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meravigliato

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  1. Su Al Volante parlano di Abarth 500C con multiair 135cv a giugno.
  2. interessante. CIao.
  3. sabato sono passato al Mirafiori Motor Village e c'era esposta una Brera Grigio Titanio OPACO con cerchi neri lucidi, FAVOLOSA, detto da uno che a cui La Brera non fa impazzire. Ciao
  4. bhe ho dimenticato il punto 3), il più importante: il multiar da 135cv sulla Mito consente di accedere agli incentivi, non credo che nel passaggio a 500 le emissioni salgano, anzi (a parità di potenza e con un peso penso inferiore), quindi avendo un auto da rottamare, come me, sarebbe stato un gran bel risparmio! Detto questo le mie erano considerazioni soggettive, infatti ho scritto "personalmente", mica valutazioni su come reagisce il mercato all'assenza del multiair, sai che me ne frega del marketing e delle chiacchiere da bar. Non ci provo nemmeno a capire il marketing e di sollito non ascolto le chiacchiere da bar (quelle da forum un pò si, lo ammetto). Il punto 3), limitatamente a chi ha un auto da rottamare, è invece molto oggettivo. Pensavo che il multiair potesse determinare un leggero incremento degli ingombri della testata ma non sapevo quanto fossero tirati come spazio libero sotto al cofano. CIAO
  5. Ma il multiair ha ingombri molto superiori ripsetto al T-Jet normale? Personalmente non mi interessa per una continua rincorsa all'aumento di potenza, 135cv vanno già bene, ma per 1) migliore guidabilità (si parla di migliore distribuzione della coppia) e 2) per una ragione puramente commerciale, il multiair sta lentamente soppiantando i 1.4 convenzionali su tutti i modelli del gruppo, se compro oggi la 500 Abarth e la devo rivendere in un tempo relativamente breve, diciamo 3 anni, mi ritroverò con un motore di vecchia generazione più difficile da vendere, con il multiair standard su tutte le Abarth.
  6. Quindi dalle ultime notizie qui postate Pomigliano verrebbe premiato con un modello da grossi volumi di vendita e Mirafiori ridotto al lumicino. Giusto?
  7. Ci sono notizia attendibili su quando il multiair arriverà sulla 500 Abarth? Magari in accoppiata con un cambio elettroattuato... Ciao
  8. Dalle mie parti nere non tante, più o meno come le gialle, arancio pochissime, come le marroncine. Tantissime bianche ed in misura minore rosse. Gli unici metallizzati sono blu impeccabile (più comune) e grigio chiaro met. (non ricordo il nome). Anche un buon numero di bianco perlato. Ho visto anche una grigia scura, una verdolina ed una azzurrina. Personalmente mi spiace abbiano eliminato il blue impeccabile, molto elegante, il mio preferito tra i metallizzati, forse l'unico che avrei comprato.
  9. Windows Vista Home sul mediacenter Windows XP SP3 e Vista Premium su pc principale Windows XP MCE e Vista Premium su muletto Windows XP SP2 su portatile e fisso del lavoro.
  10. Effettivamente la sua adesione così entusiastica ed assoluta a MAGNA mi ha sempre lasciato un poco perplesso. Sicuramente avrà ottenuto tante e tente promesse. Per le mazzette chissà...
  11. Molto bene. Mi sembra che con l'Abarth Fiat stia facendo le cose giuste. Una Bravo (5 porte) Abarth non me la vedo proprio e neanche una GPunto 5p, figuriamoci una Punto2... Un domani una versione Abarth della nuova Panda ci potrebbe anche stare ma solo se si è sicuri di non penalizzare le vendite di 500...
  12. non la rimpiango di sicuro. di quelle nominate l'unica di mio gusto, relativamente parlando, era la 607. La C6 in foto aveva un senso, dal vero, considerazione personale, era imbarazzante.
