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johnpollame

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  1. Parmi il fulcro del contender il fatto che spettattor santorico stereotipo, implume affronti la vision d'argomenti settoriali. Al Mario Rossi nazionalpopolare, il messaggio vero -trafilato sotto il plaid nei frammezzi delle rèclame- è sembrato (tout court) "Alfa è la peggiore". Il che, apriorismi tolti, sappiamo non essere. Lunga la discussione su quanto poco Alfa sia la Tapirotta, ma è storia scritta e riscribenda altrove. Ma, letti anche gli scritti sopra, non riesco a tacer quanto segue: 75 non incontrò all' epoca la mia preferenza prorio in quanto "troppo Alfa". Tapirottola, anatroccola qual'è, invece mi s'accattiva simpatia. Inaspettatamente e mio malgrado. Forse proprio essendo "Alfa, non troppo". (o forse più perchè parmi caricatura di 275 GTB?) E, beninteso personalissimamente parlando, è nell mie corde ben più del giocattolino bavaringlese e della fintanonretrò parigina. Puranco della minor cuginetta polacca. Dell' Audi(biza)Ein, dal cinquecentoso fianco (ove non pluriellico), sottacio: non avendola ancora avuta tra le mani sospendo il giudizio, non negando che quel solo estetico mi delude assai.
  2. L' aver omesso che la Tapirottola risultò fuor da pista (secondo il percarità opinabile metro tetrarotiano), la migliore vetturetta delle tre, è triste conferma dell'italico, bifronte squallore nel vomitar notizie.
  3. Collage d' audismi codificati, risultato non scontato sol per ipertrofico sfacciato muso di maschia possanza compensatrice. Eppur su sinuoso, cetaceo corpo, mal s'incolla siffatto grugno. (Eppur la bavarese rivale ci guarda con occhio vieppiù rassicurante...) Men sfuggente di quel che m'attendevo il posteriore: parmi -ancorchè distante dal mio gusto- maggiormente solido e definito di quel che nei penultimi parti inglostattiani vitupero. Globalmente parmi guscio coerentissimo con l'dea che Audi d' essa or vuol che s'abbia. Perplimonmi invece gli'interni. Ebbene, quel che più mi ben disponeva nel pormi innanzi i quattro anelli (l' architettonica concezione, la severa precisione orologiaia con cui s'accoglieva il conducente), parmi ora cancellato da linee sinuose e troppo levi, che indovino tirate a sviar l'occhio, ch'altrimenti esigente s'accorgerebbe di dettagli men cesellati di quel che ci s'attenderebbe. Scenografia d'effetto a blandir aspettative cui non s'ha più intenzione di corrispondere? Mah, sospendo il giudizio finquando un novello abitacolo s'offrirà a custodir le mie terga per il tempo dovuto.
  4. Applausi. Diciamo, senza voler svelare troppo, che l'argomento in generale qualche anno fa era il mio molar pagnotta quotidiana. Da incorniciar il punto terzo: nel mio mercenario pugnare sotto auree insegne più volte vidi soverchie orde nemiche abbagliate dal sol rifugere del blasone risalir in disordine e senza speranza le valli che avevano disceso con orgogliosa sicurezza. Firmato Diaz.
  5. Concordo appieno: a mio sentore pur se la berlinottera (che alla fin fine neppure troppo era cicciona...) non avesse avuto nemmeno uno dei difetti che son nel novero dell'appassionato ortodosso, avrebbe venduto -forse- sol qualche migliaio d'esemplari in più di quanto fin'ora. Il suo Marchio è per alcuni la sua infamia e per gli altri l'inarrivabile fantasticato paragone contro cui troppo alta aspettativa giocoforza s'infrange. Che poi in riva al Po stiano tuttora facendo tutto quanto in loro potere per anticiparne eutanaticamente la morte commerciale è altrettanto lampante: disarmante la totale assenza di Madama Comunicazione, reclàme, promozione d' Emozione... Abbandonata a se stessa dal lancio la povera Nostra neppur ha potuto far vero sfoggio dei nuovi bei benzina, che quasi è stato taciuto da Sabauda Matrigna. Eppure con pochi tocchi e ritocchi e due vecchie lire di pubblicità, sarebbe ora ben più desiderabile di quando novella arrivò sul mercato. Peccato. Saggio chi, pensando di tenerla per più d'un lustro, se n' accalappia una ora.
