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Trovato 17 risultati

  1. j

    [Mai Nata] Dyson "N526"

    Ecco la prima auto elettrica della Dyson che sarebbe dovuta essere su strada nel 2021 ma il cui progetto è stato cancellato nell'Ottobre del 2019. Concorrente della Tesla Model X la Dyson "N526" (nome del progetto) avrebbe avuto 7 posti e una lunghezza di circa 5 metri, larga 2m e alta 1.7m per un peso di 2.6 tonnellate, struttura in alluminio. Dati tecnici: doppio motore da 200 kW, 536cv, da 0 a 100km/h in 4,8 secondi e 200km/h di velocità massima per 965km di autonomia dichiarata da Sir Dyson. Particolarità degli interni, oltre a degli innovativi sedili ortopedici molto sottili, la totale assenza di un quadro strumenti e di un tablet sostituiti da head-up display olografico. Prezzo stimato: 150.000 sterline https://www.carscoops.com/2020/05/dysons-first-electric-car-looks-like/
  2. Proviamo a parlare di cose concrete che saranno alla base della R&D europea e che dovranno salvarci da potenziali problemi geopolitici... Negli ultimi tempi abbiamo potuto apprezzare alcune soluzioni per ridurre l'uso di elementi rari nei motori e nelle batterie: Mahle: è stata la capostipite dei motori elettrici sincroni con avvolgimento (quindi senza magneti) ed un interessante sistema di alimentazione dell'avvolgimento di rotore privo di spazzole Renault: motore sincrono, ma privo di magneti permanenti ed alimentazione indotta; batterie con minor contenuto di cobalto rispetto al passato BMW: procede su una strada analoga (sincroni privi di magneti permanenti), ma con spazzole di alimentazione dell'avvolgimento rotore Siete a conoscenza di altre soluzioni del genere adottate dai costruttori?
  3. Su un punto,anche se si esce fuori tema,cerchiamo di essere d'accordo. Vogliamo uscire dalla logica di continuare a bruciare combustibili fossili? Vogliamo iniziare a utilizzare energie ad impatto zero? Tutti i combustibili che fino adesso vengono utilizzati,emettono,chi più chi meno, sostanze nocive. L'elettrico è l'unico,che non produce nulla. Naturalmente sta a noi,produrre energia,da fonti inesauribili. Siamo agli inizi,la strada è in salita,ma non per questo dobbiamo continuare a ripetere gli stessi errori. Twizy spero che sia l'input per percorrere questa strada.
  4. Allego delle notizie di ciò che ha dichiarato Elon Musk in merito a ciò che si accinge a fare la Tesla nell'imminente futuro...e vi confesso che sono rimasto sbigottito. Anche perché mi sa che quello di cui sotto, questi lo faranno per davvero! Se ci riusciranno, ma conoscendo il tipo non ho dubbi che ci riuscirà, sarà una svolta epocale per l'automotive. Fonte: Autoblog. Il lancio della Model X è confermato per il 29 settembre, mentre da fine ottobre verrà resa disponibile la funzione autopilot. L’autonomia delle Tesla potrebbe cresce in maniera significativa già a partire dal 2017, quando i futuri modelli vedranno raddoppiare il valore massimo dichiarato per la migliore fra le Model S oggi a listino. E’ il passaggio più rilevante dell’intervista concessa da Elon Musk al quotidiano danese Borsen, nel quale il manager 44enne anticipa molti contenuti a cui l’azienda sta lavorando. Musk annuncia che i modelli in vendita nel 2017 potrebbero viaggiare per almeno 600 miglia (965 chilometri) prima di dover ricaricare le batterie, obbiettivo che verrà ulteriormente migliorato nel 2020: il manager si aspetta che per quella data le sue automobili possano raggiungere le 725 miglia (1.165 chilometri), quando ad oggi la Model S più capace non va oltre le 300 miglia (482 chilometri). Musk non rivela però quali tecnologie verranno introdotte per rendere possibile un simile obiettivo. Il CEO dell’azienda californiana ha poi datato a fine ottobre l’esordio della funzione autopilot, prodromo della guida autonoma e sistema utile per governare l’auto in determinate condizioni: l’aggiornamento 7.0 consentirà alle Model S e Model X di viaggiare in autostrada senza l’ausilio del conducente e di fare lo stesso nei parcheggi in parallelo. Musk ha poi promesso l’arrivo della guida completamente autonoma entro tre anni. Io dico, esticazzi! Se mi fanno un'elettrica, che fa 0-100 in meno di 4 secondi, e con 1200km di autonomia....credo che sarà la vera svolta e anche l'ibrido sarà preistoria, Resto tuttavia sostenitore del vecchio affidabile, inquinante motore a combustione interna....ma non vi nego che seguirò questo Signore con molta attenzione nei prossimi anni.
