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angeloben

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  1. Non ricordavo di averla mai vista: molto interessante! A vederla così sembra una proposta assolutamente concreta e fattibile. Se davvero era il 1970, un "Sì" poteva portarla alla vendita in un paio d'anni, anticipando o comunque inserendosi tra la Fiat X1/9 e la Lancia Beta Spider. Però, per quanto le targa-spider siano state una formula d'immagine a cavallo tra gli anni '60 e '70, fu comunque una nicchia di mercato super-ristretta, e chissà quanto spazio avrebbe potuto farsi questa Alfa nella competizione con le colleghe italiane e le altre, poche, straniere (Matra M530 e Porsche 914, e volendo poi anche le trasformazioni tipo Kadett Aero e BMW E21 Baur, che però erano 4 posti). Sullo stile: Guardando al periodo del prototipo, qualcosa mi ha riportato a Volkswagen K70, nelle linee tese e in certi spigoli direi. Poi ci vedo richiami, immagino voluti, a Montreal per il frontale e per l'accenno di cornice della portiera che risale verso il montante. Oltre chiaramente ai fari posteriori che vedremo simili su Alfetta GT e Alfasud Sprint. Non so se voleva essere una battuta, ma in tutta onestà non ci vedo la benché minima somiglianza (al di là del fatto ovvio che hanno entrambe carrozzeria spider-targa...)
  2. Caso interessante, l'ispirazione alla prima serie (la S30 del 1969-78) a me è sembrata ancor più evidente nel modello di produzione che nel concept. Forse il colore, o il materiale fotografico più realistico, chissà, però così mi son saltate subito all'occhio tutte le somiglianze. La gobba sul cofano, il cofano a punta, il taglio dei fari anteriori, la griglia rettangolare, lo spoilerore inferiore davanti... ...e lo spoiler dietro. Insieme al taglio dei finestrini, del passaruota posteriore, della coda in generale: Anche la fascia posteriore scura che ingloba i fari... Per non parlare dell'interno, dove tra l'altro noto un curioso contrasto di tecnologia attuale e cose tradizionali. Vedi ad esempio gli strumenti supplementari circolari analogici sopra la console ispirati all'originale e poi gli schermoni nel cruscotto e in console. Oppure il cambio super-automatico dalla forma che non so definire* e accanto la tradizionalissima leva del freno a mano... * A proposito, ma la "Z Proto" non aveva il cambio manuale?
  3. E fortuna avevo anticipato che era difficile... subito ho avuto la riprova! Bastava risalire ancora di un anno, e cambiare gruppo automobilistico... Con il Model Year 1958, ecco i fari divisi sul portellone delle Station Wagon a marchio Ford. Questo è il modello Ford Del Rio Ranch Wagon, uno dei sempre meno popolari modelli 2 porte che in un lustro sarebbero scomparsi. Del tutto simili le altre station della gamma Ford, cioè le Ranch Wagon (2 o 4 porte), le Country Sedan (6 o 9 passeggeri) e la Country Squire (9 passeggeri, con le classiche pannellature in legno). E come per le Chevrolet del '59 ricordate sopra, tutta la serie Ford full-size del 1958 aveva delle luci posteriori simili alle wagon anche sui modelli con la coda. Ma la cosa interessante è che nel caso di queste Ford, i fari erano effettivamente estesi sul cofano bagagli anche delle sedan, che scendeva piuttosto in basso. Questa la Ford Custom 300 Fordor (4-door), di nuovo simile a tutte le sorelle Fairlane. Ma non è tutto qui. Sempre MY 1958, sempre gruppo Ford. Fu l'anno del lancio del nuovo (fallimentare...) marchio Edsel, che presentò le sue berline Ranger, Pacer (nella foto qui sotto), Corsair e Citation con una soluzione più raffinata di gruppi ottici divisi sul cofano bagagli, con una reale continuità delle luci: E chissà se è finita qui...
  4. Ritiriamo su anche SEAT in queste discussioni, con un po' di materiale nuovo... su roba ormai vecchia! Ma forse non si può neanche dir così, visto che non è mai nata... Tempo addietro si era visto questo abor... ehm... questo prototipo di Cordoba cabriolet. L'aspetto interessante è che le SEAT cabriolet derivate da Ibiza (e Cordoba) sembrano un curioso caso di [MAI NATE] seriali... Nelle foto sopra si vede ovviamente anche la cabrio derivata dalla prima serie anni '80, ma quello che non sapevamo è che per arrivare a quel capolavoro derivato da Cordoba facelift '96, erano già passati dalla [MAI NATA] pre-nascita! E sempre di questa serie di Ibiza (la 6K del 1993), sempre in quelle foto sopra di Cordoba Cabrio, si intravedeva tra l'altro un altro modello curioso, che qui propongo in grande: Si capisce che si tratta solo di un allestimento, ma è pur sempre un caso di [MAI NATE]. La denominazione (Souleiado) ci rivela che sarebbe rientrata nel novero delle versioni speciali "firmate" da qualche marchio extra-automobilistico, in questo caso l'omonima azienda francese di tessuti provenzali, ma sotto le decorazioni mi pare sostanzialmente una riproposizione in salsa spagnola (o provenzale?) dei coevi allestimenti Arlequin delle Golf e Polo del periodo. Andando indietro nel tempo, sempre sul modello centrale della gamma SEAT, l'Ibiza, ci sono delle interessanti evoluzioni che non credo abbiano mai superato neppure la fase di proposta... La ASTESA, un'azienda spagnola di assistenza tecnica che evidentemente desiderava espandersi nelle soluzioni ingegneristiche, doveva aver proposto a SEAT dei modelli derivati da Ibiza originale, concretamente valutabili sulla base di questi modelli in scala, entrambi asimmetrici. Un modello 3 volumi classico, sia a 2 che 4 porte: E la versione Station Wagon Onestamente roba molto "scolastica", paragonabile comunque a quanto proponevano concorrenti come Uno/Duna o Corsa TR. Un'altra Station Wagon SEAT mai nata, ma che forse sarebbe stata più appetibile vista la categoria, fu la Malaga, di cui però esistono solo queste immagini decisamente poco chiare... Ultima [MAI NATA] di questo messaggio: se qualcuno era curioso di sapere cosa sarebbe venuto fuori facendo accoppiare una Ritmo e una Ford Escort '80... ecco la SEAT Ronda Sport (1982)!
