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MarcoGT

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  1. Io da quasi un mese e mezzo ho il MiiBand 3 e mi trovo davvero benissimo: preciso nelle rilevazioni, ottima durata della batteria e ingombro molto limitato. Il display Oled si vede bene ma con una elevata luminosità la lettura diventa difficoltosa. A me lo hanno regalato per il compleanno e sono soddisfatto: per essere un oggetto da 30€ svolge bene la sua funzione. Di recente all’Esselunga era in promozione a 19.90€.
  2. Sibaritica e un po’ pacchiana nell’insieme: calandra anteriore imbarazzante per forma e dimensione (supera anche quelle Lexus, e ce ne vuole) e posteriore americaneggiante. M perplime parecchio.
  3. Apprezzo la pulizia del corpo vettura, eccetto il paraurti anteriore, un pugno in un occhio, specie le prese d’aria e il radar/telecamera posto nella medesima zona, integrato (come su altri modelli, non solo Porsche) veramente male: sembra un terzo occhio... Anche le luci led sul fascione davanti sembrano posticce.
  4. Daihatsu in Europa è stato ritirato dal mercato per due motivi: crollo costante delle vendite e la poca convenienza economica, data dal fatto che tutte le auto in gamma erano prodotte fuori dal vecchio continente. Per quel che so, però, per un certo periodo fece numeri non disprezzabili in nord Europa, con Charade/Valera e Cuore, molto meno con Applause e Grand Move: le bestseller, anche in Italia, rimanevano Rocky, Feroza e poi Terios. Tornando I.T. un ritorno del marchio in Europa con un prodotto iso-Panda potrebbe avere un suo perché, magari con anche un piccolo fuoristrada stile Terios: tempo fa avevo letto indiscrezioni che parlavano di un nuovo modello similare da proporre in Europa con marchio Toyota, al posto della Urban Cruiser.
  5. Fiat Panda I Audi A5 I VW Polo 6N2 Citroën C3 I BMW X5 I Subaru Legacy MK4
  6. Personalmente credo che il divario estetico tra le due sia imputabile ad alcune scelte/esigenze stilistiche: penso che un dettaglio dirimente, quanto poco considerato, sia dato dalle maniglie porta. La 3p le ha “annegate” nella lamiera e ciò rende la linea molto più moderna e pulita: la 5p, invece, ho sempre ritenuto avesse maniglie dalla forma poco adatta ad una macchina dalla linea così moderna, ma il tutto è con tutta probabilità riconducibile ad una questione di costi e/o relativi carryover. Una soluzione, in tale frangente, che mi ha sempre convinto di più, in quanto ad estetica, è quella adottata dalla più o meno coeva 205: per la 3p la stessa impostazione di Uno, mentre per la 5p una modernità maggiore, con maniglie dallo stile molto più fresco e meglio integrate con il resto dell’auto. Ritengo che la migliore Uno sia la prima serie: proporzionata, moderna ed equilibrata nel suo insieme. Tutti dettagli che si sono persi, secondo me, con la versione “Tipino” rendendo quest’ultima poco armoniosa. Fine O.T.
  7. Lancia Delta I VW Golf MK1, anche se ci metterei pure la MK4... Renault Twingo I Nissan Micra K11 Lancia Y I
  8. Si danno tutti “la mano”, esteticamente parlando.Praticamente tutti propongono due alternative di frontale: standard e sportivo, per le varie versioni Costum/RS e via dicendo, con peripezie stilistiche di dubbio gusto, come quella postata da [mention=31502]KimKardashian[/mention], anche se si tratta di un Toyota Vellfire, che però è di un segmento superiore rispetto a Delica.
  9. Vero che i nipponici amano molto i nomi italiani e in generale la cultura italiana, ma Delica deriva dalla contrazione di “delivery” e “van”, essendo nata in origine come mero mezzo commerciale.Piccolo O.T. Diverse vetture a marchio Mitsubishi di successo, in passato, sono state disegnate da Aldo Sessano. Tornando alla Delica D:5, come molte delle auto della casa, ha un frontale e una coda sin troppo elaborati, che contrastano con un restante corpo vettura semplice e lineare. C’è da dire che, come qui, si tratta di restyling pesanti e non di modelli progettati ex-novo.
  10. Brutta in senso lato non è, ma continuo a preferire l’attuale, meno “goffa” e più lineare: questa mi sembra più bombata e levigata, ma eccessivamente, non so come dire... Orribile la leva del cambio automatico, un passo indietro rispetto alla rotella odierna: così si perde molto in pulizia e modernità d’insieme secondo me.
  11. Ho acquistato il primo numero e non mi è dispiaciuto affatto: si legge piacevolmente e le foto sono di qualità. Visto il prezzo, però, mi aspettavo qualcosa di più, specie nelle prove: magari qualche contenuto supplementare, come gli optional, eventuali differenze tra mercato e mercato (a titolo di curiosità) o retroscena sulla genesi del modello o della versione.