  13. Opel, ora Merkel prende tempo. 27/8/2009 (7:31) - NELLE CASSE DELL’AZIENDA RESTANO CIRCA 450 MILIONI. DOVREBBERO BASTARE FINO ALL’INIZIO DEL 2010 di ALESSANDRO ALVIANI Angela Merkel dubita che la vicenda Opel possa chiudersi prima delle elezioni tedesche. La Cancelliera: “Decidiamo con calma”. Diventa difficile chiudere prima del voto A Berlino il gruppo di quelli che credono in una soluzione della partita Opel prima del voto tedesco del 27 settembre si fa sempre più esiguo. Ieri all’elenco degli scettici si è aggiunta Angela Merkel: è chiaro che sarebbe utile giungere a una soluzione «il prima possibile», ma «i contenuti devono avere la precedenza sulla rapidità», ha detto la cancelliera. Tradotto: meglio aspettare ancora un po’ pur di incassare un risultato soddisfacente. Posizione condivisa dal ministro federale dell’Economia Karl-Theodor zu Guttenberg, che non ha escluso un prolungamento delle trattative anche dopo le elezioni. E pazienza se né Merkel, né il suo sfidante socialdemocratico alla cancelleria Frank-Walter Steinmeier, entrati a più riprese nel dibattito sulla vendita del marchio tedesco, potranno sfruttare in campagna elettorale il salvataggio di Opel. «Chiariremo in tutta calma insieme ai rappresentanti di General Motors le questioni emerse ora», ha precisato Merkel. Con quanta «calma»? Abbastanza, probabilmente. A Berlino nutrono dubbi sul fatto che l’8 e 9 settembre, giorni in cui il board di Gm tornerà a discutere il dossier Opel, si possa arrivare effettivamente a una soluzione. O meglio, a una soluzione in linea con i desideri della Germania, che sostiene il consorzio composto dal fornitore austro-canadese Magna e dall'istituto russo Sberbank. Una preferenza ribadita ieri da Frau Merkel, che ha messo in chiaro due punti: anzitutto i colloqui con Gm si concentrano soltanto su Magna; e poi, allo stato attuale delle trattative, la Germania è disposta a concedere aiuti solo agli austro-canadesi. Gm, al contrario, continua a propendere per la holding belga Rhj International e martedì, durante un vertice col governo e i Länder tedeschi, ha provato a rendere tale opzione più appetibile per Berlino: secondo ambienti vicini all’esecutivo federale il gruppo di Detroit ha suggerito di affiancare ai belgi un partner industriale proveniente dal settore dell’auto, pur senza fare nomi precisi. La proposta di GM è rimasta sul vago ma, per la stampa tedesca, avrebbe suscitato interesse in Germania. A conti fatti è però discutibile che, dopo aver sostenuto a lungo Magna, il governo tedesco faccia ora retromarcia a poche settimane dal voto e appoggi Rhj, un rappresentante di quella categoria di investitori che in Germania viene bollata come «cavallette». Lo stallo potrebbe insomma proseguire oltre il 27 settembre. A quel punto però, ragionano a Berlino, le carte dovrebbero essere rimescolate del tutto. Dopo il voto potrebbe ad esempio tornare in pista Fiat: anche se negli ultimi tempi non ci sono stati contatti con la Germania, dal Lingotto fanno sapere che l'offerta per Opel resta valida. Non solo, ma dopo il voto tedesco dovrebbe riprendere quota anche l'ipotesi che Gm mantenga il controllo completo di Opel. Un'ipotesi costosa (l'amministrazione Usa, che controlla la maggioranza del gruppo, non metterebbe a disposizione nessun centesimo per le operazioni in Europa) e complessa: il ministro zu Guttenberg dubita sia praticabile e i sindacati tedeschi - che pure ieri hanno rinviato le annunciate manifestazioni antiGm - restano contrari. Finora, comunque, Detroit non ha illustrato a Berlino tale opzione, né chiesto aiuti per attuarla. Per i vertici di Detroit, che ieri sono tornati a incontrare alcuni manager di Magna, la tattica del rinvio su Opel rischia di farsi rischiosa. Passate le elezioni, infatti, Berlino non sarà più così ricattabile come in campagna elettorale. Anzitutto, se i sondaggi venissero confermati, dal governo usciranno i socialdemocratici della Spd, che si sono schierati sin dall'inizio dalla parte di Magna. E poi, a differenza di quello attuale, il nuovo esecutivo avrà dalla sua il tempo. Degli 1,5 miliardi del prestito-ponte assegnatole dalla Germania Opel ha ancora circa 450 milioni. Soldi che dovrebbero bastare fino ai primi mesi del 2010. Opel, ora Merkel prende tempo - LASTAMPA.it
  14. alla lunga ci si abitua a qualunque cosa. non mi sembra che aggiungano molto ste nuove foto. Il fatto che manchi ancora il multiair mi spiace molto, poteva essre il valido motivo per prenderla.
