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Akula

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  1. massa in ordine di marcia ? se fosse su quel peso non sarebbe male.
  2. A quanto ne so io: VW deve sborsare 4 miliardi di euro per Porsche che si tira oltre 10 miliardi di debito, adesso 1.6 per Suzuki, a quanto ammonta invece l'indebitamente del gruppo VW ?
  3. aspetto di vedere la versione "seria", se la faranno..
  4. Marchionne: settore da cambiare, rivedrei i siti Fiat. Serve una soluzione permanente ad Fiat-Chrysler. La 500 in Messico. 07 dicembre, 23:10 WASHINGTON - L'industria automobilistica europea ha bisogno di razionalizzazione: si tratta di un bisogno "non più negabile". Il problema della sovracapacità va affrontato e risolto "alla radice" e con "un'ottica comune" perché gli interventi unilaterali dei singoli governi rischiano di essere "pericolosi". E proprio in 'ottica di razionalizzazione della produzione, ''se dovessi" disegnare Fiat "non realizzerei mai gli impianti dove sono ora". A tracciare il quadro del settore automobilistico mondiale è l'amministratore delegato di Fiat e Chrysler, Sergio Marchionne, intervenendo al Peterson Institute for International Economics in qualità di co-presidente del Council for the United States and Italy, fondato nel 1983 da Gianni Agnelli e David Rockfeller. Facendo un parellelo fra gli Stati Uniti e l'Europa, Marchionne osserva come "la direzione imboccata dagli Usa è unica. Abbiamo assistito a un coraggioso cambiamento strutturale negli Stati Uniti con il governo, le società, i sindacati e le istituzioni finanziarie che hanno lavorato fianco a fianco per salvare l'industria automobilistica" osserva Marchionne, mettendo in evidenza come l'esperienza statunitense ha messo in luce "la straordinaria determinazione del governo e il profondo senso di responsabilità dimostrato da tutti gli attori coinvolti". "In Europa, sfortunatamente, il problema centrale della sovracapacità non è stato affrontato" con i singoli governi che, "ognuno per la sua strada", "hanno dato appoggio al settore" attraverso incentivi per stimolare la domanda e altre iniziative. Ma, "per loro natura", "questi interventi unilaterali sono pericolosi - avverte Marchionne -, perché mettono alcuni in una posizione di vantaggio mentre altri, quali Fiat, sono costretti a competere con le mani legate dietro la schiena". "Gli Stati membri" dell'Unione Europea "guardano all'interno dei loro confini e agiscono in modo unilaterale nel loro interesse più che guardare al'interesse delle collettività: guardano agli alberi ma non vedono la foresta" sottolinea nel corso del suo intervento, dal titolo 'Prospettive per l'industria automobilistica: dal Chapter 11 al Chapter 1', l'amministratore delegato di Chrysler e Fiat ammettendo di leggere "religiosamente il Financial Times ogni giorno". Con riferimenti al Machiavelli e alla cantante Tracy Chapman, Marchionne passa poi a parlare di Chrysler che "é e resterà un marchio americano" e che anche in ottobre ha raggiunto il break even. Ribadendo gli obiettivi illustrati nel piano industriale lo scorso 4 novembre, "il primo giorno della nuova Chrysler", l'ad annuncia che la Fiat 500 sarà prodotta in Messico mentre il motore negli Stati Uniti. Fra gli impegni Fiat e Chrysler "lavoro sette giorni su sette, 24 ore al giorno. Questo non può andare avanti per sempre" osserva Marchionne. A suo avviso Fiat e Chrysler hanno bisogno di una soluzione permanente per il ruolo di amministratore delegato e questo argomento va affrontato nei prossimi 24 mesi. "Non vi aspettate qualcosa a breve, dovranno passare almeno altri due Natali". Per quanto riguarda invece la questione delle emissioni di Co2, Marchionne senza entrare nel merito dei piani di rottamazione ha osservato come è necessario rinnovare il parco circolante e togliere dalla strada le auto più vecchie. (fonte: ansa.it)
  5. estic@zzi, descritto cosi' sembra un pirla 'sto marchionne, tutti i grandi pensatori si sono riuniti in questo forum eh! Porcp..ha ragione marchionne a fermarsi, hanno buttato un mucchio di soldi in alfa e i risultati non si sono visti, sono sempre in perdita', mi pare che devono ragionare bene su questo prima di sputt@nre altri soldi.
