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erriquezz

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  1. @ jeby: mi sono "liberamente ispirato" sia alla Y fumia (mi ricordo lo sconcerto che suscitò allora con le sue linee, personalmente ancora oggi la trovo una genialata) che, nella caratterizzazione del faro (parte scura in basso), a Sua Maestà:
  2. Già, è uno sketch molto pasticciato e senza pretese, appena possibile gli darò una sistematina nel senso che mi hai suggerito EDIT: rielaborata grossolanamente sulla base Charger, visibile sullo sfondo. Già la Charger è IMHO terribile, non mi ha aiutato per niente ho creato un mostro
  3. mi sono volutamente ispirato alla 156 per l'anteriore (sperando di non averlo storpiato troppo ): è un peccato perdere quel frontale, l'UNESCO dovrebbe dichiararlo patrimonio dell'umanità idem per il posteriore: IMHO la 3200 GT fa ancora un figurone, sia accanto alla successiva versione ristilizzata (con i fari post. della Tempra), che - sempre IMHO - accanto alla nuova GranTurismo.
  4. Stavo pasticciando un po' (vediamo se riuscite "tra le righe" a intuire su cosa mi stavo basando ) quando a un certo punto mi sono trovato un frontale incoerente con ciò che avevo in mente. Da lì è uscita sta roba, che mi ha ricordato vagamente la Charger e un po' (nella vista di 3/4 ant) Gheddafi... Ok, ora picchiatemi pure :mrgreen: EDIT: credo sia l'ennesimo sketch in tema, se i mod ritengono opportuno, possono spostare in altra discussione
  5. sempre un'idea rapida-rapida, mi discosto un po' dall'8C-style cercando di non toccare i lamierati in maniera pesante (chiedo scusa per le discrepanze tra i parafanghi e in generale per la scarsa cura dello sketch )
  6. per chi ha già mangiato e volesse digerire, ecco un mio sketch fatto in 5 minuti in preda alla fame:
  7. senza cromature sul frontale IMHO guadagna punti, fa meno "auto da 60enne", i finestrini senza bordo cromato la fanno meno "mafiamobile". con quei cerchi zarri è un davvero un bel giocattolone
  8. come dicevo prima, a me richiama un po' troppo questo logo: Su un numero arcaico di AlVolano comparve una prova "auto da sogno" di una Wiesmann gt4, e in quell'occasione riportarono che il geco era stato scelto dalla Wiesmann quale simbolo di tenuta di strada eccellente etc etc. Ora sarà il simbolo della tenuta di strada premium
  9. Esatto, considereremo la classica configurazione a tre ruote. Tra l'altro i cerchi sono da progettare ex novo, volendo utilizzare gli pneumatici michelin specifici se penso a quanti euri abbiamo incautamente buttato per comprare ruote da MTB "buone" ma per noi inutili... Sono rimasto impressionato anche io! Il tesista ha fatto un gran lavoro sulla struttura base, la quale andrà poi arricchita da elementi per il fissaggio di cinture di sicurezza, fuel cell, powertrain etc., oltre che di una specie di "amaca" in tela rinforzata che fungerà da sedile e dalla paratia ignifuga obbligatoria. Attualmente il telaio in acciaio e pannelli d'alluminio pesa intorno ai 25 kg, su 49 kg complessivi. Un telaio ridotto all'osso (un grazie al prof. di costruzioni aerospaziali è d'obbligo) in alluminio, semplice da produrre e leggero, è per ora il massimo che possiamo permetterci, e lo ritengo IMHO il giusto compromesso tra soluzioni economiche (vecchia vettura) e soluzioni raffinate ma economicamente - per noi - inaccessibili (struttura portante in carbonio). Andremo a risparmiare del peso anche sulla carena, estendendo l'uso - dove possibile - di tele rinforzate in kevlar o similari, già impiegate con successo sul vecchio veicolo: l'idea è quella di un "dirigibile" realizzato in qualche modo... a breve vi aggiornerò anche su questo particolare. L'obiettivo che ci siamo fissati è una riduzione del 30% delle masse. Speriamo... e speriamo soprattutto che l'accrocchio stia tutto assieme e non si sgretoli! EDIT: chiedo se sia possibile cambiare il titolo della discussione in "Shell Eco Marathon: Carla 2012 By Salento Eco Team - Università del Salento". Grazie
  10. Avanzamento progetto. TELAIO (struttura portante "nuda e cruda"): tubolare in lega d'alluminio 60xx, a sez. rettangolare, 30*15*2 mm, con tiranti di alluminio (evidenziati in bianco) di sezione pari a 10 mm^2. Peso stimato < 4 kg. Ecco uno shot, sperando che la struttura rispetti i risultati delle simulazioni e regga. CARENA: ... arriva presto
  11. Il pianale C-evo-wide ecc. è nato per motori trasversali e trazione anteriore (al max integrale credo), è difficile convertirlo per farne un buon telaio per la TP (motori longitudinali e dietro l'assale ant., tipo BMW per intenderci) (prometto di non andare più OT )
  12. E' evidentemente uno sciop atto a denigrare questa meraviglia... siete dei boicottatori di questo splendido SUV!!! Certo che ci vuole una gran faccia tosta e un bel po' di conoscenze altolocate, per tentare di vendere il 30% di qualcosa che non esiste per 100 milioni, sapendo di poter farla franca. nemmeno Totòtruffa 62...
