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johnpollame

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  1. Il settimo con le gemelle e l'albergo m'ispirerebbe il kubricchiano Shining, per l'ottavo gl'indizi (Sposa, vola in Giappone, 88 come gli ottantotto pazzi e il kimono a richiamare quello indossato da O-Ren Ishii) inducono a pensare al primo tomo del tarantiniano Ammazza Guglielmo. - - - - - - - - - - AGGIUNTA al messaggio già esistente - - - - - - - - - - Direi che c'hai preso...
  2. Versione carina, selleria a parte... Adoro quei cerchi. Trovo l'ultima versione a fari scuri della Tapirottola assolutamente affascinante. Ma, si sa, ho gusti strani: un esemplare me lo sono tenuto (soddisfatto) quasi un lustro...
  3. A me questa motoretta piace proprio in quanto tale. Tale da usarsi senza pensieri, da prender su per farci un giro in souplesse, senza litigare con veteroamerinda ciclistica, senza dover domare bizze di cavalli in eccesso all'uopo. Farsi trasportare al trotto spedito, al punto dove gusto di guidare e godimento di quanto sta attorno s'incontrano. In questa poi hanno corretto l'unico difetto estetico che, nell'essenzialità del tutto, mi faceva arricciar narice (l'inclinazione del motore). Potrebbe davvero essere la mia primissima motocicletta. Ma francamente costa assai cara a confronto con il confrontabile. La nuova Ducati Scrambler non mi fa impazzire, ai primi fotogrammi spiati la vedevo snaturare troppo il concetto della progenitrice, che sostanzialmente scimmiotta. Eppure, nonostanta una forcellone a banana di difficile digestione, mi pare riuscita assai meglio delle mie aspettative e ad un prezzo simile, mi pare offrire qualcosa in più anche dei 20CV rispetto a questa V7II... I marchi, in modo e per motivi diversi, li amo entrambi: attendo impaziente riscontri su strada da chi mi fido per valutare. Poi, in caso, inizierà l'impresa vera: convincere Dolcemetà.
  4. Vorrei mi piacesse. Continuo ad osservarla cercando d'autoconvincermi che in fondo tal o talaltro particolare è interessante. Ma riesco solo a salvare le proporzioni d'automobile d'altri tempi. Imploro di ricredermi dal vivo, ma al momento la vedo come accrocchio d'indumenti dozzinali ad abbigliare membra d'una bellezza archetipale.
  5. Propulsori assai simili, con la stessa coppia motrice. La versione da 120 cavalli un pelo più brusca e con un poco più d'allungo, la centocinque un filo più rotonda ai regimi medi e bassi, ove il multigetto gira bello gustoso, ma poco grintoso quando si vuole spingerlo sopra i 3000 giri. Francamente parmi il primo più adatto a chi voglia togliersi qualche, moderato, sfizio in più nella guida, mentre la versione meno spinta pare fatta per i lunghi viaggi e per guidare in souplesse, anche veloce. Esattamente il contrario di quanto improvvidamente ebbe a banfare lo spacciator di vetture... Ebbi, soddisfatto, la versione a 120CV su d'una Tapirottola, prima di accogliere un Brucomela in famiglia. Comprai la 105CV perché la 120CV allora non era disponibile, ma a posteriori, anche potendo scegliere, dopo averlo apprezzato sul campo credo che ripiglierei il 105: si adatta perfettamente alla vettura e all'uso cui è destinata.