  6. Fiat/Sindacati, trattativa non è solo sui numeri. ROMA, 1 dicembre (Reuters) - Una ricognizione sullo stato dell'arte che non ha smosso il ministro per lo sviluppo economico, Claudio Scajola, né l'amministratore delegato di Fiat (FIA.MI: Quotazione) Sergio Marchionne. "Abbiamo fatto una verifca dei dati in nostro possesso", hanno detto all'unisono i due protagonisti della trattativa che da ieri e fino a ridosso di Natale (lo showdown è previsto per il 21/22 dicembre) dovranno cercare una soluzione al rebus della ristrutturazione del gruppo automobilistico torinese. Subito dopo, rispondendo alle domande dei giornalisti, i due protagonisti hanno ripreso le distanze. "Il piano non si cambia, con il 2011 lo stabilimento di Termini Imerese dovrà esere destinato ad altre produzioni", ha detto l'Ad di Fiat. La produzione di auto in Italia "deve aumentare fortemente", ha ribadito il ministro ripetendo quanto già detto ieri ai sindacati. Adesso e per le prossime settimane bisognerà cercare l'intesa su un piano industriale che riavvicini posizioni che oggi non paiono neanche raffrontabili. I sindacati ieri, parlando con i giornalisti, hanno detto che l'obbiettivo è quello di mantenere una capacità produttiva di 1,6 milioni di vetture all'anno, praticamente tutta quella esistente. Anche se durante la riunione, secondo quanto è stato riferito a Reuters, sono circolate cifre leggermente più basse. "Durante l'incontro con Scajola si è parlato, lo ha fatto anche un rappresentante della Fiom, di un raddoppio dell'attuale produzione, ovvero di 1,3 milioni di auto. Non si è trattato di una vera e propria richiesta, ma è una cifra che è stata fatta", hanno detto a Reuters due persone presenti alla riunione. Per parte sua Marchionne ai giornalisti che chiedevano se le indiscrezioni circa un target 2010 di 900.000 vetture costruite dal gruppo in Italia, ha risposto che "non è un numero astronomico", lasciando intendere che forse c'è qualche spazio di ulteriore miglioramento. I dati di novembre segnalano un calo della quota di mercato del gruppo dal 32,6% al 30,39% pur in un mercato in recupero sul drammatico novembre 2008. Vuoi per la congiuntura, vuoi forse per "quell'impegno che il gruppo vuole mettere nel Paese", come ha detto Marchionne parlando con i giornalisti, un filo forse per portare avanti la trattativa c'è. Del resto il top manager della Fiat va da tempo ripetendo che c'è bisogno di tagliare un 30% della capacità produttiva. Vero che lo ha sempre riferito alla situazione mondiale, ma è altrettanto vero che se si applicano quelle percentuali alla produzione in Italia del gruppo Fiat, si parla di passare da 1,6 a 1,12 milioni. Insomma, la distanza iniziale della trattativa sarebbe decisamente ridimensionata: dalle attuali 700.000 vetture che dividono Marchionne e i sindacati, a circa 200.000. Ma il problema non è solo numerico, come dimostrano alcuni fatti. Fiat sta utilizzando la ristrutturazione per tagliare i costi e anche avvicinarsi ai mercati, come lascia intendere la decisione di aprire uno stabilimento in Serbia da 200/300.000 auto in un momento di sovraccapacità. Insomma non si tratta solo di tagliare, ma di scegliere le collocazioni migliori. Di qui il niet più volte ripetuto nei confronti di Termini Imerese. E' un discorso analogo lo si fa in qualche modo anche all'interno delle organizzazioni dei lavoratori. Ieri i sindacalisti ricordavano che se Termini Imerese fosse trasformato in uno stabilimento per la produzione di componenti "soffrirebbero le aziende di componentistica che si sono sviluppate intorno alla produzione della Fiat". Ma non solo. Fra i rappresentanti dei lavoratori poi si aggira il timore di perdere le produzioni più prestigiose, quelle di alta gamma a vantaggio delle utilitarie. (fonte: Reuters Italia: martedì 1 dicembre 2009 19:50)