  5. Ciao a tutti, probabilmente tra non molto dovrò sostituire la seconda auto. Vorrei qualcosa di relativamente poco impegnativo in termini di spese e manutenzione, senza però rinunciare ad un minimo di estetica. In virtù dei probabili nuovi incentivi per l'elettrico mi sto avvicinando anche a questo mondo. La percorrenza che quest'auto farebbe sono circa 25 km al giorno, praticamente città e strade provinciali trafficate. Il mio dubbio è: al di là del prezzo iniziale vale la pena investire su un'auto elettrica? Premesso che in base ai gusti la più gettonata sarebbe la Nuova 500 elettrica in versione action. Naturalmente dovrò adeguare l'impianto di casa per permettere la carica nel box. In soldoni avrei meno o più sbattimenti rispetto ad una Lancia Y hybrid o 500 Hybrid o una Suzuki Swift? Quali altri modelli in alternativa mi suggerite? Vivo in una città di provincia, quindi delle ztl non mi interessa. Sicuramente ho letto che si risparmia sul bollo per 3 o 5 anni, strisce blu da capire perché varia da comune a comune... Ma quali altri vantaggi ci sono, al di là che è la tendenza del momento? Grazie a tutti! ☏ SM-G970F ☏
  6. E' una buona occasione per introdurre il problema velocità di ricarica, in un mondo dove non siamo ancora abituati a fare i conti sulle EV e si può essere fuorviati. Un esempio è l'articolo di Automobilismo, a cui sembra di aver fatto la scoperta dell'acqua calda: è l'integrale delle curve di ricarica che è importante e non la massima velocità di picco che la batteria permette. Bonjour Monsieur de Lapalisse. Adesso dovrebbero fare un'altra scoperta: non conta l'integrale della curva di ricarica ma quanto rapidamente l'auto reintegra i km che può fare, che è quello che ci serve. E qui conta l'efficienza dell'auto e la prova fatta è in realtà Audi E-Tron 55 con una Model 3, cioè la EV con la peggiore efficienza e quella con la migliore. Ottimale raffronto, rende l'idea di che calcoli dobbiamo fare per capire quanto ci vuole per fare i km che dobbiamo fare. La situazione reale è questa: https://cleantechnica.com/2019/06/12/sorry-audi-but-tesla-model-3-crushes-audi-e-tron-in-fast-charging-times-charts/ L'ispirazione dell'articolo di AUTOMOBILISMO viene da una prova fatta caricando ad un charger IONITY una Model 3 e una Etron 55. Model 3 carica al max a 250 kW ma solo ai Supercharger (per ora ben più diffusi e ben più economici degli IONITY, ladri da 0,79 Eur/kWh) mentre agli IONITY la prova ha dato un max di 180 kW. Infatti Tesla ha messo un limite cautelativo di 200 kW ai charger non suoi. Ma anche in queste penalizzanti condizioni ecco cosa è successo: https://electrek.co/2019/06/11/tesla-model-3-vs-audi-e-tron-350kw-charge-off/ Cara AUTOMOBILISMO, il tuo articolo non serve a molto, ma in compenso confonde molto le idee. E soprattutto non dà strumenti agli utenti ma li depista all'opposto dell'utile. Ma è comprensibile, i giornalisti auto arrivano sempre un pò in ritardo, le eccezioni sono rare.
