto il peso del complesso di 47 chilogrammi rispetto alla DBX 707 , portandolo a un peso sulla bilancia di 2.198 chili. Gli interni sono, come si può immaginare, un'opera d'arte, con sedili sportivi anteriori realizzati anch'essi in fibra di carbonio , visibili dai sedili posteriori. Ma l'aspetto più interessante è quello meccanico, dove il V8 biturbo da 4,0 litri di AMG inizia a dimostrare di non avere limiti, anche senza elettrificazione. La nuova DBX S offre 727 CV e ben 900 Nm di coppia, attraverso un nuovo cambio automatico a nove velocità, e in un rapporto del 50 percento della forza alle ruote anteriori e fino al 100 percento a quelle posteriori. L'Aston Martin DBX S non accelera più velocemente della 707, ma non è nemmeno più lenta. Tuttavia, la differenza sta nel raggiungimento dei 200 km/h con partenza da fermo, dove è più veloce di 0,3 secondi. CARTELLA STAMPA via Aston Martin4 punti
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A Siviglia, in una via del centro, un bellissimo murale in ceramiche, del 1924, che si può immaginare si trovasse in corrispondenza di un garage/concessionario di Studebaker. Oggi non più esistente, com’è ovvio… Oltre alla bellezza dell’opera in sé, sono interessanti alcuni aspetti “tecnici”, come la pubblicizzata caratteristica dei 6 cilindri o le cornici dei fari esagonali… ma anche quelli più “sociali” o di marketing come la presenza di sole figure femminili a bordo dell’automobile!4 punti
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... che si saranno probabilmente chieste cosa avessero fatto di male. Bonsoir Tanto si lamentò Gianni Marin del caldo patito sui sentieri percorsi un tempo dai Pony Express, da arrivare a pianificare il successivo raid in un luogo... un po' più freschino. Al volante di cosa? Ma delle stesse Delta che secondo me non vedevano l'ora di tornare a casa. Non voglio tediarvi con una delle mie infinite introduzioni: lascerò al compianto Gianni questo compito, e se il mio pensiero vi pare poco carino nei suoi confronti, vi dico che lo esprimo perchè il testo che andate a leggere si potrebbe definire "Marin al 110%". Egli infatti decise di raccontare questa avventura dandole la forma di una lettera d'amore a quelle due Delta, e di conseguenza penso che molti di voi troveranno la sua prosa piuttosto stucchevole. Ambasciator non porta pena il piacere è sempre quello di condividere con voi le avventure di un diretùr dalla mente vulcanica e dalle dita che a volte si lasciavano andare su scritti che già ai tempi potevano far dire a molti "si vabbè, però, dai...", e figuriamoci come possano "suonare" oggi, in un mondo in cui l'informazione si esprime in maniera assai differente... quindi questo è, o meglio, era. L'unica divertente considerazione che voglio aggiungere è che una volta tornati a casa dopo il "Pony Express", probabilmente la Sig.ra Bruna, sua moglie, appena sentì parlare il marito del nuovo raid gli urlò dalla cucina "stavolta ci vai te, a tribolare!!!" Gianni infatti si portò dietro il figlio Alfredo, in questa nuova avventura. Ho scritto abbastanza. Schiaccio il bottone e vi spedisco nel 1981. Mettetevi comodi e soprattutto siate pronti ad assorbire l'onda d'urto... da qui in poi parla l'instancabile diretùr giramondo. Dalla notte polare una lettera all'amica Delta Le due Lancia che avevano partecipato al torrido raid “Pony Express” hanno viaggiato in pieno inverno sulle piste più fredde del mondo di Gianni Marin Collaborazione tecnica di Carlo Massagrande Ricerche storiche e turistiche di Alfredo Marin Servizi fotografici e televisivi di Vanni Belli Cara Delta, sono certo che mi consentirai questo tono familiare. Fra me e te, graziosa creatura nata da un atto d'amore di papà Giugiaro e mamma Lancia, si è creata una tale intimità che tutto, o quasi, mi è ormai concesso. Penso a te nella camera d'albergo in cui mi trovo, bella, calda e confortevole. È un'ampia stanza dell'Hotel Vancouver, della catena Hilton. L'ambiente è ideale, ma purtroppo le nove ore di differenza di fuso orario si fanno sentire. Mentre laggiù in Italia sono le nove del mattino e i miei amici in redazione iniziano a lavorare sul nuovo numero del giornale, qui è mezzanotte e io mi giro e rigiro nel grande letto, non riuscendo a trovar