  7. "Niente più auto a Termini Imerese" Fiat: piano Italia condiviso da governo Le strategie industriali della Fiat in Italia saranno sicuramente discusse con il ministro Scajola prima di essere presentate al governo e sindacati il prossimo 21 o 22 dicembre. Ad assicurarlo è l'a.d. del gruppo Marchionne che parla così di piano condiviso. Ma su Termini Imerese il Lingotto non fa alcun passo indietro: "Dal 2011 non si faranno più auto, ma qualcosa di diverso che ancora non si sa", ha sottolineato il manager. Fiat "continuerà a fare quello che ha fatto per questo Paese e cercherà di fare il meglio con gli stabilimenti e le strutture che ha", ha proseguito Marchionne, spiegando di aver "confermato, nel corso dell'incontro con il ministro Claudio Scajola, "l'impegno di Fiat per il Paese". Ma, ha sottolineato a chiare lettere "il piano Fiat su Termini Imerese "non cambia". Il futuro dello stabilimento siciliano, ha spiegato ancora il manager, "farà parte della discussione del 21-22 dicembre", quando ci sarà l'incontro con il governo e le parti sociali sul piano industriale del Lingotto per l'Italia. A chi chiedeva se poteva rassicurare i lavoratori sul futuro, Marchionne ha risposto: "Non voglio aggravare la situazione. Noi siamo stati piuttosto chiari il 18 giugno, quando ci siamo visti con il ministro e le parti sociali. Dopo il 2011 non si farà più la produzione di vetture in Sicilia. E' un discorso che ha una base razionale, economica. Abbiamo condiviso i dati con il ministro, la nostra posizione non cambia, quello che può cambiare è lo sviluppo diverso dello stabilimento, cosa su cui lavoreremo con il ministro nel futuro". Scajola: "Incrementare produzione auto in Italia" Il confronto tra il ministero dello Sviluppo economico e l'amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, sul piano industriale per l'Italia "proseguirà nelle prossime settimane", ha detto Scajola, al termine dell'incontro con l'a.d. del Lingotto. "Abbiamo avuto con Marchionne un percorso per chiarire i dati del settore in nostro possesso e per continuare un percorso di dialogo tra Fiat e governo. Abbiamo deciso che, prima di presentare il piano industriale Fiat al presidente del Consiglio nei giorni immediatamente precedenti Natale, il confronto tra il ministero e Fiat proseguirà in modo intenso". Scajola ha infine ribadito che "i dati in nostro possesso ci dicono che possiamo incrementare la produzione auto in Italia in modo significativo soprattutto a fronte della situazione economica". fonte: TGCom
  8. ma cosa volete che dica scajola "la fiat e' un'azienda privata, puo' chiudere stabilimenti come e quando vuole" tornate sulla terra eh. Si tratta della fiat qui, non dell'aziendina sotto casa, inoltre leggete bene le dichiarazioni del ministro. ''un uso efficiente degli stabilimenti Fiat in Italia'' che vuol dire secondo voi ?
  9. Il contratto per CNH è chiaramente voluto dallo stato per aiutare l'azienda in difficoltà, ben venga comunque.
  10. Previsto un aumento produttivo di circa il 40%. A Mirafiori MiTo e il nuovo monovolume Panda a Pomigliano, salvi tutti gli impianti tranne Termini Imerese Fiat, ecco il piano per l'Italia, più auto prodotte: 900mila l'anno TORINO - Più automobili prodotte in Italia. Questa sarà l'offerta contenuta nel piano che tra un paio di settimane Sergio Marchionne presenterà ai sindacati. In cambio di che cosa? L'obiettivo dell'ad del Lingotto è quello di riequilibrare una realtà da lui definita "non più accettabile" e sintetizzata in queste cifre: nei cinque stabilimenti italiani dell'auto (Mirafiori, Cassino, Pomigliano, Melfi, Termini Imerese) con 21 mila 900 addetti quest'anno si produrranno 645 mila vetture (15-20 mila in più del 2008); nello stesso periodo, in Polonia, 5 mila 800 addetti produrranno 600 mila vetture e in Brasile 8 mila 700 addetti ne produrranno 700 mila. Avviato il piano di rilancio della Chrysler, Marchionne affronta dunque il "caso Italia", tentando di ridimensionare questo evidente squilibrio. Le indiscrezioni che circolano a Torino ipotizzano una rivoluzione che allarma i sindacati. Ecco perché. Termini Imerese. E', al momento, l'unica certezza. Il piano infatti prevede la fine della produzione automobilistica nel 2011 già annunciata da Marchionne. Da quel momento la nuova Y verrà trasferita in Polonia. Non c'è invece alcuna certezza sul futuro dei 1500 dipendenti della fabbrica siciliana. Il Lingotto ha sempre detto di essere in attesa di proposte da parte delle istituzioni. Pomigliano. Dagli stabilimenti polacchi verrebbe trasferita la produzione