  6. OT Francamente non mi sovvengono delle segmentobi qualificabili come sopra, però la Tapirottola, a mio parere personalissimo, l'annovero tra quelle meglio riuscite, tra le varie DS3, A1, Mini (ormai "Midi"), et. al. fine OT
  7. M'intrometto, mettendomi nel novero di quei che ritengono Corvette e 4C da non potersi confrontare, se non per puro esercizio dialettico. L'una é eccellentissima vettura, veloce, grondante gusto di guidare come succhi grosso taglio bovino alla brace, ultima e miglior generazione di una stirpe storica. Vettura che rimane accogliente anche a corporatura mediamerinda, d'un bel guidarsi anche andando a spasso. Macchina da buoni volumi, di prezzo ragionevole, elemento famigliare nelle strade sue natali. L'altra è un infida, feroce belvetta da pista, inospitale, tagliente come un rasoio, obbliga ad un continuo scendere a compromessi con la quotidianità. Ed è fatta, telaio a parte, accrocchiando alla bell'e meglio fiattume assortito, vestito da carrozzeria che in quella compattezza di meglio non s'ha da immaginarsi (primi fari da catalogo a parte, che pur piaccion anche così). Ed è un'Alfa, in tutta la sua imperfezione. Ed è un'auto bellissima. (in tutti gli attributi ch'io attribuisco al vocabolo automobile). Personalmente credo che se qualcuno ha da valutare la 4C per sceglierla alternativa tra altre, allora meglio si compri tra altre. La 4C é vettura per chi la ami visceralmente, per chi ama l'Alfa, per chi, pur con tutte le controindicazioni del caso, adori la via italiana del fare autovetture. Se non s'è tra questi la Corvetta (come altre), é vettura sostanzialmente migliore, altrettanto veloce ed emozionante, pur se in modo differente rispetto alla quattro cilindri del Biscione. Ma è tutt'altra cosa. (quanto sopra mio personalissimo, fallace, parere).
  8. Se non erro s'è ben dentro il canonico biennio di garanzia, ergo per non riconoscer il totale supporto alla riparazione, l'officina deve poter dichiarare senz'ombra ragionevole di dubbio e dati od evidenze alla mano, che il problema è sorto non per fallo del componente o di sue regolazioni di fabbrica, ma per malo uso od incuria del proprietario...
  9. Testè finii "La Vendetta dell'Alfa Romeo" del Pellegrini. Ebbene, poco s'aggiunge a quel che un appassionato per tal potersi definire debba già sapere sul Biscone, ma molti, o per giovanissima età o per troppo sentito dire, magari non hanno le idee così chiare su come si siano compiute le vicende fondamentali della Marca forse più visceralmente e tormentatamente amata al mondo. A questi, anche per l'asciuttezza e l'agilità di lettura, lo consiglio. Così come a coloro i quali considerando l'Automobile a stregua di vile elettrodomestico o al più ammennicolo da ostentazione, non riescono ad intendere il nostro accalorarci per le vicende delle trilobate tetraruote. Lo consiglio pur se vi son qui e lì qualche errore (ad esempio per ben due volte si confonde "Regata" con "Tempra"...) e qualche interpretazione che, pur palesando lo sforzo (encomiabile, in verità) dell'autore di mantenersi neutrale, tradisce un allineamento un poco di parte nel raccontare alcune delle vicende. Parte assai simile alla mia, peraltro... Il libro si chiude nel 2003, e alcune ipotesi di quel che sarebbe stato il tormentato decennio a venire, ora fan sorridere al leggersi. Sarebbe bello che l' Autore prevedesse un'appendice comprendente le ultime vicissitudini, per colmare il vuoto fino alle ultime prospettive marchionniane, tronfie di speranza ma foriere di tante aspettative, forse troppe per non esserne qualcuna delusa.
  10. Un appunto: nulla or sul mercato s'avvicina alla genialità della Multipla, quindi difficilmente la si può davvero "sostituire"... Io supplii col Brucomela, ma i posti son sol cinque. La versione Living è forse troppo recente per far affari, inoltre mi par si cerchi comunque vettura maggiormente dimensionata. Per quel che riguarda Toyota, normalmente è casa che di scrupolo fa fiore all'occhiello, l'unica accortezza è di verificare che la vettura usata abbia seguito quanto prescritto dalla Casa in termini di aggiornamenti in officina.
  11. Appena terminato "Io venia Pien d'Angoscia a Rimirarti" di Michele Mari. Un gioiello. A prescindere dalla desueta favella del Pontificio Stato di duecent'anni orsono, ricostruita con filologico cesello, che non poteva non attrarmi a guisa d'ultravioletto lume per pernicioso notturno insetto...
