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Yakamoz

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  1. A parte che, se il mercato lo richiede, ce lo farebbero entrare anche a calci. Chiamerebbero dall’Italia gli ex progettisti della Thema 8.32 😄
  2. Lasciando da parte questo specifico modello, che qui non avrebbe mercato (e comunque la vendita in Europa di auto concepite per l’America Latina non ha mai portato fortuna, né a Fiat né ad altri), fa dispiacere vedere una Fiat che investe in Brasile e disinveste in Europa. Non per questioni di bandiera (che Dio benedica il Brasile che tiene a galla tutta la zattera) ma come semplice constatazione che qui abbiamo semplicemente disimparato a fare le automobili. Cambiando argomento, che pianale ha questo pick-up? Roba prettamente da veicolo commerciale, oppure è un suv a cui hanno aggiunto un cassone?
  3. Mai vista una Grande Panda, nemmeno parcheggiata fuori dagli autosaloni Fiat, e solo oggi ne becco ben DUE per strada, a un paio d’ore di distanza, in due città diverse. Beh, bella è bella.
  4. Lo stato deve costruire le infrastrutture necessarie per lo sviluppo economico e industriale e che il settore privato non può realizzare perché troppo onerose. Che debba multare le aziende strategiche perché vendono i beni che il mercato richiede loro, ho qualche dubbio. Almeno, sul mio manuale di economia politica non stava scritto, nemmeno nel capitolo sulle economie pianificate.
  5. Due mondi che, peraltro, sono tali solo a livello ideologico. Visti dall’alto sono tutti comuni mortali che acquistano telefonini, friggitrici ad aria, automobili e ogni altro tipo di beni secondo necessità e possibilità. Il problema è sorto quando a livello politico si è cercato di introdurre le categorie di giusto e sbagliato su queste necessità. Netflix non ha soppiantato Blockbuster perché era moralmente superiore. È stato solo il naturale cambiamento delle abitudini che ha spostato i consumi su una tecnologia più recente e pratica. È così fin dall’invenzione della ruota. Se la politica non si attribuisse da sé il ruolo di imprenditore, di scienziato, di consumatore e di Padreterno, ma si limitasse a rimuovere gli ostacoli alla libera iniziativa di tutti e quattro i soggetti, non ci troveremmo nella disgraziatissima situazione attuale. Tra una ventina d’anni potremmo assistere o all’estinzione progressiva del motore termico per sostituzione integrale con l’elettrico, oppure ad altri scenari inediti, magari una neutralità energetica pressoché perfetta, con fonti energetiche diversificate e in concorrenza tra loro, e tante tecnologie tutte disponibili in base alle esigenze del singolo, dell’elettrico puro a dei motori a benzina altamente ottimizzati, e chi più ne ha più ne metta. Il consumatore è fluido, perché acquista in base alla propria convenienza, non in base a sovrastrutture ideologiche. Si irrigidisce solo quando non è più libero di scegliere, o quando per la sua libertà viene costretto a pagare un prezzo molto più elevato.
  6. Due notizie dopo questo gp, una brutta e una peggio. Quella brutta è che Leclerc non avrebbe comunque vinto: la monososta di Norris ha infatti beffato anche Piastri che, Leclerc a parte, era il vincitore “naturale” della gara. Quella peggio è la disorganizzazione allarmante del team. Delle due l’una: o tutto il weekend (compresa la pole) è stato frutto di un azzardo scriteriato, oppure la possibilità di vittoria era reale, ma ci sono delle falle talmente grosse nella gestione della monoposto da farla PRECIPITARE da metà gara in poi (benzina, telaio o plank che sia, non può scoppiarti in mano un problema simile nel bel mezzo di una gara). Leclerc nel dopo gara sembrava accreditare la seconda ipotesi, il problema è che nemmeno i piloti ci capiscono un’acca di quello che succede, e di conseguenza tendono a straparlare (ripetutamente) nei team radio, aggiungendo al danno sostanziale un danno “d’immagine” altrettanto imperdonabile. Un team di quelle dimensioni non può farsi tirare scemo da una monoposto sbagliata, per quanto ingestibile.
