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Drillerman

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Tutti i contenuti di Drillerman

  1. Suggerimento terra-terra (poi giuro che la smetto ): prova l'ultima impreza, quella a due volumi. E' oltre 4,4 metri, 262 di passo, molto alta e pesa quanto una A3. Eppure gira intorno alla serie precedente... Giulietta non deve nè vuole essere una WRC, ma un culo appena più leggerino e un pelo di carattere in più non guasterebbero; senza stravolgimenti di sorta.
  2. Da quando hanno buttato fuori gli ultimi modelli che ho provato. Saranno brutte e meno ricche, ma una ceed o una i30 col 1.6D sono degli ottimi elettrodomestici per andare da A a B. Il motore è ottimo, sono comode e spaziose, parche e costano molto meno. Una golf ti da un po' di più ma a quale prezzo? Rete di vendita e assistenza scandalosa, modello mai aggiornato, montato da scimmie ubriache e fancazziste, fama di pessima affidabilità. Basta? Dopo di questo subentrano i parametri "normali", quindi spazio, confort, consumi... Carattere non è uguale a dimensioni. Oh, comunque stiamo discutendo di pareri altrui, autoexpress in particolare, CarMagazine ne da un giudizio differente.
  3. Quoto in pieno, ed è quello che ora temo per giulietta: al di là della valutazione tecnica, filosofica e comunicativa, riusciranno a venderla senza calare le braghe? Intanto ieri ne ho vista una in autostrada e il primo mese è andato bene; speriamo che duri.
  4. Matteo te l'ho già detto: non sono mai stato alfista e non ho mai scritto che Alfa debba buttarsi su segmenti per lei invendibili. Bmw è in difficoltà con le vendite negli ultimi tempi, ma per il resto gode di ottima salute e non si è sputtanata per nulla. Che proponga veicoli che non ti piacciano non conta nulla e fa il paio con le pippe degli alfisti pro-75 (che era un vero cesso seppur con alcune prerogative interessanti). Io sostengo che sia sbagliato copiare le strategie altrui perchè ogni caso va sviluppato a parte e che imho Alfa ha già realizzato il suo downsizing.
  5. Va di più, consuma meno e costa poco. Quanto una coreana qualunque. Almeno è più bella. Ti sei dimenticato di riportare però che hanno criticato gli interni, lo sterzo e il manettino che anche in D la rende gratificante quanto... una golf. Intendiamoci: è solo un articolo e non la bibbia, però tra i potenziali acquirenti ha il suo peso. Impietoso è appunto la sintesi finali: un acquisto razionale, il più bilanciato, no passion. Per carità, il confronto è limitato alle tre vetture dell'articolo, 147 è di un'altra era.Imho hanno strocato l'astra, ma tra golf e giulietta non esce una netta preferenza e quello che mi perplime (!) è che non ci sia nemmeno una precisazione, del tipo: "vanno entrambe bene e come prestazioni/solidità si equivalgono, però da guidare una è divertente, l'altra è rassicurante". Come ho già scritto, magari le vendite ringrazieranno Aggiungo una postilla, perchè magari non è chiaro: oggi le vetture tendono ad assomigliarsi sempre di più, stanno diventando elettrodomestici. Ciò che critico è l'omologazione, non il fatto che finalmente un'alfa sia anche un acquisto ragionevole. Ricordo, estremizzando un po', che per chi cerca una vettura divertente una elise può essere l'acquisto ragionevole.
  6. Scusa ma non capisco la risposta; sono eoni che la componentistica è condivisa tra i costruttori, eppure le differenze sul mercato sono sotto gli occhi di tutti. Una cosa è certa: l'elica non è caduta nel fango come il biscione, così come VAG. L'unica un po' appannata è la stella mercedes, ma è ben lungi dall'essere sputtanata come alfa e lancia e ha una gamma talmente ricca e articolata da essere imparagonabile.
  7. Questa te l'appoggio ed è da qui che parte la mia critica. Sono i crucchi che hanno lanciato e perseguito la strada di modelli ipertrofici e tutti gli altri a seguire a rotta di collo. Ora che son finiti i soldi sono in braghe di tela. Adesso che il potere d'acquisto generale è drasticamente diminuito, devi inventarti strategie e modelli per affrontare un mercato completamente diverso rispetto al precedente. Se ti limiti ad adottare le soluzioni dei tuoi avversari non sposterai di una virgola i bilanciamenti delle forze in gioco. La crisi globale, che in realtà globale non è perchè metà del mondo è in espansione, rappresenta una opportunità immensa per il gruppozzo: il riposizionamento totale della gamma veicoli. Complementarità dei marchi generalisti per coprire da A a D/E ed espansione verso il basso di Maserati e americani.