  15. C'è poco da fare, io sono proprio fuori mercato... cmq stai sicuro che se sulla Gpunto c'era lo stemma con la doppia vu, o quello con i quattro cerchi, nessuno ti diceva che la linea era dimessa e povera ma sobria ed elegante ... potenza del brand e del "prodotto".
  16. 100km al giorno non mi sembrano pochi, io andrei sul Mjet. Naturalmente dico 500, mi piace molto e un mezzo pensierino ce lo sto facendo anche io (è l'unica auto piccola che comprerei). Ho guidato il Mjet da 75cv solo su GPunto e non mi ha fatto impazzire, devo però dire che non sono un gran estimatore dei diesel in generale. Se avessi fatto più città ti avrei consigliato di considerare un pò di più il benzina. Purtroppo credo che le novità motoristiche (multiair e commonrail2) non arriveranno quest'anno su 500.
  17. E' cmq una questione delicata, GM non vuole farsi fregare, "regalando" OPEL (piattaforme etc...) ad un'azienda concorrente. In fondo qui Gm ci mette i prodotti, il governo tedesco i soldoni e Magna se la cava con (forse) qualche centinaio di milioni... Penseranno, meglio prendersi in casa un fondo di investimenti come partner. Secondo me, almeno a medio termine, salteranno cmq un bel pò di posti di lavoro e per giustificarsi diranno "se comprava FIAT avrebbero chiuso tutto...".
  18. Effettivamente il gusto dell'acquirente medio non è il mio, più passa il tempo e più faccio fatica a trovare auto che mi piacciano veramente, stanno diventando tutte così "barocche" (anche quelle blasonate)... Fiesta sicuramente vende bene anche (o soprattutto) grazie all'effetto novita, per quanto mi riguarda, dopo un primo impatto non positivissimo, devo dire che non mi dispiace il muso ma fiancata e posteriore ancora non mi convincono molto. Cmq, per fare un esempio, a mio padre (+70 anni) piace molto; più della GPunto di cui cmq non gli ho ancora fatto vedere il restyling. GPunto nelle versioni 3p con allestimento sportivo (e un colore pastello) è ancora, mio giudizio personalisssimo, molto bella. Io personalmente avrei solo allungato la punta dei fari verso l'interno e modificato le prese d'aria per riempire e arricchire un pò il frontale che in certi allestimenti e colori può sembrare spoglio. PS: chi compra la Golf, secondo me, non guarda tanto l'estetica, compra una GOLF punto e basta, l'unica scriminante può essere il prezzo, se non te la puoi permettere c'è poco da fare. Scusate l'OT.