  6. A wolfsburg agghinderebbero la mediolana Serpe come nessun altro al mondo saprebbe fare, ad ogni ricorrenza farebbero fuochi d'artifizio (fatui, ma -diamine- ogni tanto ci voglionio se si vuol vender altro da frigorifero). Lustrerebbero a specchio ogni singola scaglia, che risplenderebbe fulgida sotto la continua luce dei riflettori. Con un colpo di spugna depennerebbero il primo rigo della lista stereotipo sul "perchè non comprare Alfa". Kvalità alemanna e italico stile. Sinolo maiuscolo ed inarrivabile. Eppure un seme insano di preoccupazione alberga tuttora nell'animo del me stesso più bigotto. Ho il terrore -mio malgrado- che un' Alfudi potrebbe non essermi simpatica come nel loro essere maldestramente imperfette mi son invece le Alfiat. Le quali, avendo vissuto anche se perlopiù da passeggero il periodo nero dei primi anni Ottanta, trovano nella mia mente contortissima più favore di quel che riservo agli ultimi modelli statali, portati ora sugli scudi come indefessi araldi della Verità Alfista. Ad ogni modo, come sempre, il tempo sarà galantuomo.
  7. Apprezzo molte delle idee che TonyH ci ha esposto, ma l'affabilità del venditore è sol una delle variabili. L' Immagine che preponde nel ricco mercato d'Europa, come macigno affossa quella che è la reale qualità delle vetture, il cliente medio è viziato e si aspetta d' esser vezzeggiato, ahiloro i Sabaudi hanno madama Storia d' Automobili a definirli come spocchiosi frigoriferari. Per cambiar mentalità servon miliardi spesi in eccellenze. E vent' anni. Buono l' esempio di Bravo, vettura che mi ha sorpreso a tutto tondo per le sue ottime, inaspettate, doti: non vende proprio in quanto Fiat, non perchè non sia bella e buona vettura.
  8. Risposte a vanvera per Kev Jack: -la convenienza è fattore aritmetico, l'accuratezza del discrimine dipende da quella delle stime. Il bollo invece lo si calcola tout court. -a grandi linee, di norma, il mangiagasolio ha più coppia ("spinge" di più) di un pari potente benzina. Nel caso in questione il confronto è impari vista la differenza di cilindrata, ma comunque il ciclo orchestrato dal sig.Rodolfo Diesel ha un rendimento termico superiore a quello del compare Nicola Augusto Otto, inoltre mentre il benzina teme l'esplosione della miscela, il Diesel si può permettersi rapporti di compressione che il benzina si sogna, aumentandone la rendita. Paga però un grosso pegno in allungo per la relativa lentezza dell' autocombustione del gasolio nella camera di scoppio, quindi il benzina recupera potenza girando sì con meno coppia ma 3-4 mila giri più in alto. - generalizzando si può dire che nella guida in souplesse -ovvero nel 90% delle situazioni- , dove conta la ripresa, è più piacevole un Diesel (specie se la vettura è pesantina, come le berline d'oggi), mentre nella guida "sportiva" il Diesel non riesce a girare ad alto numero di giri e non da lo stesso piacere (anche sonoro, che in quei frangenti conta) di un benzina, specie se aspirato. (inizio oftopico) Il motore turbo aumenta di molto i rendimenti ma rende l'erogazione meno regolare: a bassi giri i gas di scarico "fanno fatica" a far girare la turbina e l' "entrata in coppia" è molto avvertibile e la fluidità dell' erogazione tanto più ne risente tanto più il motore è spinto (in soldoni tanto più grande è la turbina) e ad ogni modo anche sul benzina riduce di un buon 1000-15000 giri l' allungo perchè con troppa compressione si