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Starboy

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Tutti i contenuti di Starboy

  1. Per carità! Tutto tranne Ktm! Ad esclusione dei presenti (e di Superkappa ), l'acquirente Ktm è come l'acquirente Audi... Comprano solo per "posare"
  2. Veramente ha detto di essere di sinistra. Di certo non ho mai visto nessuno di destra con il tatuaggio di Che Guevara
  3. Si apre il totoallenatore! Quanto durerà Murinho? 6 mesi, 1 anno??
  4. Starboy

    Calciomercato 2008

    Clamoroso: Mancini esonerato dall'Inter Ve l'avevo detto: è tornata la vecchia e cara Inter, ovvero dopo 3 scudetti consecutivi ti esonero l'allenatore (nonostante altri 4 anni di contratto)!!!
  5. Chi comanda il popolo o i politici?? Ricordati che chi governa non lo fa per volontà propria ma solo perchè è stato delegato dal popolo Altrimenti facciamo la fine della Birmania o della Cina, dove comandano le oligarchie o le giunte militari Vox populi vox dei
  6. Oggi a Tg2 motori hanno detto che della Dorsoduro c'è anche la versione depotenziata elettronicamente (quindi penso facilmente ripotenziabile). Anche l'Aprilia Mana è carina: in più ha il portacasco al posto del serbatoio. In città è utilissimo
  7. La buell è molto bella e affascinante ma è inaffidabile. Ce l'aveva un mio amico (un modello di 4 anni fa) e si rompeva spesso. Se vuoi una moto polivalente io andrei su Yamaha XT660, Tenerè, Aprilia Dorsoduro (bellissima), Kawasaki Er650 (se ti piace), Benelli Due (stupenda).
  8. Mah secondo me è una moto sfigata come l'F650CS, la mitica scarver che fu un flop totale. Se poi ti serve una moto polivalente, ci sono molte altre scelte...
  9. Per carità! Monster tutta la vita. La F800s è una moto anonima quanto un paio di scarpe cinesi. Considera che è un bicilindrico parallelo (ma come si fa??): scelta più infelice non poteva esserci. Trasmissione finale a cinghia (manco fosse uno scooter). Io sceglierei ad occhi chiusi il monsterino: più fascino, più grinta, più valore dell'usato. Se invece vuoi un Bmw solo perchè c'è lo stemmino Bmw, allora è un'altra storia
  10. Mah io la trovo totalmente anonima...
  11. Magari ci fosse una Fiat così...
  12. La Seat Ibiza ha la stessa qualità delle Audi. Ma siamo sicuri?? A me gli interni sembrano quelli di una Skoda
  13. Perchè questo 3d sulla Bugatti è tra le "auto francesi"?
  14. Questo è dedicato a tutti coloro che sono contrari al nucleare per ragioni ambientali Ipse dixit... E il fondatore di Greenpeace: fu un errore dire no al nucleare «All' inizio degli Anni ' 70, quando ho contribuito a fondare Greenpeace, credevo che l' energia nucleare fosse sinonimo di olocausto nucleare. E così la pensavano i miei compagni. Ora, a distanza di trent' anni, il mio punto di vista è cambiato e ritengo che tutti i militanti del movimento ambientalista dovrebbero aggiornare il loro. Perché il nucleare potrebbe essere la sola fonte energetica in grado di salvare il nostro pianeta dal disastro: cioè un catastrofico cambiamento di clima». Patrick Moore lo ha scritto un paio di giorni fa sul «Washington Post», tirandosi addosso le critiche dei «verdi» Usa («Non ha niente a che vedere con noi - ha fatto subito sapere la stessa Greenpeace -. Ha lasciato la nostra organizzazione fin dall' 85, per divergenze di vedute») e riaccendendo il dibattito sull' energia in un' America che in questi giorni s' interroga sulla minaccia atomica iraniana e sul petrolio oltre i 70 dollari per barile. Moore adesso guida la Clean and Safe Energy Coalition, un' associazione ambientalista sponsorizzata dall' industria nucleare, e presiede Greenspirit Strategies, una società di ricerche e consulenza, da lui stesso fondata nel ' 91 a Vancouver in Canada, che ha fra i clienti il Nuclear Energy Institute di Washington e la Canadian Nuclear Association di Ottawa. «Pensavamo all' atomo come alla fine dell' umanità - scrive sul Post -. La nostra paura era la stessa che, nel ' 79, provavano Jack Lemmon e Jane Fonda nel film "La sindrome cinese", una fiction che solo due settimane