sonno. E, inevitabilmente, penso a te. Dovrei forse parlare al plurale, perché tu, ragazza virtuosa e affidabile, hai una gemella. Solo il vestito vi differenzia: tu indossi quello rosso delle grandi occasioni; tua sorella quello blu, più serioso, quello della domenica. Ambedue mi avete fatto vivere momenti indimenticabili, ma io mi rivolgo solo a te, cara amica, sperando che la gemella Delta blu mi perdonerà questo favoritismo, perché a te sono inevitabilmente più affezionato. L'ultima volta che ti ho vista, quando commosso ti ho lasciata, ci trovavamo a San Francisco. Per giorni e giorni eri stata la mia casa, il mio rifugio, la mia sicurezza. Ti ricordi? C'eravamo incontrati nella fantastica New Orleans, da dove abbiamo galoppato assieme alla volta della fantascientifica Houston, per poi puntare verso le polverose piste della Monument Valley fino alla sofisticata Phoenix, e ancora fino alla caotica e affascinante Los Angeles. Abbiamo ripercorso insieme, in un'ideale cavalcata, quello che era stato uno fra i più avventurosi e primitivi servizi postali a cavallo: il leggendario “Pony Express”. E come i cavalieri di quella mitica avventura, che aveva preso l'avvio il 3 aprile 1860, anche noi avevamo puntato verso ovest, fra tante difficoltà e tanto caldo. Vancouver Ecco: il caldo. Se fra poche ore potrò rivederti, riaccarezzarti, risentire il suono armonioso del tuo motore, lo debbo proprio a quelle giornate di caldo insopportabile che insieme abbiamo sfidato attraversando la Louisiana, l'Arizona, il Texas. Quando, a quarantasei gradi all'ombra, cercavamo refrigerio e ristoro sognando un mondo di neve e di ghiaccio, balenò in noi un'idea: portare te e la tua gemella a nord, più a nord possibile, dove avremmo potuto dimenticare il caldo, la sete, il sudore, l'asfalto molle e infuocato. Non sapevamo, noi poveri illusi assetati e sudati, che il freddo Nord ci avrebbe procurato nuove e più dure fatiche del caldo del Sud. Così, a San Francisco ci eravamo lasciati con una promessa: rivederci fra i ghiacci dell'Artico. Mentre noi salivamo sull'aereo, tu “Delta rossa” e tu “Delta blu”avete preso la nave e siete tornate in Italia come semplici emigrate. Vivere sottocoperta, relegate in un angolino anziché in una cabina di prima classe non deve essere stato per voi divertente. Quando siete sbarcate avevate qualche segno di questo lungo viaggio. Piccole cose, ma che in donne di classe come voi si notano. Oltretutto, l'idea artica andava maturando ed è stato necessario rifarvi l'abito, di taglio invernale. C'è la grande sartoria da cui escono vestiti in serie ben confezionati, belli sin che si vuole ma senza personalità. C'è la piccola sartoria, il “couturier” che sa invece trasfondere nel suo prodotto la propria anima, la propria personalità. Per voi, donne raffinate ed eleganti, occorreva proprio uno di questi “Valentino” dell'auto. C'è un piccolo reparto in casa Lancia dove l'impossibile diventa possibile, dove l'irreale diventa reale. E lì, lontano da occhi indiscreti, avete indossato l'abito del grande inverno polare. Vancouver - "Porta dell'Oceano" Come prima idea avevo pensato di portarvi nel Labrador, a nord di Montreal, e a Quebec, dove non esiste altro che un mare di ghiaccio e di neve, con alti iceberg e tanto freddo. Ma tu, “Delta rossa”, facendoti interprete anche dei pensieri della tua gemella, mi avevi fatto capire che il Labrador non è poi tanto affascinante. Meglio l'Alaska, meglio il Circolo Artico, meglio Anchorage dove anche Papa Giovanni Paolo II avrebbe fatto tappa nello stesso periodo. Le consultazioni con gli amici della precedente avventura del “Pony Express Raid” non avevano portato a risultati troppo incoraggianti. Tu non lo sai, ma convincere Carlo Massagrande, lo stesso Vanni Belli, a seguirci in questa impresa non è stato facile. Mia moglie, addirittura, si è rifiutata con decisione: le follie preferisce lasciarle fare agli altri. Mio figlio Alfredo, invece, studente in ingegneria, tra le due alternative della “settimana bianca” a Cervinia o dell'avventura artica, ha optato per la seconda; ma non mi ha ancora spiegato i motivi di questa scelta. Certo che di bianco ne ha visto poi tanto, tantissimo. Vancouver - Zona residenziale Fra poche ore, comunque, ti rivedrò; ora