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Abarth03

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  1. Mhhh mi sembra che già sulla prima serie fosse disponibile a richiesta sulla 100S, poi magari ricordo male io eh 😉
  2. Cos'è quest'attrezzo? Non riesco a identificarla...
  3. Sulla Panda prima serie sono quasi certo che non ci siano mai state le frecce anteriori bianche, Super e 4x4 comprese; sono apparse sulla seconda serie dell'86 per le CL e Super (restavano arancioni sulla L).
  4. Di questa maquette sarebbe interessante vedere la parte posteriore, che presentava un dettaglio poi non ereditato sul modello di serie. Tuttavia io la ricordo come una proposta di stile dell'84, denominata "Aprilia" (in quello stesso periodo, fino a pochi mesi prima della presentazione, la Thema era stata menzionata da diverse riviste del settore come "Aurelia"). La targa in questo caso è fittizia, come dici correttamente tu veniva messa qua e la per "riempire": il formato non è quello previsto all'epoca per le targhe anteriori, e anche come targa posteriore sarebbe irregolare perchè non riporta a destra, nella parte "bianca" per intenderci, la sigla della provincia in piccolo. Se proprio vogliamo stare al gioco, la lettera T dovrebbe indicare una targa del '78.
  5. 1300. Il motore 1100 sulla 131 non c'è mai stato. Concordo sul fatto che fosse più segmento D la 131 e proprio perchè proponeva motori di cilindrata superiore, pensiamo ad esempio al 2 litri da 115CV sulla Supermirafiori 3a serie e il diesel 2,5 litri, sempre sulla 3a serie. Sulla Regata, motorizzazioni del genere non si sono mai viste (se escludiamo la Regata 2000 prodotta in sudamerica). Solo sulla Tempra si sono visti nuovamente motori "grossi", che peraltro proprio perchè tali risultavano poco vendibili in Italia. La Ford Sierra ad esempio aveva connotati indubbiamente più europei e di segmento superiore, se non altro perchè offriva addirittura motori V6. In ogni caso, tornando al topic, il progetto Tipo 3 sebbene presentasse dei limiti da un punto di vista motoristico (a mio parere), presentava caratteristiche che lo presentavano come qualcosa di più di un semplice segmento C con la coda: ad esempio, già citata, la possibilità di avere la trazione integrale, e la motorizzazione "di attacco" più alta (Già la Tipo 1.1 si muoveva male, un'eventuale Tempra 1.1 sarebbe risultata peggio che sottomotorizzata...) Certo che non aveva la parvenza di una segmento 😄 non lo era. Non aveva neppure una vite in comune col segmento inferiore, che per inciso era a trazione anteriore e motore trasversale, mentre la 131 manteneva lo schema classico trazione posteriore e motore anteriore longitudinale. La 131, a suo modo, in versione Supermirafiori poteva costituire anche un'alternativa alla 132 1600 (che se la compravi, lo facevi solo per motivi di immagine, perchè ti serviva l'ammiraglia e pazienza se avevi meno contenuti della suddetta Supermirafiori).
  6. Ah, e a completamento di quanto ho detto sopra, se non risultasse credibile, aggiungo che ho ancora il foglio di scarico dal porto di Livorno, il che permette di escludere ragionevolmente che la macchina arrivi dall'Ungheria 😄
  7. No, è prodotta in Giappone. Ne ho una, e la J presente nel numero di telaio contraddistingue tutte le vetture costruite in Giappone.
  8. Differenziazione che, ad esempio, non avveniva sull'Alfa 90 (che aveva il vetro trasparente su tutte le versioni). Sulla 75, invece, arancione per le 1.6/1.8/2.0 TD e trasparente per tutte le altro. Un'osservazione personale: la 33 in allestimento base della foto, con quel look così essenziale, faceva molto auto in borghese della squadra mobile 😍 Mi sembra di ricordare che tutte le Y10 avessero le frecce arancioni, proprio tutte le versioni, fino al face lifting dell '89. In cui le frecce, al contrario, erano diventate bianche anche sulle Fire "base". Insomma, parliamone. Sulle versioni base della Peugeot 205 e della Renault Supercinque mancavano le bocchette centrali per la ventilazione. Anche i francesi, come si vede, erano estrosi nella ricerca dell'essenzialità...
  9. Me li ricordo, questi muletti usciti nella fase finale dei collaudi. Mi colpiva la camuffatura anteriore, che con quelle bande verticali faceva molto Panda 30/45. Gli esemplari della foto, stranamente sono immatricolati. La lettera G della targa dovrebbe indicare 1987 come anno di immatricolazione; sicuramente queste vetture sono state targate dopo il rilascio delle prime immagini ufficiali, avvenuto a Luglio/Agosto 1987. Caso più unico che raro, non ricordo infatti vetture immatricolate addirittura mesi prima della presentazione ufficiale (al massimo hanno le targhe provvisorie, che per Torino hanno/avevano sigla A6).
  10. Credo che la questione fosse stata risolta già ad inizio anni ottanta. Mi ha sempre colpito un particolare curioso della prima serie: sul portellone posteriore erano presenti due targhette, la targhetta Fiat nera a sinistra, e a destra una targhetta "FiatPanda" con il numero che indicava la motorizzazione, quasi come se "Fiat" fosse parte integrativa del nome. Mi sono sempre domandato se si trattasse di un modo per eludere la questione citata sopra (ovvero: il nome è FiatPanda, e non semplicemente Panda). Boh.
  11. In realtà è successo proprio quello...Fiat aveva fatto una generosa donazione, da quello che ricordo, per sistemare la cosa.