  7. Thread generale per notizie relative alle reti di ricariche auto EV e PHEV in Italia, in AC e DC fast. Notizie fresche per ricarica autostradale veloce, sperando che non siano come quelle vecchie mai realizzate. Il nostro paese è probabilmente quello più in ritardo in EU nella costituzione di una rete di ricarica ed anche plagato da costi alti per il kWh in ricarica pubblica. ----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Ogni aggiornamento disponibilità e costi è quindi importante, fatto salvo che la base di ricarica per la gestione di una EV è la ricarica domestica, attualmente tra 0,16 e 0,20 Euro/kWh. https://insideevs.it/news/400022/ricarica-auto-elettriche-casa-colonnine/ Il progetto di ASPI, Autostrade per l'Italia, copre ovviamente solo le autostrade dell'ente, ma altri enti di tratte diversi stanno esaminando la cosa. https://insideevs.it/news/403592/colonnine-ricarica-auto-elettriche-autostrada-aspi/ In esclusiva il piano ASPI con le aree di servizio coinvolte. Obiettivo: coprire la grande viabilità con ricariche fino a 350 kW L’impegno di ASPI per installare una rete di ricarica per le auto elettriche in autostrada, annunciato dell’a.d. Roberto Tomasi, ha destato grande attenzione tra i proprietari dei veicoli a batteria. Perfino nei difficilissimi giorni del Coronavirus. Quello delle colonnine sulla grande viabilità, del resto, è un nodo fondamentale per lo sviluppo della eMobility in Italia e chi è abituato a usare una full electric come mezzo principale lo sa bene. Ecco quindi tutti i dettagli che abbiamo potuto ricostruire sul piano per la “rivoluzione green” di Autostrade per l’Italia, incluso l’elenco delle aree di servizio coinvolte dalla strategia, intercettato in esclusiva da InsideEVs.it. Gestione diretta A quanto si apprende, ASPI ha sviluppato la sua strategia nell’ottica di una gestione diretta dell’infrastruttura di ricarica, con una logica “multiclient” pensata per servire indistintamente tutti gli automobilisti che possono ricaricare in corrente continua. La prima fase del progetto, come anticipato, prevede l’installazione di stazioni di ricarica ultra-veloci da 4-6 postazioni in 67 aree di servizio (più in basso trovate elenco e posizioni), che rappresentano il 31% delle stazioni di rifornimento presenti sulla rete ASPI. Al termine di questa fase di “start-up” sarebbero presenti in media punti di ricarica ogni 90 km. La posa delle colonnine – al netto delle incertezze legate alla questione concessioni - partirà già da quest’anno e abbiamo trovato conferma che la prima sperimentazione sta coinvolgendo tre aree di servizio a Roma, Milano e Bologna. Qui, in partnership con un operatore del settore, verranno installati punti di ricarica da 350 kW. Il valore della sperimentazione dovrebbe aggirarsi sul milione e mezzo di euro, a fronte di un investimento complessivo per la fase uno stimato in 35 milioni di euro. La tecnologia Dal punto di vista tecnologico, le colonnine installate saranno tutte ad altissima potenza, fino a 350 kW. Verosimilmente Aspi punta a contenere quanto più possibile il tempo delle ricariche con l’intento di assimilarlo per quanto possibile a quello medio di sosta delle auto tradizionali. Un ragionamento valido anche in prospettiva, quando le full electric in circolazione saranno molte di più e occorrerà una velocità di ricarica importante per poterle servire agevolmente. Da quanto abbiamo potuto ricostruire, Autostrade sarebbe al lavoro anche per ottimizzare i circuiti di distribuzione elettrica nelle aree di servizio, con il duplice obiettivo di risparmiare energia e abbassare i costi di esercizio. Il nodo delle ricariche Ricarica auto elettriche, il Governo promette incentivi e semplificazioni Auto elettriche, appello al Governo: ricarica diventi servizio pubblico Le gare “aperte” nella fase 2 La seconda fase del piano dovrebbe scattare quando sarà raggiunto un determinato tasso di utilizzo delle colonnine installate. Da quel momento Aspi aprirà al mercato per coprire il rimanente 69% delle aree di servizio e raggiungere in questo modo una copertura totale della sua rete. Verranno quindi lanciate delle gare rivolte agli operatori del settore che vorranno attivarsi sul fronte retail. Anche una flotta green L’impulso per la sostenibilità del piano di Autostrade passa anche dalle illuminazioni a led in tutte le gallerieentro il 2022 e l’investimento di 25 milioni di euro per installare altri 144 impianti fotovoltaici, in grado di portare la produzione totale di energia verde oltre i 45 GWh. Infine, sarà avviato anche un piano di progressivo rinnovo dei mezzi di servizio della società (circa 200 vetture per ogni Direzione di Tronco) solo con motorizzazioni ibride o elettriche.