più tardi si è avverata con l' incidente nucleare dell' impianto di Three Mile Island, in Pennsylvania. Ma se guardiamo bene, quella di Three Mile Island è una storia di successo: le strutture di cemento dell' impianto hanno impedito qualsiasi fuga di radiazioni, sia all' interno che all' esterno. Non ci sono stati morti nè feriti, fra gli operai come fra gli abitanti della zona. E l' ambiente non ha subito alcun danno. Oggi il 20% dell' elettricità negli Usa è assicurata da 103 reattori nucleari e l' 80% delle persone che vivono nel raggio di 10 chilometri dicono di non avere alcuna preoccupazione». Più che la «conversione» di Moore, a far discutere sono, appunto, le sue tesi. Tanto che, dopo il suo articolo, il Washington Post ha aperto un filo diretto con l' autore, subito assediato da migliaia di email. Molti ringraziano per la «chiarezza dell' esposizione». Molti altri sollevano dubbi e interrogativi. Perché non possiamo andare avanti con carbone e petrolio? «Le oltre 600 centrali elettriche a carbone americane producono il 36% di tutte le emissioni di Co2 negli Usa, il 10% delle emissioni mondiali - risponde Moore -. E' questa la prima causa dell' effetto serra e del riscaldamento climatico». Il nucleare costa troppo? «Nel 2004 ogni kilowattora prodotto negli Usa con il nucleare è costato 2 centesimi di dollaro, esattamente come con gli impianti a carbone e a energia idrica. E le nuove tecnologie abbasseranno ulteriormente il prezzo dell' atomo». Non è meglio puntare sulle energie pulite? «Impianti eolici e solari offrono un' erogazione intermittente e scarsamente prevedibile - è la replica -. Non sono dunque una valida alternativa. Quanto al gas naturale, è già oggi troppo costoso». E lo smaltimento delle scorie radioattive? «Innanzitutto quelle che impropriamente vengono definite scorie sono in realtà, per la gran parte, combustibili nucleari che contengono ancora, dopo essere stati utilizzati per un ciclo, il 95% dell' energia potenziale. E che possono essere riciclati e riutilizzati», osserva Moore. Tesi, ovviamente, molto discutibili. Anzi, apertamente contestate da molti partecipanti al dibattito online organizzato dal Post. Per non dire di altre affermazioni di Moore. Come quella sul disastro di Chernobyl. «L' agenzia dell' Onu che ha indagato sull' incidente ha registrato 56 morti fra chi è stato colpito direttamente dall' esplosione e dalle radiazioni - scrive -. Niente al confronto dei 5 mila minatori che muoiono ogni anno nel mondo». Peccato che proprio ieri la sua ex-organizzazione, Greenpeace, abbia riportato una stima dell' Accademia Nazionale delle Scienze della Bielorussia secondo la quale oltre 93 mila persone rischiano di morire di tumore come conseguenza di Chernobyl. Ancora più cinica la posizione di Moore sui rischi che le tecnologie nucleari possano finire nelle mani di gruppi terroristici. Lui si dice, sì, preoccupato, ma ricorda che «negli ultimi 20 anni, in Africa, più di un milione di esseri umani sono stati massacrati a colpi di machete: un bilancio peggiore di quello delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki». «Ma come dovremmo trattare le ambizioni nucleari del presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad?», chiede un lettore del Post. «Bisogna tentare ogni via diplomatica - risponde Moore -. Ma se non dovesse bastare, allora non resterebbe che l' uso della forza». Rosneft Produce 1,56 milioni di barili di petrolio al giorno e sostiene di disporre di riserve da 23,5 miliardi di barili, pari a quelle del colosso Usa ExxonMobil. Ora Rosneft, controllata dallo Stato russo, programma di collocare in Borsa a Mosca e a Londra il 49% del capitale. Il revisore internazionale Deloitte ha già valutato il gruppo, che ha ripreso la Yugansk da Yukos, a 58 miliardi di dollari. Ma probabilmente per aumentare il valore di Borsa della società, Rosneft ha appena consolidato 12 controllate valutando le quote di minoranza a prezzi considerati troppo bassi dagli osservatori. E il fondatore di Greenpeace: fu un errore dire no al nucleare
  15. Starboy