  13. a me piace, mi aspettavo un panettone ancor più panettone (non mi piace tutto quello che ha disegnato Zagato negli anni)... bella idea. d'accordissimo con Gimmo EDIT, ecco dove ho già visto quel montante posteriore!
  14. non saprei, nella prima foto frontale mi pare che il cofano è come se fosse stato tagliato in due e distanziato, anche il parabrezza non aderisce ai montanti ma c'è dello spazio vuoto. si divertono con il bricolage
  15. oltre ad allungarla, sembra l'abbiano anche allargata: lo scudo sembra segato in due, così come il tettuccio. che sia il mulo c-wide di giulia ecc.?
  16. Mandata una mail alla redazione del fatto quotidiano. ciascuno di noi può segnalare la vicenda, più siamo meglio è
  17. ci stavo pensando. sicuramente riporterò qualcosa sul mio blog personale, ed eventualmente si chiede in giro di approfondire
  18. Altre fonti riportano un 6 cilindri benza da 300 CV e un analogo a gasolio da 250 CV, oltre a un V8 da 550 CV. Non è chiaro nemmeno a loro cosa metteranno sotto il cofano... Ecco l'articolo (dal sito di Confintustria Livorno): Et voilà, la macchina di Rossignolo - Il Tirreno Livorno Sportiva ma con classe: presentata l’auto “Made in Livorno” Anteprima a Palazzo Chigi con Gianni Letta Sellerie cucite a mano e potenza Il nome top secret DALL’INVIATO CRISTIANO MEONI ROMA. Gianni Letta apre e chiude la portiera, si accomoda sul sedile in pelle e accarezza la consolle, poi esce e compie un mezzo giro intorno alla macchina, con le sue preziose scarpe Rossetti assesta un colpetto ad una gomma, come per saggiarla, arretra di un passo per guardare meglio. «Geniale». «Le piace davvero?» domanda compiaciuto Rossignolo. «Magnifica». Nello scenario di Palazzo Chigi, ieri mattina è stata presentata la prima auto della De Tomaso, la luxury car che sarà in parte realizzata a Livorno. La macchina di Rossignolo, quella che doveva essere un bluff e invece è un siluro grigio-metalizzato di 5 metri e 5 centimetri piazzato nel centro del cortile, davanti a un Gianni Letta ammirato. L’auto che Gian Mario Rossignolo bramava da trent’anni e che i 150 ex-operai della Delphi aspettano per tornare a lavorare dopo cinque anni di cassa integrazione. Eccolo, il bolide targato Livorno. E, come tutte le cose belle, è più bella dal vivo. Ma molto più bella. Schiacciata sullo schermo o nelle foto la Slc De Tomaso sembra una qualsiasi coreana ma quando l’hai accanto la sensazione è quasi da Maserati. «Ma non voglio paragoni: è un pezzo unico» protesta Rossignolo. Accompagnato dai figli Gianluca ed Edoardo, ha presentato al sottosegretario della presidenza del consiglio Gianni Letta il primo modello dell’auto che sarà lanciata al salone di Ginevra (in programma dal 3 al 13 marzo). Poi si è concesso a giornalisti, fotografi e cameramen, nella sala stampa di Palazzo Chigi, davanti allo stesso fondale del Tiepolo che accompagna le conferenze stampa del presidente del Consiglio. Grava un’aria pesante da fine impero su Palazzo Chigi ma Letta è una sfinge eternamente sorridente. E se non vi fosse stata la sventura giudiziaria, c’è da scommettere che anche Berlusconi in persona avrebbe voluto presenziare a questo piccolo miracolo italiano. Equipaggiata con un motore a otto cilindri a benzina, ha 550 cavalli di potenza, quattro ruote motrici, grinta da vendere. Ma non sono le prestazioni il punto forte della De Tomaso Slc. Piuttosto gli interni, veramente eleganti. Se è il dettaglio che rivela la bellezza, eccolo nelle cuciture a mano: le sellerie, grigio