  5. Finiture nere di vario tipo caratterizzano da tempo gli allestimenti più sportivi di molte auto, anche moderne. Il dettaglio della fascia nera tra fari posteriori e targa, visto qualche messaggio sopra, ha però due "fratelli" molto vicini nel tempo e nel concetto. Il primo mi pare un po' più raro e specifico, una sorta di estensione della stessa idea applicata però un po' più in basso, cioè la fascia nera all'interno di un paraurti cromato più ampio del solito (per i tempi...). Fascione che non ha funzione protettiva, ma principalmente estetica, essendo rientrato rispetto alla cornice cromata. Esempio può essere quello di Alfa Romeo Montreal (1970) Ma anche Renault 15 e 17 (1971) Sì, questi di Renault sono pure zigrinati, che è stato un altro assurdo argomento di discussione... Però questa Renault 17 (o 177 in Italia per le note ragioni scaramantiche) introduce il secondo caso "fratello": i portelloni verniciati parzialmente in nero. Dal momento in cui si sono cominciati a diffondere i portelloni, è comparso anche questo dettaglio su qualche sportiva. L'effetto è quello di allargare il "vuoto" della superficie vetrata del lunotto, verniciandone in nero anche la cornice o parte di essa. E' divenuto piuttosto popolare quando poi si sono diffuse le piccole sportive due volumi (ormai note col termine inglese hot hatch). I casi sono vari, tutti a cavallo tra anni Settanta e Ottanta. Dalla capostipite Volkswagen Golf GTI del 1976 già ricordata da @Gabri Magnussen E di cui agevolo foto: Alla sorellina Polo in alcune rarissime versioni sportive Poi le rivali di Golf: Ford Escort XR3i (1980)... ...e Opel Kadett GTE (1983) Anche qui la sorellina Opel Corsa SR (1982) e per Ford, la Fiesta S del 1984 Nello stesso segmento ecco anche Austin Metro MG (sia aspirata che Turbo come questa) Citroen Visa Chrono (1982) Ancora nel 1988, la SEAT Ibiza SXi Qualcuno ha usato la stessa soluzione anche senza intenti sportivi, per esempio Talbot Horizon per la versione speciale Sherlock del 1984 e anche la stessa Renault (poco dopo la R17 da cui abbiamo cominciato), con la R30 (1975): Uguale poi anche nella sorella più popolare, la R20 presentata poco dopo, esclusa però la versione base "L", che non aveva diritto a tanta raffinatezza! Tutto questo escludendo il caso unico di Autobianchi Y10 (ovviamente già ricordato agli esordi di questa discussione, da @Renault), dove tutto il portellone era nero e per ragioni estetiche diverse. Poi ci sarebbero la verniciatura nera della zona bassa della carrozzeria (tipo la Corsa SR o la Metro MG viste sopra) e chissà quante altre cose...
  6. Difficile trovare certezze quando si risale tanto indietro nel tempo su dettagli così specifici... ...ma ancora prima di questi bei modelli citati sopra, i fari estesi sul bagagliaio si videro sempre su Chevrolet Station Wagon, con il Model Year 1959, che per le station wagons prevedeva 4 modelli, dal più semplice al più costoso: Brookwood, Parkwood, Kingswood e Nomad (qui sotto). Si tratta della serie delle "pinne ad ala", con i nuovi gruppi ottici definiti a "occhi di gatto" e che solo sulla station wagon erano in effetti divisi sul portellone, perché sulle berline della stessa serie, il coperchio del bagagliaio non scendeva fino ai fari.
  7. La rara Ferrari 365 GTC4 mi offre lo spunto per parlare di un nuovo argomento. Foto a colori e angolazione diversa consentono di apprezzare anche meglio un dettaglio puramente estetico tipicamente anni Settanta: la fascia attorno alla targa e ai fari posteriori verniciata di nero * E' un dettaglio che mi piace per la sua semplicità un po' artigianale e per un'idea ancora un po' rustica di sportività, in cui basta qualche dettaglio nero per "fare sportivo"... Non so, ma forse questo dettaglio vorrebbe richiamare l'effetto delle griglie di aerazione delle sportive a motore posteriore? Nel caso di questa Ferrari, è interessante notare che questo elemento è stato mantenuto anche nella erede/evoluzione, la quasi omonima 365 GT4 (e poi le ulteriori evoluzioni 400 e 412). Anche alla concorrenza inglese non dispiaceva: Jaguar XJ-S del 1975 Comunque i modelli che mi sono venuti in mente sono vari, sebbene la grande maggioranza provenga dai due marchi di proprietà americana (ai tempi...) operativi in Europa: Ford e Opel. In genere si trattava di una finitura esclusiva di alcuni allestimenti più sportivi/superiori. Da Ford Capri I (prima versione 1969) incluso il facelift del 1972: ...alla sua concorrente Opel Manta (allestimento GT/E) anche nella seconda serie, sempre per l'allestimento GT/E: Ma anche la più piccola Opel Kadett C coupé (1973) E la sua rivale, la Ford Escort (2a serie del 1975) per l'allestimento RS 2000 Era evidentemente una moda e ecco anche le sportiveggianti Audi 80 GT (e GTE, che aveva anche il cofano nero!) del 1974 Non solo Europa. Anche in Giappone la cosa ebbe un certo seguito, e per qualche curioso motivo i giapponesi sembravano preferire una tonalità più "grigio canna di fucile" (e forse adottando talvolta pannelli aggiuntivi anziché verniciando su carrozzeria): Nissan, già nel 1968 con la Laurel Coupé (serie C30) Poi nel 1970 con la coupé Fairlady Z (e tutta la serie delle "Z" S30) [OFF TOPIC] Se qualcuno ha notato una somiglianza dei fari posteriori con un componente "italiano" stra-riutilizzato negli anni '70... be', sì, possiamo dire che non erano sempre i giapponesi a copiare in quel periodo! [fine OT] Ecco anche la versione 2+2 introdotta nel 1974. Foto che mi fa sospettare, dal giallo che spunta dai fori dietro la targa, che anziché una verniciatura diretta sulla carrozzeria, in questo caso Nissan utilizzasse un pannello indipendente, non so se di metallo o meno... Sempre Nissan, o meglio Datsun 180B SSS coupé (sostanzialmente appartenente alla serie 610 del 1971 della Bluebird). Ma ovviamente anche la concorrente Toyota: Toyota Corona Mark II coupé del 1972 Anche sulla coeva versione Station Wagon: Di nuovo, sembra che fossero più pannelli applicati che verniciature vere e proprie. Ancora: Toyota (Toyopet) Corona 2000GT (1973) Anche nel facelift 1977: E chissà quante altre... Dicevo che il suo periodo di maggior diffusione furono gli anni '70, ma qualche propaggine di questo fenomeno si registrò ancora negli anni '80, sebbene ad opera di un solo marchio che evidentemente ci si era affezionato: Opel. Ecco quindi, ancora nel 1981, su Opel Ascona C, per l'allestimento sportiveggiante SR E poi per qualche motivo anche sulla versione lussuosa CD (in realtà in una tonalità diversa, non nera, bensì sul marrone scuro): Poi ancora Opel Kadett GSi (1984) dove mi pare fosse utilizzato un adesivo nero, come infine, forse l'ultimo caso ancora nel 1988, la Opel Corsa GSi Ma andando indetro nel tempo e volendo dare il giusto riconoscimento ai maestri di questa idea, ecco a voi gli esemplari più illustri: ZAGATO! Alfa Romeo Giulia TZ (1964) ...e due sue reinterpretazioni moderne: Alfa Romeo TZ3 Corsa (2010) e la successiva Alfa Romeo TZ3 Stradale (2011) *P.S. Giusto per chiarezza, non mi riferisco a semplici portatarga neri o bande in plastica nera per unire i fari, poi divenuti più comuni negli anni '80 e anche in seguito.