  8. Se è per quello la GT non la faranno più; più down di così non si può... Si, ho esagerato, ma il succo è quello. Che la 370z venda una frazione di porsche è un fatto che identifica il target clienti. Io non sono qui per dire cosa è giusto o cosa è sbagliato, ma registro i fatti e ne traggo conseguenze. In questo caso tu hai dato un giudizio sugli acquirenti, sbagliatissimo se il tuo interesse è vendere un prodotto. Cos'è, la medaglia ha solo il lato che ci fa comodo? Porsche non è "i tedeschi", ma un marchio piuttosto particolare, nespà? E poi Alfa ha già fatto downsizing o sbaglio? La giulietta ha solo 4 cilindri e nulla sopra i 2000cc. Mai scritto questo, cerca nel forum, poi io non sono mai stato alfista quindi certe minchiate filosofeggianti non le ho mai pensate. Ribadisco: non ha senso adottare le stesse strategie se hai a disposizione marchi così diversi. Perchè IMHO se copi hai già perso in partenza. La pubblicità della golf in questo senso è perfetta: assomiglia ad una golf, suona come una golf... ma non è una golf. Il gruppo deve perseguire un risultato e non è detto che per ottenerlo si debbano percorrere le stesse identiche strade. Cerchino di proporre idee proprie ed originali: è un rischio, ma puoi anche sbancare.
  9. Confronto su autoexpress, dove giulietta MA viene provata assieme a golf tsi e astra sri. Alfa Romeo Giulietta vs Rivals | Car Group Tests | Car Reviews | Auto Express Il risultato è impietoso: scegliete l'alfa come acquisto razionale e non perchè vi accende la passione e la voglia di guidare. Bye Bye cuore sportivo. Magari le vendite ringrazieranno
  10. Scusami Matteo, ma anche se il concetto è il medesimo, le posizioni sono imparagonabili. Porsche è lusso e sportività; alfa è wannabe (come immagine) Cayman e boxster non hanno rivali come handling e come posizionamento di segmento; se calano un po' diventeranno come la TT; se cala l'alfa GT diventa come la Hyundai ai tempi della pony.
  11. E' ufficale: la nuova Panda si farà a Pomigliano. Ecco il testo della letterina di babbo nat, ehmm Marchionne: “A tutte le persone del Gruppo Fiat in Italia Scrivere una lettera è una di quelle cose che si fa raramente e solo con le persone alle quali si tiene veramente. Se ho deciso di farlo è perché la cosa che mi sta più a cuore in questo momento è potervi parlare apertamente, per condividere con voi alcuni pensieri e per fare chiarezza sulle tante voci che in questi ultimi mesi hanno visto voi e la Fiat al centro dell’attenzione. Non è la Fiat a scrivere questa lettera, non è quell’entità astratta che chiamiamo “azienda” e non è, come direbbe qualcuno, il “padrone”. Vi sto scrivendo prima di tutto come persona, con quel bagaglio di esperienze che la vita mi ha portato a fare. Sono nato in Italia ma, per ragioni familiari e per motivi di lavoro, ho vissuto all’estero la maggior parte dei miei anni e conosco bene la realtà che sta al di fuori del nostro Paese. Ed è questa conoscenza che sto cercando di mettere a disposizione della Fiat perché non resti isolata da quello che succede intorno. Vi scrivo da uomo che ha creduto e crede ancora fortemente che abbiamo la possibilità di costruire insieme, in Italia, qualcosa di grande, di migliore e di duraturo. Prendete questa lettera come il modo più diretto e più umano che conosco per dirvi come stanno realmente le cose. Ci troviamo in una situazione molto delicata, in cui dobbiamo decidere il nostro futuro. Si tratta di un futuro che riguarda noi tutti, come lavoratori e come persone, e che riguarda il nostro Paese, per il ruolo che vuole occupare a livello internazionale. Basta pensare a quanto è basso il livello degli investimenti stranieri in Italia, a quante imprese hanno chiuso negli ultimi anni e a quante altre hanno abbandonato il Paese per capire la gravità della situazione. Non nascondiamoci dietro il paravento della crisi. La crisi ha reso più evidente e, purtroppo, per molte famiglie, anche più drammatica la debolezza della struttura industriale italiana. La cosa peggiore di un sistema industriale, quando non è in grado di competere, è che alla fine sono i lavoratori a pagarne direttamente -e senza colpa- le conseguenze. Quello che noi abbiamo cercato di fare, e stiamo facendo, con il progetto “Fabbrica Italia” è invertire questa tendenza. I contenuti del piano li conoscete bene e prevedono di concentrare nel Paese grandi investimenti, di aumentare il numero di veicoli prodotti in Italia e di far crescere le esportazioni. Ma il vero obiettivo del progetto è colmare il divario competitivo che ci separa dagli altri Paesi e portare la Fiat ad un livello di