rischia la detonazione (battito in testa), e per lo stesso motivo i turbobenza sono costretti a rapporti di compressione leggermente inferiori ai fratelli aspirati (rendimento che però si recupera coin gli interessi grazie alla sovralimentazione). L' aspirato è un motore che sta scomparendo -e giustamente, al giorno d'oggi- ma nella bella guida, quando si vuol sentire il canto dei pistoni, rimane insostituibile. Il turbo benzina, negli anni Ottanta era simbolo di sportività, con turbine grosse come ventilatori, motori morti sotto i 3500 giri che poi partivano come missili, ma ora ha trovato la sua giusta dimensione come sistema per ottenere di più con meno, avvicinandosi alle caratteristiche del Diesel ma con complessità costruttive assai inferiori (I Diesel moderni per funzionare a dovere sono incrostati di dispositivi molto costosi, a partire dal condotto di alta pressione del gasolio e gli iniettori "intelligenti", meccanica più robusta per sopportare la maggior coppia...) (e mi si scusi l'oftopico...) - L'interno della Giulietta parmi più che consono al tipo di vettura, molto molto piacevole, ai miei occhi, la plancia: guidando è la cosa che più conta. - Son stato al volante del solo Diesel: Dynamicamente entusiasma. (verosimilmente il benzina dovrebbe farlo un po' meno). -Alfa, in generale, da una quindicina d'anni fa macchine sane e robuste. E'ero che possono avere qualche noia in più dele rivali tedesche e giapponesi, ma si tratta per lo più di cose del tutto secondarie: dai dati che mi hanno fato avere (cose di flotte aziendali...) mi risulta che i costi medi di riparazione e fermo macchina per una vettura teutonica sono superiori a quelli di una vettura Italo-Polacco-Serba-American-Brazileira. E' la storia del mezzo pollo statistico, ma in soldoni -da quel che mi si dice- una Fiat si rompe più frequentemente di una tedesca ma nella tedesca si rompono particolari più importanti/costosi che impongono anche, sempre mediamente nella vita del mezzo, più giorni di fermo in officina. La cui qualità e predisposizione al Cliente non dipendon dal marchio, ma -per mia esperienza personale- dalle persone che ci lavorano. - Delta, che citi come possibile alternativa, è vettura di tutt'altra indole ma assai simile nella sostanza, paga con paciosità e assenza di grinta uno spazio più ampio, un'interno più lussuoso: dove Giulietta è in grado di appagare con una guida ed un approccio al proprietaro più emozionante a 360°, Delta offre più coccole ai passeggeri e più spazio per i passeggeri sul divano posteriore. La linea della Lancia è particolare: piace molto ma non a tutti, non piace proprio agli altri. Io son tra i primi. Per la Juke si può dir lo stesso, ma in questo caso sono tra i secondi...
  9. A costo che passi per piaggeria vengo oggi per l'ennesima volta a sottolineare il mio accordo alle tue parole. Itaglianamente ci si dimentica di come solo lo scorso anno s'incensavano le doppie cifre in positivo dopate dagli incentivi: centinaia di titoloni "Mercato Disastro ma Fiat tiene bene". Ah l'italica Memoria Corta... Ad ogni modo Storia insegna che se si smette di investire, nell mondo d' automobile si muore rantolando. M'auguro che lo si stia facendo sottobanco, che gia Fiat dovrebbe tappezzar di ex voto le teche di ciascun santuario d'Italia, e accender ceri a tonnellate per esser scampata all'Abisso: seconde chances, specie col fardello americano, non ce ne saranno.