  8. Nella sfortunata fase finale della vita di Saab, molti hanno visto come un controsenso la chiusura del marchio nonostante l'immagine in netta ripresa grazie al nuovo corso estetico lanciato da vari concept, che si concretizzò nel 2009 con l'ultima 95. Sappiamo che di questa berlinona sono state costruite in pochissimi anni più di 11000 unità; niente male per le condizioni in cui versava il marchio, a conferma che era piaciuta. E' noto pure che la sua variante station wagon, la Sport Combi presentata nel 2011, è sostanzialmente una "mai nata", prodotta in poche decine di esemplari pre-serie, mai ufficialmente omologate o messe in vendita dalla rete ufficiale. E per questo curiosamente oggetto di interesse estremo da parte di collezionisti e amanti del marchio, che hanno affrontato mille peripezie per poterle effettivamente comprare e mettere in strada... Ancor più rara e sconosciuta, esiste un'altra versione [MAI NATA] di questa 95, forse un esemplare unico: SAAB 95 X, allestimento off-road con protezioni su paraurti, passaruota ecc ecc, dall'effetto piuttosto riuscito direi. Potenzialmente, una seria concorrente delle varie Volvo Cross Country, Audi Allroad, etc N.B. Mi scuso con il forum, ma ho scoperto tempo dopo che questa auto è in effetti il frutto di un lavoro di personalizzazione di un appassionato, tale Oskar Persson, come riportato nel sito saabblog.net e altrove. Infine, autentico oggetto mai nato nella storia di 95, ecco spuntare una maquette della sua fase di sviluppo. Le differenze con modello finale sono varie, ma le idee erano chiare. Non ha mai rischiato di essere brutta questa macchina!
  9. Questa della cintura nella portiera è rara davvero... ...ma no, Ford B-Max non ha le cinture nella portiera. Le ha invece così, integrate nei sedili anteriori: E in effetti questo la avvicina comunque ad altre supercar del periodo di Nissan 300ZX: Mercedes-Benz SL R129... o BMW serie 8 E31... Restando tra le supercar, ricordate l'argomento qui sotto? Tentando di risalire alle origini dell'idea, ero arrivato fino al 1972, con l'Alfetta. Ma poi ho trovato questa, del 1971: Una Ferrari, facile, ma quale? Be', per me una sconosciuta finora, ma leggendo su di lei vien fuori che è una delle poche Ferrari di serie misconosciute dal grande pubblico, schiacciata tra la popolarità della sorella a 2 posti, la Daytona, e la successiva campionessa delle linee tese e spigolose anni Settanta di Pininfarina, la 365 GT4 (poi 400/412...). Ecco, all'interno sembra essere lei una delle prime proposte di strumentazioni a blocchi, una soluzione considerata tanto moderna che questo cruscotto venne manutenuto - quasi inalterato nei lunghi anni - dalle sue eredi. Ma per gli ignorantelli come me, eccola anche fuori: Ferrari 365 GTC4 (1971)
  10. Ciao, solo per specificare che non parlavo "semplicemente" del montante A nero, ma della combinazione che descrivevo così: In sostanza questo dettaglio evidenziato qui ...appartenente ad Alfa Romeo 4C (giusto per non scordare di citare Alfa ogni volta che ci è possibile...) Il Doblò semplicemente applica una pellicola nera sul montante, per dare effetto continuità, ma il finestrino in realtà non crea quello spigolo che dicevo. Diverso ancora il concetto di Alfa SZ o di Honda NSX (e di tante altre...), dove il montante è sì verniciato di nero, ma costituisce parte di una forma completamente diversa, formando un classico arco, anziché dare quell'effetto di stacco del tetto che è proprio il punto chiave di questa soluzione. Lancia Stratos HF invece potrebbe essere in effetti il prototipo (in senso letterale) di quest'idea: grande spunto! Le conoscenze degli autopareristi sono infinite.