efficienza indispensabile per garantire all’Italia una grande industria dell’auto e a tutti i nostri lavoratori un futuro più sicuro. Non ci sono alternative. La Fiat è una multinazionale che opera sui mercati di tutto il mondo. Se vogliamo che anche in Italia cresca, rafforzi le proprie radici e possa creare nuove opportunità di lavoro dobbiamo accettare la sfida e imparare a confrontarci con il resto del mondo. Le regole della competizione internazionale non le abbiamo scelte noi e nessuno di noi ha la possibilità di cambiarle, anche se non ci piacciono. L’unica cosa che possiamo scegliere è se stare dentro o fuori dal gioco. Non c’è nulla di eccezionale nelle richieste che stanno alla base della realizzazione di “Fabbrica Italia”. Abbiamo solo la necessità di garantire normali livelli di competitività ai nostri stabilimenti, creare normali condizioni operative per aumentare il loro utilizzo, avere la certezza di rispondere in tempi normali ai cambiamenti della domanda di mercato. Non c’è niente di straordinario nel voler aggiornare il sistema di gestione, per adeguarlo a quello che succede a livello mondiale. Eccezionale semmai -per un’azienda- è la scelta di compiere questo sforzo in Italia, rinunciando ai vantaggi sicuri che altri Paesi potrebbero offrire. Anche la proposta studiata per Pomigliano non ha nulla di rivoluzionario, se non l’idea di trasferire la produzione della futura Panda dalla Polonia in Italia. L’accordo che abbiamo raggiunto ha l’unico obiettivo di assicurare alla fabbrica di funzionare al meglio, eliminando una serie interminabile di anomalie che per anni hanno impedito una regolare attività lavorativa. Proprio oggi abbiamo annunciato che, insieme alle organizzazioni sindacali che hanno condiviso con noi il progetto, metteremo in pratica questo accordo. Insieme ci impegneremo perché si possa applicare pienamente, assicurando le migliori condizioni di governabilità dello stabilimento. So che la maggior parte di voi ha compreso e ha apprezzato l’impegno che abbiamo deciso di prendere. Credo, inoltre, che questo non sia il momento delle polemiche e non voglio certo alimentarle. Ma di fronte alle accuse che sono state mosse e che hanno messo in dubbio la natura e la serietà del progetto “Fabbrica Italia”, sento il dovere di difenderlo. Non abbiamo intenzione di toccare nessuno dei vostri diritti, non stiamo violando alcuna legge o tantomeno, come ho sentito dire, addirittura la Costituzione Italiana. Non mi sembra neppure vero di essere costretto a chiarire una cosa del genere. È una delle piu’ grandi assurdità che si possa sostenere. Quello che stiamo facendo, semmai, è compiere ogni sforzo possibile per tutelare il lavoro, proprio quel lavoro su cui è fondata la Repubblica Italiana. L’altra cosa che mi ha lasciato incredulo è la presunta contrapposizione tra azienda e lavoratori, tra “padroni” e operai, di cui ho sentito parlare spesso in questi mesi. Chiunque si sia mai trovato a gestire un’organizzazione sa bene che la forza di quell’organizzazione non arriva da nessuna altra parte se non dalle persone che ci lavorano. Voi lo avete dimostrato nel modo più evidente, grazie al lavoro fatto in tutti questi anni, trasformando la Fiat, che nel 2004 era sull’orlo del fallimento, in un’azienda che si è guadagnata il rispetto e la stima sui principali mercati internazionali. Quando, come adesso, si tratta di costruire insieme il futuro che vogliamo, non può esistere nessuna logica di contrapposizione interna. Questa è una sfida tra noi e il resto del mondo. Ed è una sfida che o si vince tutti insieme oppure tutti insieme si perde. Quello di cui ora c’è bisogno è un grande sforzo collettivo, una specie di patto sociale per condividere gli impegni, le responsabilità e i sacrifici in vista di un obiettivo che vada al di là della piccola visione personale. Questo è il momento di lasciare da parte gli interessi particolari e di guardare al bene comune, al Paese che vogliamo lasciare in eredità alle prossime generazioni. Questo è il momento di ritrovare una coesione sociale che ci permetta di dare spazio a chi ha il coraggio e la voglia di fare qualcosa di buono. Sono convinto che anche voi, come me, vogliate per i nostri figli e per i nostri nipoti un futuro diverso e migliore. Oggi è una di quelle occasioni che capitano una volta nella vita e che ci offre la possibilità di realizzare questa visione. Cerchiamo di non sprecarla. Grazie per aver letto questa lunga riflessione e grazie a tutti quelli, tra voi, che vorranno mettere le loro qualità e la loro passione per fare la differenza. Buon lavoro a tutti. Sergio Marchionne”.
