Ingegnere 36enne vorrebbe ancora la "paghetta" da papà per mantenersi. Il tribunale dice no. Che ne pensi?
Parecchio tempo (e pure un governo) è passato dalla famigerata battuta sui "bamboccioni" del ministro Padoa Schioppa. Eppure il problema dei trentenni e passa inchiodati a casa dei genitori per impossibilità o scarsa voglia di andarsene non sembra essersi affatto risolto.
Ai tempi, moltissimi erano stati coloro che si erano indignati per il mezzo insulto ministeriale, altri (altre, anzi) avevano addirittura dovuto sentirsi dire che per campare bene la prima preoccupazione doveva essere la ricerca di un marito facoltoso, meglio se figlio di Berlusconi. Ma ora si scopre che c'era anche chi non ha fatto una piega e ancora oggi reclama orgogliosamente il suo status di "bamboccione". Ed esige a 36 anni, con una laurea in ingegneria in tasca, il mantenimento da parte di papà.
Succede a Milano, dove un dottore disoccupato, residente con la madre separata, ha citato il ricco genitore chiedendogli un assegno di mantenimento mensile da 2.000 euro, oltre a 57mila euro di risarcimento e un milione per "disinteresse morale e materiale". Tutto questo perché l'ingegnere non trova lavoro.
Il giudice del Tribunale civile del capoluogo lombardo gli ha però dato torto, sostenendo che il 36enne poteva trovare un posto anche all'estero e che "non ha fornito alcuna prova della sua concreta attivazione per reperire un'attività lavorativa corrispondente al titolo di studio".
L'avvocato del "bamboccione" annuncia ricorso, sostenendo che per il padre "perdura l'obbligo del mantenimento, indipendentemente dal raggiungimento della maggior età, finché i figli non diventino autosufficienti dal punto di vista economico''. Quanto alla ricerca del lavoro, il legale contesta il giudizio: l'ingegnere avrebbe infatti mandato numerosi curriculum ad aziende che si erano limitate a rispondere "le faremo sapere".
Da Libero.it