  11. In questo topic, forse anche per una mia inclinazione, facciamo spesso riferimento a dettagli di modelli del passato più o meno recente. Oggi potremmo recuperare un po' di attualità, parlando ancora del montante A, quello del parabrezza. Esiste infatti una soluzione attorno al design di questo elemento, che è un tratto estetico piuttosto in voga negli ultimi anni e che forse è iniziato qui: Mini One (2000) E' il montante A in finitura nera e con il particolare dell'angolo superiore del finestrino anteriore a creare uno spigolo netto con il montante A. Qui su Mini nasceva per due scopi: accentuare la discontinuità del tetto rispetto al resto della carrozzeria, per ricordare la storica antenata, ma anche dare un moderno "effetto tutto vetro" e continuità al livello della vetratura. A partire da qui, negli ultimi venti anni si sono moltiplicati i modelli che hanno replicato questa idea, seppur con lievi differenze da caso a caso. Mini ha mantenuto questo dettaglio caratteristico su tutte le serie fino ad ora, e tra i casi più vicini a Mini potremmo vedere quello di Suzuki Swift (2004), che certamente non nascondeva l'ispirazione: Ed è rimasta nelle serie successive fino ad ora: Suzuki Swift 2010 Suzuki Swift 2017 Vicina a questa si può vedere anche la seguente coppia di modelli Skoda: Skoda Roomster (2006) Skoda Fabia (2007) Sembrava tra l'altro che questo effetto dovesse diventare un tratto caratteristico dello stile Saab del decennio aperto da questa: Saab 9-5 (2009) Anche l'ultimo modello della marca aveva infatti questo stile, come tutti i concept Saab del nuovo millennio Saab 9-4 X (2011) Qui si entra nel mondo SUV, che è l'altro ambito di grande successo di questa soluzione estetica. Gli esempi sono molti e anche molto attuali, sicuramente non intendo elencarli tutti. Tra l'altro per i SUV si deve considerare che la tendenza potrebbe avere delle ispirazioni più ampie rispetto all'idea lanciata da Mini. Infatti si potrebbe vedere questo dettaglio come un tratto "storico" di un marchio guida del settore: Land Rover. Range Rover può essere un modello di riferimento: Discovery ha seguito lo stesso stile fin dal primo modello (1989) E in tutte le serie successive (2004) 2017 In sostanza la maggioranza dei modelli Land/Range Rover hanno questo stile, inclusi Velar o Evoque ...ma anche l'ultimo Defender: In realtà, su questa nuova Defender, il montante in nero è riservato a questa versione commerciale, le altre lo hanno colorato. Un qualcosa di simile a quanto visto anche su Toyota FJ Cruiser (2006) Altri SUV: Kia Soul (dal 2010 in poi) Kia Seltos Hyundai Venue Ssangyong Tivoli Ma anche alcune sportive hanno proposto questa idea, ad esempio ancora con Hyundai: Huyndai Veloster Ma anche supercars! Nissan GT-R (2007) O anche l'attuale Toyota Supra (2020) E tiratura limitatissime come le Aston Martin V12 Zagato Vanquish Zagato
  12. Sulla scia del messaggio di @Auditore sul montante C con gli sfoghi per l'aria, vorrei aprire un nuovo filone sempre a proposito dei montanti. Un dettaglio che mi è sempre piaciuto è infatti il montante A, quello del parabrezza, completamente cromato o comunque con finitura metallica, a staccare dal colore del resto della carrozzeria. Era una cosa scontata nelle spider del passato, quando il vetro era una parte sostanzialmente autonoma rispetto alla carrozzeria e le cornici era normale fossero in metallo cromato. Ma senza andare alla preistoria, ancora persisteva in epoca "moderna" con spider di impostazione classica come le inglesi: O anche la nostra classica Alfa Romeo Duetto, così alle origini e fino al termine produzione dell'ultima evoluzione. Ma ad esempio anche la Fiat 124 Sport spider originale Nella sua riedizione recente, è stato disponibile anche il parabrezza con cornice satinata, come dettaglio per avvicinarsi ancora un po' all'estetica dell'antenata. Un dettaglio simile a quanto proposto già da altre spider moderne. Ad esempio la Opel Speedster (e la sorella Vauxhall VX220) presentata nel 1999 e imparentata con la coeva Lotus Elise: E poi anche la successiva famiglia di spider General Motors che la sostituì: Pontiac Solstice, 2005 e la sorella Opel GT (2006, con i suoi rebadge Saturn Sky in Nord America e Daewoo G2X in Corea del Sud) Non solo spider 2 posti secchi però... A memoria mia (sempre smentita...) quest'idea è stata riportata in auge tra le auto moderne da Audi. Quando al Salone di Francoforte del 1989 presentò il concept Cabrio-Studie, una classica cabriolet 4 posti basata sulla Audi Coupé del periodo, uno dei tratti estetici salienti fu proprio il parabrezza con questa cornice satinata, mantenuto inalterato anche nel modello andato in produzione nel 1991. Da quel momento e fino ad oggi tutte le successive cabriolet (ma non le spider) Audi hanno mantenuto questo dettaglio caratteristico. Ad esempio la A5 cabriolet attuale, ma vale anche per la A3 e per le vecchie A4. Più curioso ancora è il caso delle carrozzerie chiuse. Qui infatti la soluzione è meno ovvia e gli esempi sembrano più rari. Oggi forse assenti... E anche quelli del passato sembrano raggruppare una famigliuola di automobili già note per le loro caratteristiche originali e innovative: Eccone un carrellata: Citroen DS Jaguar E-type La sua sostituta Jaguar XJ-S Sempre in Inghilterra, la Rover P5 E la successiva Rover P6 E infine una tedesca che tentò la rivoluzione... e non finì benissimo: NSU Ro 80 Avevo dimenticato un'italiana, anch'essa degna di questo consesso di automobili, la Lancia Flaminia
  13. Come una pubblicità può dire molto delle mutazioni industriali e sociali avvenute nel tempo. Sostanzialmente essere un documento di Storia. In una pubblicità inglese, di un marchio inglese (oggi di proprietà indiana...), non un generico riferimento alle sportive italiane, bensì proprio alla loro città d'origine, e non una (la solita nota Modena...) ma due! 45 anni fa, anche TORINO era una città considerata riferimento internazionale per sportive di alto rango. Quindi si può presumere Lancia (nel '75 aveva a listino Montecarlo, Stratos, ma anche la elegante 2000 Coupé e le varie Beta...), ma anche Fiat con la sua grande e bella 130 coupé, la più diretta concorrente di questa Jaguar. Uscita da poco di produzione, anche Fiat Dino era certamente un ricordo fresco... E curiosamente nessun riferimento a Milano... e neppure a Monaco di Baviera.
  14. ...dal [Mai nate] Ford, atterro qua con un collegamento alle versioni aperte di Opel Kadett C, quella degli anni Settanta per intendersi. Di là parlavo della versione Aero, la targa-cabrio lanciata da Opel nel 1976 e costruita dal carrozziere tedesco Baur, lo stesso delle prime cabrio su base BMW serie 3. Il successo della prima Golf cabrio non doveva aver fatto dormire sonni tranquilli alla filiale europea di GM, perché questo non fu l'unico tentativo di Opel per una versione scoperta di Kadett C. Da quanto è conservato nel museo Opel a Russelsheim, si evince che esplorarono anche una soluzione tutta aperta, una vera e propria cabriolet, basata sul corpo vettura della versione due volumi, la City. Una realizzazione chiaramente molto approssimativa, con tutta l'apparenza di essere un semplice "taglio" della carrozzeria, mantenendo gli sportelli originali con le loro cornici e persino il portellone con il profilo "troncato" del lunotto ben in evidenza... Probabilmente fu una mossa tardiva, la nuova Kadett D era ormai prossima e questa cabrio non superò neppure questo stadio da "carrozziere fai-da-te". Ci volle la Kadett E per portare Opel al successo nel mondo delle scoperte.