  7. Dai, cerchiamo di finire il lavoro 💪🏎️ Discorso Hamilton: sbaglia a colpevolizzarsi così, perché è pur sempre un quarantenne con 7 trofei mondiali sulla mensola che invece di godersi una pensione dorata si è rimesso in discussione in modo così drastico (la Ferrari puoi star certo che non gliel’ha ordinata il medico). Ciò premesso, deve essere coerente e conseguente con quanto sopra: ripartire veramente da zero, disimparare i suoi 7 mondiali. Tornare a focalizzarsi sulla guida e basta. L’ho detto altre volte e mi scuso per la ripetizione, ma secondo me è entrato a Maranello con il piede sbagliato: troppo rumore, un po’ di ego, tanti calcoli esterni alla pista. Si concentri solo ad essere un vecchio asso del volante arrivato in una squadra gloriosa ma difficile, con un collega di enorme talento e affiatato con tutti. Non sei ancora al suo livello? Sticazzi, ci può stare. Ma non dare l’idea che tra te e il successo ci sia qualcosa di ineluttabile, o che sia il team a doversi adeguare a Sir Hamilton, giriamo alla larga dagli alibi.
  8. Buona parte del vantaggio dell’elettrico è ricondotta a questa voce, fondamentale peraltro, ma dovuta quasi esclusivamente a scelte di favore del legislatore. L’esenzione totale del bollo (tassa di cui non sono un estimatore) su veicoli da oltre 300 cavalli è chiaramente paradossale, anacronistica (rimanda ai tempi in cui gli acquirenti dell’elettrico erano alcuni pionieri isolati che si prendevano la Nissan Leaf prima serie) oltre che sfrontatamente regressiva, andando ad agevolare chi ha già ampia possibilità di spesa con buona pace del possessore di Punto Classic per necessità. Per non parlare dell’accesso alle ZTL, le quali dovrebbero decongestionare i centri storici dal traffico veicolare a prescindere dall’alimentazione. Ciò detto, la mia non è una guerra contro l’auto elettrica in sé: nel momento in cui questa soluzione mi convenisse, il giorno dopo andrei ad acquistarne una. La mia obiezione è di merito ed è la seguente. Se come tu hai detto alla fine del post, nel giro di un decennio scarso (cioè domani mattina) l’elettrico avrà preso il sopravvento su tutto il resto perché intrinsecamente migliore, qual è il senso di mantenere queste antipatiche disparità fiscali, e perfino di vietare e sanzionare tutto ciò che non è elettrico? Sto elettrico non dovrebbe vendersi già da solo? N.B. Questa non è un’obiezione al tuo post. Anzi, lo scenario ideale per me sarebbe proprio: “scelgo l’elettrico perché mi conviene”, non perché mi viene reso artificialmente PIÙ conveniente mettendo una parte dei miei costi in conto alla fiscalità generale. Questo poteva avere senso come incentivo quando era veramente una scelta pionieristica e temeraria, non adesso che è diventata un’opzione come un’altra, per di più prediletta dai clienti a medio/alto reddito. Non mi piacciono le tasse sul lusso, ma ancor meno i “graduidamende” sul lusso.
  9. Se c’è una gara in cui la Ferrari può entrare nell’ottica di tentare di immaginare di provare qualcosa per poter cercare di sperare di riuscire a vincere, è questa. Per assurdo, se Leclerc riuscisse a piazzarsi almeno in prima fila, e a uscir primo dalla prima curva, il resto sarebbe tutto in discesa. In Ungheria correre in aria pulita è fondamentale, ancora di più con questi cessi di macchine post-effetto suolo. L’Ungheria è stata spesso territorio amico. Nel 2005 Schumacher ottenne un secondo posto che in quel frangente sapeva di vittoria. Nel 2008 Massa, dopo quella partenza da ANTOLOGIA della F1, gestì valorosamente la gara fino alla tragica dipartita del motore. Nel 2014 fino a pochi giri dalla fine Alonso stava per centrare l’unica vittoria in campionato per quell’anno. Nel 2017 Vettel vinse la gara col volante storto, con le spalle protette da Kimi (quello originale) e Hamilton terzo che non riusciva in alcun modo a superarlo. Nel 2025… è presto per dirlo.