voi due siete in un posto sicuro, il dealer Fiat di Vancouver. Nell'atelier Lancia vi hanno preparato come si conviene. La raccontiamo ai nostri lettori questa vostra trasformazione? Direi di sì, perché mi sembra utile, dato che rispecchia quanto “mamma Lancia” fa per tutte le vostre sorelle che partono da Chivasso verso i Paesi del Nord Europa, come la Svezia, la Norvegia e via di seguito. Per la vostra preparazione ho chiesto certamente qualche cosa di più, ed era logico, anche perché leggendo i bollettini meteorologici che quotidianamente il Benny Manocchia (il nostro corrispondente americano) ci inviava, non c'era da stare allegri. Uno parlava di trenta, quaranta gradi sotto lo zero; un altro di una bufera di neve che aveva sepolto un'auto con tre persone, ritrovate senza vita soltanto sette giorni dopo; un altro ancora di strade divenute impercorribili. Il clou della vostra trasformazione sta nel riscaldatore, che è stato potenziato. Se vogliamo arrivare ad Anchorage in buone condizioni dobbiamo difenderci dal freddo, e questo riscaldatore risponde alle severissime specifiche che “mamma Lancia” e “zia Saab” hanno reciprocamente concordato. In particolare risponde a quello che i tecnici chiamano “TEL”, cioè la “Temperatura Esterna Limite” alla quale il riscaldatore deve essere in grado di funzionare, mantenendo l'abitacolo della vettura in un clima di comfort. Di comune accordo Lancia e Saab hanno fissato il valore di meno trenta gradi centigradi. E se fossimo andati oltre? Vancouver - Foto ricordo con alcuni tipici totem Ma non incominciamo a crearci dei problemi: viviamo alla giornata e di momento in momento risolveremo i problemi. Oltre al riscaldatore la tua preparazione “nordica” ha toccato anche altri elementi: è stato montato un alternatore più potente (55 Ah anziché 45), sono state piazzate delle protezioni per evitare infiltrazioni di fango nella cinghia di comando della distribuzione; il termostato che sovrintende alla circolazione dell'acqua nel motore ha un'apertura ritardata a 85° anziché a 80°; la batteria è più potente (Scaini 60 Ah/225 A); il sedile di guida è riscaldato, c'è una protezione sui dischi e sulle pinze dei freni anteriori; ci sono i tergiproiettori con relativa vaschetta di alimentazione degli spruzzatori, e i paraspruzzi sia alle ruote anteriori sia a quelle posteriori. Così, tu e la tua gemella vi siete trasformate in due eschimesi, pronte ad affrontare le strade della Lapponia. Ma la mia idea era l'Alaska, dove fa più freddo. E dato che vi voglio bene, ho chiesto ai maghi di Chivasso ancora di più. E i maghi cosa hanno fatto? Hanno cambiato l'olio del cambio con uno più fluido (Fiat “W75” anziché “2 C 90 W”); hanno sostituito le cuffie dei giunti omocinetici della trasmissione e dei tiranti della scatola di guida con altre di gomma idonea a resistere sino a temperature di meno quarantacinque gradi; nei giunti è stato immesso del grasso al solfuro di molibdeno speciale per le basse temperature; per il motore è stato preferito olio Mobil “10W30; l'antigelo è stato aggiunto in modo da poter affrontare i meno cinquanta; lo stesso è stato fatto per il liquido lavavetro e per quello tergiproiettori (Fiat “DP1/S” al 100%). Mia cara Delta, vogliamo svelare a chi avrà la bontà di leggere questa lettera, che come vedi non è certo riservata, anche gli altri segreti della tua preparazione? Lo diciamo che le guaine di comando dell'acceleratore e della frizione sono state lubrificate con grasso Esso “Beacon 325” per basse temperature? Che sotto la coppa del motore e il cambio di velocità è stato posto un riparo per aumentare la protezione? Che sono stati montati degli attacchi anteriori per eventuali necessità di traino (forse stai facendo gli scongiuri, e hai ragione, ma bisogna sempre pensare al peggio)? Che durante il trasporto dall'Italia tu e tua sorella siete state agganciate ad appositi anelli posteriori per evitare errati fissaggi e conseguenti deformazioni di gruppi meccanici? Che sono stati montati dei ripari grigliati davanti ai proiettori e al parabrezza? Che sono stati aggiunti degli spessori sotto le molle per aumentare la luce minima da terra e compensare la riduzione dovuta all'ingombro dei ripari montati? Che sono state irrigidite le molle