  15. Sierra, quando uscì, fece il medesimo effetto anche a me bambino. E ritengo che per il pubblico in generale abbia avuto un impatto notevole a livello estetico. Ma col senno di poi, la definirei una "falsa moderna"... E' un discorso che ricordo aver affrontato già in qualche altra discussione, a occhio c'era @PaoloGTC di mezzo... La linea era certamente innovativa, nel trattamento delle superfici ma soprattutto nel frontale. Anzi, dei frontali, ché si è perso il conto di quanti ne poteva avere... Ma dietro la facciata, in realtà era molto più conservatrice di quello che sembrava. Pareva disegnata per l'aerodinamica, ma a conti fatti (per quello che valgono i numerini dichiarati) aveva un Cx di 0.34, interessante, ma lontano dal vero salto che fece la famosa Audi 100 presentata 6 mesi prima. Tanto per dire, aveva ancora i gocciolatoi sul tetto a vista. La linea due volumi e mezzo dava aria di novità, ma era solo la riproposizione in grande (e senza spigoli) della sorellina Escort del 1980. Per non parlare della meccanica: quando tutti i costruttori generalisti stavano passando alla trazione anteriore, solo Ford negli anni Ottanta tirò fuori una media ancora a trazione posteriore. Pure i motori non brillavano certo per novità. Poi a mio avviso invecchiò presto. Il primo restyling fu un'operazione sicuramente riuscita dal punto di vista commerciale, ma al di là dell'averla "banalizzata", per me era ormai troppo antiquata. E la tirarono anche troppo a lungo. L'arrivo di Mondeo mi parve più che benvenuto, un autentico salto generazionale. Tra l'altro la Mondeo versione 5 porte (che inizialmente - e con molte pretese - chiamavano Coupé) a me piacque davvero. Tornando a Sierra Targa però, mi viene da associarla a una possibile risposta di Ford al successo - di immagine, perché i numeri furono limitatissimi: meno di 2000 - di questa qui: Ford Europa e Opel si sono sempre inseguite a vicenda, in un continuo botta e risposta. Questa Opel Kadett C Aero, pur costruita dalla carrozzeria Baur, era ufficialmente nella gamma Opel. Ci sta che Ford volesse tentare un approccio simile in un segmento più alto, forse ritenuto ancor più remunerativo, soprattutto associandolo alle linee modernissime di Sierra. Ma evidentemente qualcuno disse di no, e forse ci aveva visto giusto. Gli anni Ottanta non furono il decennio più florido per coupé e cabrio in Europa. E qui lascio per passare sul topic [Mai nate] Opel...
  16. Un bel particolare questo di BMW... ...che tra l'altro mi ricorda da vicino e potrebbe essere stato fonte di ispirazione di quest'altro riportato tempo fa (che ovviamente ha tutt'altra funzione): Per i tergivetri, incredibile... i giappi sono davvero fissati, è verissimo. Ad esempio sono stati tra i più accaniti utilizzatori di tergilunotti su automobili a tre volumi, siano esse berline o coupé. I tergilunotti interni di Flaminia erano già stati ricordati alcuni mesi fa da @Vegatrux:
  17. Ford Sierra è una di quelle macchine che ancora hanno avuto una moltitudine di varianti di carrozzeria, come era un po' uso tra gli anni Sessanta e gli anni Ottanta. Ricordiamo i tre corpi vettura principali: - due volumi - station wagon - tre volumi La due volumi, a sua volta, era disponibile nelle due tipiche configurazioni - 5 porte - 3 porte E della 3 porte, caso più unico che raro, esistevano due varianti: - a due luci laterali - a tre luci laterali Bene, chi ricorda tutto ciò , ricorderà anche che quest'ultima versione, la due volumi 3 porte a tre luci laterali, era però esclusiva della sola versione sportiva XR4. Ma ecco spuntare da qualche archivio desecretato queste foto, a suggerire che Ford l'aveva a suo tempo valutata anche per gli allestimenti standard... Maquette curiosa perché si tratta di un modello asimmetrico (dal lato opposto è una 5 porte!) e perché riporta ancora il nome "Taunus" con il vecchio carattere, che proprio con Sierra venne abbandonato per quello tipico Ford anni '80. Sempre piaciuta la "tre luci" e preferita alla versione standard a due luci, che per qulche ragione usavano anche sulla ancora più sportiva RS Cosworth. Ancor più intrigante, però, sarebbe stata una ulteriore variante, che purtroppo non ha mai visto la luce. Tra l'altro pareva allacciarsi esteticamente proprio alla 3 porte a tre luci, per l'andamento dei finestrini e del montante/rollbar, e forse non era un caso che fosse stata "pensata" con lo stesso allestimento estetico della XR4, nonostante la scritta Ghia in coda: Sierra TARGA Interessante la asimmetria della coda, per provare la soluzione coi fari orizzontali standard, o con quelli più compatti, simili (ma non uguali) a quelli poi usati sulla station wagon. Le foto sono datate, 13 luglio 1982, di un paio di mesi prima della presentazione mondiale di Sierra (avvenuta a Settembre); e sembrano provenire da una presentazione avvenuta presso la casa madre in Stati Uniti ("US-SHOW"...) nonostante la targa indichi la provenienza dalla sede di Colonia. Evidentemente non passò l'esame dei vertici americani .