  10. Strano, credevo avrebbero preso Hamilton come team principal 😄 Pare che stia facendo lui il lavoro di Vasseur, a quanto dice
  11. Il 1.3 multijet 69 cv aveva il problema delle rigenerazioni per via del DPF che faticava ad andare in temperatura, unito ai brevi/brevissimi tragitti tipici delle utilitarie. L’unico problema d’olio che io sapessi era questo, legato alla contaminazione col gasolio (che spiega anche i cambi olio anticipati), non l’eccessivo consumo.
  12. Spa 98, che è stata tutto quello che una gara non dovrebbe essere, compresi i sorpassi ai doppiati… però tra quel delirio e la FIA cagasotto di oggi, c’è un mare di buonsenso in mezzo. Quei 4 inutili giri dietro la SC hanno cambiato le sorti della gara. Capisco il ricordo dell’incidente di Hubert, ma non può diventare un alibi per non prendere decisioni. Per il resto, Norris indecoroso oggi. Ha avuto perfino la rolling start, doveva solo gestire una gara già vinta. Leclerc sontuoso… anche se la gestione “idrofoba” dei commissari di gara gli ha fatto comodo. Hamilton ha fatto il suo, il passaggio anticipato alle slick è stato una carta abbastanza ovvia nelle sue condizioni (assetto carico, gara già compromessa, pista in rapidissimo asciugamento). Ha sfruttato finché ha potuto le condizioni favorevoli, poi si è fermato alle colonne d’Albon. Mi dispiace per il periodo nero di Antonelli, ma vedendo la lentissima gara di Russell, con quella macchina non poteva fare molto di più. Spero che la nebbia gli passi. P.S.: la FIA si dev’essere dimenticata l’unsafe release di Leclerc… Meglio così.
  13. Poi è innegabile che a quota 7 mondiali non puoi più avere fame fame. Al massimo un languorino. E se hai scelto di diventare un businessman a tutto tondo, sono tutte cose utili per la pensione ma distolgono giocoforza testa ed energie dal tuo vero lavoro. Il modo con cui è stato annunciato e costruito il suo passaggio in Ferrari la dice lunga, sembrava più una joint venture tra due aziende. Per la famosa foto a Fiorano con la F40 pare che ne avesse chiesta una nera per fare pendant col suo outfit, poi si è accontentato di quella rossa. E lo dico da sostenitore di tutta l’operazione. Però, se altre volte quest’anno mi sono vergognato da ferrarista per i bidè che doveva guidare, ieri mi ha fatto rabbia vedere una deconcentrazione simile, proprio quando sarebbe stato utile macinare km con questa benedetta sospensione nuova. Pure il track limit in qualifica…
  14. Che vogliamo aggiungere? Non voglio infierire troppo sulle due teste di papaya McLaren, perché tutto lo schieramento è stato un osceno trenino fino alla fine. E non voglio nemmeno dire che la RB sia un tegame, perché per fare una gara così è evidente che i fondamentali siano buoni, e poi da questa base Verstappen tira fuori il meglio del meglio. Ma perdere la testa della corsa in quel modo, con una monoposto così superiore, e poi fare la comparsa per tutta la sprint, non si può vedere. Verstappen non è solo un pistone, ma è un maestro del dettaglio, è questo che fa la differenza. Non spreca nulla. Fossi in Zac Brown cercherei di portarmelo in scuderia, visto che non avranno sempre un missile terra terra con cui vincere i mondiali.
  15. Io apprezzo molto che Hamilton prepari i suoi dossier, ma se fra un dossier e l’altro volesse anche concentrarsi un po’ su questa stagione apprezzerei ancora di più. Questa macchina c’ha e con questa deve gareggiare. Leclerc non ha nemmeno 7 mondiali con cui consolarsi, eppure cerca di piazzarla sempre più avanti che può. Verstappen è ancora più epico: pur di partire davanti, scarica abbestia la macchina. E se ne frega se il suo team è allo sbando. Tranne le due Mc, il resto del mondo è tutto nella stessa situazione, eppure non sento, che so, Russell, lamentarsi di trovarsi in una gabbia di matti.
