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MarcoGT

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  1. Capisco che si voglia preservare l'esclusività del mezzo e del marchio, ma a mio parare come linea è un po' troppo pesante: ripeto, magari sarà la tinta e live potrebbe fare un effetto diverso. Se non in plastica grezza (forse ho sbagliato termine), almeno di colore scuro. ☏ iPhone ☏
  2. Nel complesso non male, ma pensavo in qualche cosa di più, detto onestamente. Bello il frontale e la coda mentre la fiancata mi sembra un po' troppo pesante: la tinta chiara, poi, non aiuta di certo in questo senso. Mi auguro che prevedano la possibilità di avere gli inserti sui paraurti, i fascioni laterali e i codolini passaruota in plastica grezza: sarà un po' meno elegante, ma certamente la lineare sarà più snella, imho. ☏ iPhone ☏
  3. Lincoln Town Car '88: Ecco poi un paio di Lincoln, sempre basate sulla Town Car, molto più recenti e caratteristiche, in quanto utilizzate per i funerali di due grandi stelle della musica. La prima autofunebre è quella utilizzata per le esequie di Michael Jackson, mentre la seconda per quelle di Whitney Houston. Ambedue sono del tipo "landau", ovvero con rivestimento in vinile per il tetto e parte della finitura esterna del vano feretro: nei casi di specie è presente anche un vetro, ma in taluni casi la copertura è integrale. Sono ambedue, con tutta probabilità, carrozzate Heritage e presentano una caratteristica tipica statunitense (ma non solo) per questo genere di mezzi, ovvero il portellone posteriore con apertura laterale. ☏ iPhone ☏
  4. Confermo. Quando in famiglia comprammo la Polo ci chiesero se volessimo o meno le targhette identificative posteriori, nello specifico il nome del modello e l'indicazione della cilindrata. Ci spiegarono che tali targhette venivano montate direttamente in fabbrica o, in altri casi, dall'importatore. Credo comunque che, all'atto dell'acquisto, un po' tutte le case diano la possibilità o meno di avere o meno le targhette. ☏ iPhone ☏
  5. Riflessione giusta e, imho, interessante. Ora come ora, sempre più spesso (per plurime motivazioni) targhette identificative e similari non sono più presenti come fino a qualche anno fa. Onestamente terrei solo quelle con il nome della vettura, ma dipende dai gusti personali. Trovo giusto che in sede di acquisto si abbia la possibilità di scegliere se montare o meno sulla propria vettura scritte identificative e similari. Ricordo che qualche anno fa ci fu un periodo in cui dalle mie parti vedevo circolare moltissime auto a cui era stato applicato, evidentemente perché di moda (e senza alcuna pertinenza oggettiva, molto spesso) l'adesivo gommato 16V: Mi resto talmente impresso che, per un periodo, desiderai applicarlo anche alla Twingo di famiglia, benché del tutto ignaro di ciò che la sigla stava ad indicare...[emoji28] ☏ iPhone ☏ Anche queste due, decisamente con più primavere sulle spalle, si difendono bene... ☏ iPhone ☏
  6. A vederla così ho qualche riserva sulla nuova calandra: a non convincermi sono i contorni che sembrano troppo spessi e la trama con effetto tridimensionale. Dalle foto, il nuovo frontale non mi sembra armonico col resto del corpo vettura, ma magari dal vivo cambia l'impatto. ☏ iPhone ☏
  7. Io ho girato un po' tutta l'Andalusia, oltre a un paio di giorni a Minorca. In molte zone di campagna ricordo anche io le Marbella e le Malaga, spesso e volentieri usate come veicoli da lavoro, mentre di 133 non ricordo di averne viste: in compenso, fino ai primi anni '00, ne girava una dalle mie parti di colore verde ma a marchio Fiat, certamente di importazione parallela. ☏ iPhone ☏
  8. La Renault 7 (nota anche come Siete, sette in lingua spagnola, come da targhetta identificativa della prima serie) ho avuto modo di vederla, in verità in diversi esemplari, circa sei anni fa durante una gita scolastica in Spagna: mi stupii molto del fatto che, nonostante fosse una vettura datata, fosse ancora discretamente diffusa anche se molto spesso come "mulo da soma". Rispetto alla Renault 5 da cui derivava aveva il motore 1.037 cc adattato specificatamente al mercato iberico, in modo tale da non superare i 1.040 cc, e non incorrere in una tassazione più salata. Per rendere più classica l'estetica, adottava paraurti metallici in luogo di quelli plastici della 5: anche la plancia aveva un disegno più tradizionale. ☏ iPhone ☏
  9. Vero, ma potrebbero avere una loro comodità in sede di carico/scarico del cofano dal vano feretro: credo che insieme ai meccanismi alzabara e scorribara offrano una certa praticità [emoji12][emoji16] ☏ iPhone ☏ Qualche altra trasformazione particolare: Opel Senator B, allestimento Rappold Volkswagen Jetta, probabilmente allestimento Bergadana Seat Malaga, allestimento Bergadana Mercedes 600, allestimento Pollmann: particolari le due portiere posteriori a battente, in luogo del tradizionale portellone ☏ iPhone ☏