  19. Opel: la Germania *si ribella a Gm *(che forse ci ripensa) - Il Sole 24 ORE Opel: la Germania si ribella a Gm (che forse ci ripensa) dall'inviato Paolo Madron 23 Agosto 2009 NEW YORK - Ma che gioco ha in mente General Motors? Perché venerdì sera, nonostante ben tre dirigenti della casa di Detroit avessero anonimamente assicurato la Reuters che la riunione si sarebbe conclusa con l'approvazione dell'offerta di Magna su Opel, Gm ha deciso invece di prendere tempo? Vuoi vedere, ha pensato qualcuno da questa parte dell'oceano, che tra il gruppo canadese cui si sono associati i russi di Sberbank e l'altro contendente ufficialmente rimasto in gara, il fondo di private equity belga RHJ International, tertium datur? Il riferimento, naturalmente, è a un possibile clamoroso ritorno in pista della Fiat, che fu l'unica a presentare un progetto di integrazione industriale con il marchio di Russelsheim. Interpellato dal Sole 24 Ore, il presidente di Fiat Luca di Montezemolo non chiude la porta: «Pur essendo totalmente impegnati sul fronte Chrysler abbiamo più volte ripetuto che la nostra offerta su Opel resta sul tavolo. Con una sola preclusione: non la possiamo né vogliamo modificare». Sul perché Gm abbia deciso di non decidere il presidente della casa torinese non azzarda speculazioni: «L'unica cosa che posso immaginare è che siano preoccupati del venir meno di vere sinergie industriali». Insomma, una delle spiegazioni dell'inatteso stop a Magna risalirebbe alla preoccupazione che, restando gli americani azionisti di Opel con una robusta quota di minoranza, circa il 35%, un affare sbilanciato sul versante finanziario potrebbe alla lunga rivelarsi controproducente. E ciò in un settore dove invece, Chrysler insegna, più dei soldi contano tecnologie, piattaforme e sinergie che si possono spendere sul piano dell'integrazione. La frenata, comunque, ha irritato non poco i tedeschi, convinti che per il cda della Gm il via libera a Magna fosse poco più che una formalità. Angela Merkel, che vuole chiudere la questione Opel prima delle elezioni del 27 settembre, ha fatto subito dire al suo ministro della finanze Karl-Theodore zu Guttemberg che l'inatteso stop non preclude il raggiungimento di un accordo. Parole di fuoco, invece, da Juergen Ruettgers, presidente del Nord Reno-Westfalia, il più popoloso land tedesco, per il quale il rinvio è intollerabile: «Il governo americano trovi ora una soluzione che rimedi alla debolezza dei vertici di Gm». Durissimi anche i sindacati che per bocca di Klaus Franz, presidente del consiglio di fabbrica, ha fatto sapere: «La pazienza dei lavoratori della Opel è arrivata al capolinea». Ma la fretta di vendere Opel, oltre che a motivazioni politiche, risponde anche al preoccupante logoramento del marchio da mesi in balìa. E a questo punto la palla torna alla General Motors. Sul perché tentenni le interpretazioni si sprecano. C'è chi dice che in realtà Fritz Henderson, il nuovo ad del gruppo, descritto come favorevole a una soluzione Magna, in realtà preferirebbe approfondire la trattativa con RHJ. Per un motivo esplicitato nei giorni scorsi dal numero uno del fondo, Leonhard Fischer, il quale non ha escluso una restituzione di Opel a GM una volta che la casa tedesca sia stata risanata. Fischer avrebbe dunque più o meno configurato una sorta di "portage", da cui la sua holding potrebbe ricavare lauti guadagni. Il problema è però che il governo tedesco, gran tifoso della soluzione Magna, non ci sente. Neppure di fronte alla considerazione che, in questo periodo di bilanci statali malmessi, supportare i belgi gli farebbe risparmiare un miliardo di euro. Magna, infatti, per concludere l'affare chiede che Berlino stacchi un assegno da 4,5 miliardi sotto forma di contributo pubblico al pesante quanto inevitabile piano di ristrutturazione. Soldi che si aggiungerebbero a quelli già in precedenza stanziati, circa 1,5 miliardi, per tenere aperti gli impianti. I belgi invece, anche se cifre ufficiali non ne girano, parrebbero accontentarsi di un miliardo di meno. Ma a Detroit circola anche un'altra ipotesi, forse la più suggestiva di tutte: il fatto che il consiglio d'amministrazione Gm abbia votato per procrastinare la scelta a fronte di una preferenza del management verso Magna starebbe a indicare due cose. La determinazione del nuovo board, ben più forte di quelli che l'hanno preceduto, nel tutelare le prerogative dell'azionista. Ovvero, dopo la bancarotta e la impressionante iniezione di capitale, lo Stato americano che con 61% è padrone assoluto. Una circostanza che il Wall Street Journal, plaudendo alle decisone del consiglio di rinviare la scelta, invita a considerare con attenzione. Di questo, e delle altre possibili implicazioni dello stop di venerdì, si riprenderà a parlare dopo un week end che si immagina denso di telefonate sull'asse, Berlino, Detroit, Washington. Già lunedì - l'informazione è di parte tedesca ma chi l'ha fornita alla Reuters, visti anche i precedenti, preferisce restare anonimo - riprenderanno i formali colloqui tra le parti per trovare una quadra. Con per ora un'unica certezza: se per Opel non si chiude entro il 27 settembre, si butta tutto a mare e la partita ricomincia da zero.