delle sospensioni anteriori (cinque per cento in più) per compensare l'aumento di peso, sempre dovuto ai ripari montati? Ecco perché ora ti sentirai un po' più pesante (1050 chilogrammi contro i 990 delle tue sorelle di serie), ma sei solo più robusta, non certo più “grassa”. Lo diciamo che monti pneumatici Pirelli “M+S Winter 160” della misura 165/70-13 debitamente chiodati (circa centoventi chiodi per pneumatico), dato che un buon paio di calzature evita le brutte scivolate (senza contare che se saremo costretti a qualche manovra di emergenza avremo più probabilità di uscirne)? Foto ricordo per l'equipaggio. Da sinistra Carlo Massagrande, Vanni Belli, Alfredo Marin e il diretùr. Fuori fa ancora buio e penso a te e alla tua gemella, reduci dal “Pony Express Raid” con le lamiere ancora calde del sole texano, e ora “agghindate” per la notte polare. Ci ha pensato il mio amico Mais ad aggiungere quel tocco artistico che vi ha personalizzate. Queste cose le sa far bene e il risultato non ci ha mai traditi. L'incertezza fra “Notte polare” o “Sole di Mezzanotte” come denominazione del Raid ha tuttavia creato un po' di confusione. Così sui vostri “kilt” (vi immagino come scozzesine con i colori del clan di Gente Motori) si legge: “Dal Pony Express Raid al Raid della Notte Polare”, mentre la targa che lasceremo a Watson Lake dice “Raid del Sole di Mezzanotte”. Piccole confusioni, ma la sostanza è una sola: ci ritroviamo tutti qui, noi giornalisti e voi magnifiche berline di “mamma Lancia” per affrontare un'altra fatica. Andremo da Vancouver ad Anchorage, via Fairbanks, e percorreremo qualche cosa come 4500-5000 chilometri. E non in condizioni normali: magari fossimo in estate, quando, mi dicono, l'unico problema sono le zanzare! Ora siamo in pieno inverno, con temperatura rigida, con un sacco di pericoli in agguato. Inoltre in caso di guai dovremo arrangiarci da soli. Il vostro viaggio dall'Italia è stato rapidissimo: in bisarca da Torino a Francoforte, in aereo da Francoforte a Seattle, sulla costa ovest degli Stati Uniti e poi ancora da Seattle a Vancouver, qui in Canada. Altrettanto rapido il nostro viaggio Milano-Montreal-Vancouver: forse troppo rapido, visto che ora mi ritrovo sveglio, in piena notte, incapace di prender sonno. Per fortuna il pensiero che presto vi rivedrò rende dolce la mia veglia. Sono le nove del mattino e il sole sale lentamente all'orizzonte di questa città sull'Oceano Pacifico, circondata da magnifiche montagne, moderna e razionale come poche altre. Il taxi ci aspetta all'ingresso dell'albergo: è la solita grossa berlina americana che ci accoglie tutti e quattro. Non parliamo durante il breve viaggio che ci sta portando da voi. Siamo tutti un po' ansiosi. Pochi minuti. Vi vediamo da lontano. Vi stanno lucidando per la grande avventura. Mi sembrate ancora più belle con le vostre antenne radio, con i vostri fari protetti, con le robuste griglie abbattute sui cofani. Ci avete entusiasmato durante il “Pony Express Raid”, non potrete deluderci ora. Per dieci giorni vivremo insieme, quasi da innamorati. Mi raccomando a voi, che siete un pezzettino di quell'Italia che abbiamo lasciato, così lontana. Conto su di te, “Delta rossa”, e su di te, “Delta blu”. Il “Raid della Notte Polare” ci sta aspettando. Fine prima parte... il vostro GTC si congeda perchè è ora di cena. A domani, con l'inizio di una nuova avventura.3 punti
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Ma in Stellantis hanno un po' di problemucci coi leak, 3 modelli nel giro di neanche una settimana, mah. Detto ciò, bellissima, si differenzia davvero tanto dalle sorelle e io stesso non ci vedo proprio la parentela sinceramente, molto meglio del modello attuale che latita sia come uso degli spazi interni che come estetica (col culmine delle ruote incassate e non centrate nei parafanghi) e qualità superficiale. Se non si sono giocati completamente la reputazione (e a mio avviso non è assolutamente scontato) questa sarà un grande successo, sia in US che qui.3 punti
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Su questa Ferrari l'abitacolo sembra disegnato appositamente per essere un blocco unico nero, con un netto scalino sul montante superiore: pur in genreale non amando il bicolore, trovo che su questa sia il giusto compimento della linea...3 punti