  12. Sorry ma non ho capito. Se investi tanto come fa a costare poco? Se non è premium in un segmento alto, come fai a venderlo se non a stracciamercato? Mi sfugge la logica
  13. Di gratis a sto mondo non c'è nulla, nemmeno un rebadge, che a questi livelli costa un bel po' Imho non è sufficiente. 159 è bella, oggi costa meno della concorrenza e si guida da dio. Non mi pare faccia sfracelli. Se consideriamo che il seg. E in Italia vende un sesto del seg. D e comprende X5, X6, Q7... mi sa che non vai molto lontano. Nodo al fazzoletto: ne vendi 8000 all'anno per due anni e poi la regali. Riesci a guadagnare da un'operazione del genere? Imho nemmeno un cent. (ricordiamo che è questo l'obiettivo)
  14. E riusciranno a venderla solo in Italia, poche tra l'altro, perchè la nuova 3er sta arrivando, poi la nuova A4 e così via. Serve un marchio spendibile su tutti i mercati e Lancia non lo è. Pardon, serie 5er appena uscita e facelift della E ed A6 in arrivo
  15. Bha, downsizing è un conto, far marchette è un'altro par di maniche. Io continuo a pensare che al puzzle manchi un pezzo: Lancia-Chrysler. Vogliamo pensare globalmente o continuiamo ancora un pezzo ad operare per compartimenti stagni? Una vettura segmento D la piazzi su tutti i marchi italiani partendo da un unico pianale declinato in modi diversi, sia il C-evo, la sebring o quel che sarà. Solo marchi italiani per il mercato europeo delle berline fino al D . Il segmento E è il più critico perchè non concede vie di mezzo: o riesci a puntare sul prezzo, ma i coreani sono fortissimi, o riesci a proporre un prodotto coi fiocchi e te lo fai pagare come si deve. Imho una E, oggi , non riesci a fartela pagare adeguatamente coi marchi Lancia e Alfa; mentre una Maserati sarebbe borderline; tanto vale dividersela con Chrysler e grazie all'unificazione della rete riesci a distribuirla per bene. Prendo spunto da Mercedes: una E klass la commercializzi col marchio americano, una CLS col tridente. Per i prossimi anni scordiamoci una E alfa o lancia, poi si vedrà. Una Maseratina la vedo bene in competizione con cayman/boxster, non con una 2+2 o peggio una berlinetta. (E soprattutto non a nafta: multiair+ibrido e via andare) E' una scommessa ma da qualche parte bisogna pur partire.