  8. L'auto elettrica è ormai un qualcosa sulla bocca di tutti: i media ne parlano ad ogni occasione in cui si fa riferimento alle novità del settore; i costruttori mostrano e lusingano con nuovi modelli, anche se spesso poco abbordabili ed all'antitesi dell'ecologia (SUV di lusso, enormi e pesanti); la politica spinge incentivando, con quelli che ritengono essere contributi green e penalizzando le emissioni locali del sistema trasporti su gomma (Limiti CO2 in UE: un affare da 34 miliardi di Euro); tra la gente, si dibatte sull'effettiva ecologicità dei mezzi elettrici, quasi certa a livello di emissioni locali, ma molto più dubbia per ciò che concerne l'elettrico a tutto tondo, ovvero dalla produzione allo smaltimento dei mezzi stessi, non senza trascurare il problema della produzione e distribuzione dell'energia elettrica. Ma fino ad ora non ci si era ancora soffermati abbastanza, sull'impatto che l'elettrificazione dei trasporti avrebbe avuto a livello industriale, sociale (occupazione) e quindi economico. Vediamo un po' cosa sta succedendo, citando alcuni articoli che affrontano il fenomeno: Fonte: https://www.formulapassion.it/automoto/mondoauto/audi-tagliera-oltre-9000-posti-di-lavoro-469374.html Fonte: https://www.ilsole24ore.com/art/daimler-l-auto-elettrica-non-fa-tornare-conti-a-casa-mille-manager-ACmBy0y Fonte: https://www.ilsole24ore.com/art/auto-crisi-diesel-colpisce-240-aziende-e-25mila-lavoratori-ACnThKu Fonte: https://www.ilsole24ore.com/art/crisi-diesel-tedescha-mahle-chiude-due-fabbriche-piemonte-AC1dF7t Fonte: https://www.ilsole24ore.com/art/crisi-diesel-620-esuberi-bosch-bari-ACINpKV Prima di passare la parola a voi, concludo evidenziando come già in passato, molte delle trasformazioni epocali abbiano comportato grossi cambiamenti e sacrifici. Quello che è importante capire però, è se ci si stia imbarcando verso un investimento veramente valido ed utile, che porterà ad un nuovo equilibrio, oppure se ci sia il rischio che il tutto si trasformi presto in un fuoco di paglia, con conseguenti ceneri ed emissioni... Metaforiche e non...