  16. La Y10 EGO più bistrattata del mondo
  17. Per favore, cita anche l’ultima parte del mio post allora 😉
  18. Il marketing è l’insieme delle strategie atte a migliorare l’offerta di un determinato bene. Se offri un nuovo allestimento base che il mercato dimostra di gradire, stai facendo marketing. A livello di comunicazione, invece, siamo così sicuri che l’obiettivo voluto sia di dare un’immagine “premium”? Di sicuro non supporta quest’intento risparmiare brutalmente su motori, versioni, colori e accessori. Ma poi mica la tolgono l’automatica. A livello d’immagine non cambia nulla. Questo problema ce l’hanno semmai i costruttori di nicchia come Ferrari o Porsche che devono fare attenzione a non diluire il valore del marchio.
  19. Quel marchio non ha più un’immagine, e, se anche ce l’avesse, gliel’avrebbe già frantumata la vecchia Ypsilon che, a parità di cambio manuale, era molto più cheap dell’attuale. Per il resto, non credo che all’epoca la 240 d danneggiasse l’immagine della 500SL. Anzi, se dici Mercedes, otto su dieci pensano più probabilmente alla prima.
  20. Avevo avuto modo di provare l’ultima versione del 1.2 fire sull’ex macchina di mia suocera, una 500 cabrio dualogic. Più che la lentezza, era imbarazzante la risposta dell’acceleratore. Che tu fossi a tavoletta o meno, prendeva i giri più o meno allo stesso modo, cioè da andatura tranquilla, e quel maledetto dualogic cambiava marcia di conseguenza, senza mai sfruttare a fondo il motore. Una sensazione molto sgradevole, credo anche dovuta alla gestione del cambio. Con la trasmissione manuale, quantomeno hai tu il controllo sul mezzo. Il firefly l’ho provato per 24 ore come vettura sostitutiva su una Panda, in condizioni sempre di traffico cittadino. In quel contesto non mi ha fatto una cattiva impressione: l’aiutino della batteria in fase di spunto è meglio di niente, e il cambio a 6 marce unito alla rombosità tipica dei 3 cilindri dà l’idea di un’auto non impacciata. Certo, avendo sempre qualche veicolo davanti al muso non ho mai potuto fare mezza sgasata. Quindi sicuramente promosso per gli spostamenti a brevissimo raggio. Per tutte le altre normali necessità della guida quotidiana (tangenziali, rampe, sorpassi di veicoli lenti) francamente ho i miei timori.
  21. Se Sergio Marchionne non ci avesse lasciati così presto avremmo visto un’altra storia. Non so se e quanto vincente, ma una storia intera, che adesso sarebbe al suo decimo anno. Archiviata l’epoca Montezemolo, senza più Schumacher, Todt, Brawn (che coglioneria pazzesca farlo andar via) e con una diaspora di tecnici, si è traumaticamente aperta una nuova promettente era (2015, 2017, e il tragico campionato 2018 che da sogno si è trasformato in incubo da un dato momento in poi). Dopo, non più una storia sportiva ma una lunga crisi d’identità, senza una vera figura di riferimento né al vertice (prima Camilleri, poi Vigna), né in squadra (Arrivabene, Binotto, Vasseur, Ignoto 1), né in macchina (Vettel, Leclerc, Hamilton), per non parlare di un presidente che ci metterà pure tutta la buona volontà (e le palanche) ma è un corpo estraneo in una squadra in cui il padrone è sempre stato massicciamente operativo. Già tanto che non porti sfiga quando viene a veder le gare, contrariamente ai suoi predecessori (il grande Vecchio, che Dio l’abbia in gloria, se ne stava opportunamente in quel di Maranello). Ora è forse tempo di consolidare, più che di rivoluzionare. Anche perché silurare Vasseur ADESSO significherebbe mettere il team in una brutta situazione: nessuno accetterebbe più di venire a fare lo zimbello per poi essere congedato con disonore dopo tre anni. Non sarà un Todt (e certe sue recenti dichiarazioni lo confermano) ma non è il primo fesso venuto. Queste sono le carte in mano, e con queste bisogna giocare.
  22. Ah ecco, infatti ero stupito dalla similitudine delle forme e delle proporzioni. Devo dire che fuori non mi dispiace. Dentro invece mi dispiace molto quel display di dimensioni abnormi e la scomparsa dei tasti fisici, mentre apprezzo molto la leva del cambio old style, più intuitiva di joystick, pulsantiere e rotelle varie. Per il resto aspetto l’arrivo delle motorizzazioni interessanti.