  16. Preferisco la nuova, tranne gli sfoghi laterali sul paraurti
  17. A me piace tantissimo. Anche meccanicamente è interessante. Peccato che non la vedremo mai
  18. Che ancora non esiste e nessuno sa quanto venderà. Vabbè che ha l'elica sul cofano, ma qualche cantonata l'hanno presa pure loro un tender e due fuoriserie che costano quanto un appartamento in centro. Paragone inutile: il problema è fare numeri, non effetti speciali. Lo scandalo è nella gestione della comunicazione e nelle strategie, non nei progetti. Se mito monta un asfittico 1.4 da 75 cavalli, il bicilindrico ci sta tutto. Però prima di piazzarlo su giulietta, e relativi annunci, resti in standby e vedi se il mercato è lesto a recepire il downsizing così spinto, puntando prima su bravo, che è indirizzata ad un pubblico con maggiore propensione al value for money. Questi hanno tre marchi e ne considerano sempre uno alla volta. DEVONO ESSERE COMPLEMENTARI, non rubarsi clienti a vicenda. Quando lo capiranno sarà sempre troppo tardi Quoto
  19. Perchè il marchio non ha più appeal all'infuori di uno zoccolo duro di nostalgici. Perchè il marchio ha la nomea di fare auto che si rompono Perchè i crucchi hanno un'immagine migliore Perchè i crucchi le auto le fanno meglio (nei loro saloni non trovi vetture coi cofani montati storti) Perchè una berlina "D premium" deve avere e dare immagine di rappresentanza (non rappresentante ) Perchè una seg. D non pesca nel bacino dei nuovi (giovani) alfisti (chiunque essi siano) Perchè nei primi anni è stata massacrata dal punto di vista della comunicazione Perchè all'inizio costava cara Perchè la vettura non era perfettamente centrata sul target utenti ma su seghe mentali e compromessi ...
  20. Quotone. Che poi, a dirla tutta, le glorie Alfa si perdono nella notte dei tempi, quindi c'è ben poco a cui attaccarsi. I punti sono 2: - vendere auto fatte bene, anzi benissimo (cosa che oggi non avviene, speriamo in giulietta) - vendere auto commisurate al marchio, di oggi, senza svilire la gamma (quindi niente bicilindrico su giulietta ma solo mito, guidabilità eccellente, carattere... ma anche comfort e finiture) Imho la peggior gestione è quella di maserati, un marchio che IMHO dovrebbe competere con porches e jaguar (e gamma elevata mercedes) non una tappabuchi di alfa e ferrari. Ben venga un V6 se fatto bene, ma se cominci a dire che la prossima QP sarà una 300C anabolizzata, i clienti da over 100k te li scordi. Manca il coupè 2+2, manca una piccola 2 posti, la QP oggi è invendibile... sono semplicemente a zero.
  21. Non esulano dalle caratteristiche tecniche del prodotto, o meglio, i modelli sono buoni ma la qualità del prodotto è bassa. Qui non si può dire perchè è reato di lesa maestà, ma alfa fa auto di merda. I motori benzina TS erano ignobili per il 2000, gli assemblaggi fatti alla membro di segugio, i materiali scadenti (ho visto numerose 159 con la plancia chiara tutta pelata e appiccicosa dopo 50-60k km. Inaccettabile.) I cangurotti non sono male come erogazione ma bevono come spugne (giuro che un carrera ciuccia quanto un 2.2 jts, ma è un altro andare) Auto solo a nafta, trasmissioni decrepite e alta difettosità. Inutile menarsi la fava su "il pubblico non vuole alfaromeo" di maglionnesca memoria; il cliente "non compra auto fatte col culo", questa è la verità.
  22. Imho la nuova GPA-evo non è stata curata a sufficienza. La precedente GPA si è difesa bene, ma non aveva nulla di più di una corsa GSI, la nuova, pur col multiair e con una nuova aerodinamica, si scosta poco dalla precedente ed è inferiore alla sorella mito. Attendo un test fatto come si deve per un commento più approfondito. N.B. non contesto che sia una buona vettura, ma al netto di tutti i panegirici le busca dalla migliore concorrenza (che non ha avuto la necessità di rispolverare un marchio ad hoc)
  23. Ehmm, posso allora chiedere perchè la mito QV, sostanzialmente la stessa vettura, arriva a 220, la opel corsa gsi (non la OPC) arriva a 208 e accelera negli stessi tempi della GPA-evo, (il corpo vettura è parente) e per amor di patria non scomodiamo francesine e inglesine varie? Ripeto: frega niente del dato in sè ma parlo di efficienza e comunicazione. Se imputiamo il risultato ad una rapportatura corta dovremmo spuntare buoni risultati altrove, eppure la coperta pare corta da tutti i lati (o più corta di altre coperte)
  24. Domanda bastarda: perchè con 165cv (o 170 di mito e giulietta, tanto è uguale) la vettura supera a stento i 210 all'ora? Aerodinamica di cacca, trasmissione energivora o rapporti ad minchiam? La slk con 163 ciucci arriva a 230 km/h... N.B.: prima che temperiate la matita sottolineo subito che la velocità massima non conta una beneamata fava, ma su una vettura del genere è vero fino ad un certo punto, però conta molto per due fattori: efficienza e comunicazione. A Torino non lo sanno?
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