  18. Oggi, tanto per cambiare... tergicristalli ! Ricominciamo dai francesi, sempre campioni di originalità, ed ecco a voi anche i tergicristalli che a riposo restavano uno su e uno giù, ed era voluto, davvero: Simca Aronde 9 (1955) Un modo diverso di divergere rispetto a quello che aveva sconvolto @savio.79 sul suo avvistamento di Alpine GTA: Appurato che non erano rotti , ma voluti così da Alpine fin dal precedente modello A310, abbiamo poi visto che si erano normalizzati sulla successiva A610, ma non sugli esemplari con guida a destra... Comunque, questa curiosa disposizione dei tergi l'avevamo già notata anche su modelli di un altro marchio francese del passato, Panhard: Per quanto rara, non è però un'esclusiva dei pazzi cugini d'oltralpe. Nei lontani primi anni Cinquanta, anche gli italiani... e che italiani! Nei numerosi allestimenti di Ferrari 250, molti dei quali sostanzialmente unici, vari adottano questa disposizione divergente dei tergicristalli. Questa è ad esempio la Ferrari 250 Europa GT coupé Pinin Farina (chassis 0407GT), esemplare unico del 1955, in foto dell'epoca: Che oggi si presenta così: E qui gli occhi più attenti avranno forse visto un particolare... che fa di questo esemplare un campione di questa discussione: il tergilunotto doppio ! Ieri... e oggi: In sostanza l'anticipazione di quelli che abbiamo già visto su Flaminia o certe station wagon Toyota. Non vi basta? Allora ecco che Ferrari ci offre un'altra combinazione unica: tergicristalli divergenti a riposo & tergi triplo!!! Ferrari 250 Sport (1952), altro esemplare unico, stavolta da competizione: E visto che siamo rientrati nei tergicristalli tripli, torniamo in Francia, sempre da Panhard. Vi ricordate forse un messaggio di @3volumi3 che per la disposizione a tre posti anteriori con guida centrale citava un modello straordinario, la Panhard&Levassor Dynamic del 1936. In quelle foto non si notava bene, ma anche questa aveva 3 tergi (uno per passeggero?) Tra i tergicristalli tripli però, è d'uopo ricordare quelli di un'altra campionessa di follie: Vector W8 (e W2), con i suoi tergi a due bracci e tre spazzole, uno su e uno giù ! Siamo arrivati in America, restiamoci per finire allora con l'ennesima curiosità. Ricordate i primi tergicristalli nascosti sulle Pontiac del 1967; ecco, passa un anno ed è già tempo di allinearsi per altri marchi della galassia GM. La nuova Chevrolet Corvette C3 (1968) aggiunge questo sofisticato movimento della palpebra, per assicurare a riposo una copertura più aerodinamica: Sarà finita qui? Spero di sì, è tempo di cambiare argomenti...
  19. Non mi pare che queste foto fossero ancora uscite in questa discussione. Si trovano facilmente in rete, ma le varie fonti non sono univoche riguardo al periodo di questa proposta Italdesign per Volkswagen Scirocco. Limitandosi a quelle strettamente ufficiali, il sito Italdesign indica il 1974, quindi una proposta scartata per la prima Scirocco presentata in quell'anno. Chiaro, se così fosse il modello sarebbe di almeno un paio di anni prima. Il museo Volkswagen invece dice 1977... e si parla di aziende ormai dello stesso gruppo! In questo caso parlano chiaramente di proposta per la seconda serie della Scirocco. A me pare più plausibile, sebbene in caso fossero andati avanti con questo stile, davvero sarebbe stato imbarazzante il confronto con Lancia Delta, che sarebbe stata presentata nel 1979. Oltre allo stile generale, anche i dettagli ricordano da vicinissimo la Delta, vedi maniglie, cromature, persino il profilo alettato dietro al finestrino posteriore della vista lato passseggero (è un modello asimmetrico, anche se con poche differenze). Esiste(va?) anche quest'altra versione di questa proposta, con diverso frontale e vetro posteriore di andamento più simile a quello di Scirocco reale.
  20. Perdonatemi, ormai mi ci sono intrippato... e continuo imperterrito sul tema tergi...laqualunque ! Ripartiamo dai tergifari, di cui era stata ricordata mesi fa un'elegante soluzione su Mercedes d'antan Pochi messaggi fa invece, ho riportato due casi "estremi": Normali tergifari li abbiamo visti un po' dappertutto, e sono stati una moda terribilmente anni Ottanta, sebbene la loro - breve- storia commerciale risalga al decennio precedente. Li introdusse Saab sulla 99 nel 1970. E funzionavano così: E' cosa abbastanza ovvia che siano stati proposti e utilizzati per la prima volta da un marchio svedese, perché il principale beneficio è quello di rimuovere dai fari neve e fango, che là sono un problema serio. Volvo seguì subito dopo, ma fu il susseguente obbligo introdotto in Svezia nel 1972 di adottare sistemi di pulizia dei fari che costrinse tutti i costruttori europei a inventarsi qualcosa per restare in quel mercato, piccolo, ma ricco. Credo che sia stato poi il successo planetario di Saab e Volvo negli anni Ottanta che fece divenire i tergifari un accessorio di moda a prescindere dal clima... perché possiamo immaginare tutti l'utilità delle spazzoline in California o a Tokyo! Comunque, dicevo che tutti si erano dovuti inventare qualcosa. I più diffusi sono stati ovviamente i "mini" tergi con movimento classico (stile Volvo per intendersi) tipicamente adottati sui fari rettangolari. Anche Saab si riallineò presto su questa soluzione. Chi aveva fari tondi, aveva normalmente adottato sistemi simili, semplicemente con spazzole arcuate e flessibili, tipo quelli sopra di Mercedes. Ma qualcuno qui dirazzava: una normale spazzola in gomma infatti non era considerata degna per la cura delle lampade dell'auto più lussuosa del mondo, e quindi Rolls Royce decise che i suoi tergifari dovessero essere così: VERE spazzole, in crine di cavallo, per spolverare con la dovuta eleganza e morbidezza i vetri dei suoi fari. Prese di giro a parte, in realtà non credo che questi inglesi fossero poi così irrazionali... In effetti la spazzola in gomma garantisce aderenza e quindi la rimozione di tutte le gocce d'acqua da un vetro. Ma su un faro l'importante è rimuovere neve e fango, come si diceva, e quindi forse una spazzola così potrebbe anche essere altrettanto efficace. Ovviamente tralascio la questione manutenzione e durata, che però non dovrebbe costituire un problema per i possessori di una RR... La pulizia dei fari tondi rimaneva comunque una sfida tecnica. E anche altri usarono la fantasia. Sempre in Inghilterra, il gigante di componentistica automotive Lucas, proponeva questa soluzione a spazzole rotanti, montate su telaietto fisso diametrale. Qui le vedete sulla polacca FSO 125p Ma quando FSO tirò fuori la moderna Polonez, per i suoi fari sempre tondi il fornitore non era più Lucas, ma l'italiana Carello. E cosa ci inventammo noi? Da sempre maestri di bellezza e design automobilistico, forse colti si sorpresa dal regolamento svedese, ci arrangiammo così. E Carello, si sa, era fornitore di FIAT e non è che faceva differenza tra polacchi e italiani, perché questa fu anche la soluzione per le piccole italiane nella terre nordiche. Da quelle coi fari tondi come Autobianchi A112... ... a quelle persino coi fari rettangolari, come FIAT 126... ...o FIAT 127 Cavolo... quasi dimenticavo! ...c'era anche lei! Alfa Romeo Alfetta! (questo è per rispettare la regola: su Autopareri un post non è tale se non si cita Alfa almeno una volta...)