  9. A.Masera

    Tesla Model 3 2017

    Presentata Autonomia: 215 miglia, quindi 345 km. Abilitazione ai Supercharger Autopilot 0-100 km/h in circa 6 secondi Tetto panoramico prezzo 35.000 $ t E sui sistemi di sicurezza Spy: http://www.autopareri.com/forums/topic/53275-tesla-model-3-mid-size-sedan-notizie
  10. https://mbenz.it/daimler-smettera-di-sviluppare-motori-a-combustione-interna-per-concentrarsi-sulle-auto-elettriche/15914/ Contemporaneamente l'annuncio dell'accordo con CATL per la fornitura di batterie per bus e camion Daimler. http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/dalla_cina/2019/09/19/dalla-cinese-catl-le-batterie-per-bus-e-camion-daimler_5392fca6-bc84-4a2d-aa21-248f4c8cade8.html L'articolo erroneamente riporta che CATL con 21 GWh di produzione annua è il più grande produttore al mondo di batterie al Litio; no, è la Gigafactory 1 di Tesla con 23 GWh e potenzialità non sfruttata fino a 35 GWh , cosa che dà la misura di cosa ha bisogno un costruttore auto per una produzione nemmeno tanto grande. https://electrek.co/2019/04/14/tesla-gigafactory-1-battery-cell-production-issues-elon-musk/ https://electrek.co/2019/04/14/tesla-gigafactory-1-battery-cell-production-issues-elon-musk/
  11. Bella novità di ZF che si inserisce nel mercato delle elettriche per cercare di aumentare l'autonomia a parità di pack-batteria. To increase the performance rating of the new electric axle drive system, ZF leveraged its expertise in systems to develop a new electric motor with a maximum power rating of 140 kW paired with a two-stage shift element. Vehicles with the new 2-speed drive consume less energy, which in turn extends range by up to five percent when compared to a one-speed unit. Shifts take place at 70 km/h. By connecting to the vehicle’s CAN communication it is also possible—if the customer so wishes—to devise other shift strategies, possibly linked to digital map material and GPS. For example, the vehicle could identify from the GPS route programming how far it is to the next charging station, enabling it to respond predictively by switching into Eco-mode. More effective shifts would also be possible in accounting for topography on the interstate, and on inter-city journeys. The software in the drive can also be updated via the network link to Cloud services via over-the-air updates. For vehicle manufacturers, the new 2-speed drive offers two options for using improved energy conversion efficiency. The Original Equipment Manufacturer (OEM) could either go for an extended range while retaining the same size of battery, or utilize a smaller batter. The 2-speed concept also offers benefits for OEMs pursuing performance. Until now, with electric motors, vehicle manufacturers have had to choose between high initial torque and a high top speed. We are now resolving this conflict and the new drive will be compatible for performance and heavier vehicles—for example for passenger cars towing a trailer. —Bert Hellwig ZF’s modular approach combines the 2-speed gearbox with even more powerful electric motors rated for up to 250 kW. This delivers enhanced acceleration and, potentially, faster top speeds. With its modular concept, the new drive can meet a variety of requirements. Via GreenCarCongress
  12. Serviranno anni per rientrare degli ingenti investimenti nel settore elettrico, ma è storia nota. Nel frattempo, VW apre gli ordini per la nuova elettrica.. Se proprio non avete la pazienza di aspettare la presentazione ufficiale e volete già mettere la firma su un contratto, sappiate che il giorno 8 maggio Volkswagen dovrebbe aprire i pre-ordini della due volumi elettrica ID. Nel frattempo, le cose sono “leggermente” cambiate: non si parla più di un prezzo base inferiore a 20.000 Euro, ma di 30.000 euro, il che la rende decisamente meno attraente come “auto del popolo” del futuro. Speriamo che siano voci infondate e che si rimanga su quanto riportato da Reuters. Poco attraenti – benché previste – sono anche le stime di Volkswagen per le sue stesse casse: secondo la tedesca Auto Motor Und Sport, infatti, per ogni ID venduta l’azienda perderebbe oltre $3.000. Ma è un dato che va contestualizzato, si tratta di un doloroso passaggio inevitabile per tutti i costruttori, non solo VW: considerati gli ingenti investimenti (decine di miliardi di euro e, a quanto pare, ancora non bastano), gli attori principali nel più attraente gioco del nuovo millennio sarebbero concordi sul fatto che per tornare in attivo nel settore elettrico bisognerà attendere almeno il 2025. Si dice che nel 2016 General Motors perdesse $9000 per ogni Bolt venduta e lo stesso Sergio Marchionne, nel 2017, sosteneva che Fiat perdesse $14.000 per ogni Fiat 500e venduta . La scorsa settimana, Moody’s ha affermato che “spesso produrre una vettura elettrica costa $12.000 più di una tradizionale”.