  23. Idem. Io vivo in una città di provincia di 80.000 abitanti (Treviso), appena fuori dal centro storico, già orientato verso il mio lavoro che si svolge a 15 km di distanza in direzione Nord, collegato da una statale “all’italiana”, la Pontebbana (praticamente una lunga strada urbana che sbatte contro ogni fottuto centro abitato, con relativi semafori e code nelle ore di punta). Di fatto mi muovo su una linea retta di 15 km, con un autobus extraurbano e una ferrovia che fanno lo stesso identico percorso. Tempo di percorrenza medio in auto: 20 minuti dal mio garage al portone dell’ufficio. Ferrovia: mai presa in considerazione per una distanza così breve. I 20 minuti ce li metto solo per arrivare in stazione. Autobus extraurbano: teoricamente l’optimum. Fermata a 10 minuti a piedi da casa, 25 minuti di viaggio e 2 minuti a piedi per l’ufficio. Senza contare il lusso di andare e tornare dal lavoro in veste di passeggero. Peccato che: - ne passa uno ogni 30 (trenta) minuti, ovviamente ad orari sfalsati rispetto alle mie necessità. Dovrei svegliarmi circa 40 minuti prima e calcolare i tempi alla Fantozzi - il biglietto singolo costa 3,80 euro, contro i circa 1,5 euro di gasolio per lo stesso tragitto (se poi uso la Yaris di mia moglie scendiamo sotto l’euro) - la dipendenza dalla corriera mi preclude tutte le commissioni collaterali che NECESSARIAMENTE svolgo nel tragitto tra casa e lavoro (fermarmi a fare la spesa, raggiungere uffici pubblici, clienti, professionisti…) - sono soggetto a tutte le disfunzioni e le bizzarrie del trasporto pubblico locale (una volta avevo la macchina a fare il tagliando, e la corriera non si è mai presentata alla fermata)… E parliamo di una linea che copre esattamente il mio stesso percorso, senza cambi e coincidenze. Oltre a sobbarcarmi tutte le inefficienze di cui sopra, mi costa anche più che andare in auto. Ma scherziamo? Ecco perché esiste l’automobile, per far risparmiare tempo, fatica e far guadagnare di più. E lo dice uno che ha fatto l’università a Roma: la macchina la toccavo solo il sabato sera e per il resto saltavo come un grillo tra bus, tram, metro e treni. Morale: ogni contesto ha la sua soluzione ideale. La risposta giusta è sempre l’approccio integrato tra sistemi diversi (trasporto privato e pubblico) modulabili in base alle esigenze concrete. Non si può tornare indietro di cent’anni, così come ovviamente si deve disincentivare l’abuso dell’auto privata, mettendo parcheggi a breve e lunga sosta nelle aree strategiche delle città e reprimendo senza pietà la sosta selvaggia (che purtroppo costa molto di più che non fare i parcheggi e tollerare la sosta selvaggia…). P.S. Controllando sull’app del trasporto pubblico la correttezza dei dati che ho scritto, c’era un avviso che diceva che da oggi il biglietto elettronico va utilizzato entro 24 ore dall’ACQUISTO (non dalla convalida) altrimenti scade!! MA W L’AUTOMOBILE.
  24. L’unica cosa che riuscivo ancora a leggere di 4R era l’editoriale di Pellegrini… Vabbè, vediamo come va il nuovo.
  25. Me lo vedo Horner che rende conto a Benedetto Vigna di ciò che fa 😄 E magari si fa pure dire come fare il team principal… Se proprio devo scommettere coi soldi del Monopoli, dico che se lo piglia Stroll. Gli manca solo quel pezzo lì per terminare la sua hall of fame. Più realisticamente prevedo un periodo sabbatico dalla F1, “giusto per capir di più e placar gli affanni”. E anche per occuparsi di quel processo che, sebbene intentato per farlo fuori, lo espone comunque molto sia a livello professionale che personale. Ciò detto, nella F1 degli ultimi vent’anni sono due i top manager a cui (come si dice a Brunico) “je fumano”: 1) Horner Christian e 2) Wolff Toto. Ergo: se uno dei due si libera, il tentativo va fatto… Senza nulla togliere a Vasseur, che non è l’ultimo degli sprovveduti ma deve ancora dimostrare di saper entrare nella leggenda di questo sport.
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