  21. Aggiungo altro materiale su applicazioni di componenti già citate in passato. Tra gli innumerevoli usi dei fari posteriori di Alfa Romeo 2000, c'è un caso piuttosto esotico che merita di essere ricordato. Bricklin SV-1 (1974) Proprio l'uso dei fari posteriori di Alfa Romeo 2000, abbastanza strano per un'auto di progettazione e produzione totalmente nordamericana, sono l'argomento di un aneddoto curioso: il motivo infatti sarebbe frutto della scelta del responsabile designer di usare le luci della sua auto personale, una De Tomaso Pantera! Poi le luci posteriori di Rover SD1, ricordate qui: Esprit (serie 2 e 3) non è stata l'unica ad utilizzarle, perché furono installate - ribaltate - anche su altri due modelli assai meno famosi: Lotus Elite, nel modello indicato internamente come "Type 83", cioè la seconda serie del 1980 del modello lanciato nel 1974 (qui c'è un caso intricato di denominazioni, perché esisteva già una Lotus Elite prodotta dal '57 al '63, per cui il modello del '74 viene spesso indicato come seconda serie o S2 o Mark 2...; e quindi la Type 83 è la seconda serie della seconda serie...; curiosamente, avendo adottato il motore da 2.2 litri, è spesso indicata come S2.2) Nonché la sua sorella coupé Lotus Eclat (anche qui solo dalla seconda serie Type 84 del 1980, rappresentata nella foto dall'esemplare che fu di proprietà di Colin Chapman ) Infine anche nella sua evoluzione Excel del 1982 I fari con le scanalature erano una moda anni '70. Nel marasma degli incroci anglo-franco-americani tra Chrysler Rootes Simca PSA... questi fari di Simca 1307 citati qui: ...finirono anche nel restyling MATRA-SIMCA Bagheera del 1976 Infine, un'altra serie di sportive francesi ricche di carry-over: MVS Venturi. Già visti gli specchi di Citroen CX adottati su tutta la produzione, ma anche i fari posteriori presi da BMW serie 3 E21 sui modelli coupé iniziali. Poi nel 1994 sulla Venturi Atlantique 300 cambiarono i fari posteriori, adottando quelli di Ford Sierra 3 volumi fumé: Troppo complicato ricostruire invece tutti i componenti presi in "prestito" per l'allestimento interno, variati via via nel tempo e da esemplare a esemplare. Ma in generale si riconosce facilmente varia componentistica francese del periodo, sia Renault che PSA: dalle levette sul piantone ai comandi climatizzazione, dal posacenere alla pulsanteria varia, fino alle maniglie porta interne. Solo come esempio:
  22. Sì... e no! Cioè... dipende dove... Rapido excursus storico: a Dieppe, quando si misero a lavorare sull'evoluzione finale della loro supercar, pardon, super-voiture, evidentemente le vollero dare un'aria più internazionale, meno "tipicamente" francese. Allora si misero a sfrondare un po' quelle stranezze che la caratterizzavano in tal senso, e vollero smussare quel frontale appuntito ed eliminare i grandi fari carenati, ma via anche quella strana sistemazione dei tergicristalli. Si potrebbe addirittura pensare che, in un impeto europeista, a un certo punto si siano detti... dai, facciamola sembrare proprio una tedesca! Ed ecco le nuove luci integrate nel paraurti stile Porsche, ma anche un po' BMW 850 con quei larghi fari a scomparsa... Ma i francesi, si sa, non hanno mai amato tantissimo i vicini d'oltremanica. E se possono far loro qualche torto, probabilmente non fanno niente per evitarlo, anzi. E forse è per questo che... guardate bene la foto sopra! Be', sì, è proprio così... ...le A610 con guida a destra hanno sempre i tergicristalli con l'assurda disposizione a movimento convergente! In realtà ne ignoro il motivo*, ma mi piace pensare che sia un dispetto fatto agli inglesi per continuare ad imporre loro qualche assurdità tipicamente francese. Del resto quelli di Alpine avevano forse il dente avvelenato con il Regno Unito anche per un altra ragione, certamente più seria. Mai, infatti, avevano potuto utilizzare il loro nome in UK, perché in quel mercato Alpine era un nome commerciale di proprietà di Sunbeam. Quindi i loro modelli si erano sempre dovuti presentare sotto il marchio Renault, al massimo apponendo dove possibile il tipico marchio della "A" inclinata. Ma anche dallo stemma originale della marca, in UK doveva essere rimossa la piccola scritta intera Alpine. Visto che ci siamo, a questo punto ricorderei anche il grande vetro posteriore di Alpine A310 (1971), da aggiungere alla serie dei "lunotti piegati". * Immagino qualche impedimento di montaggio dei nuovi tergi paralleli sulla configurazione RHD, o forse qualche specificità di omologazione in UK? L'altra stranezza ad esempio sono i retrovisori esterni che in UK rimanevano quelli - secondo me più belli - della precedente GTA, in luogo dei nuovi derivati da R19.
  23. Piccolo post dedicato a un piccolo costruttore. Che alla fine però qualche numero lo ha fatto... Legato ad Opel fin dalle origini, le sue realizzazioni con reale seguito produttivo potrebbero essere considerate delle tedesche rivestite in stile italiano. E come le fuoriserie italiane coeve, anche queste riprendevano le luci posteriori da altre sportive italiane, però di serie e decisamente più popolari. Bitter CD (1973) con i fari di Fiat 124 Sport Coupé 1a serie AC 1967, che a questo punto abbiamo visto già anche su Lamborghini Espada, Iso Lele e Iso Fidia. La sua erede, Bitter SC, in tutte e tre le configurazioni di carrozzeria: Bitter SC coupé (1979) Bitter SC cabrio (1981) Bitter SC sedan (1984) Tutte con i faretti dietro di FIAT X1/9, anche questi già citati indietro per l'uso su Lotus Esprit, Lancia 037, Lancia Montecarlo.