  13. In Cina sta per esplodere la bolla dell’auto elettrica? Prevista un’ondata di fallimenti tra le startup del settor L’ultimo in ordine di tempo a nobilitare con un sguardo prospettico globale il dibattito sul futuro del settore automobilistico, è stato Romano Prodi con un editoriale su Il Messaggero nel quale l’ex presidente del Consiglio, partendo dal dato meno peggiore del previsto rispetto alle immatricolazioni nel mese di aprile (+1,5%), metteva in evidenza una debolezza strutturale. In un comparto che ormai corre a tutta velocità lungo l’autostrada dell’auto elettrica, la partnership fra Fca e Tesla– 2 miliardi di dollari versati a Elon Musk, frutto della vendita di Magneti Marelli – potrebbe non bastare a mantenere in vita la vera dinamo italiana, ovvero quella componentisticache nel processo di transizione e trasformazione perderà inevitabilmente di importanza. Insomma, attenzione a un indotto chiave che potrebbe pesare più di quanto il posizionamento nell’innovazione possa far guadagnare. Sicuramente un ragionamento di lungo respiro, rispetto alle beghe da giorno dopo del dibattito italiano – anche in ambito industriale – ma che rischia di non prendere in esame una variabile decisamente seria in seno al mercato cinese, non solo avanguardia del settore elettrico ma anche El Dorado delle quote di mercato per il futuro molto prossimo. E la nuova crisi commerciale – e finanziaria – innescata unicamente dalla minaccia di Donald Trump di innalzamento dei dazi appare un proxy fin troppo chiaro delle dinamiche in atto. Ma prima di entrare nel merito del Dragone, qualche numero extra-Italia per ottenere un quadro d’insieme. In Germania, cuore del settore in Europa, le immatricolazioni ad aprile sono calate dell’1,1%, mentre il dato a livello annuale per ora è piatto rispetto allo stesso periodo del 2018, fermo a 1,2 milioni di veicoli. Ma entrando nel merito e scorporando il dato per marchio, ecco che la ferita sanguina copiosamente. Le vendite di Volkswagen sono calate dell’11,2% su base mensile, mentre comparando i primi quattro mesi dell’anno siamo a -4,5% sul 2018. Audi ha registrato un -12,8% su base annua ad aprile, mentre Opel un -3% e -5,2% su base mensile. Infine, le corazzate: Bmw ha patito un -17,4% su base mensile, mentre Porsche addirittura un -24.9%.Insomma, disastro. E negli Stati Uniti non va meglio, visto che in aprile le vendite hanno registrato un -6,1%, il peggior calo da 8 anni a questa parte, fermandosi a 16,4 milioni di unità. Il tutto, in un contesto generale che vede il prezzo medio per un auto nuova che ad aprile ha toccato i 36.720 dollari, il massimo da inizio anno e con i tassi di interesse applicati che rimangono al di sopra del 6%, ovviamente operando ulteriore pressione sul comparto. E la Cina? Questo grafico già di per sé mostra la dinamica in atto: Bloomberg a marzo, ultimo dato ufficiale disponibile, le vendite di veicoli di ogni categoria sono calate del 12% a 1,78 milioni di unità, il tutto dopo il -18,5% di febbraio e il -4% di gennaio. Non a caso, il governo cinese starebbe lavorando a un mega-piano di sussidi per rilanciare i consumi interni che avrebbe proprio il mercato dell’auto come principale beneficiario. E se il fatto che i rumors relativi alla nuova ondata espansiva siano coincisi con la pubblicazione del dato del Pil del primo trimestre, un +6,4% migliore delle attese, getta ulteriori ombre sull’accuratezza delle letture macro del Dragone, è proprio il focus merceologico dei nuovi sussidi a parlare la lingua di una situazione economica che starebbe andando ben oltre il mero rallentamento congiunturale. Automobili elettriche o ibride, smartphones ed elettrodomestici saranno infatti il cuore della nuova campagna di invito all’acquisto tramite incentivo statale,con la prima categoria a farla da padrona. Sarebbero infatti previste un aumento delle licenze