  12. Vi son vetture dalla teutonica araldica oggi sfavillante, che a guardare i freddi numeri dovrebbero aver nomea ben peggiore della pur non irreprensibile tapirona. Aderendo allo stereotipo, all'italiche vetture tal mala nomea s'attribuisce a cuor troppo, troppo leggero: chi le acquisti ha d'attendersi per statistica un trattamento non dissimile, se non migliore, dalle più blasonate teotische.
  13. Il facoltoso oligarca, di qualsiasi emisfero esso sia, con scarsa cultura automobilistica, tracotante nella sua ignoranza, credo acquisti simili vetture quasi esclusivamente per ostensione compensativa. E per questi è fondamentale poter affermare col vicino "io ce l'ho più potente", poco importerà, in caso, il piacere del guidare. Essendo questo, ahinoi, cliente-tipo sempre piú pesante nel portafoglio delle Case più blasonate, ecco spiegato il bieco rincorrersi alle -sostanzialmente inutili - massime potenze.
  14. SVEGLIAAAAAAA!!!!!11!111111!!!!!!!!!!!!! E TUTTO VERO ci ho le prove FATE GIRARE!!!!1!!!!!!!!!11!!!!!
  15. Da quel che intuisco il buon blando è un che per passione o mestiere (o entrambe le cose), è focalizzato al lato più squisitamente tecnico della questione. A noi, semplici appassionati della vetusta Automobile, interesserebbe comprendere in cosa un sistema sia migliore di un altro all'atto pratico del guidare quotidiano, non potendo apprezzare, per consapevole ignoranza, da un punto di vista squisitamente tecnico le diverse soluzioni di software e hardware. D'altra parte qualcuno di noi potrebbe trovarsi in una situazione analoga se una nostra amica, fidanzata, compagna, ci chiedesse di spiegarle perché per noi una M4 è meglio di un Qashqai, che "ha due porte in più, è molto più confortevole, ha più bagagliaio e costa molto meno. Tanto al massimo a 130 puoi andare...".
  16. Ebbene, i consumi dipendono molto dal piede, con una guida accorta, con un utilizzo autostrada40%, statale trafficata 40% e città per il restante si riescono ad avvicinare i 20km/l, ma dipende molto dal piede, il motore è brioso e qualche volta invita...In autostrada a 130 Km/h di Cruise Control si è sui 2400 giri e il computer di bordo riporta consumi attorno ai 17 km/l.Io ho il tetto in cristallo in versione fissa, soluzione che reputo più interessante essendo continua, mancando il meccanismo.Semplicemente raddoppia la percezione dello spazio e in generale la qualità dello stare a bordo, unico malus: col caldo e col sole serve insistere un poco di più col condizionatore perché anche con la tendina, nonostante il vetro sia spesso e schermato, filtra un po'di luce.Ah, pesando più della lamiera il tetto in vetro alza il baricentro, quindi in pista si perde qualche decimo sul giro... ;-)Consigliato senza riserve.
  17. Il muso. Bruttino, ma interessante: salva una vettura che pur nell'esattezza formale di linee e volumi rischiava d'esser altrimenti soporifera al mio guardo. Macchina antipodale al mio gusto automobilistico, ma di sicuro spessore.
  18. Un sentito grazie alla Bavarese Fabbrica Motori per la duplice première di oggi. Due finissimi esempi di equilibrio dei volumi e di linee filanti e dinamiche. E di coerenza con i valori tradizionali dei marchi. Sissì. Entrambi eccellenti modelli contro la stipsi.
  19. Il posteriore è talmente sgraziato ed eccessivo da piacermi. Un poco. Il resto...
  20. Capirossi...
  21. Mi permetto di osservare che pure i Teutonici nelle ultime generazioni dei loro modelli hanno fatto -ben programmandolo- un mezzo passo indietro (e forse qualcosa in più) nella pignoleria di assemblaggi e scelta dei materiali: evidentemente si sono accorti che la pedanteria del cliente bersaglio era inferiore alla loro e vi si sono adeguati, una volta constatato che il gioco non valeva la candela in termini di redditività, muovendosi ora più sull'impressione di opulenza che sull' effetttivo cesello degli interni. Maserati pare abbia preso ala garibaldina quest'ultima strada, deve però fare attenzione a mascherare bene eventuali mancanze troppo evidenti: altri hanno un Marchio che oramai basta da solo a convincere a non soffermarsi troppo sui dettagli "che tanto si sa son fatte bene", un prodotto italiano dovrà invece subire sempre una minuziosa ispezione per superare la diffidenza: se la precisione degli interni è un discrimine all'acquisto (al netto della differenziazione del prodotto) per una parte importante dei possibili acquirenti, Maserati (come in futuro altri marchi del Gruppo in fase di lucidatura...) dovrà prestare la necessaria attenzione anche ad aspetti prima trascurati nella produzione di piccola nicchia.