della nuova Panda che vale 270 mila vetture all'anno. Lo stabilimento campano perderebbe progressivamente le ben più pregiate produzioni dei modelli Alfa Romeo. E' certo infatti che l'erede della 159, la futura Alfa Milano dell'accordo Chrysler, verrà dirottata su Cassino. Cassino. Lo stabilimento laziale continuerà a produrre Croma, Bravo e Delta, alle quali si aggiungerà appunto il nuovo modello Alfa, forse apripista di altre vetture dello stesso marchio. Melfi. Non si prevedono cambiamenti: resta confermata infatti la vocazione di principale stabilimento italiano per le utilitarie come la Punto e le sue eredi. Torino. A Mirafiori l'unica certezza è la conferma dell'Alfa MiTo. Si avviano infatti ad esaurimento la Multipla e i due monovolumi di segmento B, Idea e Musa. Decisamente a fine corsa la Thesis. Multipla, Idea e Musa dovrebbero essere sostituite dal futuro monovolume oggi sotto la sigla di L1, un progetto di qualche anno fa che oggi potrebbe essere realizzato, insieme alla MiTo, su un'unica linea. L'erede della Thesis dovrebbe essere prodotta invece a Grugliasco, nello stabilimento Bertone acquisito da Fiat, dove arriverebbero anche le produzioni della Chrysler. La partnership potrebbe anche portare a una modifica dell'accordo con Psa per i monovolumi di segmento D, Ulisse e Phedra, che potrebbero essere sostituiti dalla nuova versione di Chrysler Voyager. Con questo piano la produzione italiana di Fiat passerebbe dagli attuali 600-650 mila a 850-900 mila pezzi all'anno con un incremento del 40 per cento, naturalmente "se il mercato ci assiste", come è sempre stato detto a Torino. Al tavolo con le parti sociali l'aumento della produzione italiana sarà certamente il punto di forza di Marchionne. Ma i sindacati temono che l'aumento quantitativo coincida con la marginalizzazione degli stabilimenti italiani nella geografia del gruppo. Cioè che indebolisca le prospettive di Pomigliano, non ne offra alcuna a Termini Imerese e modifichi il ruolo centrale di Mirafiori. "La scelta dell'America per l'auto elettrica" si chiede Giorgio Airaudo (Fiom) "si deve leggere come primo passo verso il trasferimento oltre oceano del baricentro del gruppo?". Si paventa una riduzione di peso di Pomigliano perché un conto è produrre un'Alfa, un altro la Panda: "Sul futuro dello stabilimento si respira un clima pesante", diceva nei giorni scorsi Giuseppe Terracciano (Fim). E il governo? Ancora giovedì Scajola rassicurava: "La Fiat non chiuderà stabilimenti in Italia". © La Repubblica.it » Homepage (14 novembre 2009)
  11. Chrysler investe per produrre motori Fiat nel Michigan. di Elysa Fazzino Passi avanti per la Fiat negli Usa: il gruppo Chrysler investirà 179 milioni di dollari in un impianto nel Michigan per produrre motori Fiat, una mossa intesa ad aiutare il produttore italiano ad aumentare la propria quota nell'azienda americana. Ne dà notizia il sito del Wall Street Journal. Chrysler spenderà il denaro nei prossimi cinque anni per costruire i motori Fiat a quattro cilindri, da un litro, nel proprio stabilimento di Dundee, secondo la Michigan Economic Development Corporation, un organismo pubblico per la promozione delle imprese. Per il progetto, lo stato ha concesso a Chrysler un credito fiscale pari a 4,6 milioni di dollari. Il programma, una collaborazione tra Chrysler e Fiat, prevede una produzione di 250mila motori all'anno. L'investimento fa parte dell'accordo raggiunto tra Chrysler e Fiat dopo che la casa statunitense aveva chiesto la bancarotta. La Fiat ha ottenuto una quota del 20% di Chrysler e ha un'opzione per continuare a rafforzare la propria quota dopo il raggiungimento di una serie di obiettivi legati al trasferimento di tecnologie alla casa americana e alla commercializzazione dei prodotti Chrysler fuori dal Nord America. Grazie all'investimento nell'impianto di Dundee, che occupa attualmente 207 persone, saranno creati 155 nuovi posti di lavoro. (fonte: ilsole24ore.com) 18 Nov.'09.
  12. I cavalli non sono tutto, resta il solito barcone da oltre 1400kg..
  13. dalle informazioni che risultavano sulla stampa il piano fiat prevedeva tagli da 9-10mila unita'.
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