scuro, sono fatte artigianalmente da sellai che Rossignolo si vanta di aver scovato nelle loro botteghe. L’abitacolo è bello e il bagagliaio ampio, «le mazze da golf ci stanno alla grande» scherza. D’altronde l’anno scorso aveva descritto così la sua auto: «la macchina per andare a giocare a golf e poi alla Scala». Certo, perchè non è un’auto per tutte le tasche. Il prezzo è importante, in linea con quella delle auto della stessa fascia: 100mila euro. Il nome è segreto, «lo sveleremo a Ginevra». E al salone saranno rivelate anche le specifiche tecniche della macchina. Per ora si sa che avrà tre tipi di motorizzazione: oltre agli 8 cilindri, ci sarà un 6 cilindri a benzina (300 cavalli) e un 6 cilindri diesel sovralimentato (250 cavalli). Peserà 250 chili in meno delle concorrenti, grazie all’impiego dell’alluminio al posto dell’acciaio. «E’ il nostro piccolo grande segreto» gigioneggia Rossignolo davanti ai giornalisti. Scettici dapprima e poi curiosi di sapere come farà a stare in piedi la baracca con sole 3000 auto vendute all’anno. «Sembra una cosa stravagante, ma non lo è - spiega l’anziano condottiero - Abbiamo brevettato una tecnologia, chiamata Univis, che non richiede investimenti robusti, grandi cifre che possono essere ammortizzate solo con grandi volumi di vendita. Per fare un’auto col metodo classico, servono 320 stampi, per la nostra ne bastano 33, con un abbattimento di costi decisivo. Ragione per cui è sufficiente un investimento di 45 milioni per una vettura, contro i 300-400 che richiede una macchina tradizionale». Ecco perchè, molti, considerano Rossignolo l’anti-Marchionne. A Rossignolo bastano 3000 macchine l’anno mentre Marchionne sostiene che per sopravvivere bisogna produrne 6 milioni l’anno. Rossignolo mette la sede legale a Livorno (zona Picchianti) e Marchionne minaccia di portarla a Detroit. E se il padrone della Fiat lascia Termini Imerese, chi arriva a rimpiazzarlo? Proprio Rossignolo, che è tra le sette società prescelte per insediarsi nello stabilimento siciliano (vuole costruirci le city car per fare concorrenza alla Mini). «Marchionne è come quel gruppo tessile torinese che faceva abiti per tutti, il Gft, e io sono Armani. Lui produce per tutti, io per pochi. Due mestieri diversi». Ora, sarà un caso: ma anche la nuova Cinquecento fu battezzata nel cortile di Palazzo Chigi, all’inizio del new deal targato Montezemolo. Rossignolo non aspira a tanto, però viene da quel mondo e un pensierino in fondo ce lo fa. L’atteso annuncio per i 150 operai ex Delphi. I primi modelli in vendita in autunno Sbloccati i soldi per i corsi L’Europa dà l’ok. «A giugno si parte con la produzione» CRI.ME. ROMA. «L’Unione Europea ha sbloccato i fondi per la formazione professionale, me lo ha appena detto il senatore Ghigo, a cui l’ha riferito il ministro del welfare Sacconi. Questo significa che potremo partire subito con i corsi di formazione per il personale, sia per quello di Livorno che per quello di Torino». Fortuita coincidenza o studiata scelta di tempo? Poco importa, perchè l’annuncio fatto ieri mattina da Gian Mario Rossignolo a Palazzo Chigi è di quelli che fanno svoltare la vicenda. Doppia festa, ieri, a Roma. Il successo dell’anteprima della macchina con Letta si accompagna con il via libera di Bruxelles, che arriva come una liberazione per 1050 lavoratori in cassa integrazione. «Fermo restando che, per natura, sono abituato a credere quando vedo i soldi - commenta Gian Mario Rossignolo - sono molto soddisfatto di questa novità. Possiamo partire