  22. Il discorso non fa una piega, ma il punto è se la Ghibli, pur magari non al livello della concorrenza consolidata, abbia comunque una qualità percepita almeno come "sufficiente", con il delta di percezione qualitativa compensabile o meno dalle altre caratteristiche emozionali e prestazionali della vettura. Nel caso delle Alfa anni Ottanta questo non avveniva: troppe le magagne, e i maldestri assemblaggi, qui invece (ma finche non tocco...) si parla di crine in tuorlo o poco più, magari compensato anche solo dalla scenografica profusione di pellame, quindi può essere che la situazione non sia affatto grave. Il Mercato darà presto il suo responso, e in caso a Modena si daranno da fare (se già non lo stanno facendo).
  23. Aldilà di tutto, purtroppo non ho avuto modo di toccare con mano gl'interni della Ghibli, ma nel leggere qualche intervento sopra sulla soggettiva e relativa percezione mi sovvenne un episodio: io che normalmente tengo in gran poca considerazione certi aspetti di finitura fine, il dettaglio pedantemente curato (che poi l'auto tanto la si vive...) mi sorpresi alla guida di una fiammante Audi noleggiata a farvi pelo e contropelo soppesando tutti gli accoppiamenti interni, la piacevolezza al tatto e alla vista dei rivestimenti, lo stile generale dell' arredo interno, buttando l'occhio anche in zone nascoste al guardo. E deluso inconsciamente tra me pensai che davvero non ne valeva la pena. Tutta questione d'aspettative, ma come mi fa pensare TonyH se la guida fosse stata meno asettica e il Marchio foriero di altri valori che non la finitura sopraffina, avrei rivolto altrove le mie attenzioni. Ciò detto (vale solo per il mio personalissimo sentire) valutando che Maserati dovrà convincere una clientela bene abituata, è bene che si sforzi di mostrare il meno possibile il fianco a critiche sulla qualità, ma mi piacerebbe capire se davvero il livello attuale è così (relativamente) basso come qualcuno riporta. Certo però che se pure la precisione costruttiva fosse solo poco più che accettabile Ghibli, e ancor più Quattroporte, offrono comunque un impatto scenografico di alto livello e ben differenziato dalla concorrenza istituzionale, il che per molti acquirenti dovrebbe essere più che sufficiente.
  24. S'offre un'alternativa ad una grgia scelta istituzionalizzata. Un'alternativa che, sarà forse proprio il "fascino a traino", emoziona in modo diverso, se non maggiore. Un'alternativa che potendosi fregiare del timbro a fuoco "fatto in Italia" porta con se un insieme di suggestioni care a chi ha parecchi denari da spendere in voluttà. Un' alternativa che, ora finalmente, va quasi altrettanto bene delle altre. Più di quanto poteva offrire Audi una quindicina d'anni fa...
  25. OT Sono gli interni dell'officina di assemblaggio della Michelotto Automobili di Padova, azienda che progetta ("Dalla A alla Z", ci tennero a precisarmi...) e produce le Ferrari da competizione per i campionati GT, (e non solo, progettò assieme a Dallara e produsse la mitica 333, gestendone poi l'intera evoluzione del progetto). Destinata per contratto a rimanere nell'ombra, nota solo agli appassionati, nonostante i prestigiosissimi trofei (in primo piano in vetrina quelli, innumerevoli, della 24 Heures du Mans). Mi si scusi il fuori tema ma vedendo la foto non potevo non dare un plauso ai fenomenali ingegneri meccanici e aerospaziali padovani... fine OT
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