  10. Plaudo spavaldamente. Pur questo equipolle al mio sentire. Come racconta il teutonico che firmandoti in calce di messaggio favella, il medio automobilista d'oggidì (affondo) ha ben vaga l'idea di cosa stia guidando. Ora anche umili vetturette eccedono di molto sensibilità e capacità nel condurre automobile di comprator stereotipo. E magari lo fanno con volgarissime barre che la tecnica moderna rende atte all'uopo d'imbrigliar posteriori, ove pochi anni orsono neppur quadrilateri erano in grado. Quel che conta è lo sfoggio, chi adesso raccoglie ha ben seminato tecnica nei decenni passati (che allora serviva a sopravviver da sovrasterzi...) , ma soprattutto ha scientificamente coltivato sfarzo. Oggi chi più s'ingrassa è chi meglio infiocchetta. E ad infiocchettare, salvo eccezioni di conferma, a Torino non son mai stati bravi. La Giuliotta si fa coi fichi secchi. Ma come mi sorprendo a sorridere vedendo la sorellina (e pure la tapirotta alla fine mi sta piacendo), chissà: forse pure in questa vedrò scintilla di antica brace covar sotto cinerea coltre. Nel frattempo, senza troppe speranze, sospendo comunque il giudizio.
  11. Il mio pensar quasi collima al millimetro...
  12. Vetture d'adesso s'appesantiscono d'ammennicoli che le rendon goffe, lo stil teutonico imperante porta man mano tutti a seguir l'esempio, a ricercarne glorie supposte. Pur quel che furon purosangue appannano ora il blasone con vezzi da signorine,ch'a correr per correr ormai non si può più. E col coupè pur la nonna deve poter andar dal verziere, dice il markettaro. L 'imbottitura attutisce i contatti col terreno, la plumbea corazza foderata è guscio a calmar inconscie paure d'occupante, ma di riflesso è come sfera pedestre di galeotto. Del gusto di guidare antico sol la suggestione or rimane, e a carissimo prezzo vien venduta. Potenze, coppie, zeriacento son sol numeri a blandir la massa, che mai su strada si vedranno e che mai in pista si scioglieranno. Ad Ascot non si corre col calesse... Or che l'ovatta circonda e ottunde, solo velocità che insultino il buon senso riescono a solleticare il brivido, tutto è mediato, meditato, lento e silenzioso, dove prima a centall'ora il cuor già batteva. Eppur la traiettoria ora è rasoiata, multipla di gravità la centrifuga, solo che v'è costante sordina. Disarmante il confronto con le auto che furono, leggere, con sol domopaico foglio di lamiera a separar volante da asfalto, molle e balestre scodinzolanti ,brividi a scorrere, carburatori a sputacchiar rabbiosi benzina a vanvera, a far vibrar velenosi scappamenti gracchianti. Pochissimi s'ostinano a far vetture da guidar col cuore al giorno d'oggi: molto più conveniente agghindar paciosa berlinotta a reginetta del nastro nurburgico, pompandola eritropietinamente, che la tecnica d'oggi fa motori potenti un tanto all'etto. "un'etto e mezzo, lascio?" "lasci, lasci". Ecco: normalmente guido berlina sportivetta d' oggidì, che perfetta svolge il ruolo assegnato. E per sorridere al volante devo poter permettermi manovre dissennate. Sol su bella strada contorta e deserta, quel poco che può capitare. Invece quando m'incastro tra le lamiere del vecchio Pandino (l'ultimo capostipite della stirpe originale, quello con il millecento dagli incredibili cinquantacinque cavalli), mi diverto anche a 50 all'ora. Piega come un motociclo. Quando si comprò moderna sciccosa cittadina, ferreo m'impuntai di non rottamarlo a raccimolar incentivo: or rimane doppione cenerentolo (sul vialetto, che più non c'è posto in rimessa), ma mi fa piacere averlo lì.
  13. Quasi decente in quel ch'ora si mostra, ma temo sol grazie alle acrobazie prospettiche, minuziosamente operate da operator d'obiettivo. I non originalissimi ma delicati stilemi nuovi, son ora cesellati su oscenità lamierate, ma sembranmi di gusto europeo e lasciano un lumicino disperanza per avere fra qualche anno una Lancia *quasi* all' altezza della propria autoreferenzialità. Spero fortemente sia vettura sol per tirare a campare oltreoceano finchè il nuovo italico scheletro sarà pronto a vestirsi delle forme concettuali che tanto mi piacquero.