con la produzione a giugno e con le vendita in settembre». La questione è nota. Il progetto De Tomaso è legato alla riconversione del personale: 900 ex-dipendenti Pininfarina e 150 ex-dipendenti Delphi, tutti riassunti dalla De Tomaso. Gli operai dovranno sostenere corsi di formazione teorici e pratici, che devono essere finanziati. Ma le normative europee vietano finanziamenti pubblici diretti alle aziende, configurandoli come aiuti di Stato lesivi della concorrenza. Per ottenere la liberatoria al finanziamento statale (di circa 7-8 milioni di euro), si è dovuta istruire una pratica alla Commissionme Europea tanto lunga quanto incerta nell’esito. In attesa del verdetto di Bruxelles, per consentire di iniziare i corsi di formazione, la De Tomaso ha partecipato a un bando della Regione Toscana per contributi alla riconversione produttiva. La risposta della Regione è attesa per i prossimi giorni, ma se arriva l’ok di Bruxelles, tanto meglio: sarà importante ma non decisiva. L’assessore regionale al lavoro Gianfranco Simoncini si è impegnato a venire a Livorno il 24 febbraio per comunicare l’inizio dei corsi di formazione, «altrimenti - avverte Enrico Pedini, sindacalista Fiom - andremo noi a Firenze con i pulmann». Ecco, annuncia Rossignolo durante la conferenza stampa a Palazzo Chigi, «se tutto è come mi ha detto Ghigo, partiremo subito con i corsi. Abbiamo già ricevuto ordini per 1450 vetture, ordini impegnativi, con lettera di credito, provenienti soprattutto da Germania, Olanda, Belgio e Svizzero. Il nostro punto di pareggio è 1500 vetture l’anno e ancora non abbiamo fatto saloni». A Ginevra (dal 3 al 13 febbraio) si potranno saggiare le potenzialità della luxury car Made in Livorno. COME SARA’ LA FABBRICA Qui la parte meccanica e la spedizione, il resto a Torino ROMA. Tutta la parte meccanica della nuova vettura De Tomaso sarà realizzato a Livorno, nello stabilimento ex-Brovedani di via Francia (Guasticce) dove lavoreranno i 150 ex operai Delphi. I componenti arriveranno via mare e qui saranno assemblati. Il telaio sarà poi trasportato a Torino dove, nello stabilimento ex Pininfarina di Grugliasco, sarà eseguita la fase carrozzeria e quella degli arredi interni. Le macchine saranno poi rispedite a Livorno per l’imbarco e l’esportazione. I corsi di formazione teorici interesseranno tutti i 150 ex dipendenti della Delphi, mentre quelli pratici inizialmente solo la metà. Dodici lavoratori livornesi “tutor” sono già stati formati con uno stage nello stabilimento di Grugliasco. Un salotto su quattro ruote e un bagagliaio extralarge Gli interni, il design, la comodità: sono alcuni dei punti forti della Slc De Tomaso. In attesa della presentazione tecnica dell’automobile, che sarà fatta al Salone dell’Auto di Ginevra (3-13 marzo), ecco alcuni dettagli su cui è caduto l’occhio nell’anteprima di Palazzo Chigi. I sedili in pelle, cuciti a mano, sono tra le cose più belle dell’abitacolo. Buono lo spazio alla guida, comoda la seduta e l’ingresso nell’abitacolo - l’auto è più alta rispetto a un normale crossover - ampio il bagagliaio, discreta la visuale. I motori sono acquistati da un fornitore (probabilmente americano) che sarà reso noto solo a Ginevra. Le motorizzazioni previste sono tre: un V8 benzina da 550 cavalli, un V6 benzina da 300 cavalli e un diesel sovralimentati V6 da 250 cavalli. Trazione integrale. Linee morbide della macchina, disegnata dagli addetti dello stabilimento Pininfarina di Grugliasco.
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