  12. Ecco due avvistamenti di... Uno! Ambedue seconda serie: una cassica Fire 5 porte e una ben più rara Turbo i.e. con diverse personalizzazioni:
  13. Per terminare il discorso sulla W124, si tratta della base di allestimento più utilizzata tra la seconda metà degli anni ‘80 e la prima metà dei ‘90. In genere la trasformazione poteva avvenire secondo due logiche: o da vettura di serie (nuova o usata che fosse) oppure da autotelai appositamente studiati per mezzi del genere, specie in caso si volesse un modello 2 porte a passo lungo o un 4 porte. Quest’ultima variante si è diffusa soltanto in tempi ben più recenti: prima la preferenza andava alle normali 2 porte a passo standard o, nei primi anni ‘00, alle 2 porte passo lungo o alle 3 porte, una sorta di via di mezzo. Buona parte delle vetture era rappresentata dalla 200E benzina e dalla 250d a gasolio: per quasi tutte, salvo rarissime eccezioni al tempo, con cambio manuale più riduttore. L’affermazione del cambio automatico avrà il suo boom con la successiva W210. Telaio standard: Telaio a passo lungo: Ecco poi alcune trasformazioni: Pilato, 2 porte passo corto e 4 porte passo lungo, con diverse linee per il vano feretro e i fari posteriori: Collalti 2 porte corto A livello europeo troviamo, invece Rappold (con una S124 modificata) e Pollmann: Ultimo dettaglio: spesso e volentieri, come leggera modifica o aggiornamento, si ricorreva alla sostituzione delle plastiche dei ripetitori angolari anteriori (che passavano da color ambra a bianche), dei fari posteriori con quelle fumè e del cofano motore con nuova mascherina, tutti elementi tipici degli ultimi modelli W124.
  14. Come prima impressione mi sembra nato già vecchio: nella griglia, in particolare, ci vedo un po’ di Scania. Se davvero poi la cabina è ancora quella originaria il tutto mi perplime ancora di più.
  15. Che io sappia si, in modo particolare sul mercato cinese che, per certi versi, è stato il mercato che nella seconda metà degli anni ‘00 ne ha salvato le sorti, mentre negli USA il brand soffriva e non poco.
  16. Seconda tranche di autofunebri modificate: Da W124 a W211: nel primo caso abbiamo una trasformazione Collalti, nel secondo invece un allestimento Pilato. Altra modifica che per un periodo ha avuto seguito è stato l’adottare il frontale della Classe S W221 sia per le W210 che le W211 e, in alcuni casi, anche per W124: qui sotto, ad esempio, c’è un carro due porte passo corto Eredi Cantinelli W210 con modifica W221. Per riprendere un tema già menzionato in passato su W124, inserisco una modifica che si vedeva con discreta frequenza e che riguardava il solo cofano motore e che comprendeva una mascherina più larga, simile a quella dei modelli SL dell’epoca. Le autofunebri, due porte passo corto, sono ambedue Casale: una ha il frontale standard, l’altra modificato. Edit La prossima volta inserirò il residuo su W124, per poi passare ad altro. PS - Sto raccogliendo come promesso materiale con frontale CLS, a breve lo pubblicherò [emoji6]
  17. Giusto per non deludere una eventuale concorrenza già attrezzata in tal senso [emoji13][emoji1787]
  18. Tre concept Alfa che ritengo tra le migliori degli ultimi 10 anni: AR Gloria By IED: AR Bat 11 e Pandion, ambedue by Bertone:
  19. Ni, perché mi piace la forma dei nuovi gruppi ottici anteriori, ma boccio completamente le lamine cromate sotto di essi: l’effetto è di troppo carico ottico, con troppe linee e spigoli, che contrastano con il resto della carrozzeria, molto semplice e lineare. secondo me il più riuscito è l’allestimento barbon [emoji13]
  20. Ultimi avvistamenti: Renault Twingo I, fotografata il mese scorso, in un bel verde bottiglia e davvero in ottime condizioni. Si tratta di un esemplare molto ben accessoriato, cosa non comunissima per una Twingo del tempo. Classico VW Maggiolone Cabriolet, anche qui mezzo in ottimo stato e simile a quello usato nella fiction “O la và o la spacca” con Ezio Greggio, datata mi pare 2004. Citroën AX Tonic, un allestimento speciale (prodotto con variazioni, per gli AM 89, 90, 94, 95 e 96) disponibile col 1.0 benzina o col 1.5 a gasolio: questo esemplare appartiene all’ultimo AM. Qui la decalcomania dedicata: Edit: aggiungo anche una Classe C (W202) 180 SW Classic, una delle prime:
  21. Autofunebri W124 “rinnovati” grazie a specifici kit aftermarket, entrambe sue porte passo corto: la prima con allestimento Pilato, la seconda Cantinelli. Qui invece vediamo una W210, passo corto allestimento Cantinelli, ma con aggiornamento a W210. In questi casi, da W210-211-212, si parla spesso di “frontale 4 fari”. Circa una decina di anni fa era in uso anche avere, in molti casi anche direttamente senza alcun kit aftermarket, optare per il frontale CLS di prima generazione: molte W211 avevano questa opzione. Vedrò di recuperare qualche immagine.
  22. Unico suv sportivo che mi convince: l’eccezione che conferma la regola. Unica pecca, in un design così pulito e lineare il tergilunotto a vista: nulla di drammatico eh, ma la soluzione di “occultarlo” sotto lo spoiler (stile Evoque, ma non solo) secondo me sarebbe stata l’ideale.
  23. Anche no, come per tutti i “suv-Coupè” et similia: a me fanno sempre l’idea di goffaggine, poco da fare, e mi danno l’impressione di babbuccia/pantofola. Il fatto di disegnare linee slanciate e padiglioni rastremati su auto alte da terra non riesco a farmelo piacere.
  24. Niente male nel complesso, in particolare proiettori e mascherina. Certo che stavolta a livello di politica di naming, insomma...
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