automobilistiche, esenzioni sulle quote relative alla proprietà di auto per i nuclei famigliari che non ne posseggono, sussidi per chiunque rottami la sua auto di almeno 10 anni per acquistarne una elettrica o ibrida, nessun controllo o limitazione del traffico per i veicoli alimentati in maniera non inquinante. Inoltre, incoraggiamento verso le banche per l’erogazione di prestiti legati all’acquisto di veicoli nelle città di categoria Tier3 e inferiore (rurali e fuori dai grandi centri urbani industrializzati), sussidi fino al 13% per acquisti di elettrodomestici per la casa fino a 800 yuan (120 dollari) di controvalore per ogni acquisto ed esenzione dal pagamento dell’Iva per tutte i passaggi di proprietà su auto usate fino alla fine del 2020. Insomma, il festival del consumismo, un enorme Black Friday di Stato. Il problema è che la criticità che una mossa simile sottende non si limita allo stimolo della domanda interna, quindi alla necessità di intervenire su una sua debolezza strutturale ma va ben oltre e investe in pieno proprio il settore dell’auto elettrica, principale beneficiaria non a caso della campagna governativa. Come denunciato da Bloomberg, infatti, Pechino starebbe per fare i conti con l’ennesima bolla gonfiata dal suo strutturale eccesso di credito. Ad oggi, infatti, in Cina sono attivi qualcosa come 486 produttori nel campo dell’auto elettrica, il triplo rispetto a due anni fa. Ovviamente, un moltiplicarsi di stampo quasi micologico come questo si basa su due pilastri: l’accesso facile al credito, spesso attraverso lo schema Ponzi del sistema bancario ombra e le prospettiva di crescita del settore. Il quale, stando alle previsioni, quest’anno dovrebbe infatti raggiungere la quota record di 1,6 milioni di veicoli elettrici venduti sul mercato interno ma che adesso, stante anche la guerra commerciale e il rallentamento dell’economia, comincia a temere per la sopravvivenza per la stragrande maggioranza dei partecipanti al grande business del futuro. Questi grafici mettono la situazione cinese in prospettiva. Bloomberg Pechino è leader assoluta del settore, almeno al momento e combinate insieme le sole startup attive nel comparto sono in grado di offrire al mercato un capacità di produzione potenziale da 3,9 miloni di veicoli all’anno, escludendo da questa cifra le unità che i produttori già sul mercato stanno pianificando di immettere in commercio. Bloomberg Insomma, un diluvio di auto elettriche a fronte di una domanda attesa per quest’anno poco sopra il milione e mezzo e che nel 2018 ha sorpassato per la prima volta frazionalmente quota 1 milione. Ora, il grande quesito: il bicchiere mezzo pieno vede infatti il mercato dell’elettrico pesare solo per il 4% del mercato veicoli totale, qualcosa come 23,7 milioni di unità. Quindi, una prateria da conquistare. Quello mezzo vuoto, però, mostra come il mercato dell’auto tradizionale in Cina sia in caduta libera, visto che quello di marzo è stato il decimo mese di fila di calo delle vendite. Non per nulla, il governo pare correre pesantemente ai ripari attraverso una campagna – l’ennesima – di sussidi statali a pioggia. Anche perché, stando alle previsioni del governo, entro il 2025 l’auto elettrica dovrà contare per il 20% dell’intero mercato, circa 7 milioni di veicoli venduti l’anno. E qui un ulteriore criticità entra in scena e tinteggia di emergenzialità la mossa di Pechino. Soltanto un mese prima che emergessero i rumors, mai smentiti ufficialmente, di nuovi incentivi, il ministero della Finanze cinese aveva infatti annunciato un taglio alla politica di sussidio per il comparto, tanto che Zhou Lei, analista per la Deloitte Tohmatsu Consulting a Tokyo, sentenziò che “con l’aggiustamento della politica di aiuto statale, le startup del comparto elettrico meno avanzate tecnologicamente scompariranno. Ci sarà un netto rimascolamento della situazione”. Stesso