  14. Come non accettare il rimbrotto: mia macchia non specificare che'intendevo rifermi solo all' estetica, e ancor peggior trave inoculata quella di aver precipitosamente inteso questa NeuQuattro come più probabile esito omologato del concetto E-tron. Ad ogni modo ,or che con meno frettolosità la riguardo, ancor più stride ai miei occhi l'accoppiamento di una linea bassa sinuosa e un girofinestrino tirato con il doppio decimetro a scimmiottar l' UrQuattro. Che ebbe a far palpitar cuori pur essendo allora i 4 anelli privi del lustro che a trant'anni di distanza, a torto o a ragione, aureo rifulge su vetturetta ottima nella sua asepsi ben commercialmente confezionata, ma sciapa all mie papille.
  15. Stucchevolmente tagliuzzata e ricomposta come carbonico origami. Non riesco in alcun modo a farmela piacere. Eppur vorrei: fosse solo per la pur vacua promessa della meravigliosa combinazione di peso, potenza e dimensioni che si vaneggia nell' ufficialità del comunicato. Sotto ci vedo un pochino di Stratos, specie nel volume posteriore. Risolto destrutturato -azzardo- con pesante occhiata al bertonico falco pescatore (che si fece a festeggiar Secolo d' Alfa).
  16. Parmi gran pasticcio. La coorte marchettinara avrà preteso a quelchecosti il richiamo allo spigolo progenitore, snaturando quel che volume avrebbe permesso di far sinuoso, ad accozzaglia di linee cacofoniche, nè risonanti, nè originali. Occasione persa di veder la bella E-tron uscir dal bozzolo concettuale. Peccato.
  17. (Mi si perdoni lo sproloquio: frasi a vanvera affastellate come son venute...) L'automobile d' Europa nell'ultima decade...forse s'è compiuta per quel che poteva essere quando nacque. Agli albori del Millennio era diventata bella, parca, sicura, piacevole. Buona parte del listino superava di molto le esigenze e le aspettative del cliente. E proprio in quel momento, ci s'accorse del Male Oscuro: non c'era più posto per tutti... La lotta per sopravvivere ha reso feroci, bulimiche, schizofreniche le Case, ecco allora rincorse folli ad inventarsi nuovi acquirenti, prodotti progettati per creare bisogni e desideri non per venir ad essi incontro: tutto un affumicare arrosti, aureo placcar volgare stagno. L' Automobile sempre più bene voluttuario, sempre più oggetto per signorine (checchè dica l'anagrafe), sempre meno ruspante, sempre piu ammennicolo. Senza vergogna si gettaron via annali di storie, persin chi limava tubetti d'alluminio a grattar qualche etto sull'asfalto della Florio,s'è messo per fame a far cassoni a nafta... Sul Disegno che prima rendeva bello l'utile or s'affermava l'utile che s'adegua in qualche modo alle forme divinate dal Marchettaggio come foriere del Valor di Marca. Sempre più vezzeggiato il novello acquirente, servilmente blandito per esser ferocemente spremuto come sorrentino agrume. Terribile il colpo per chi ebbe colpa di non aver blasone: l' Immago fu imperante, e vincitor chi la cavalcò. Vincitor teutonico, ordunque, chè nella decade scorsa rifulsero l'insegne Wolfsburgiche, sbandierate da marchettatori maestri, rincorse con stanco slancio dalle Bavaresi e Stoccardiche. Ma sol vincitor di battaglia, che l'automobil come la si conosce si prepara ad essere tutt'altro e lo sarà in men di quel che si crede, e se l' Autodelpopolo indora ed imbelletta bella parte di semoventi a milionate: lor cugine che prima ebbero ben altra nobiltà, guardano tremanti il Futuro, costrette dal loro stesso blasone ad inventarsi diavolerie per convincere che valgon quanto a lor serve farsi pagare per tirare avanti. E tra loro sempre più aspra sarà la lotta per l'Inganno, sempre più sbeffeggiata sarà la fierezza del vecchio appassionato, eppur questo è il futuro: basta benzina, basta rumore, asepsi totale condita -a peso d'oro- con elaborata chincaglieria a crear suggestione, a scimmiottar l'emozione di quando l' Automobile era cosa eroica. Come