  10. Autofunebri francesi, nello specifico: Citroen Xantia Renault 21 Renault 25 Peugeot 406 ☏ iPhone ☏
  11. Senz'altro meglio, ma non è che ci volesse poi molto, imho. Qualche sporadico esemplare, dalle mie parti si vede. ☏ iPhone ☏
  12. La trovo, complessivamente, equilibrata anche in assenza di particolari guizzi stilistici e con alcuni richiami (più o meno marcati) ad altre vetture dei marchi VAG. Visto che Seat dovrebbe rappresentare il brand dinamico del gruppo, avrei preferito che la versione di serie somigliasse di più alla 20v20 nel design, in particolare modo nella coda. A mio giudizio, la Ateca è il classico compitino eseguito bene, ma nulla più. Forse il fatto di non aver, mi venga passato il termine, "azzardato" troppo è imputabile alla volontà di offrire qualcosa in grado di soddisfare la più vasta fetta di pubblico, in modo tale da attirare l'attenzione su Seat e risollevarne le sorti. ☏ iPhone ☏
  13. Quoto in pieno e aggiungo che, alla maggior parte degli acquirenti non appassionati (e, anche un minimo, conoscitori di auto) non interessa nulla della TP. Tempo fa un mio collega di università, dovendo acquistare una vettura nuova, optò proprio per una Serie 1 118d ma solo "perché è una BMW" ed "è finita bene": su quest'ultimo punto si potrebbe dibattere parecchio, ma non è necessario. Un simile ragionamento, salvo eccezioni, credo che si possa applicare ad una buona fetta di acquirenti del modello. :#: iPhone :#:
  14. Concordo in pieno con chi mi ha preceduto nei commenti, ribadendo che per una vettura come la X-Trail sia necessaria una gamma motori più accattivante e con un diesel poi potente e adeguato ad una vettura non certo compatta e leggera in senso assoluto. Il 1.6 biturbo diesel di casa Renault sarebbe molto interessante, magari anche col cambio EDC a doppia frizione: ora come ora vi è solo il variazione continua X-Tronic. Non sarebbe male vedere anche in Europa la versione ibrida, già presente da tempo in Giappone. :#: iPhone :#:
  15. Q3 e nuova Q7 non mi piacciono per nulla, mentre trovo molto piacevole (nonostante sia praticamente a fine carriera) la Q5, a mio parere la più riuscita della linea "Q" di Audi. Vedremo con la Q2 come andrà. :#: iPhone :#:
  16. Ecco qualche insolita autofunebre proveniente dal Sol Levante. Nissan President (HG50): Toyota Century: Toyota Land Cruiser J60: :#: iPhone :#:
  17. Rolls-Royce Silver Spirit allestimento Biemme e Rolls-Royce Silver Spirit trasformata autofunebre per il mercato nipponico, da un allestitore locale: la sua particolarità risiede nel fatto di avere due porte a battente (in luogo del classico portellone) e di essere allestita in modo da non consentire la visione del cofano, come uso e tradizione locale vogliono.
  18. La Simca è certamente una delle trasformazioni più particolari, specie vista l'impostazione meccanica. Le immagini fanno parte del mio archivio, in quanto ho una passione anche per questi mezzi "particolari" [emoji16] :#: iPhone :#:
  19. Un paio di carri molto insoliti: Talbot Solara e Dacia 1300. :#: iPhone :#:
  20. Siamo in due allora! In effetti la trasformazione della Sierra in autofunebre non è proprio, come dire, la "morte sua"... [emoji13] :#: iPhone :#:
  21. Opel Rekord allestimento Pilato e una interessante Ford Sierra trasformata da Pollmann. :#: iPhone :#:
  22. Credo che si tratti di una normale Mercedes trasformata ad autofunebre con i fari posteriori "presi in prestito" dalla Thema: spesso e volentieri si facevano operazioni simili. Dando uno sguardo anche alla targhetta mi sembrano caratteri Mercedes. La stessa cosa si faceva con alcune Volvo, 240/260 in particolare. La trasformazione direi sia Pilato. iPhone
  23. Si e no. In pratica è la Punto 310 per i mercati emergenti: il telaio è quello, leggermente modificato, della Punto di seconda generazione mentre l'estetica riprende gran parte dello stile della Grande Punto del 2005. Le differenze sono minime: linea degli spigoli superiori delle cornici porta, antenna radio posizionata anteriormente, serratura cofano baule esterna e grafiche fari posteriori leggermente diverse (la plastica per gli indicatori di direzioni è di colore giallo intenso) oltre che assetto rialzato e sospensioni rinforzate. Dentro invece, finiture e materiali sono molto più essenziali: la plancia è praticamente la stessa della Fiat Linea prima versione. Andrà a porsi alla base dell'offerta Fiat, appena sotto la Punto Evo, con una dotazione estetica e funzionale molto essenziale: ad esempio, tra gli altri, manca il tergilunotto. iPhone
  24. Senza ruota di scorta esterna e con le ottiche dei fari aggiornate è più gradevole e contemporanea, almeno nello stile. Adeguata al mercato cui è destinata, così come la Punto Pure rossa che si vede sullo sfondo, anch'essa mostrata in anteprima alla medesima kermesse. :#: iPhone :#:
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