concetto epresso da Cui Dongshu, segretario generale della China Passenger Car Association, a detta del quale “pur essendoci ancora molto spazio di penetrazione nel mercato per il comparto elettrico, questo richiede player competitivi. I più deboli verranno schiacciati”. E i numeri parlano chiaro: anche al netto delle ottimistiche previsioni del governo rispetto alla diffusione totale dell’elettrico entro il 2025, quella quota di veicoli totali garantirà spazio di mercato per 10 o 12 soggetti al massimo, non per le centinaia attualmente presenti. E quelle maggiormente a rischio appaiono le aziende che sono state fondate o finanziate da persone con background legato al mondo di internet o della tecnologia, totalmente inconsapevoli del tipo di investimento massivo richiesto dal comparto della produzione automobilistica. Per Thomas Fang, consulente presso la Roland Berger a Shanghai, “stiamo per assistere a grandi ondate di sabbia che voleranno via dalla spiaggia dell’industria elettrica. E’ un momento critico in cui si deciderà la vita o la morte di molte startup, per il semplice fatto che gli investimenti reali necessari per la produzione sono enormemente più grandi di quelli spesi per marketing e sviluppo della produzione. E’ per questo che, quasi certamente, vedremo ritardi di massa rispetto ai piani di output”. Infine, la previsione che più preoccupa sul breve termine e rispetto ai potenziali ricaschi finanziari: “Un gran numero di compagnie verrà eliminato entro un anno e il 90% degli investitori patirà enormi perdite“, vaticina Zhou Lei. Se così sarà, come reagirà il mercato mondiale dell’auto – sempre più focalizzato sulla transizione industriale verso l’elettrico, in primis la Germania – a una simile ondata di fallimenti e mancate previsioni di vendita provenienti da quella che doveva essere la fetta più grande e succulenta della torta? https://it.businessinsider.com/in-cina-sta-per-esplodere-la-bolla-dellauto-elettrica-prevista-unondata-di-fallimenti-tra-le-startup-del-settore/
  14. Cari utenti, sono uno studente dell'Università di Pisa. Sto costruendo un sondaggio per la valutazione dell'auto elettrica e la propensione all'acquisto. Inoltro il link con il questionario relativo, la cui compilazione richiede al massimo dieci minuti del vostro tempo. https://goo.gl/forms/iBtw12aCSc5FgpY13 Il questionario è anonimo e i dati utili solamente a scopi accademici. Vi ringrazio in anticipo per la disponibilità. Lorenzo
  15. Marco Mattiacci, dopo la breve e (non per colpa sua) disastrosa parentesi a capo della scuderia Ferrari diventa il capo del nuovo marchio di auto elettriche con sede in California http://it.motorsport.com/general/news/mattiacci-dalla-ferrari-a-responsabile-globale-del-marchio-faraday-future-761992/
  16. Cari amici, sono qui a chiedere il vostro aiuto! Sto per laurearmi e per il mio lavoro di tesi ho preparato un questionario che ha lo scopo di capire quali sono le differenze nei bisogni ricercati dal consumatore finale quando si parla di un'auto elettrica rispetto alle auto tradizionali. Il mio obiettivo è quello di cercare di ricostruire a ritroso, partendo dalle vostre risposte, un nuovo business model per l'auto elettrica. Il tutto non richiederà più di 6 o 7 minuti! Il vostro supporto mi sarà prezioso per raggiungere questo importante traguardo! Spero inoltre sia una buona occasione per scaturire una sana ed interessante discussione in merito all'argomento. Spero vi interessi! Sentitevi liberi di farlo girare tra amici e parenti! Grazie mille a tutti, Stefano Qui sotto il link del questionario: https://unibocconi.qualtrics.com/jfe/form/SV_8Hvx0TSqYXSZrF3
  17. Report indubbiamente interessante, da vedere se i vertici ci penseranno. per i moderatori, spero che sia la sezione giusta, è la prima volta che apro un nuovo topic.
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