  20. Porsche, la procura indaga sull’ex ad Wiedeking - LASTAMPA.it 21/8/2009 (7:53) - PERQUISITI ALCUNI UFFICI DELLA CASA DI STOCCARDA Porsche, la procura indaga sull’ex ad Wiedeking Wendelin Wiedeking, ex amministratore delegato di Porsche. Contestato il reato di manipolazione di mercato di ALESSANDRO ALVIANI BERLINO Era quasi sparito dalla circolazione, dopo aver messo a soqquadro la Borsa col suo progetto per acquisire Volkswagen. Ora, a un mese dalle sue dimissioni, l’ex numero uno di Porsche Wendelin Wiedeking torna a far parlare di sé: la procura di Stoccarda sta indagando contro di lui e contro l’ex direttore finanziario di Porsche, Holger Härter. Entrambi sono sospettati di manipolazione di mercato e diffusione di informazioni riservate nell’ambito della scalata a Vw. Come confermato dal costruttore di auto di lusso, ieri mattina alcuni agenti hanno perquisito gli uffici del quartier generale della società a Stoccarda, sequestrando diversi documenti. A mettere in moto l’operazione è stata una denuncia del Bafin (la Consob tedesca), rimasto incredulo di fronte a quanto accaduto lo scorso autunno. Il 28 ottobre a Francoforte il titolo Vw schizzò fino al record di 1.005 euro, chiudendo in rialzo dell’82%. A innescare il boom fu il panico provocato negli investitori dall’annuncio di Porsche di controllare in totale, direttamente o attraverso opzioni, il 75% di Vw. Ultima mossa di una partita giocata sin dal 2005 a colpi di complessi meccanismi di Borsa e conclusa soltanto il mese scorso, quando Porsche ha gettato la spugna. Oberata di debiti, frenata dalla crisi finanziaria e messa al tappeto dalle manovre del potente capo dei controllori di Vw e co-proprietario di Porsche, Ferdinand Piëch, la società di Stoccarda ha dato il benservito al duo Wiedeking-Härter e accettato la fusione con Vw. L’operazione è stata finalizzata sette giorni fa. Da allora i titoli Volkswagen hanno perso circa il 40%, sotto il peso delle indiscrezioni secondo cui il Qatar - che ha rilevato da Porsche opzioni sul 17% delle azioni ordinarie Vw e, sembra, anche il 50% delle sue azioni privilegiate - avrebbe pagato la metà del prezzo di mercato per i titoli ordinari Vw. Un calo proseguito anche ieri a Francoforte, anche se attenuato rispetto ai giorni scorsi. Non a caso il Bafin - che aveva già avviato delle indagini in autunno, ma le aveva poi sospese in primavera - sta esaminando ora anche le ultime oscillazioni in Borsa del titolo Volkswagen. Porsche, dal canto suo, respinge ogni accusa e fa sapere di voler collaborare appieno con gli inquirenti per giungere a un «rapido chiarimento» della vicenda. A Stoccarda provano a concentrarsi sui prossimi passi, visto che Vw va già definendo i primi piani per il suo futuro decimo marchio. Una volta integrata in Vw Porsche dovrebbe lanciare tre nuovi modelli, come una mini-Boxster, una nuova Panamera e un «fratello minore» del Cayenne, ha detto al mensile Manager Magazin il numero uno del gruppo di Wolfsburg, Martin Winterkorn. L’obiettivo, ha aggiunto il manager, è salire entro il 2012-2013 a 150.000 auto vendute all’anno. E non è escluso che nel 2018 saranno 200.000. A titolo di paragone: quest’anno Porsche dovrebbe vendere circa 75.000 vetture. Non solo, ma Winterkorn ha confermato anche il suo interesse per Suzuki. Secondo Manager Magazin in discussione ci sarebbe una joint venture o l’acquisizione del 10% del costruttore giapponese. Vw dovrà vedersela tra l’altro anche con Renault. A Wolfsburg, comunque, l’interesse per la casa nipponica sembra elevato. Suzuki potrebbe infatti rafforzare il più grande gruppo automobilistico europeo nel segmento in cui arranca di più: quello delle auto di piccola cilindrata.
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