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Considerazioni presto commentate da Stellantis: "Con tutto il rispetto, Maserati non è in vendita", ha fatto sapere un portavoce. a me basta questo per chiudere la questione3 punti
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Posso dire che non mi dispiace, pur non apprezzando il genere?3 punti
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Infatti neppure io capisco perché non prendano il 1.6 PureTech e lo abbinino alla trasmissione MHEV delle altre auto del gruppo, con tanto - solo per Jeep - di eAxle per la versione 4xe ...2 punti
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Una macchina per essere figa deve per forza richiamare triangoli….2 punti
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Che strano... quando l'ho detto mesi fa qualcuno mi ha pure preso x il ......2 punti
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Beh in effetti è regalata. 500 euro a cavallo. Ci sono auto con rapporto euro/cavallo molto peggiore.2 punti
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è che molti non riescono ad accettare la realtà 😂2 punti
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RENDU VIDEO AI auto.mp41 punto
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secondo me puoi prenderla, allestimento, colore, insomma gran bella auto 👍1 punto
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Intanto in Italia, lunedì di pasquetta il 73,4% del fabbisogno elettrico è stato coperto da fonti rinnovabili, mentre domani primo maggio, dalle 11 alle 17 l'energia elettrica costerà zero, non so se in Italia sia la prima volta che capita, ma vuol dire che è previsto di coprire il 100% del fabbisogno in quelle ore con le rinnovabili, speriamo bene che sarò in viaggio e dovrò ricaricare 🙂1 punto
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Vedo che ormai lo stesso led viene usato per più funzioni con più colori, quindi massima libertà1 punto
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Io lo dissi mesi fa...se si assesta a 1500 è un ottimo risultato,sopra è un successo. Se supera le 2000 stabili Napolitano è un genio.1 punto
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Tra i pochi suv che mi piacciono c'era la precedente C5 Aircross e ora c'è anche questa. Mi pare abbiano fatto un buonissimo lavoro, macchina fedele al concept, mi piacciono molto gli interni e lo stile generale, molto più della sorella Opel che mi sa di niente (come tutte le Opel che ricordo a memoria tranne ovviamente la Calibra).1 punto
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Meno male che non ha la “bocanegra” 😂1 punto
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L'unico marchio al mondo che non produce quello che i suoi clienti vorrebbero e si arrangiano come possono.1 punto
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un amica davvero bravissima con i colori e con tante altre cose!1 punto
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Poteva semplicemente evitare di metterlo... visto che era un commento in un gruppo FB (dove manco sapevo ci fosse)... Capisco che per qualche strano motivo - o solo per dire "avevo ragione" - speri nel fallimento, ma tant'è. Ripeto: se i numeri sono giusti, tanti o pochi, lo sanno loro. Non noi. E questo è oggettivo.1 punto
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Non è una mia affermazione, ho riportato un articolo che cita come fonte un analista di mercato tedesco. D’altra parte i dati di @4200blu confermano che il target di queste auto in Cina sono i trentenni mentre in Europa sono i cinquantenni, per cui devono avere un’aspetto più giovanile con led e schermi ovunque, a discapito della sobrietà tipica delle tedesche europee per i cinquantenni. Ulteriore conferma che questa CLA sia pensata principalmente per il mercato cinese è il motore termico prodotto in Cina che si sono sforzati di renderlo più compatto possibile per poterlo inserire nel passo lungo della versione elettrica particolarmente gradito in Cina. Vedremo le vendite come andranno in Europa e in Cina per capire se Mercedes è riuscita nell’intento.1 punto
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