mai più non sarà. Eppure la crisi ha rimescolato le carte, il bisogno base di muoversi ha lasciato spazio a vetturette onestissime, sane, robuste, fresche, simpatiche, e soprattutto le nascenti leve d'automobilisti hanno una percezione nuova del prodotto vettura, più moderna, scollegata dagli gli echi di un passato piò o meno glorioso. Allora ci sarà spazio a nuovi concetti: non più un cieco scimmiottare vetuste glorie, ma creare un mezzo per sportarsi che faccia star bene, facile da usare, che diverta, che non impegni, che sia semplice. "fiendly" "eco-easy-chic" sono le locuzioni che userebbe qualcun di mia conoscenza. Ecco: una sorta di "iCar" (anche questa azzeccatissima definizione che prendo indegnamente in prestito), che si possa declinare secondo lo spettro di valori (sportività, ecologia, divertimento, libertà, etc.) verso i quali il mercato virerà (o verrà sapientemente indirizzato...). Sarà davvero questo quel che è lì a venire? Ai posteri la(rdua?) sentenza, si badi bene, comunque, che sempre più fuori dalla nosta Vecchia Europa si giocherà la partita, ad ogni modo, si sa, il Tempo è galantuomo.
  18. Parmi comportamento sanzionatorio ben incauto se il sol fallo del fu dipendente è quel del volantinar etereo. Ordunque -a mio parer modesto- o qualche semidirigente umanrisorsaro anelante promozione, nella stucchevole foga di mostrar solerzia, ha -ehm- "deiettato fuor di recipiente" non commisurando il comminare ( e se fosse andrebbe per questo incontro ad amarezze di riflesso), oppure la realtà delle cose non collima esattamente sol con quanto riporta il quotidiano, e il protagonista qualcuna in più ne ha combinata. E l' Azienda ha i mezzi per dimostrarlo, altrimenti sarà essa a soffrire le conseguenze d'una reazione mal ponderata.
  19. In tal caso parlasi -annuso- del solo amerindo mercato: nelle ziosammiche terre le circoscritte V&W tuttora rimandano sprattutto ai variopinti, lisergici furgoncini, i cui viaggi non eran di sola matrice motoria...
  20. Prima un piccolo appunto (ahimè da dover condensare in poche righe, pur se Sintesi m'è nemica): lo stilista d'automobili, che col designar ce campa, mai potrà esser solo alfiere indefesso dell' Arte, araldo incorruttibile del Bello. Malgrado molto del sue sentir nelle carboniche proprie linee riversi, trattasi sempre di mercenario al soldo di chi Prodotto commissiona, interprete dei paroloni del Marchettaggio, strillone del concetto che la Casa ci vuol propinare. Al buon Bangle avevan chiesto rottura, novità, minimalismo chic e Monaco rottura, novità, e sciccoso minimalismo ha avuto. Il biemwuista non apprezzò da principio, ma complice una Daimlebenz con cinerea coltre sul capo avendo mancato di molto il bersaglio d' Affidabilità sulla pre-EVica EKlasse, la passata generazion bavarese recuperò in fretta il favore degl'indecisi. Or a Monaco, una scossa d' assestamento a riportar su binari più classici con voluttuose linee e volumi rassicuranti il bersaglio di mezzetà (che quasiottantamila euro per la Fünf non ce l'hanno i giovin rampanti). Ma si badi: è un ritorno non in nome del Bello, quanto del Soldo. Capo di centrostile è, come direttor di giornale, responsabile formale di quel che altri disegnano: garante per il Committente della linea editoriale imposta. V'è allora preghiera di non giudicar con superficialità la profession del Designator Automotivico, che assai (molto assai) più complessa è del sol tirar belle linee. Alcune malignità che in giro si leggono sul lavoro fatto da certuni (invece molto apprezzato da chi un pelo in più se n'intende, ho sentito...) risultano pretestuose ed arroganti alle mie orecchie. Ciò detto, il ritorno del Bangle su sponde padane potrebbe significare poco, anche nulla, ma verosimilmente che in corso Marconi voglion (neppur si sa per quali scudi) linee decise, che il Nostro ha dimostrato d' esser bravo a (far) perseguire.