  24. Continuando con le grandi sportive italiane del passato, riporto altri casi di condivisione di luci posteriori, viste con frequenza decisamente minore rispetto a quelle dei miei ultimi post. Avevo terminato l'altro post con la De Tomaso Longchamp e i suoi fari ripresi da Ford Granada (davanti) e Alfa 2000 (dietro). Ecco, quando De Tomaso rilevò Maserati, sappiamo che partì proprio dalla Longchamp per creare la "sua" prima Maserati. Era la Maserati Kyalami, presentata nel 1976, prima Maserati sviluppata totalmente nell'era post-Citroën e senza collaborazione o legami tecnici con i francesi. Curiosamente, però, un solo particolare, ben riconoscibile, sembrava ricondurre anche Kyalami al precedente proprietario: i fari posteriori della grande coupé Citroën SM, peraltro appena messa fuori produzione... Con un salto agli inizi del decennio precedente, un'altra coupé Maserati usava luci posteriori prese in prestito da un'altra GT. Maserati Mistral (1963)... ...con le luci della ISO Rivolta GT 300 presentata l'anno prima (1962) Infine, per tornare a De Tomaso, l'ultima versione del suo modello più longevo, passò dalle ormai abusate luci di Alfa 2000 ad un raro caso di carry over delle luci di Alfa 33 (da me sempre amate, sia nella versione originale a frecce arancioni che in questa successiva grigio-rosso). De Tomaso Pantera Si (1991)
  25. Riporto in auge il tema dei tergicristalli e dei loro cugini tergifari, di cui abbiamo parlato altre volte. Conosciamo - e si sono visti in questa discussione - i tergicristalli monobraccio, quelli a pantografo, quelli che si nascondono lungo il montante e altri con posizioni un po' estemporanee... Ovviamente nessuno ha portato esempi di tergicristalli a scomparsa, che ormai sono una cosa cui neppure facciamo caso. Ma pensandoci bene, quand'è che i tergicristalli sono ...spariti? Ecco, oggi è una banalità, ma nel 1966... Sì, mezzo secolo fa, quando General Motors deteneva quasi il 50% del mercato USA e girava l'adagio "As GM Goes, So Goes the Nation", gli ingegneri GM si inventarono pure questa, e la proposero come la novità tecnica del MY 1967 di un marchio che oggi neppure esiste più. La cosa che fa riflettere è che oggi tutti la pensiamo come soluzione aerodinamica. A quei tempi, no. L'aerodinamica era l'ultimo degli interessi dei clienti (e quindi dei progettisti) americani. Il marketing la pubblicizzava come novità ...e basta. Senza una finalità o funzione particolare. Gli yankee erano così, bastava fosse qualcosa di nuovo. Al massimo nelle pubblicità più verbose scrivevano che erano "meno soggetti al ghiaccio e al congelamento". Ed era la pubblicità di una convertibile. Mah... Comunque l'accento era prevalentemente sulla pulizia estetica. Lo stesso MY, ad esempio, vedeva sulla Grand Prix anche i fari nascosti e, sul modello coupé, anche l'eliminazione dei deflettori sui finestrini anteriori. Comunque, per fare un po' di storia, nell'autunno del 1966 Pontiac presenta il MY 1967 della sua gamma. Quattro dei suoi modelli full-size si distinguono per questa prima mondiale dei tergicristalli nascosti: Catalina, Executive, Bonneville, Grand Prix I tergi sono nascosti sotto il labbro del cofano, con le spazzole che - solo a riposo - scendono sotto la base del vetro, fino alla fascia metallica. Da chi nasconde le spazzole a chi invece sfoggia addirittura il tergicristallo triplo ! Il caso più famoso è probabilmente quello della Jaguar E-type (1961) E' così nelle prime due serie, cioè fino al 1971, quando con la terza serie furono adottate due spazzole più ampie. In tutte le serie però, rimase la collocazione "inversa" dei tergi, con la posizione di riposo in basso dal lato del guidatore, per muoversi in alto verso il passeggero.* Cioè all'inverso di come avviene normalmente nelle auto odierne. * Ho parlato di lato guida/passeggero apposta, e non destra/sinistra, perché tutto viene ribaltato per la configurazione guida a destra o sinistra. Questa soluzione ovviamente nasceva per garantire una pulizia adeguata per un parabrezza così basso e largo. E fu il motivo della medesima soluzione vista su altre due spider inglesi degli anni Settanta. Erano due modelli MG che nascevano con due classici tergicristalli, ma le cui versioni destinate agli USA avevano invece tre spazzole, per assicurare proprio la copertura minima richiesta dalle regole di omologazione locali. MGB roadster, sui modelli per gli USA dal 1969 MG Midget, sui modelli per gli USA dal 1967 (MY1968) Si deve saltare ai primi anni Ottanta e cambiare radicalmente tipo di mezzo, per ritrovare un altro tergi triplo. Toyota Land Cruiser serie 40 LX (1981) Il tergi triplo fu introdotto in alcuni mercati chiave (RHD, Australia in particolare) nel 1981, con l'allestimento LX. Diversi anni dopo, qualcuno in Toyota si ricordò di questo dettaglio e lo volle riproporre tra i vari richiami alla quella Serie 40 cui si ispirava questo simpatico fuoristrada fun-cool-retrò (OK... ) Toyota FJ Cruiser (2006-2017) Nato chiaramente per stupire e divertirsi, è un mezzo che attira la mia simpatia proprio perché annovera un certo numero di stranezze e curiosità... Se ne possono indicare tante, a partire ovviamente dallo stile esterno con l'elemento di spicco delle porte ad armadio senza montante centrale. Nei dettagli, otre ai tergi tripli, ci sono quei faretti sui retrovisori esterni e all'interno meritano la menzione l'inserto in plancia e nelle portiere in colore coordinato con la carrozzeria, un po' come la bella plancia di Fiat Coupé già ricordata tempo fa, ma soprattutto le enormi alette parasole (giusto per allacciarsi ad altro argomento già discusso...) dedicate ai lunghi finestrini anteriori ! Ma se queste citate sono già vetture di nicchia... che dire infine di questa sotto? Infatti, si deve tornare qualche anno indietro e spulciare nelle vere rarità per trovare un'altra auto con tergicristallo triplo: Maserati Quattroporte II (1974) Una meteora a dir poco, una "quasi-mai-nata" con una produzione totale di ben ...13 esemplari. Meriterebbe un topic dedicato per una discussione generale sull'auto, la sua genesi, le sue caratteristiche, le sue vicende produttive, commerciali e poi collezionistiche. [MODE thread Scelte strategiche gruppo Stellatis ON] Ha detto Tavares che il lavoro di Stellantis riprenderà da dove lo avevano lasciato 45 anni fa! Tremate... [MODE thread Scelte strategiche gruppo Stellatis OFF] I tergicristalli, be'... forse avrete notato che non sono le uniche spazzole curiose di questa Quattroporte... ma avete visto i tergifari ?!?!? Le spazzole dei tergifari sono più lunghe del tergicristallo della Panda! E visto che siamo entrati nel tema, chiudo con un'accoppiata che non ho mai visto altrove, un classico caso di ipersofisticazione ingegneristica giapponese: i fari a scomparsa + spazzola tergifari di Nissan Silvia/Gazelle coupé (serie S12, 1983)
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