    Problema rifiuti Campania

    Chiaiano: tensione altissima Grave un ragazzo caduto da un parapetto. Processo per direttissima a tre dimostranti arrestati ieri NAPOLI - Riprende a salire alta la la tensione al presidio di Chiaiano. Violenti scontri fra polizia e manifestanti sabato mattina. Dopo una notte di relativa tranquillità i nuovi scontri sono stati determinati da una fitta sassaiola contro la polizia e personale dell'azienda di mobilità urbana (Anm) che erano intervenuti in via Cupa del Cane per liberare la carreggiata da un autobus sequestrato e dato alle fiamme ieri. L'Anm aveva anche portato sul posto un mezzo per trainare via la carcassa. La gente del presidio ha iniziato a urlare «assassini, assassini» e poi ha lanciato le pietre. Da qui la carica della polizia. Gli uomini delle forze dell'ordine che in assetto antisommossa hanno chiuso le principali arterie di collegamento. Dal gruppo dei manifestanti sono state lanciate bombe carta verso la polizia. e sul terreno sono state trovate tre molotov. FERITI - Fra i dimostranti un ragazzo sarebbe in gravi condizioni dopo essere precipitato per cinque metri cadendo da un parapetto, mentre un altro uomo è stato ferito alla testa. Contuso anche un vicequestore, che sarebbe stato colpito da sassi. Sul posto, per attuare un tentativo estremo di mediazione, sono giunti anche i sindaci di Marano, Salvatore Perrotta e quello di Mugnano, Daniele Palumbo. Carabinieri e polizia ora stanno rimuovendo anche i mezzi attestandoli a qualche decina di metri dai luoghi dove poco prima sono avvenuti gli scontri. «SCELTA SCELLERATA» -I manifestanti si oppongono alla sua apertura nel quartiere alla periferia di Napoli confinante con il comune di Marano e intendono proseguire a oltranza la protesta cominciata nel pomeriggio di venerdì. Alcuni dimostranti sono rientrati a casa nella notte, promettendo di ritornare all'alba, e altri sono giunti nelle ultime ore per dare il cambio a chi andava via. «Lo sapevamo che non avrebbero risparmiato questa zona. L'inserimento di Chiaiano nella lista dei siti è un dispetto. Noi non arretreremo» hanno detto alcuni manifestanti. «Nessuno fa emergere la verità - accusano - qui si vuole mortificare una comunità con una scelta scellerata e incomprensibile». PROCESSO PER DIRETTISSIMA AI TRE ARRESTATI - Presso la quarta sezione penale del tribunale è iniziato il processo per direttissima ai tre esponenti dei centri sociali arrestati venerdì durante gli scontri con la polizia. Uno di loro sarebbe un elemento di spicco del gruppo Realtà antagonista. Il processo si svolge nella quarta sezione penale del tribunale di Napoli. Il bilancio degli scontri di venerdì è di undici i feriti, tra dimostranti ed esponenti di forze dell'ordine. Tre persone sono state arrestate e tre denunciate. I tre arresti sono stati eseguiti per lesioni e resistenza a pubblico ufficiale, mentre le tre denunce sono scattate per resistenza. Dei feriti di ieri otto appartengono alle forze dell’ordine. Chiaiano: tensione altissima Corriere della Sera
  16. Staremo a vedere... I dubbi sul nucleare, comunque, sono tanti
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