  21. Nel vagar vacuo per l'etere, mesi fa m'ero imbattuto in una virtual piazza in cui giovin plebaglia di Beozia s'aggruma a vomitar verbi su l'automobile, ad intrecciar contrappunti che vanno a solleticarmi un mai sopito -perverso- gusto per l'orrido, tanto son desolanti nella propria inconsapevole, maleducata, idiozia. Talvolta, però, capita qualcuno a depositar ponderate sentenze: perle gettate in porcilaia le quali, pur non cogliendo appieno (o per nulla affatto) il mio sentire, a volte s'offrono come spunti d'interesse al mio ragionare. In ciò che in questo piacevole agorà riporto, setacciando il semplicismo di certe affermazioni decontestualizzate (il tale era a risponder a barbare affermazioni) si scorgono un paio di frasi su cui poter ricamare. Come la chiosa californiana...
  22. Mi par d'interpretar l' azteco verbo, come rammarico per non aver avuto spalla avversa su cui abbattere una Lancia forte, rigogliosa, che quando in famiglia arrivò il monellaccio orfano del Portello, come Caino fu per l' elegante sorellina. Senza un' Alfa a reclamar cibo in nido altrui come pulcino di cuculo, or forse -a sentir Montezuma- s'avrebbero due scudi italiani sugl' allori, mentre invece or ci si azzuffa tra italici appassionati per un biscione ch' ancor non si sa da che parte pigliare ed una Lancia che sol invadente sangue oltratlantico ha potuto rianimare. Poi su Alford meglio di Alfiat, solo speculazioni si possono affastellare, vero che Madama Concorrenza avrebbe obbligato gl' eredi dell' Enrico come del Giovannino a porre in ballo denari e denari in più. Ma se Alfa oggi fosse provincia pechinese? Boccone forse innocuo, ma amarissimo al mio palato...
  23. fuor dal seminato: Mi permetto di puntualizzare come lo "stile operativo" aziendale assai raramente segue gli stereotipi della mera nazionalità. (Mi si scuserà l'oftopico: ma mi son sentito chiamato in causa avendo ognidì a che fare con fabbrica -manco fosse classica barzelletta- di volta in volta Tedesca, Italiana e Albionica, di Nipponica Multinazionale, ritrovando gli stereotipi di cui sopra mischiati in variegata e variabile -a volte sorprendente- trasversalità ) Personalissimamente: oramai "avanti o indietro", riferito a queste vetture, ha per me il significato di "sopra o sotto" nel sidereo Spazio Aperto. rientrando nel seminato: Credo che il buon Araldo, invidiando la teutonica capacità d'infilarsi nelle -discutibili- pieghe d'omologazione, abbia voluto far notare come -crede lui- le vetture Fiat dovrebbero comportarsi almeno altrettanto bene nella quotidianità.
  24. Per quanto in Bavaria si lustrino i muscoli con oleose essenze, in realtà si manovra per feroce lotta d'indipendenza. Piuttosto bigie son le decadi a venire per chi non vomiterà milioni di vetture: mentre c'è chi ha wolfsburghiane spalle forti, a Monaco sono assai sguarniti in retroguardia. Si preparino i puristi baiermotorverchiani: qualche rospo (glassato con dovizia, per carità) dovranno ingoiarlo anche loro. Tanto l' Ottantapercento, neppure sa... Certo che Alfiat o Fiatalfa almeno si scandisce bene in ugola: Biemvuot o Peugevù è di una cacofonia davvero fastidiosa al mio orecchio. (non che Porschwagen poi...)
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