  12. Direi che hai colto in pieno la questione. In più, avevo letto che quella bellissima strumentazione aveva anche problemi di affidabilità (ma credo che questa mia osservazione rientri tranquillamente nel secondo punto che hai esposto)
  13. Mah non è che fu scartato. E' che la Renault era andata a citofonare al Lingotto per dire che non gradiva l'assonanza del nome con quello della sua Twingo. E per evitare diatribe legali, la Fiat decise di mantenere il nome "Panda". Intanto, un po' di materiale stampa col primo nome, l'aveva già pubblicato...
  14. Uhhh la Granturismo...mi si è sbloccato un ricordo! Non so perchè ma già all'epoca questi mi sembravano allestimenti-supercazzola. Nel senso che, al netto del motore, dei cerchi in lega di serie e della scritta sul copritarga, a me sembravano in tutto e per tutto delle DGT. Pero' come mi sembravano esotici quegli allestimenti...con la doppia targhetta sovrapposta, subito dietro il ripetitore delle frecce. Una indicava la motorizzazione, e sotto, più piccola, la targhetta "i.e. cat" Secondo me la Granturismo avrebbe meritato una caratterizzazione estetica più marcata; tra l'altro mi sembra che anche gli interni fossero praticamente gli stessi della DGT. La motorizzazione 2 litri non la rendeva molto appetibile in Italia, ma sicuramente era "europea" (oltretutto, io sono quasi certo che da noi, in versione non cat, la GT montasse il 1.8; ugualmente impegnativa ma meno di un 2.0). In ogni caso, era stato un esperimento molto ambizioso quello di proporre cilindrate alte anche su questa vettura (non parlo delle 16V), forse l'ultimo tentativo di "osare" ereditato dall'era Ghidella.
  15. Non so perchè, ho pensato a questa: Ah sì lo so il perchè...la mano è la stessa 🤣
  16. Uno dei risultati forse più felici del lungo connubbio Peugeot-Pinin (ricordiamolo, l'atelier Torinese ha sempre fatto consulenza nello stile delle auto del leone, anche quando non le firmava ufficialmente) Ancora oggi, la Mi 16 berlina m'intriga non poco. Ma anche la SRI col 1.9 a iniezione ha il suo perchè.
  17. Ricordo di aver visto qualche anno fa le proposte di stile presentate per la Ritmo (peraltro sotto forma di bozzetti, mai maquette reali in scala 1:1), e una di esse sembrava proprio l'oggetto bianco sullo sfondo, con un frontale molto in stile 127 2a serie. L'altra proposta era qualcosa che poi ha visto la luce, non troppo rivisitata e corretta, come FSO Polonez.
  18. Ma infatti dovremmo evitare di fare gli ammeregani, onde evitare figure barbine. [fine OT]
  19. Se non ricordo male, un articolo sull'edizione Torinese della Stampa parlava di una scena che prevedeva dieci gazzelle all'inseguimento della macchina di Vincenzo Gasolio... Classica tamarrata all'americana, peraltro lasciatemi dire che in Italia quando le vedrai mai dieci gazzelle impegnate in un inseguimento nello stesso momento...che fai, dimezzi l'autoparco? Forse neanche durante gli anni di piombo... Ce n'erano due su quel set... Saranno scampati al fuoco, ma non a questo tipo di demolizione. Questo mi scoccia non poco, vista la rottura di zebedei provocata alla cittadinanza (spero che almeno abbiano pagato bene) almeno l'onore dei crediti l'avrei voluto.
  20. Devo dedurre che in Giappone non hanno problemi di vento laterale. Questo coso per com'è fatto dovrebbe ribaltarsi da fermo...
  21. Se penso che fino alla seconda metà degli anni settanta non era obbligatorio neppure quello lato guida, a meno che non si trattasse di una vettura con portellone posteriore (poichè verosimilmente, si poteva caricare il vano bagagli fino ad oscurare lo specchietto interno, quindi era necessario "compensare"). Mi sono sempre domandato come facesse la gente a guidare quasi alla cieca. Allo stesso modo, mi sembra quasi impossibile oggi fare a meno dello specchietto destro, complice il fatto che ho sempre guidato auto che ne erano equipaggiate. Diciamo che sulla Thema potevano anche mettercelo, eh... Non ricordo quando è diventato obbligatorio per legge; ma più o meno nel '90, ricordo che Renault Italia aveva deciso di adottarlo come equipaggiamento standard per tutta la gamma (in generale era un optional dal costo sempre contenuto, nell'ordine delle poche decine di migliaia di lire)
  22. Infatti il motore era proprio quello. Poi potremmo domandarci il perchè della scelta commerciale, di denominare il modello "240 D 3.0" anzichè 300D come sarebbe stato lecito aspettarsi dalla nomenclatura dell'epoca. Ma non si trattava di un caso isolato, infatti già negli anni precedenti la W108 con la motorizzazione più grande, assumeva (a seconda degli anni) la denominazione 280 SE 3.5 oppure 300 SE 3.5, anzichè 350 SE... (sigla poi usata sulla W116)
  23. La 240D 3.0 io la ricordavo sul modello precedente, la W114 ma non sulla W123. Quasi sicuramente è come dici tu: si tratterà di una motorizzazione che da noi non è mai arrivata. Anch'io ricordo il diesel 3 litri solo in versione turbo ed esclusivamente in abbinamento alla carrozzeria station wagon; questa scelta di marketing era stata mantenuta per molti anni anche sulla successiva W124 (la 300 D Turbo inizialmente era importata solo come station, e la 250 D Turbo addirittura non era proprio importata).
  24. Solo a me ricorda questa?
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